La Storia
di Glauco: Capitolo 31
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Capitolo 31 - Ricordando
- Ti senti meglio, caro? - gli occhi di Eugenia erano colmi di preoccupazione. Ella notò la tensione sul viso di Glauco mentre egli sospingeva attorno al piatto il suo pasto formato da pane, formaggio, fichi e noci, con evidente mancanza d’appetito. Mario, al contrario, trovò che l’eccitamento di aver scoperto un legame con il passato di Massimo lo aveva reso vorace e parlava animatamente tra un boccone e l’altro. Mentre serviva il cibo, Eugenia fece un riassunto della sua vita a Roma dal giorno in cui era stata liberata da Marco Aurelio.
Aveva cercato di ricominciare daccapo, a Roma, come donna d’affari, investendo il suo denaro in una piccola pescheria, ma sia i fornitori che i clienti, resisi presto conto che non era dotata per gli affari, la imbrogliavano. Ella chiuse il negozio ed eluse i propri debitori, tornando con riluttanza alla sola vita che conosceva. Ma a Roma la concorrenza era accanita e lei non fu capace di fondare il bordello d’alto bordo di cui aveva sognato, da dove avrebbe diretto le operazioni dai suoi appartamenti tappezzati di seta rossa senza dover più essere lei stessa a servire un uomo. Tuttavia, col passare degli anni, era riuscita a mantenere una piccola impresa con ragazze abbastanza affidabili e clienti regolari. Avrebbe potuto andar peggio, rifletté.
Glauco bevve un sorso del vino ben annacquato e cercò
educatamente di portare la conversazione sull’argomento che lo interessava.
- Per favore, dimmi quello che sai di mio padre.
Eugenia osservò il giovane attraente con tenerezza materna.
Somigliava molto a suo padre in molti aspetti, e tuttavia ne era molto diverso
in altri.
- Arrivò con il suo esercito il giorno dopo che Cassio si era autoproclamato
imperatore. Noi non ne sapevamo nulla... ci era stato detto che Marco Aurelio
era morto e non avevamo ragione di dubitarne. Perciò, quando tuo padre arrivò
sostenendo il contrario fu proprio una sorpresa. Ma gli credemmo. C’era
qualcosa in lui che semplicemente ti portava a fidarti di lui. Sembrava proprio
così... serio e così potente. Inoltre, volevamo credergli. Cassio era un uomo
terribile e crudele, e tuo padre era così gentile. Tutte le ragazze erano pazze
di lui. Il generale Massimo andò ad una festa tenuta da Cassio una notte o due
dopo che lui ed il suo esercito erano arrivati. Si vedeva che i due uomini si
detestavano ed il generale Massimo minacciò Cassio apertamente. A dire la
verità, non pensavamo che tuo padre sarebbe vissuto abbastanza da vedere il
sorgere del sole. Ma... qui è dove Giulia entra in scena.
Glauco annuì in segno d’incoraggiamento.
- Fu incaricata da Cassio di tenere compagnia a tuo padre... e di spiare le sue attività per riferirle a Cassio. Invece, ella in realtà stava aiutando un altro uomo che pensava fosse nemico di Cassio. Ella odiava Cassio, capisci. Solo gli dei sanno quali specie di perversioni egli praticasse sulla ragazza... ed era un uomo crudele. Lei assomigliava ad un fiore delicato, ma sotto sotto era d’acciaio puro. - Eugenia si fermò per raccogliere i pensieri prima di continuare. - Fu attratta da tuo padre fin dall’inizio, si vedeva... e lui sembrava provare lo stesso nei confronti di lei, direi. Trascorsero un po’ di tempo in privato alla festa e lui ordinò perfino di averla nella sua tenda quella notte, e lei non tornò fino al mattino. Morivamo tutte dalla voglia di sapere com’era lui, ma lei si tenne tutto per sé e non disse niente. - Con un sussurro cospiratorio aggiunse. - Penso che in realtà fosse gelosa che qualcuna di noi si avvicinasse a lui, - e annuì con enfasi.
Glauco rilassò la mascella rigida, ma scoprì che la tensione si trasferiva al collo e alle spalle. Perché doveva infastidirlo il fatto che suo padre aveva trascorso una notte con una bella puttana? Dopo tutto, non era stato lui quello che aveva insinuato con Giovino che in suo padre doveva esserci qualcosa di sbagliato se poteva stare tanti anni senza una donna diversa dalla moglie assente? La cosa non avrebbe dovuto turbarlo... e invece era così.
Eugenia continuò la sua storia.
- Il generale Massimo escogitò un piano per uccidere Cassio e chiese a Giulia
di aiutarlo. Poi Giulia chiese anche a me di aiutarlo. Si fidava di me, vedi.
In qualche modo confidavamo l’una nell’altra... e lei sapeva che non avrei mai
tradito il generale Massimo. - Un sorriso le fluttuò sul viso, ringiovanendole
i lineamenti. Respinse una ciocca di capelli striati di grigio e continuò. -
Nascondemmo Massimo. - Rise. - Nella sua tenda era sorvegliato, ma fuggì e
raggiunse i nostri quartieri. Lo nascondemmo in una vasca da bagno. Giulia la
riempì d’acqua ed olio profumato che faceva schiuma ed entrò nella vasca con
Massimo. Quando le guardie vennero a cercarlo lei lo spinse sott’acqua, dove
lui trattenne il fiato finché non se ne andarono. - Scosse la testa. - Eravamo
così preoccupate che annegasse. Le guardie insisterono per cercarlo nella
stanza da bagno, anche se era chiaro che non c’era nessuno tranne noi, e per
tutto il tempo Massimo dovette rimanere sott’acqua trattenendo il fiato,
coperto di bolle. Le guardie ordinarono a Giulia di uscire dal bagno e lei li
attirò nell’atrio mentre noi tiravamo fuori dall’acqua il povero generale. -
Rise di nuovo. - La sua uniforme era da strizzare...
- Stava indossando l’uniforme? - chiese Glauco, chiaramente sorpreso.
- Be’... non tutta. Solo la tunica. Ricordo che l’olio gli aveva infiammato gli occhi e lui se li strofinò a lungo. Io lo aiutai ad asciugarsi. - Poi la sua frivolezza evaporò come schiuma da bagno e la donna raddrizzò la schiena. - Mi chiese di aiutarlo. Io sono colei che portò i messaggi del generale Massimo ai suoi uomini, - disse con orgoglio. - Si fidava di me, per affidarmeli!
Glauco annuì e sorrise. Gli piaceva questa donna coraggiosa
che aveva avuto una vita così dura. E... che aveva parlato a suo padre, aveva
servito suo padre, aveva toccato suo padre... tutte cose che anche lui sognava
di fare.
- Dimmi di più.
- Non conosco tutti i dettagli di come fecero, ma Giulia aiutò il generale Massimo ad uccidere Cassio. Tuo padre era così coraggioso, Glauco. Era in un accampamento nemico, ma si comportava come se fosse egli stesso un imperatore. Ci volle quasi una settimana prima che Marco Aurelio finalmente arrivasse e riuscisse a riprendere il controllo. Per tutto quel tempo non vedemmo Giulia, perciò non potemmo avere alcun dettaglio.
- Dov’era?
Eugenia esitò... aveva intuito le emozioni contrastanti di
Glauco.
- Con tuo padre, - disse gentilmente. - Egli la tenne con sé per tutto il
tempo. - Rapidamente cambiò argomento. - Avresti dovuto vedere i festeggiamenti
quando l’imperatore arrivò con i suoi eserciti. Tutti acclamavano tuo padre, e
Marco Aurelio lo abbracciò proprio come se fosse stato il suo stesso figlio.
Glauco si sentì stringere la gola e cercò di inghiottire il nodo che vi si trovava. Gli uomini avevano acclamato suo padre. L’imperatore Marco Aurelio lo aveva abbracciato... proprio come se fosse stato il suo stesso figlio.
- Che cosa accadde poi? - chiese Mario.
- Qualche giorno dopo fummo tutte liberate e mandate a Roma a ricominciare una nuova vita, con una generosa rendita da parte dell’imperatore. Eravamo libere per la prima volta nella nostra vita. Tuo padre lo aveva reso possibile, Glauco. Egli si accomiatò da noi personalmente.
- Giulia partì con voi?
- Oh, sì, sì. Era distrutta, tuttavia, dal dover lasciare tuo padre. Credo che avrebbe rinunciato alla propria libertà pur di stare con lui, lo amava tantissimo. Un soldato, una giovane guardia, fu particolarmente attratto da lei, ma ella non volle aver nulla a che fare con lui.
- Che cosa fece mio padre, poi?
- Tornò in Ispania... da te, tuo fratello e tua madre.
Glauco lentamente scosse la testa.
- No, questo accadde prima che io nascessi.
- Oh. - Eugenia era chiaramente sorpresa. - Non te lo raccontò mai, quindi?
- Domina... io non ho mai conosciuto mio padre.
Gli occhi di Eugenia si spalancarono.
- Mai?
- No. Io nacqui pochi anni prima che lui scomparisse, ma non mi vide mai. Rimase in Germania per tutto il tempo in cui io ero neonato.
- Che cosa vuoi dire con... scomparisse?
- Praticamente senza lasciar tracce... al tempo in cui Commodo divenne imperatore.
- Oh, mi dispiacque tanto quando seppi che Marco Aurelio era morto. Era davvero un uomo meraviglioso. Ma come sarebbe scomparso tuo padre? Non capisco.
- Diciamo che ebbe un dissapore con Commodo e che da allora non fu più visto. Io sto cercando di trovarlo... o di scoprire che cosa gli accadde. Pensavo che trovare Giulia avrebbe potuto aiutarmi.
- Tua madre non seppe mai niente da lui?
- Domina, mia madre e mio fratello furono uccisi al tempo in cui mio padre scomparve... su ordine del nuovo imperatore.
Eugenia trattenne il fiato.
- Anche mio padre avrebbe dovuto essere ucciso, ma riuscì a fuggire. Nessuno nella mia famiglia sa che cosa gli accadde. Anche i soldati che erano sotto il suo comando non sembrano saperlo.
- Oh, dei... oh dei. - Eugenia si portò la mano alla gola, cercando di riprendere a respirare. Mario rapidamente le spinse un bicchiere di vino nella mano, lei lo prese e bevve d’un fiato. Lentamente abbassò il bicchiere, poi guardò Glauco con occhi verdi cerchiati di rosso. - Adesso capisco.
- Capisci cosa? - chiese Glauco.
- Perché i tuoi occhi sono così vuoti. Perché ci sono rughe di preoccupazione su un viso così giovane.
Glauco distolse lo sguardo. Non si era reso conto che il suo viso rivelasse tanta sofferenza.
Le parole di Eugenia erano gentili e benevole.
- Dubito molto che trovare Giulia ti aiuterà a trovare tuo padre, Glauco. Era
molto evidente... quando la mandò a Roma per conto proprio... che la stava
congedando dalla sua vita. Erano stati insieme solo per poco tempo e lui la usò,
proprio come facevano tutti gli uomini... per perseguire i propri obiettivi. Fu
sventura di Giulia quella di aprirgli il suo cuore.
- Lo so che con tutta probabilità egli non la rivide più... ma le probabilità sono tutto quello che ho. Un uomo mi ha detto che vide mio padre a Roma. Giulia venne a Roma. C’è una possibilità... per quanto piccola.
- Bene, allora. La miglior cosa che ti posso consigliare di fare è semplicemente di andare dove lei potrebbe essere e di cercarla.
- Che aspetto avrebbe adesso?
- Probabilmente quasi lo stesso, ma più invecchiata. - Eugenia sorrise. - Siamo tutte più vecchie. Non c’è modo d’impedirlo. I suoi capelli potrebbero essere ingrigiti un po’ ma sarà ancora bella... puoi contare su questo.
- Dove dovrei cercare?
Eugenia rise.
- Sciocco ragazzo. Dove altro si dovrebbe cercare una donna? Qualsiasi donna. Ma nei negozi, ecco
dove!