La Storia di Glauco: Capitolo 44

 

Capitolo 44 - Il porto

- Dormirai sul ponte in questa tenda, Glauco, - spiegò Giulia guidando il giovane attraverso la nave verso la piccola cabina. Aveva scelto un vascello di medie dimensioni per l’estensione della sua velatura, immaginando che con l’equipaggio al minimo avrebbe viaggiato più velocemente in quei venti del tardo autunno. Inoltre, il capitano aveva esperienza nel trasporto del grano da Alessandria ad Ostia e conosceva bene la rotta. Ella aprì la porta della cabina.
- Non farà molto caldo nella tenda, temo, ma come puoi vedere la cabina è piccolissima ed è riservata al capitano Emilio. Se avrai troppo freddo potrai scendere sottocoperta, ma c’è davvero pochissimo spazio laggiù. L’ho riempito d’anfore e barili di vino ed altre merci non deperibili, affinché il viaggio non desti sospetti. I barili, in realtà, per la maggior parte sono vuoti, per alleggerire il carico.

- Grazie di tutto, Giulia. Non riesco a trovare le parole per esprimerti la mia gratitudine e la mia gioia nell’aver conosciuto te… e Massima.

- Sono lieta che provi questo. Temevo in qualche modo che avresti sentito del risentimento per me per il piccolo ruolo che ho avuto nella vita di tuo padre.

- Risentimento? Nemmeno lontanamente. Tu gli hai dato amore quando non c’era più nessuno che gliene potesse dare. E gli hai dato una figlia… e a me una sorella. Non potrò mai ringraziarti abbastanza per questo.

Giulia sorrise e nascose il suo sollievo prendendolo per le spalle e baciandolo rapidamente su entrambe le guance.

- Speravo che Massima sarebbe stata qui a vedermi partire.

- Gliel’ho proibito io, Glauco. Non è sicuro per lei.

- Certo.

- E’ molto in collera con me, in questo momento. Abbiamo avuto una discussione questa mattina e adesso non mi vorrà nemmeno rivolgere la parola. E’ andata in camera sua per protesta riguardo la tua partenza, ma ne verrà fuori. Abbiamo i nostri battibecchi, Glauco, ma siamo davvero molto vicine.

- Ho tempo per alcune domande prima di salpare?

- Sì, ma poche. Il capitano è quasi pronto. - Il ponte fuori della cabina brulicava di attività da parte degli uomini dell’equipaggio che approntavano la nave per l’inaspettato viaggio.

Mentre Giulia silenziosamente chiudeva la porta della cabina per riservatezza Glauco disse:
- Massima mi ha accennato che tu cercasti di contattare mio padre alla scuola dei gladiatori.

Giulia annuì ed un velo di tristezza discese su di lei mentre ricordava quei giorni difficili.
- Sì, ma non ebbi successo. Proximo mi considerava una distrazione per Massimo e ordinò alle guardie di tenermi lontana. - Ci fu una lunga pausa prima che aggiungesse: - Non riuscii più a parlare con tuo padre dopo che lasciò la villa.

Glauco studiò il suo elegante profilo, illuminato da un raggio di luce proveniente dalla piccola finestra della cabina, nel quale volteggiavano piccole particelle di polvere.
- Ma consegnasti una lettera?

Ella gli si mise di fronte bruscamente.
- Te lo ha raccontato Massima? Sì, lo feci, ma ignoro se Massimo l’abbia ricevuta. Incontrai Proximo in una taverna vicino al Colosseo e lo pregai di portargli la lettera.

- Posso chiedere…

- Che cosa c’era nella lettera? - completò Giulia per lui. - Dicevo a Massimo che pensavo di essere incinta. Speravo che una notizia del genere lo incoraggiasse a voler vivere.

- Proximo prese la lettera, dunque?

- Sì. - Giulia si avvicinò ad un tavolino e vi si appoggiò col fianco, incrociando le braccia. - Sembrava un uomo diverso, Glauco. Non più così arrogante o sicuro di sé. Continuava a guardarsi al di là della spalla e sembrava inquieto per qualcosa. Anche il suo comportamento verso Massimo era cambiato. Considerava tuo padre con una luce diversa… come un uomo, non uno schiavo.

- Che cosa provocò questo cambiamento?

- Non ne sono proprio sicura, e ho avuto molto tempo per pensarci. Sospetto che Proximo rimase coinvolto, volente o nolente, nell’intrigo politico che all’epoca si strinse attorno a Commodo. C’erano voci di complotti contro l’imperatore e che vi erano coinvolti alcuni senatori, o perfino Lucilla stessa. Sfortunatamente, Commodo cominciò a sospettare che stava succedendo qualcosa… e questo può aver condotto direttamente alla morte di tuo padre nell’arena. Alla fine, Glauco, Massimo diede la sua vita per Roma, come aveva giurato di fare da soldato. La morte di Commodo, per Massimo, mutò da una vendetta molto personale ad un obiettivo molto più elevato.

- Perché credi che l’Augusta Lucilla… e mio padre… possano essere stati coinvolti in un complotto contro Commodo?

- Perché i pretoriani furono molto rapidi a sbarazzarsi di lei dopo la morte di suo fratello. Non volevano che continuasse ad interferire politicamente. Lei era potente… aveva il sostegno di alcuni senatori. Io credo che possa avere ottenuto l’appoggio di Massimo tramite Proximo.

- Come lo sai?

Giulia sorrise.
- Avevo anch’io le mie spie. A me non era permesso avvicinarmi a Massimo, ma sembra che Lucilla non soffrisse delle stesse restrizioni… i vantaggi di essere la sorella di un imperatore. Ella fece visita a Massimo alla scuola dei gladiatori almeno due volte, apparentemente.

Glauco si accigliò, pensieroso. 
- Ma che cosa potrebbe mai aver fatto per aiutarla? Era in catene… era uno schiavo.

- Tuo padre era un uomo potente, malgrado la sua schiavitù. Aveva il completo appoggio degli eserciti, non dimenticarlo, ma essi lo credevano morto. Se Massimo fosse stato liberato avrebbe potuto ottenere il sostegno militare e marciare su Roma, prendendo il potere con la forza. - Giulia sospirò profondamente, il viso delicato colmo di tristezza. - Non ne sono sicura, ma penso che possa esserci stato un tentativo d’evasione.

Le spalle di Glauco si irrigidirono per la sorpresa.
- Evasione?

- Sì. Lucilla potrebbe aver organizzato qualcosa. So per certo che vi fu un’insurrezione alla scuola dei gladiatori, la notte prima di quell’ultimo combattimento nell’arena. Molti gladiatori morirono. Tuo padre non era tra loro. Poi il giorno seguente, egli comparve, ferito gravemente, e fu costretto a combattere Commodo fino alla morte. Non capisco completamente che cosa accadde quella notte, ma qualcosa costrinse Commodo a quella sfida finale.

- Vorrei poter parlare con Lucilla.

Giulia scosse il capo.
- E’ morta, Glauco.

- Sì, lo so. E’ soltanto perché avrebbe potuto avere le risposte alle domande che mi restano. E’ terribile che la figlia ed il nipote di un grande imperatore come Marco Aurelio possano essere stati eliminati in quel modo.

- Per quanto ne so io, il figlio di lei è ancora vivo. Lucio Vero è il suo nome. Era solo un bambino al tempo in cui tutto questo accadde, ma sono sicura che è vivo. In effetti, credo che Settimio Severo gli abbia dato una posizione di governatore da qualche parte nell’impero… probabilmente a supporto della sua pretesa di essere il figlio adottivo di Marco Aurelio. E’ obbligato a trattare bene Lucio Vero, in realtà, o sembrerebbe cosa sospetta.

- Ricordi dove potrebbe essere? Potrebbe rammentare qualcosa di ciò che accadde.

- No, non ricordo, ma potrei riuscire a scoprirlo. Quando tornerai, cercherò di avere qualche risposta per te.

- Scusa… posso chiederti un altro favore?

Giulia sorrise, rendendo molto evidente il suo affetto per il giovane.
- Certamente.

- Il mio amico a Roma, Mario, sarà molto preoccupato quando non ritornerò. Se ti dico il suo indirizzo potresti contattarlo, in modo discreto, e dirgli dove sono andato? Assicuragli che ritornerò.

- Sì, lo farò. Ora, è tempo che io lasci la nave e che tu ti sistemi. Sarete rimorchiati verso il largo e, se i venti saranno favorevoli, arriverete ad Alessandria in poche settimane. - Sollevò una mano per accarezzargli la guancia barbuta. - Sii prudente, Glauco.

 

 

Poco tempo dopo, vennero tirate le corde che agganciavano la nave mercantile ad una nave più piccola, manovrata da rematori, e il vascello fu rimorchiato verso il mare aperto. Qui furono spiegate le vele e la rotta puntata verso sud. Glauco era appoggiato al parapetto, osservando il faro di Ostia scomparire lentamente e riflettendo sulla recente ricchezza della sua vita. Vero, adesso sapeva per certo che non avrebbe mai conosciuto suo padre, ma aveva una sorella… una sorella molto vivace… e una sorta di famiglia meravigliosa in Giulia ed Apollinario. Girò il viso al vento ancora mite e lasciò che i riccioli folti dei suoi capelli si allontanassero dal volto. La vita era un’avventura e un nuovo capitolo stava per cominciare.