MIME-Version: 1.0 Content-Type: multipart/related; boundary="----=_NextPart_01C697C6.406D6DF0" Questo documento è una pagina Web in file unico, nota anche come archivio Web. La visualizzazione di questo messaggio indica che il browser o l'editor in uso non supporta gli archivi Web. Scaricare un browser che supporti gli archivi Web, come Microsoft Internet Explorer. ------=_NextPart_01C697C6.406D6DF0 Content-Location: file:///C:/D1761514/Latorturaintibet.htm Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/html; charset="us-ascii" La tortura in Tibet

La tortura in Tibet

Il 4 ottobre 1988 la Repubblica Popolare Cinese ha ratificato la Convenzione Internazionale delle Nazioni Unite Contro Tortura e Altri Trattamenti o Punizioni Crudeli e Degradanti, e ha rassicurato con queste parole la comunità internazionale: “la = Cina renderà effettivi, in buona fede, gli impegni presi nella Convenzione”.
Da allora, è stato accertato che oltre 70 prigionieri politici tibetani sono stati torturati a morte e più di= cento massacrati per aver partecipato a dimostrazioni a favore dell’ indipendenza. Un giornalista cinese, esponente dell’Associazione dei Giornalisti Cinesi, ha dichiarato che, soltanto nel marzo 1989, più = di 450 tibetani, inclusi monaci, monache e civili, furono uccisi per aver preso parte alle dimostrazioni.

Il Comitato Internazionale delle Nazioni Unite contro la Tortura ha ripetutamente chiesto alla Cina di varare = nuove leggi e bandire ogni forma di tortura. Nel rapporto stilato nel maggio 1996= , il Comitato ha così dichiarato: “E’ stato un e= rrore inserire la definizione di tortura all’interno del sistema legale cin= ese nei termini previsti dai provvedimenti della Convenzione”.
Da quando la Cina occupò il Tibet nel 195= 9, la tortura è stata usata come principale metodo di repressione contro il popolo tibetano. I prigionieri che maggiormente rischiano la tortura sono i prigionieri politici, molti dei quali sono mona= ci e monache che sono spesso imprigionati solo per aver esercitato la loro libertà di espressione a sostegno del Dalai
Lama.

La Cina dichiara di aderire alla le= gge internazionale che bandisce completamente il ricorso alla tortura. Nel 1992, Pechino riferì al Comitato ONU contro la Tortura di aver ad= ottato leggi efficaci e altre misure atte a “proibire rigorosamente tutti gli atti di tortura e garantire che i diritti dei cittadini non fossero violati”. Tuttavia, le dichiarazioni rilasciate dai prigionieri testimoniano che in Tibet la tortura è molto diffusa. Nel rapporto pubblicato nel dicembre del 1997, anche la Commissione Internazionale dei Giuristi dichiara che la tortura &egra= ve; stata, e continua ad essere, normalmente applicata su larga scala in tutta l= a Cina.=


LA TORTURA NEI CENTRI DI DETENZIONE
<= o:p>

Ex prigionieri poli= tici hanno descritto innumerevoli metodi di tortura degradanti e crudeli. Eccone alcuni: essere appesi al soffitto con le mani = legate dietro la schiena; essere percossi con bastoni elettrici; subire scosse elettriche su tutto il corpo; essere colpiti con tavole di legno e bastoni; essere assaliti dai cani; essere costretti a rimanere nudi davanti agli alt= ri detenuti, talvolta durante i pestaggi; essere appesi e lambiti da fuochi ac= cesi sotto i piedi che vengono spenti quando ormai gli occhi sono bruciati dal fumo; essere forzati a stare in piedi sul pavimento ghiacciato fin quando la pelle dei piedi si stacca dagli arti; sottostare a lunghi periodi di isolamento e privazione di cibo, acqua e riposo.

Col passare del tem= po i funzionari carcerari cambiano le loro tecniche e adottano nuovi metodi di tortura che = non lasciano tracce visibili. Molti ex-prigionieri h= anno sentito pronunciare dai secondini frasi di questo tipo: “ Non colpirlo all’esterno del corpo, sfiniscilo con ferite interne”.
Oltre alle torture fisiche, i prigionieri sono a volte costretti a subire traumi psicologici. Gli addetti carcerari spesso minacciano di colpire le famiglie dei prigionieri, li costringono a disconoscere il Dalai Lama e li obbligano a denunciare altri tibetani= di partecipazione ad attività politiche.

Nel 1989, Lhundrup<= /strong> Ganden, un monaco di trent’an= ni anni del monastero di Gan= den, fu condannato a sei anni di carcere. Nel 1992, temporaneamente paralizzato = per le terribili torture subite, fu rilasciato. Il suo racconto fornisce l’idea della brutalità che sperimentò in prigione: R= 20;la tortura peggiore consisteva nel farmi spogliare e percuotermi con bastoni elettrici su tutto il corpo. Alla fine non ero più in grado di dormire supino. La pelle si gonfiava, diventava verd= e e blu, e c’erano anche dei tagli. Venivano s= empre usati bastoni elettrici e filo metallico. Legavano il filo intorno ai miei polsi e la scossa era estremamente dolorosa.R= 21;

Uno dei metodi di t= ortura più diffusamente descritti da ex detenuti consiste nell’essere legati al soffitto col un fuoco acceso sotto. Spesso nel fuoco viene gettato del pepe che produce un fumo denso e aum= enta le bruciature. Jampel Tsering, un monaco del monastero di Ganden, detenuto cin= que anni nella prigione di Drapchi per aver guidato= una dimostrazione a Lhasa nel 1989, così ricorda: “Quando gettavan= o la polvere di pepe nel fuoco, la sensazione di bruciore su tutto il corpo era terribile e, ogni volta, non potevo aprire gli occhi per diverse ore”= .


CURE MEDICHE NEGATE ALLE VITTIM= E DI TORTURE

Il governo cinese dichiara che ai prigionieri sono concessi i trattamenti medici necessari. Al contrario, molte delle morti avvenute per torture e maltrattamenti si sono verificate per mancanza di assistenza medica dur= ante la prigionia. Oltretutto, dopo il rilascio, i detenuti = devono accollarsi il costo delle spese mediche. In molti casi, ai detenuti è stato chiesto di risarcire le autorità delle spese sostenute per loro salute durante la prigione e delle spese mediche affrontate in conseguenza dei maltrattamenti subiti.

Phuntsok, un monaco di ventidue anni= del monastero di Nalanda= , fu arrestato nel febbraio 1995, dopo i duri interventi dei funzionari cinesi a causa della resistenza alla campagna di ri-educazione. Nel centro di detenz= ione di Gutsa, durante l’interrogatorio, gli ufficiali del PSB lo accusarono di nascondere al= cuni documenti e per questo fu torturato. Nel febbraio 1996 fu rilasciato per motivi di salute ma durante la detenzione gli furono sempre nega= te le cure mediche. Per un certo periodo fu ammesso all’ospedale della Regi= one Autonoma Tibetana. Le spese per le cure incisero fortemente sulle magre risorse economiche della sua famiglia, anche perché la salute non migliorava. Morì nel marzo del 1999, qua= si tre anni dopo il suo rilascio.


DONNE TORTURATE=
Oltre ai trattamenti brutali, le donne in prigione devono sottostare ad abusi sessuali. Pestaggi crudeli, digiuni, violenza sessuale, aggressioni da parte di cani feroci e atti sessuali violenti sono tra le più crudeli atrocità di cui è data testimonianza. Tra le violenze di carattere sessuale vanno annoverate le lacerazione dei capezzoli, i bastoni elettrici forzati nella vagina fino a provocare la per= dita della conoscenza e il filo metallico avvolto attorno al petto e al resto del corpo accompagnato da scariche elettriche.

Durante la prigioni= a, la monaca Ten= zin Choeden, di diciotto anni, fu violentata sessualmente con un bastone elettrico. Fu arrestata insieme ad altre 12 monache per aver p= reso parte a una dimostrazione a Lhasa il 14 febbraio 1988. = Mentre era detenuta nel centro di Gutsa, quattro carce= riere le ordinarono di alzarsi e di mettersi contro il muro. Tenzin ha riferito di aver discusso con le donne e di averne pagato le conseguenze: “Hanno inserito un bastone nella mia vagina per quattro volte con est= rema violenza. Poi mi hanno messo il bastone in bocca. Ho provato a tenere la bo= cca chiusa ma spingevano forte. Ho perso due denti e le mie labbra sanguinavano. Dopo essere stata rilasciata, nel 1991, Tenzi= n scappò in India. A causa dei pestaggi continui e delle torture subit= e, ha perso un terzo della sua capacità fisica e ha grossi handicap su tutta la parte destra del corpo. Durante la detenzione, alle donne gravide è riservato lo stesso trattamento.


LA MORTE A<= strong> CAUSA DELLA TORTURA

In seguito al duro trattamento subito, alcuni prigionieri sono morti. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia (TCH= RD) ha accertato che, dal 1987 ad oggi, settanta prigionieri sono morti a causa de= lle torture subite. Solitamente, se a causa delle torture un prigioniero &egrav= e; prossimo a morire, è mandato in ospedale o comun= que rilasciato. Una volta in ospedale, si chiede alla famiglia di firmare una “accordo di responsabilità” che impegna i parenti al pagamento delle sue spese mediche. Spesso i detenuti muoiono al di fuori de= lle mura della prigione rendendo così il gove= rno cinese apparentemente meno responsabile dei loro decessi.=

Sonam Wangdu= , morì nel marzo 1999= nella sua residenza a Lhasa. Wangdu fu arrestato nell’aprile 1988 perché ritenuto coinvolto nell’uccision= e di un poliziotto cinese durante la repressione di una dimostrazione, il cinque marzo di quell’anno. Durante la sua deten= zione a Gutsa, fu duramente torturato e riportò danni permanenti a un rene e la rottura della co= lonna vertebrale. Soffrì di problemi urinari e divenne paraplegico. Second= o Bhangro, un ex prigioniero politico, Wangdu fu picchiato con bastoni elettrici e tenuto ammanettato= , gambe e piedi, per un periodo di sei mesi. Fu tenuto appeso dai tre ai cinq= ue giorni e messo in isolamento per una settimana. La sua testa venne tenuta immersa con la forza in un secchio d’acqua e gli fu tolto il sangue senza consenso.

Gli ultimi casi di = morte a causa delle torture si sono verificati nella stessa prigione di Drapchi, nel maggio del 1998. In seguito a= due dimostrazioni, furono uccisi 11 prigionieri. Tre furono fucilati, tre morir= ono a causa di crudeli pestaggi, tre morirono per soffocamento, uno fu impiccat= o e la causa della morte degli altri due rimane sconosciuta.


DONAZIONI DI SANGUE E DI SIERO FORZATE
Il prelievo forzato di sangue è un’altra delle forme di tortura fisica e psicologica utilizzate dai funzionari cinesi. Questo metodo è utilizzato per indebolire fisicam= ente i prigionieri. Ad altitudini così elevate, una consistente perdita di sangue indebolirebbe anche una persona in ott= ima salute. Uniti a diete povere e alle torture fisiche, i prelievi di sangue provocano spesso la morte dei detenuti. Poiché i prigionieri non hanno mai saputo
il motivo di queste donazioni e non h= anno mai ricevuto i risultati di alcun test, è possibile che siano fatte = non solo come punizione ma anche per effettuare degli esperimenti.


TORTURE SUI MINORENNI
Malgrado la Cina, nell’aprile 1992, abbia firmato la Convenz= ione per i Diritti dei Bambini, detenzioni, arresti e torture di giovani al di s= otto dei diciotto anni continuano ad essere pratiche usuali in Tibet.
I giovani vengono detenuti nelle stesse carceri degli adulti, viene loro ne= gato un avvocato, non possono avere contatti con le famiglie e sono soggetti alle stesse forme di lavoro forzato e di torture degli altri detenuti.
Sherab Ngawang,<= /strong> che morì all’età di 15 anni, è considerata la più giovane prigioniera politica morta a causa delle torture subite.= Per aver cantato con altre monache in prigione, sembra sia stata picchiata con bastoni elettrici e tubi di plastica riempiti di sabbia. Un testimone ha dichiarato: “La colpirono fino a quando fu completamente coperta di contusioni tanto che anche noi stentavamo a riconoscerla”. Altre persone hanno riferito che fu confinata in isolamento per tre giorni e, quando uscì, aveva<= /span> gravi problemi alla schiena e ai reni. Perse anche la memoria e aveva difficoltà a mangiare. Morì due me= si dopo essere stata rilasciata.


LAVORI FORZATI ED ESERCIZIO FIS= ICO
In tutte le prigioni cinesi in Tibet i deten= uti sono costretti a un duro lavoro. Durante il giorno i lavori forzati spesso = si accompagnano a esercizi fisici che, uniti a una = dieta povera, indeboliscono notevolmente i prigionieri. Spesso in Tibet i detenut= i vengono utilizzati nell’agricoltura e nel taglio= del legname, settori in cui il lavoro è molto richiesto e gli incidenti più frequenti.
Ai detenuti è in molti casi chiesto di raggiungere determinati “target” di produzione per consentire a= lle autorità carcerarie di trarre un guadagno dal lavoro dei forzati. Qu= este quote sono obbligatorie, anche se i detenuti sono malati.
=

Ngawang Lhundr= up, di circa 23 anni, dopo estenuanti interrogatori e torture durante la sua detenzione nella prigione= di Gutsa, fu mandato ai lavori forzati. “Quando ci permettevano di fermarci, la sera, le nostre mani erano piene di vesciche ed eravamo letteralmente esausti.

Ngawang Jinpa<= /span>, anche conosciuto come Lobsang Dawa, morì= a Phenpo, suo villaggio natale, il 20 maggio 1999. Dopo= il suo arresto, il 6 maggio 1996, Ngawang Jinpa fu detenuto nella prigione di Gutsa per otto mesi dove fu crudelmente picchiato. Secondo le parole di Legshe Drugdrak, un monac= o di Nalanda della Contea di Phenpo che divise la cella con J= inpa, “quando Jinpa arrivò era molto deb= ole. Gli ufficiali continuarono a torturarlo e lo forzarono a lavorare”. N= el marzo del 1999, la salute di Jinpa peggior&ogra= ve; a tal punto che gli ufficiali lo mandarono all’ospedale militare della Regione Autonoma Tibetana, vicino al monastero = di Sera, dove gli furono diagnosticati danni al cervello. Le sue condizioni er= ano così critiche che le autorità cinesi lo rilasciarono per moti= vi di salute il 14 marzo 1999. Quando morì a= veva 31anni.

L’incapacità di fare un qualsiasi esercizio nel modo ric= hiesto è immediatamente punito, di solito con pestaggi. I detenuti risentono molto di queste esercitazioni, non solo per lo sforzo fisico, ma anche per il controllo mentale loro richiesto.

 

------=_NextPart_01C697C6.406D6DF0 Content-Location: file:///C:/D1761514/Latorturaintibet_file/image001.jpg Content-Transfer-Encoding: base64 Content-Type: image/jpeg /9j/4AAQSkZJRgABAQEASABIAAD/2wBDAAUDBAQEAwUEBAQFBQUGBwwIBwcHBw8LCwkMEQ8SEhEP ERETFhwXExQaFRERGCEYGh0dHx8fExciJCIeJBweHx7/2wBDAQUFBQcGBw4ICA4eFBEUHh4eHh4e Hh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh4eHh7/wAARCAAMAjYDASIA AhEBAxEB/8QAHwAAAQUBAQEBAQEAAAAAAAAAAAECAwQFBgcICQoL/8QAtRAAAgEDAwIEAwUFBAQA AAF9AQIDAAQRBRIhMUEGE1FhByJxFDKBkaEII0KxwRVS0fAkM2JyggkKFhcYGRolJicoKSo0NTY3 ODk6Q0RFRkdISUpTVFVWV1hZWmNkZWZnaGlqc3R1dnd4eXqDhIWGh4iJipKTlJWWl5iZmqKjpKWm p6ipqrKztLW2t7i5usLDxMXGx8jJytLT1NXW19jZ2uHi4+Tl5ufo6erx8vP09fb3+Pn6/8QAHwEA AwEBAQEBAQEBAQAAAAAAAAECAwQFBgcICQoL/8QAtREAAgECBAQDBAcFBAQAAQJ3AAECAxEEBSEx BhJBUQdhcRMiMoEIFEKRobHBCSMzUvAVYnLRChYkNOEl8RcYGRomJygpKjU2Nzg5OkNERUZHSElK U1RVVldYWVpjZGVmZ2hpanN0dXZ3eHl6goOEhYaHiImKkpOUlZaXmJmaoqOkpaanqKmqsrO0tba3 uLm6wsPExcbHyMnK0tPU1dbX2Nna4uPk5ebn6Onq8vP09fb3+Pn6/9oADAMBAAIRAxEAPwD6B174 2fDjQ9YudI1LW3ivLSQxzILSVtrDqMhcGqf/AA0F8K/+hhl/8AZv/ia7S+8G+E7+7ku7zw1pFxcS tuklks42Zz6kkZNR/wDCA+CP+hS0T/wBj/8Aia55Ktfdfd/wT16c8r5VzwnfraS/yOP/AOGg/hZ/ 0H5P/AKb/wCJo/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mux/4QDwR/0KWif+AMX/AMTR/wAIB4I/6FLRP/AGL/4m l+/7r7n/AJl8+U/8+5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9 Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0T/wBi/+Jo/f919z/wAw58p/59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU 3/xNH/DQfws/6D8n/gFN/wDE12P/AAgHgj/oUtE/8AYv/iaP+EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7 n/mHPlP/AD7n/wCBL/I47/hoP4Wf9B+T/wAApv8A4mj/AIaD+Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBC lon/AIAxf/E0f8IB4I/6FLRP/AGL/wCJo/f919z/AMw58p/59z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ ABNH/DQfws/6D8n/AIBTf/E12P8AwgHgj/oUtE/8AYv/AImj/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5h z5T/AM+5/wDgS/yOO/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mj/hoP4Wf9B+T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf /E0f8IB4I/6FLRP/AABi/wDiaP3/AHX3P/MOfKf+fc//AAJf5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wAN B/Cz/oPyf+AU3/xNdj/wgHgj/oUtE/8AAGL/AOJo/wCEA8Ef9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/ 8+5/+BL/ACOO/wCGg/hZ/wBB+T/wCm/+Jo/4aD+Fn/Qfk/8AAKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ ABNH/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj9/3X3P/MOfKf8An3P/AMCX+Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB /Cz/AKD8n/gFN/8AE12P/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj/hAPBH/QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8 +5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8A CAeCP+hS0T/wBi/+Jo/f919z/wAw58p/59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNH/DQfws/6D8n /gFN/wDE12P/AAgHgj/oUtE/8AYv/iaP+EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7n/mHPlP/AD7n/wCB L/I47/hoP4Wf9B+T/wAApv8A4mj/AIaD+Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBClon/AIAxf/E0f8IB 4I/6FLRP/AGL/wCJo/f919z/AMw58p/59z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ABNH/DQfws/6D8n/ AIBTf/E12P8AwgHgj/oUtE/8AYv/AImj/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5hz5T/AM+5/wDgS/yO O/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mj/hoP4Wf9B+T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0f8IB4I/6FLRP/ AABi/wDiaP3/AHX3P/MOfKf+fc//AAJf5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wANB/Cz/oPyf+AU3/xN dj/wgHgj/oUtE/8AAGL/AOJo/wCEA8Ef9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/8+5/+BL/ACOO/wCG g/hZ/wBB+T/wCm/+Jo/4aD+Fn/Qfk/8AAKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ABNH/CAeCP8AoUtE /wDAGL/4mj9/3X3P/MOfKf8An3P/AMCX+Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB/Cz/AKD8n/gFN/8A E12P/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj/hAPBH/QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8+5/+BL/I47/hoP4W f9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0T/wBi/+ Jo/f919z/wAw58p/59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNH/DQfws/6D8n/gFN/wDE12P/AAgH gj/oUtE/8AYv/iaP+EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7n/mHPlP/AD7n/wCBL/I47/hoP4Wf9B+T /wAApv8A4mj/AIaD+Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBClon/AIAxf/E0f8IB4I/6FLRP/AGL/wCJ o/f919z/AMw58p/59z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ABNH/DQfws/6D8n/AIBTf/E12P8AwgHg j/oUtE/8AYv/AImj/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5hz5T/AM+5/wDgS/yOO/4aD+Fn/Qfk/wDA Kb/4mj/hoP4Wf9B+T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0f8IB4I/6FLRP/AABi/wDiaP3/AHX3 P/MOfKf+fc//AAJf5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNdj/wgHgj/oUtE/8A AGL/AOJo/wCEA8Ef9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/8+5/+BL/ACOO/wCGg/hZ/wBB+T/wCm/+ Jo/4aD+Fn/Qfk/8AAKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ABNH/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj9/3X3P /MOfKf8An3P/AMCX+Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB/Cz/AKD8n/gFN/8AE12P/CAeCP8AoUtE /wDAGL/4mj/hAPBH/QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8+5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+ Gg/hZ/0H5P8AwCm/+Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0T/wBi/+Jo/f919z/wAw58p/ 59z/APAl/kcd/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNH/DQfws/6D8n/gFN/wDE12P/AAgHgj/oUtE/8AYv/iaP +EA8Ef8AQpaJ/wCAMX/xNH7/ALr7n/mHPlP/AD7n/wCBL/I47/hoP4Wf9B+T/wAApv8A4mj/AIaD +Fn/AEH5P/AKb/4mux/4QDwR/wBClon/AIAxf/E0f8IB4I/6FLRP/AGL/wCJo/f919z/AMw58p/5 9z/8CX+Rx3/DQfws/wCg/J/4BTf/ABNH/DQfws/6D8n/AIBTf/E12P8AwgHgj/oUtE/8AYv/AImj /hAPBH/QpaJ/4Axf/E0fv+6+5/5hz5T/AM+5/wDgS/yOO/4aD+Fn/Qfk/wDAKb/4mj/hoP4Wf9B+ T/wCm/8Aia7H/hAPBH/QpaJ/4Axf/E0f8IB4I/6FLRP/AABi/wDiaP3/AHX3P/MOfKf+fc//AAJf 5HHf8NB/Cz/oPyf+AU3/AMTR/wANB/Cz/oPyf+AU3/xNdj/wgHgj/oUtE/8AAGL/AOJo/wCEA8Ef 9Clon/gDF/8AE0fv+6+5/wCYc+U/8+5/+BL/ACOO/wCGg/hZ/wBB+T/wCm/+Jo/4aD+Fn/Qfk/8A AKb/AOJrsf8AhAPBH/QpaJ/4Axf/ABNH/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj9/3X3P/MOfKf8An3P/AMCX +Rx3/DQfws/6D8n/AIBTf/E0f8NB/Cz/AKD8n/gFN/8AE12P/CAeCP8AoUtE/wDAGL/4mj/hAPBH /QpaJ/4Axf8AxNH7/uvuf+Yc+U/8+5/+BL/I47/hoP4Wf9B+T/wCm/8AiaP+Gg/hZ/0H5P8AwCm/ +Jrsf+EA8Ef9Clon/gDF/wDE0f8ACAeCP+hS0P8A8AIv/iaP33dfc/8AMOfKv+fc/wDwJf5G5p93 Bf2Vve27b4J4lljbGMqwBBx9DRTreKOGBIoY1SNFCqijAUAcACiuk8dpX0P/2U== ------=_NextPart_01C697C6.406D6DF0 Content-Location: file:///C:/D1761514/Latorturaintibet_file/filelist.xml Content-Transfer-Encoding: quoted-printable Content-Type: text/xml; charset="utf-8" ------=_NextPart_01C697C6.406D6DF0--