MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/related; boundary="----=_NextPart_01C697C7.0DF3B7C0" Questo documento è una pagina Web in file unico, nota anche come archivio Web. La visualizzazione di questo messaggio indica che il browser o l'editor in uso non supporta gli archivi Web. Scaricare un browser che supporti gli archivi Web, come Microsoft Internet Explorer. ------=_NextPart_01C697C7.0DF3B7C0 Content-Location: file:///C:/90794625/idirittidelledonne.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" La tortura in Tibet

I diritti delle donne

I diritti fondamentali delle donne tibetane continuano ad essere violati dal punto di vista politico, culturale, economico, sociale <= span class=3DGramE>nonché da quello dell’integrità fi= sica.
Le donne tibetane, spesso monache, continuano ad essere arrestate arbitrariamente per aver esercitato il loro diritto alla libertà di opinione ed espressione e, in carcere, sono soggette a maltrattamenti e torture. Spesso sono anche costre= tte a subire contro la loro volontà la pratica della sterilizzazione forzata o pratiche di contraccezione o aborto forzati.

La Cina, nel 1980,= ha ratificato la Conv= enzione delle Nazioni Unite per l’Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne.

La legislazion= e nazionale cinese nonché gli obblighi assunti a live= llo internazionale non sono comunque serviti a difendere i diritti delle donne = tibetane in Tibet. In realtà il governo cinese prosegue nella sua premeditata e sistematica politica di discriminazione e = violenza contro le donne tibetane.


LE DONNE DETENUTE
L= e donne tibetane hanno sempr= e avuto un ruolo attivo nel sostegno e la difesa dei diritti umani e della libertà. Sin dall’occupazione del Tibet nel 1959, le donne e in particolare le monache sono state a capo di pacifiche dimostrazioni che chiedevano la fine della repressione cinese.

Il 26% dei prigionieri politici detenuti nelle prigioni cinesi in tutto il Tibet sono donne. Al dicembre 1999 si aveva notizia di 615 prigionieri politici di cui 162 donne. L’80% delle donne detenute sono monache.

Le condizioni = delle donne in prigione sono di gran lunga al di sotto= di quelle che possono essere definite condizioni umane di detenzione secondo g= li standard internazionali. Alle donne non vengono forniti assorbenti igienici per le mestruazioni e la situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che non è consentito lavarsi per lunghi periodi. Sono inoltre sottoposte a lavori forzati, esercitazioni obbligatorie ed altre crudeli forme di tortura sia fisica che psichica.

Le donne tibetane, per nulla scoraggiate dalle brutali torture, hanno continuato ad inscenare proteste contro le autorità cinesi anc= he durante la detenzione. Il 1 maggio (Festa del Lavoro) ed il 4 maggio (Giorn= ata della Gioventù) 1998, i prigionieri della prigione di Drapchi hanno inscenato una protesta al momento della cerimonia dell’alzabandiera. I dimostranti furono immediatamente circondati dalle forze della Polizia Popolare Armata e furono tutti picchia= ti senza fare distinzioni, comprese le monache che avevano partecipato alla protesta. La cerimonia venne interrotta e tutte = le monache del 3° blocco, circa 100 in totale, subirono gravi ferite e molte sanguinavan= o. Le autorità rinchiusero in cella di isola= mento 20 monache prese a caso, a tre di loro fu prolungata la condanna mentre alt= re rimasero in isolamento per sette mesi.

Ngawang Sangdrol, rilasciata nell’ottobre 2002, fu arrestata per la prima volta nel 1987, all’età di 10 anni e trattenuta per 15 giorni per aver parteci= pato ad una dimostrazione. In seguito fu nuovamente arrestat= a il 28 agosto 1990 all’età di 13 anni e trattenuta agli arresti pe= r 9 mesi. Prima del suo rilascio, stava scontando una condanna che risaliva al = 17 giungo 1992, giorno in cui fu arrestata per aver tenta= to di inscenare a Lhasa una protesta a favore dell’indipendenza. La sua condanna era stata successivamente prolungata tre volte: nel giugno 1993, nel giugno 1996 e nell’ottobre 1998 a seguito della protesta nel carcere di Drapchi del maggio 1998= . Ngawang Sangdrol era stata individuata e sottoposta a trattamenti particolarmente = duri e spesso rinchiusa in isolamento. Le sue condizioni di salute sono estremamente fragili.


IL BRUTALE TRATTAMEN= TO DELLE DONNE
Il Tibet Information Network (TIN), un’ agenzia di informazione indipendente ha veri= ficato il trattamento dei Tibetani nelle prigioni cine= si ed ha rilevato che “Il tasso di mortalità dei tibetani durante la reclusione o, come conseguenza della detenzione, poco dopo il lo= ro rilascio, è in aumento. I prigionieri politici di sesso femminile e = in particolare le detenute nella prigione di Drapchi a Lhasa, sono quelle esposte al maggior rischio. Il tasso di mortalità è pari al 5% circa o di 1 a 20.

Choeying Kunsang, arrivata dal= Tibet nell’aprile 2000, descrisse dettagliatamente la protesta nel carcere = di Drapchi del maggio 1998. La sua testimonianza è corredata da descrizioni molto vivide di percosse, violenze sessuali, perio= di di isolamento anche di sette mesi, sessioni di “allenamento” ed episodi di torture che hanno condotto alla mor= te il prigioniero.

La sua testimo= nianza include anche informazioni riguardo ai casi di a= busi sessuali sulle donne nella prigione di Drapchi; informazioni analoghe sono contenute in testimonianze e nella documentazione raccolta in un lungo arco di tempo. Secondo queste testimonianze, alcuni fr= a i metodi impiegati comprendono il denudare le donne, colpirle con scosse elettriche ad alto voltaggio applicando cavi elettrici<= /span> ai capezzoli e agli organi sessuali e lo stupro. Gli ufficiali cinesi utilizzano anche un pungolo elettrico per bovini che applicano a mani e pie= di o che inseriscono nella bocca, nei genitali o nell’ano della prigionier= a.


I CASI DI MORTE IN S= EGUITO A TORTURE
Alla recente riunione del Comitato sulla Tortura del 4 maggio 2000, il rappresentante cinese Quio Zong Zhun, nella sua dichiarazione ha affermato che “Le autorità cinesi rispettano ed ottemperano al= le disposizioni della Convenzione”. Ha anche affermato che le autorità cinesi stanno facendo del loro meglio nella prevenzione del= la tortura e degli altri trattamenti disumani e degradanti per i prigionieri.<= /span>

Nonostante queste dichiarazione, i prigionieri politici Tibetani continuano ad essere sottoposti in carcere a torture e trattamenti disumani. I resoconti che riportiamo dimostrano come i prigionieri politici Tibetani ed in particolare= le donne continuino a subire torture per mano dei funzionari delle prigioni cinesi, torture che spesso hanno portato alla mor= te dei detenuti.

Dekyi= Yangzom (Drupkyi Pema) era una monaca= di 21 anni del monastero di Nyemo= Dowa Choten. Nel Febbraio= 1995, fu arrestata e condannata a quattro anni di prigione per aver partecipato <= span class=3DGramE>a una manifestazione a Lhasa a favore dell’indipendenza. Yangzom subì gravi percosse una settimana dopo aver partecipato alla protesta del maggio 1998 nel carcere di Drapchi. Le autorità l’anno picchiata e colpita con un pu= ngolo elettrico sul petto, le guance e nei genitali, riempiendola di lividi ovunq= ue. Poteva a stento parlare. Nonostante questo, il g= iorno dopo, insieme agli altri prigionieri, dovette restare in piedi al sole dalle sette del mattino fino alle otto di sera. Yangzom, così come altri prigionieri, doveva tenere un foglio di giornale fra= le ginocchia e sotto le ascelle e tenere in equilibrio una ciotola piena d’acqua sulla testa. Molti di loro svennero ma a nessuno era consentito prestare aiuto agli altri. Il 13 maggio 1998 risultò assente così come altre monache.= Successivamente fu dichiarata morta e le autorit&agrav= e; cinesi dichiararono che la causa della morte era il suicidio, anche se direttamente collegabile alle torture. Fatti simili sono accaduti anche a <= span class=3DSpellE>Tashi Lhamo, Tsultrim Sangmo, Lobsang Wangmo e Kundol Yonten, morti a causa delle conseguenze delle brutali torture.


LA PERSECUZIONE DELLE MONACHE
Le monache tibetane = hanno partecipato alla maggior parte delle dimostrazioni a favore dell’indipendenza e non ci sono mai state testimonianze che abbiano f= atto ricorso alla violenza. Nonostante ciò, le monache sono sistematicamente arrestate e sottoposte a brutali torture per = aver partecipato a manifestazioni pacifiche.
Spesso le autorità cinesi utilizzano le torture di tipo sessuale come strumento di punizione o per estorcere informazioni o anche semplicemente p= er umiliare e insultare le monache. Questo genere di aggressioni non sono solo una violenza nei loro confronti in quanto donne, ma anche specifiche violenze in quanto monache che hanno fatto voto di castità= ;. Le monache, spesso, sono poi costrette a dover lasciare l’ordine per avere infranto i voti, anche se contro la loro volontà.

Nonostante questi crudel= i e disumani trattamenti, le monache sono note per la loro coraggiosa ed audace resistenza alle torture nelle prigioni cinesi.

Nell’apr= ile 1996 la Cina ha lanciato la campagna “Colp= isci Duro”, un programma di “rieducazione patriottica” avviata= in tutte le istituzioni religiose del Tibet come tentativo di soffocare “= ;le attività dei separatisti”. Monache e monaci furono messi sotto costante sorveglianza e furono inviati nei monasteri “gruppi di lavoro” per investigare sul dissenso e propagandare “l’educazione politica”. Le monache furono costrette a firmare un atto che condannava pubblicamente il Dalai<= /span> Lama e il loro credo religioso e che confermava la versione cinese della st= oria del Tibet. Coloro i quali si rifiutarono di obbedire furono arrestati oppure espulsi dai monasteri. Molte monache lasciarono volontariamente i loro conv= enti piuttosto che partecipare a queste sessioni di “rieducazione patriottica”.

Una volta espulse o detenute per ragioni politiche, alle monache è vietato ritornare nei loro monasteri o entrare a far parte di altre istituz= ioni religiose.


IL DIVIETO DELLA PRA= TICA RELIGIOSA
A causa della repressione della libertà religiosa in Tibet, le monac= he continuano a subire molestie e vessazioni nelle forme più varie. Nel= la prima metà del 2000, ci risulta che gli a= rresti delle monache siano continuati. Le espulsioni dalle istituzioni religiose s= ono ancora molto comuni e la continua presenza dei “gruppi di lavoro̶= 1; nei monasteri indica che molte monache sono ancora sottoposte a molestie. Il nu= mero delle monache si è ridotto anche in seguito alla chiusura di molti monasteri.

Il Dipartiment= o di Stato degli Stati Uniti nel Rapporto Annuale sui Diritti Umani 1999, pubbli= cato nel febbraio 2000, rileva che “I Buddisti Tib= etani …. sono sottoposti ad una crescente pressi= one a causa del giro di vite del governo riguardo al dissenso ed alle attivit&agr= ave; separatiste.” Il Rapporto Annuale afferma che il governo cinese “ha ampliato e intensificato le sue continue “campagne per l’educazione patriottica” che mirano a controllare i monasteri = e ad espellere i sostenitori del Dalai Lama.

Secondo il rap= porto del Dipartimento di Stato, questi programmi obbligatori di “rieducazi= one patriottica” consistono nel contrastare i separatisti, obbligandoli a firmare atti di denuncia nei confronti del Dalai Lama e del Panchen Lama riconosciuto dal Dalai Lama e nel mettere al ba= ndo le immagini di entrambi. Inoltre includono il riconoscimento dell’unità con la madrepatria ed il rifiuto dell’indipendenza del Tibet. Queste campagne di “rieducazione” spesso durano alcuni mesi e le monache che non osservano il programma di educazione sono espuls= e.


IL CONTROLLO OBBLIGA= TORIO DELLE NASCITE
Le politiche cinesi di trasferimento della popolazione e controllo delle nascite sono state descritte come tentativi di genocidio volti a sterminare il popolo Tibetano. Queste politic= he, volute dallo stato, si sono tradotte in una sistematica e premeditata polit= ica di discriminazione e violenza nei confronti delle donne tibetane.

“Gli agricoltori ed i pastori tibetani nella Regione Autonoma del Tibet (TAR) possono avere quanti figli desiderano. (Politiche Nazional= i per le Minoranze ed applicazioni in Cina, settembre 1999).

Nonostante i d= iritti in materia di riproduzione siano garantiti alle donne = tibetane sia dalle leggi nazionali che internazionali, il governo cinese sta’ applicando una politica discriminatoria ed illega= le che mira a ridurre la popolazione tibetana.

“E’ necessario procedere con forza alla sterilizzazione di quelle coppie che no= n si siano sottoposte alla sterilizzazione o all̵= 7;uso di contraccettivi.” (Fonte: Politics and Law Tribune = - pp. 89-93 - Pechino, aprile 1993).

Il Dott. Blake Kerr, nel suo discorso del 1993 “Donne e gioventù in Tibet: i proble= mi aperti” affermò che negli ospedali di Lhasa gli interventi di aborto venivano effettuati fino al nono mese di gravidanza per mezzo di iniezioni di “levanor”, un farmaco sconosciuto nel mondo occidentale. Ha confermato che l’infanticidio veniva praticato negli ospe= dali come strumento per tenere sotto controllo il tasso di crescita della popolazione. Il Dott. Kerr= ha scoperto che i regolamenti per il controllo delle nascite in Tibet sono dettati da una “politica di genocidio”.

La pianificazi= one familiare in Tibet rimane una priorità sull’agenda del governo cinese. Nella prima metà del 2000, numerose testimonianze riportano = che viene ancora applicata la politica di due figli per og= ni coppia di tibetani. Il governo cinese ha continuamente tentato di nascondere queste violazioni dietro cifre importan= ti e dietro i vari programmi sanitari messi a disposizione delle donne.

Sono state imp= oste delle quote per ridurre il numero di figli e le famiglie che superano la qu= ota assegnata devono affrontare la discriminazione e grosse multe. Un bambino o= una bambina nati “fuori quota” sono generalmente trattati come una “non-persona”, non saranno registrati all’anagrafe e di conseguenza nel corso della loro vita si vedranno negati tutti i più elementari diritti quali cibo, tessere annonarie, istruzione o il diritto ad ottenere della terra.

Se una donna rim= ane incinta dopo aver raggiunto la quota assegnata, è costretta ad abort= ire. Se si rifiuta di abortire, viene sottoposta a sterilizzazione subito dopo la nascita del bambino.

Gli aborti o le procedure contraccettive cui sono sottoposte le donne tibetane sono spesso perico= lose. Generalmente avvengono in strutture arrangiate alla meglio, senza alcuna assistenza medica né medicazioni success= ive all’intervento. Tale negligenza ha provocato molti casi di decessi postoperatori. Le operazioni generalmente comportano la sterilizzazione definitiva o la somministrazione di un contraccettivo a lungo termine. La più comune forma di contraccezione è l’applicazione del= la spirale (IUD - Intra Uteri= n Device) o una iniezi= one che dura circa tre anni oppure ancora il “Norplant” che viene innestato nel braccio e rilascia ormoni che impediscono la gravidanza. La paura della sterilizzazione e la mancanza di informazioni riguardo alla natura di questi innesti scoraggiano molte donne che non accettano nemmeno l’assistenza medica generale.

Khando Kyi, arrivata in India verso la fine del maggio 2000, rivestiva una carica uffic= iale nel Dipartimento per la Pianificazione Familiare della città= di Akham. I suoi compiti includevano le politiche relative alla procreazi= one consapevole ed il controllo delle nascite. Khando ha riferito molti dettagli riguardo alle multe comminate alle famiglie che ave= vano superato il numero massimo permesso di figli. Ad esempio, se il limite impo= sto ad agricoltori e nomadi era di tre figli, coloro i quali superavano il limite dovevano pagare multe fino a 3.000 yuan. Venivano poi imposte= delle multe anche a seconda del tempo trascorso fra la nascita di un figlio e l’altro: se il secondo bambino nasceva entro tre anni dalla nascita d= el primo, la famiglia veniva multata di 80 yuan.

 

------=_NextPart_01C697C7.0DF3B7C0 Content-Location: file:///C:/90794625/idirittidelledonne_file/image001.jpg Content-Transfer-Encoding: base64 Content-Type: image/jpeg /9j/4AAQSkZJRgABAQEASABIAAD/2wBDAAUDBAQEAwUEBAQFBQUGBwwIBwcHBw8LCwkMEQ8SEhEP ERETFhwXExQaFRERGCEYGh0dHx8fExciJCIeJBweHx7/2wBDAQUFBQcGBw4ICA4eFBEUHh4eHh4e Hh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh7/wAARCAAMAjYDASIA AhEBAxEB/8QAHwAAAQUBAQEBAQEAAAAAAAAAAAECAwQFBgcICQoL/8QAtRAAAgEDAwIEAwUFBAQA AAF9AQIDAAQRBRIhMUEGE1FhByJxFDKBkaEII0KxwRVS0fAkM2JyggkKFhcYGRolJicoKSo0NTY3 ODk6Q0RFRkdISUpTVFVWV1hZWmNkZWZnaGlqc3R1dnd4eXqDhIWGh4iJipKTlJWWl5iZmqKjpKWm p6ipqrKztLW2t7i5usLDxMXGx8jJytLT1NXW19jZ2uHi4+Tl5ufo6erx8vP09fb3+Pn6/8QAHwEA AwEBAQEBAQEBAQAAAAAAAAECAwQFBgcICQoL/8QAtREAAgECBAQDBAcFBAQAAQJ3AAECAxEEBSEx BhJBUQdhcRMiMoEIFEKRobHBCSMzUvAVYnLRChYkNOEl8RcYGRomJygpKjU2Nzg5OkNERUZHSElK U1RVVldYWVpjZGVmZ2hpanN0dXZ3eHl6goOEhYaHiImKkpOUlZaXmJmaoqOkpaanqKmqsrO0tba3 uLm6wsPExcbHyMnK0tPU1dbX2Nna4uPk5ebn6Onq8vP09fb3+Pn6/9oADAMBAAIRAxEAPwD6B174 2fDjQ9YudI1LW3ivLSQxzILSVtrDqMhcGqf/AA0F8K/+hhl/8AZv/ia7S+8G+E7+7ku7zw1pFxcS tuklks42Zz6kkZNR/wDCA+CP+hS0T/wBj/8Aia55Ktfdfd/wT16c8r5VzwnfraS/yOP/AOGg/hZ/ 0H5P/AKb/wCJo/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mux/4QDwR/0KWif+AMX/AMTR/wAIB4I/6FLRP/AGL/4m l+/7r7n/AJl8+U/8+5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9 Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0T/wBi/+Jo/f919z/wAw58p/59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU 3/xNH/DQfws/6D8n/gFN/wDE12P/AAgHgj/oUtE/8AYv/iaP+EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7 n/mHPlP/AD7n/wCBL/I47/hoP4Wf9B+T/wAApv8A4mj/AIaD+Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBC lon/AIAxf/E0f8IB4I/6FLRP/AGL/wCJo/f919z/AMw58p/59z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ ABNH/DQfws/6D8n/AIBTf/E12P8AwgHgj/oUtE/8AYv/AImj/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5h z5T/AM+5/wDgS/yOO/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mj/hoP4Wf9B+T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf /E0f8IB4I/6FLRP/AABi/wDiaP3/AHX3P/MOfKf+fc//AAJf5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wAN B/Cz/oPyf+AU3/xNdj/wgHgj/oUtE/8AAGL/AOJo/wCEA8Ef9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/ 8+5/+BL/ACOO/wCGg/hZ/wBB+T/wCm/+Jo/4aD+Fn/Qfk/8AAKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ ABNH/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj9/3X3P/MOfKf8An3P/AMCX+Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB /Cz/AKD8n/gFN/8AE12P/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj/hAPBH/QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8 +5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8A CAeCP+hS0T/wBi/+Jo/f919z/wAw58p/59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNH/DQfws/6D8n /gFN/wDE12P/AAgHgj/oUtE/8AYv/iaP+EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7n/mHPlP/AD7n/wCB L/I47/hoP4Wf9B+T/wAApv8A4mj/AIaD+Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBClon/AIAxf/E0f8IB 4I/6FLRP/AGL/wCJo/f919z/AMw58p/59z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ABNH/DQfws/6D8n/ AIBTf/E12P8AwgHgj/oUtE/8AYv/AImj/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5hz5T/AM+5/wDgS/yO O/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mj/hoP4Wf9B+T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0f8IB4I/6FLRP/ AABi/wDiaP3/AHX3P/MOfKf+fc//AAJf5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wANB/Cz/oPyf+AU3/xN dj/wgHgj/oUtE/8AAGL/AOJo/wCEA8Ef9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/8+5/+BL/ACOO/wCG g/hZ/wBB+T/wCm/+Jo/4aD+Fn/Qfk/8AAKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ABNH/CAeCP8AoUtE /wDAGL/4mj9/3X3P/MOfKf8An3P/AMCX+Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB/Cz/AKD8n/gFN/8A E12P/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj/hAPBH/QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8+5/+BL/I47/hoP4W f9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0T/wBi/+ Jo/f919z/wAw58p/59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNH/DQfws/6D8n/gFN/wDE12P/AAgH gj/oUtE/8AYv/iaP+EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7n/mHPlP/AD7n/wCBL/I47/hoP4Wf9B+T /wAApv8A4mj/AIaD+Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBClon/AIAxf/E0f8IB4I/6FLRP/AGL/wCJ o/f919z/AMw58p/59z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ABNH/DQfws/6D8n/AIBTf/E12P8AwgHg j/oUtE/8AYv/AImj/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5hz5T/AM+5/wDgS/yOO/4aD+Fn/Qfk/wDA Kb/4mj/hoP4Wf9B+T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0f8IB4I/6FLRP/AABi/wDiaP3/AHX3 P/MOfKf+fc//AAJf5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNdj/wgHgj/oUtE/8A AGL/AOJo/wCEA8Ef9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/8+5/+BL/ACOO/wCGg/hZ/wBB+T/wCm/+ Jo/4aD+Fn/Qfk/8AAKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ABNH/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj9/3X3P /MOfKf8An3P/AMCX+Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB/Cz/AKD8n/gFN/8AE12P/CAeCP8AoUtE /wDAGL/4mj/hAPBH/QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8+5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+ Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0T/wBi/+Jo/f919z/wAw58p/ 59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNH/DQfws/6D8n/gFN/wDE12P/AAgHgj/oUtE/8AYv/iaP +EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7n/mHPlP/AD7n/wCBL/I47/hoP4Wf9B+T/wAApv8A4mj/AIaD +Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBClon/AIAxf/E0f8IB4I/6FLRP/AGL/wCJo/f919z/AMw58p/5 9z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ABNH/DQfws/6D8n/AIBTf/E12P8AwgHgj/oUtE/8AYv/AImj /hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5hz5T/AM+5/wDgS/yOO/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mj/hoP4Wf9B+ T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0f8IB4I/6FLRP/AABi/wDiaP3/AHX3P/MOfKf+fc//AAJf 5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNdj/wgHgj/oUtE/8AAGL/AOJo/wCEA8Ef 9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/8+5/+BL/ACOO/wCGg/hZ/wBB+T/wCm/+Jo/4aD+Fn/Qfk/8A AKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ABNH/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj9/3X3P/MOfKf8An3P/AMCX +Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB/Cz/AKD8n/gFN/8AE12P/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj/hAPBH /QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8+5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/ +Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0P8A8AIv/iaP33dfc/8AMOfKv+fc/wDwJf5G5p93 Bf2Vve27b4J4lljbGMqwBBx9DRTreKOGBIoY1SNFCqijAUAcACiuk8dpX0P/2U== ------=_NextPart_01C697C7.0DF3B7C0 Content-Location: file:///C:/90794625/idirittidelledonne_file/filelist.xml Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/xml; charset="utf-8" ------=_NextPart_01C697C7.0DF3B7C0--