A CURA DI GIAN MARIA VENTURINO
10/10/97
ESOFAGO
STRUTTURA
Tonaca mucosa: epitelio pavimentoso monostratificato con uno straterello
di epitelio basale importante per la rigenerazione (da questo strato iniziano
anche i processi displastici)
Tonaca propria (corion): nel 1/3 inferiore ghiandole mucose poggiante
su muscolaris mucosae (e' uno straterello di fibrocellule muscolari
lisce) particolarmente esuberante (es. nelle esofagiti da reflusso gastro-esofageo,
in cui si verificano delle ulcere e quindi la muscolaris mucosae si iperplasizza,
aumenta in quantita')
tonaca sottomucosa: presenza di vasi linfatici importanti per diffusione
carcinomi. Nell'esofago non c'e' una netta differenza fra queste
tre strutture (propria, corion, sottomucosa) ed inoltre la muscolaris mucosae
puo' esserci come no; nel 1/3 inferiore ci sono dei rigurgiti, dei
reflussi fisiologici e quindi ad un certo punto si creano delle esofagiti
parafisiologiche, c'e' la muscolaris mucosae per cui non si puo'
dire con precisione se le ghiandole siano sopra o sotto
Tonaca muscolare propria: circolare e longitudinale
Tonaca avventizia: non c'e' una vera e propria sierosa
DIVERTICOLI
Li si divide in base a dove sono localizzati ricordando sempre che possono
essere congeniti o acquisiti. Esistono anche i falsi diverticoli (pseudodiverticoli).
In base alla sede si distinguono:
faringo-esofagei (3° superiore): per lo piu' acquisiti, nascono
prevalentemente per disordini della motilita', anticipato rilassamento
del muscolo crico-faringeo durante la deglutizione
esofageo medio (3° medio): sono quelli da trazione in quanto si
formano in seguito a linfadeniti e quindi flogosi, trazione cicatriziale.
Linfadeniti cioe' infiammazione dei linfonodi extra esofagei. Oppure
anche per anomalie della motilita'. Anche questi sono per lo piu'
acquisiti
esofageo inferiore (3° inferiore): detti anche epifrenici, per
disordini della motilita' o ernia iatale
Se i vari strati della parete non ci sono e' un diverticolo falso.
LESIONI VASCOLARI
Sono poco importanti se non per le varici esofagee: dilatazioni tortuose (varicose) delle vene in particolare del plesso sottomucoso che si verifica prevalentemente in caso di cirrosi, nel 3° inferiore si crea uno shunt cava-porta, stesso fenomeno si verifica anche nelle emorroidi, nel plesso emorroidario e quello del retto,, parlando sempre di cirrosi. Danno se si rompono, ulcerano, erodono (sono sottoepiteliali) dapprima piccole perdite e poi vere e proprie ematemesi (sangue dalla bocca proveniente dal gastroenterico), si possono quindi avere o anemie croniche o morte per ematemesi, collasso acuto.
INFEZIONI
Classificazione delle esofagiti in base all'agente eziologico: criterio
ezio-patogenetico, flogosi virali, batteriche, protozoarie, fungine.
Secondo il decorso: acuto, sub-acuto, cronico.
Acute: sierose, fibrinose, sierofibrinose, erosive, emorragiche
Croniche: granulomatose, fibrosanti, atrofiche. Queste per lo piu'
comportano atrofia dell'epitelio basale.
La piu' frequente esofagite e' quella da reflusso gastrico:
- esofagite da reflusso, - da prolungata intubazione gastrica durante interventi
chirurgici lunghi, - da ingestione di sostanze irritanti (alcool, acidi
corrosivi ecc..), - bevande troppo calde, - da sostanze irritanti, - infezioni
fungine ( da candida albicans, nei soggetti debilitati da antibiotici o
immunodepressi, nel HIV e' una delle prime infezioni fa passare il
soggetto in malattia conclamata), - terapia radiante, - da terapia citotossica
antineoplastica, - penfigo o epidermolisi bollosa.
Esofagite su base infettivaa' batterica (tifo, scarlattina, TBC);
su base tossicaa' virale (herpes virus, CMV, HIV); lesioni da corpo
estraneo (bambini); da funghia' candida albicans e actinomices; da
reflusso e' detta peptica, spesso associata ad ernia iatale, l'ulcera
puo' interessare anche la muscolaris mucosae, la tonaca muscolare
(nell'esofago e' piu' difficile, e' piu' facile
nello stomaco, l'ulcera e' una soluzione di continuo che puo'
essere anche a tutto spessore), l'epitelio esofageo e' molto delicato,
debole.
Esofago di Barret a' e' un processo di metaplasia, epitelio
esofageo in seguito a un insulto acido si trasforma in epitelio cilindrico
di tipo gastrico (metaplasia gastrica) o prevalentemente di tipo intestinale
(ileale, colon). e' una metaplasia degli epiteli colonnari con ...
(dopo rigenerazione, a partire dallo strato basale) con infiltrazione granulocitaria.
e' l'estrema conseguenza dell'esofagite da reflusso (esofagite peptica).
Leucoplachia a' non si verifica a livello esofageo, ma a livello
della mucosa orale (placca biancastra dovuta all'ispessimento dell'epitelio
pavimentoso malpighiano con una flogosi sottostante dovuta a stimoli irritativi
per lo piu' nel cavo orale, e' tipica quella da protesi dentaria
e da pipa). e' considerata lesione precancerosa. Anche nella vulva,
vagina, cervice (portio cervicale).
Lesione precancerosa dell'esofagoa' a) esofagite cronica: diventa
precancerosa quando su questa si instaura un processo di atrofia e su questo
se ne instaura uno di displasia. La displasia epiteliale puo' evolvere
verso il carcinoma squamoso.
b) distrofia e carcinoma in situ: associate a condizioni cliniche precancerose
quali: acalasia, filosi (ipercheratosi palmare e plantare, ereditaria congenita),
sindrome di Parkinson-Kelly (anemia ipocromica, molto presente in Svezia).
c) Esofago di Barret: e' pre-k quando e' associato a displasia
(predispone ad adeno-k) perché aumenta il potenziale maligno. L'adeno-k,
non verso l'epidermoide perché Barret e' una neoplasia di
tipo colonnare e quindi essendo un epitelio cilindrico ne derivera'
un adeno-k.
14/10
PATOLOGIA EPATICA
Ghiandola peso 1500 gr
rivestita da sierosa (capsula glissoniana)
2 lobi principali e 2 lobi minori (quadrato e caudato)
VASCOLARIZZAZIONE
Ha un doppio apporto da vena porta e arteria epatica. Circolazione di
tipo sinusoidale: vena portaa' rami portalia' negli spazi portali
si formano delle vene distributricia' venule afferenti intralobulari
(si sfioccano)a' sinusoidi, sono le strutture piu' importanti
nel senso che sono quelle che danno l'apporto, quelle in cui si verasano
determinate sostanze secrete (e' una zona di scambio). Ed e'
qui che avviene l'interazione tra i diversi apporti vascolari: infatti
a livello dei sinusoidi sfociano direttamente anche strii'utture
che vengono dall'arteria epatica (interazione arteria epatica- vena porta)a'inizio
via efferentea' vene cntrolobularia' vene sottolobularia'
vene sovraepatichea' vena cava inferiore.
Arteria epaticaa' segue anche lei un decorso di apporto fino
ai sinusoidi dopo di che ha un'uscita come la porta.
Struttura. Il fegato ha come tutti gli organi una struttura epiteliale
epatocitaria e duttale (canalicoli, duttuli, dotti), e una componente stromale.
STRUTTURA ISTOLOGICA DELL'UNITA' EPATICA
La struttura istologica del fegato puo' essere presa in considerazione,
dal punto di vista funzionale, nutritizio, secondo due diverse strutture.
Lobulo epatico, acino epatico.
Lobulo di Kiernam: si basa su un concetto morfologico. e' una
struttura esagonale fittizia con al centro la vena centrolobulare e agli
esagoni gli spazi portali. A livello degli spazi portali o della centrolobulare
si localizzano (almeno all'inizio) le principali alterazioni morfologiche
che caratterizzano una determinata patologia (es. patologia infiammatoria).
Si riconoscono: aree centrolobulari, aree intermedie, aree periferiche
(spazi portali o altri angoli) ... . Altri tre angoli sono dati dai punti
in cui si incontrano gli assi dei vasi terminali che originano dagli spazi
portali piu' vicini; e' suddivisi in area centrolobulare, intermedia
e periferica.
Acino di Rappaport: struttura costituita da lamine disposte intorno
all'asse composto dai rami terminali della vena porta e dell'arteria epatica,
con le vene centrolobulari poste alla periferia; zona 1 (molto O2), zona
2 (medio O2), zona 3 (poco O2).
Questa suddivisione non tiene conto pero' della diversa vascolarizzazione
delle diverse zone: il secondo se consideriamo che l'arteria epatica e
la vena porta (i loro rami terminali) siano un nucleo centrale con via
via distanziandosi tutto il tessuto epatico che va verso la vena centrolobulare
otteniamo invece una struttura che comprende zone diverse per quel che
riguarda la loro nutrizionea' zona 1 ad alto contenuto di O2 (sotto
c'e' lo spazio portale, dove ci sono irami piu' grossi, tutto
cio' che e' piu' vicino a questa zona e' piu'
irrorato, dove sostanze tossiche arriveranno prima perché sono convogliate
da questi vasi, e dove sara' maggiormente sentita un'eventuale occlusione
dell'arteria epatica. Quindi e' una zona particolarmente sofferta.
La zona 1 e' quella dove si localizzano immediatamente i danni epatici,
ma a lunga distanza essendo la meglio nutrita e' quella che ha una
maggiore capacita' di adattamento. Se noi consideriamo poi a destra
e a sinistra di questa zona , ci allontaniamo da essa avremo zone che hanno
sempre meno contenuto di O2a' zona 2 intermedia (anche questo e'
uno spazio fittizio), contenuto di O2 intermedio. Zona 3 a' meno
ricca di O2. Quindi l'acino di Rappaport e' costituito da lamine
disposte intorno all'asse che e' costituito dai rami terminali della
vena porta e dell'arteria epatica; le vene centrolobulari che sono gia'
punto di efflusso del sangue sono periferiche. La quantita' di O2
che arriva decresce dalla zona 1 alla 3. Le lesioni da ... (date
da accumulo di ferro in circolo) saranno sentite dove il sangue arriva
prima; mentre lesioni da ipoossigenazione saranno sentite prima in altre
zone perché qui e' piu' nutrita. Diverse patologie sono
distribuite almeno inizialmente in zone diverse, poi e' chiaro che
in seguito ne risentira' tutto il fegato. Non sono comunque entita'
distinte: e' possibile studiare le patologie epatiche in tutte e
due le situazioni, naturalmente se si considera il lobulo di Kiernam si
valuteranno prevalentemente i danni portali, centrolobulari indipendentemente
dal discorso dell'O2, se si considera l'acino di Rappaport si valuteranno
i danni secondo le tre zone.
Funzioni: sono di diverso tipo: 1) metaboliche generali, 2) di secrezione
e produzione della bile, 3) disintossicazione, 4) eritropoietica (in embrione
e feto), in condizioni patologiche il fegato risopperisce al bisogno (malattie
emolitiche neonatali, mielofibrinosi, anemie gravi). L'alterazione della
maggior parte di queste funzioni viene utilizzato come parametro per valutare
la funzionalita' epatica (in un epatitico, in un epatopatico cronico,
in trapianti di fegato, in tutto quelle che riguarda la patologia epaticaa'
esami sierologici che sono indice di buono, corretto adempimento a queste
funzioni).
1) omeostasi glicogeno e glucosio
2) sintesi di proteine plasmatiche, acidi biliari, urea e amminoacidi
3) sintesi e metabolismo dei lipidi
4) trasformazione ed eliminazione sostanze endogene ed esogene
5) eliminazione NH3
Indici di funzionalita' epatica: fattori coagulazione, albumina,
in caso di autopsie di feti ed embrioni il fegato e' ricchissimo
di tessuto emopoietico, bilirubina (soprattutto indiretta, quella diretta
aumentata e' indice di colestasi).
VEDERE LUCIDI CON APPUNTI
4\11 FULCHERI
UTERO
Nell'utero distinguiamo la esocervice (parte che aggetta in vagina)
e la endocervice (o canale cervicale), il corpo e il fondo. Ci sono diversi
epiteli di rivestimento. Nella mucosa si distinguera' uno strato
basale, uno intermedio e uno superficiale. Nel canale cervicale si trova
uno strato mucosecernente con presenza di cripte (non ghiandole, come nell'intestino
crasso) che sono invaginazioni dell'epitelio. L'epitelio e' di tipo
cilindrico, semplice, a secrezione apocrina, le ghiandole endometriali
sono immerse nello stroma citogeno che non e' qualcosa di separato
dalle ghiandole, ma e' un elemento di interazione tra elementi stromali
(di derivazione mesenchimale) ed elementi epiteliali, partecipa alle fasi
del ciclo. Ci sono poi le tube che sono rivestite da epitelio cilindrico,
cigliato, monostratificato. Le tube finiscono con delle fimbrie, mobili.
C'e' poi l'ovaio. Quindi i genitali femminili, esclusa la gonade
sono costituiti da quattro tipi di epiteli diversi, il cilindrico cigliato
delle tube, il cilindrico apocrino dell'endometrio, quello mucosecernente
del canale cervicale, l'epitelio piatto nella zona di trasformazione della
cervice. Tutti questi tipi di epiteli, derivano da un'unica struttura embrionale,
i dotti di Muller che nell'embrione si formano a partire dalla gonade e
discendono paralleli per congiungersi a livello della vagina, i due dotti
sono rivestiti da un epitelio estremamente totipotente capace di differenziarsi
in vari tipi a seconda del tratto in cui si trova, ma l'epitelio di origine
e' il Muller, che e' sorretto da un mesenchima anch'esso totipotente
capace di differenziarsi in tante strutture come la parete delle tube,
il corpo dell'utero o la parete della cervice. I due tubi si fonderanno
poi a livello della cervice, del corpo dell'utero per rimanere invece separati
dove ci sono le tube. Questo capita nell'uomo, ma in molti mammiferi l'utero
rimane doppio. Anche nella donna puo' rimanere un ricordo di utero
doppio e in questo consistono le maggiori patologie malformative congenite
dell'utero, cioe' l'utero doppio, quello bifido dove la fusione e'
parziale solo nella parte intermedia piu' bassa, quello bicorne dove
il corpo e' singolo ma gli angoli tubarici sono molto pronunciati
a formare due coni, oppure l'utero setto cioe' quello che ha la sua
cavita' divisa da un muro che e' il tubo che non e' riuscito
a fondersi.
METAPLASIA Sostituzione di un tessuto con un altro di uguale origine.
Ad esempio si ha la metaplasia ossea, adiposa, cartilaginea, ma sono sempre
del tessuto mesenchimale. Cosi' si ha la metaplasia squamosa, propria
del canale cervicale; nella zona di passaggio fra canale cervicale e la
portio c'e' un punto, l'ostio uterino esterno, dove il salto tra
l'epitelio cilindrico e quello piatto della esocervice non e' netto,
perché il canale cervicale cresce molto meno del corpo dell'utero,
questo determina un meccanismo semplicissimo di protrusione all'esterno
dell'epitelio cilindrico del canale, l'ostio uterino esterno si trova progressivamente
fuori, cioe' in ambiente vaginale; l'epitelio cilindrico esposto
in vagina non puo' rimanere tale perché cambiano gli stimoli
a cui e' sottoposto e va incontro ad una metaplasia. Quella zona
in cui l'epitelio da cilindrico diventa piatto si chiama zona di trasformazione.
Tutte le volte che per qualche causa questa protrusione sia accentuata,
si avra' esposto fuori dell'epitelio cilindrico che non avra'
ancora avuto tempo di andare incontro a metaplasia; uno dei tumori piu'
frequenti a carico dell'utero sono i leiomiomi, tumori benigni originati
dalla muscolatura liscia della parete dell'utero, questi sono presenti
praticamente in tutte le donne di una certa eta', hanno dimensioni
molto diverse, tra quelle veramente imponenti si arriva anche a qualche
chilo, comunque protrudono all'esterno e nell'ambiente vaginale, un epitelio
cilindrico che non ha avuto il tempo di fare metaplasia a epitelio
piatto, facilmente si ulcera e ulceratosi va sotto il nome di pseudo erosione
della portio. Altre metaplasie si possono trovare e queste sono a carico
dell'endometrio, fra questi la disfunzionalita', problema che e'
estremamente comune e che determina variazioni della ovulazione intorno
al quattordicesimo giorno. Vi e' la possibilita' patologica
che l'endometrio venga tutto rivestito di cellule piatte, questo e'
possibile successivamente ad un episodio infettivo, la endometrite trascurata
puo' innescare un processo di metaplasia dell'epitelio cilindrico
dell'endometrio. In tutto il tratto genitale femminile, le metaplasie che
possono avvenire non fanno altro che riproporci quei 4 epiteli mulleriani
di prima. Tutti i tumori maligni del genitale femminile possono presentare
aspetti metaplastici, vale a dire che si puo' avere un carcinoma
delle tube costituito regolarmente da cellule atipiche pero' cilindriche
cigliate, ma posso avere un carcinoma delle tube di tipo endotelioide,
oppure di tipo endocervicale. L'epitelio celomatico che riveste l'ovaio
e' lo stesso epitelio che rivestiva nell'embrione i dotti di Muller,
quindi posso capire perché nell'ovaio ci possono essere i tumori
epiteliali, posso spiegare la presenza di tumori derivati da epitelio simile
a quello delle tube, il cistoma sieroso papillifero; mi aspetto poi di
trovare l'epitelio cilindrico del canale cervicale mucosecernente e avro'
il cistoma mucinoso; mi aspetto l'epitelio proprio dell'endometrio e avro'
il carcinoma endometrioide dell'ovaio; mi aspetto un epitelio piatto o
in differenziazione piatta pluristratificata che dara' il tumore
di Brenner; se non si ha chiara l'embriogenesi di queste strutture non
si capisce, invece e' semplice, perché l'epitelio celomatico
forma delle cisti, queste esprimono uno dei quattro epiteli che vengono
riproposti nel tratto genitale femminile e da questi quattro epiteli originano
neoplasie benigne e maligne. Fra i tumori dell'ovaio distinguiamo: cistoma
sieroso semplice (epitelio cilindrico a'tuba); cistoadeno carcinoma
sieroso papillifero; cistoma mucinoso semplice (epitelio cilindrico mucosecernentea'
canale cervicale); cistoadeno carcinoma mucinoso (epitelio cilindrico apocrino,
endometrio, a' tumore endometrioide dell'ovaio); epitelio piatto
pluristratificato, cervice, tumore di Brenner maligno e benigno.
5\11 FULCHERI
Il sintomo chiaro delle batteriosi vaginali e' la leucorrea, si
instaura un meccanismo di flogosi che non e' sempre facile da debellare.
L'epitelio metaplastico, che si forma, anche se ha un significato riparativo
non ha certo la resistenza dell'epitelio piatto pluristratificato proprio
della esocervice e della vagina; questo e' un epitelio formato dallo
strato basale, intermedio e superficiale, non arriva lo spinoso e nemmeno
il corneo. L'epitelio della vagina di fronte allo stimolo flogistico proprio
o ad un agente esterno come lo IUD (spirale), che meccanicamente determina
una lesione, puo' andare incontro ad una ipercheratosi. Ipercheratosi
determina la comparsa dello strato corneo, questo processo, cioe'
il fatto che una mucosa ad epitelio piatto va incontro ad ipercheratosi
e alla formazione di uno strato corneo, va sotto il nome di leucoplachia
(succede anche in altre parti del corpo, come ad esempio le labbra); e'
una chiazza biancastra, che si trova di solito nella mucosa esofagea, nel
cavo orale e nella vagina. La leucoplachia e' il precursore di una
lesione displastica, cioe' della alterazione dell'istoarchitettura
delle cellule ? (Displazo = malmesso, tutte le cellule sono perfette ma
malmesse fra di loro, ma in sé non c'e' il concetto di alterazione
cellulare, le cellule sono eutipiche, ma hanno delle perdite della funzione
perché hanno perso la loro giusta architettura). Il filo dello IUD
determina delle erosioni sulla cervice, l'epitelio che e' sotto ripara
la ulcera che ci puo' essere sopra, ma non riesce bene nel suo intento
perché mentre ripara c'e' un continuo rimaneggiamento degli
strati superiori, si instaura una lesione displastica, non si riesce ad
avere una corretta riparazione della soluzione di continuo della mucosa.
Se rimuovo lo IUD, l'epitelio riesce a riparare bene e la displasia sparisce.
Solo quando nella displasia ci sono atipie citologiche, questa inizia ad
avere un significato preneoplastico. La displasia si divide in tre gradi,
lieve, moderato, grave. Nel carcinoma della cervice si parla di CIN che
e' l'acronimo di cervical intraepithelial neoplesia, la parola neoplesia
obbliga a pensare ad una evoluzione verso il cancro, in altre parole il
CIN 1, cioe' displasia di grado lieve, e non e' assolutamente
un precursore del cancro, e' un errore concettuale che va corretto,
si parlera' della cervice uterina di displasie di grado lieve, moderato
e grave, useremo sempre il termine CIN perché e' ormai entrato
nella terminologia comune ma devo sapere che CIN non e' obbligatoriamente
una tappa per il cancro. Diverso e' quando nel concetto di displasia
ammettiamo il concetto di atipia citologica, tanto questa e' piu'
grave tanto piu' marcata e' la perdita di funzione della cellula,
tanto piu' vi sara' possibilita' di proseguire verso
il carcinoma. Si deve tenere presente che la displasia provocata dallo
IUD, e che rende positivo il PAP test, non e' un precursore del cancro,
dopo sei, otto mesi dalla rimozione dello stesso IUD, il PAP test sara'
negativo. La leucoplachia non e' sempre precursore di situazione
neoplastica ma puo' esserlo, si deve quindi vedere quando lo e'.
Al di la' dei batteri che si possono trovare in vagina, si trovano
anche altri ospiti, fondamentalmente due tipi di virus, lo human papilloma
virus (HPV), e l'herpes virus. L'HPV da' luogo ai condilomi, che
possono essere piani o acuminati. L'herpes e' un altro virus che
facilmente innesca delle displasie ad evoluzione verso il carcinoma. Dopo
la displasia grave, prima del carcinoma, si ha il carcinoma in situ, cioe'
il carcinoma che non ha attraversato la membrane basale, non ha infiltrato.
Si trova in tutti gli organi che presentano la membrana basale (cute, vescica,
ecc.. ). Stiamo parlando del carcinoma epidermoidale che origina da un
epitelio metaplastico, si deve poi valutare il grading del tumore, cioe'
il grado di differenziazione, in questo caso tanto meno produce cheratina
tanto meno e' differenziato; dopo dobbiamo vedere lo stading del
tumore (stadio), devo valutare le dimensioni del tumore, poi lo stato del
sistema linfatico e poi se ci sono metastasi. Di una lesione noi dobbiamo
innanzitutto identificare i rapporti sull'organo normale, cioe' dov'e'.
Dobbiamo poi distinguere la forma della lesione, il volume, la consistenza,
la descrizione della superficie esterna che puo' essere liscia, rugosa,
lucente, non lucente, e il colore della superficie esterna e poi si deve
vedere al taglio la superficie di taglio (colore e superficie). Queste
sono le cose che mi servono per descrivere una qualsiasi lesione. Quindi
sotto il profilo macroscopico posso gia' evidenziare la malignita'
o la benignita' della lesione stessa.
7\11 FULCHERI
ENDOMETRIO
Fase proliferativa sotto stimolo estrogenico in cui si sviluppano le
ghiandole, fino al 14° giorno; fase secretiva, in cui l'epitelio inizia
a maturare come se dovesse accogliere l'embrione, l'embrione poi non si
annida e si ha la mestruazione.
Per quanto riguarda la valutazione degli stati di funzionalita'
dell'endometrio, che non funzioni bene nel periodo perimenopausa e'
nella norma, fisiologico. e' patologico se avviene nella donna in
eta' fertile, quadri di disfunzione ormonale determinano una perdita
di funzionalita' dell'endometrio. Come mezzo diagnostico si fa una
biopsia dell'endometrio. L'endometrio disfunzionale si presenta sotto due
tipi fondamentali: 1) prevalentemente proliferativo, in 18°-19°
giorno endometrio che ha caratteristiche morfologiche della 6°-7°-8°
giornata. 2) prevalentemente secretivo, in 5°-6°-10° giornata
inizia gia' a secernere. Se nella cervice il tumore squamoso e'
il piu' frequente, nell'endometrio il piu' frequente e'
l'ADK (adenocarcinoma, aumenta l'incidenza in donne in perimenopausa o
in postmenopausa in cui dovrebbe essere atrofico), il k endometrioide ha
come suoi precursori non metaplasie ma iperplasie (l'ADK del colon e'
preceduto spesso da adenomi che sono tumori benigni)a' un polipo
e' un tumore che aggetta in cavita' precostituita: puo'
essere una neoplasia, determinato da edema, angiectasia, puo' essere
un polipo iperplastico, mesenchimale. Le iperplasie dell'endometrio possono
essere diffuse o circoscritte e se circoscritte possono assumere configurazione
polipoide. Un altro polipo ma che non e' da considerare tumore né
escrescenza si trova nella colite ulcerativa cronica di lunga durata, in
cui vi sono ampie ulcere superficiali che tendono a confluire, sottominano
la mucosa in modo che questa poi cade, esfoglia con le emorragie e viene
rovinata in larghe fette. Immaginando tante ulcerazioni che tendono a confluire
, se c'e' un isolotto di tessuto sano, gli viene scavato attorno
una specie di canyon. Questi vengono chiamati pseudo polipi, sono allo
stesso livello dell'epitelio nativo, non sono un'escrescenza, non sono
aumentati in altezza.
Nell'endometrio la iperplasia puo' essere diffusa o polipoide,
nel canale cervicale e' prevalentemente polipoide, le masse che ne
derivano sono grossolane formazioni di uno due centimetri, facilmente sanguinanti
, nell'endometrio possono arrivare fino a sette, otto centimetri occupando
tutta la cavita' endometriale. Se immagino un endometrio disfunzionale,
iperplastico (diffuso o polipoide), devo immaginare un passaggio per il
carcinoma (perché si e' detto che non e' tumore benigno
ma neoplasia), questo e' segnato dai vari gradi di iperplasia, questa
puo' essere semplice; una donna in postmenopausa, sottoposta a terapia
sostitutiva degli ormoni, la componente estrogenica puo' determinare
una neoplasia, questa e' l'iperplasia semplice che e' da considerare
lesione precancerosa se permane per lungo tempo. La persistenza di iperplasia
semplice non corretta, quindi continuamente stimolata a livello ormonale,
fa si che diventi una iperplasia complessa. Iperplasia complessa vuol dire
che sulla base iperplastica di ghiandole perfette ma solo un po'
piu' numerose, si instaura un disordine non citologico ma architetturale,
si complica il disegno delle ghiandole che si ramificano, si distorgono,
assomigliano (ma non sono) ad un tumore benigno; l'iperplasia complessa
e' una situazione preneoplastica perché come tale non regredisce
piu', e se non puo' piu' regredire puo' solo peggiorare
e cioe' passare all'ultimo stadio, all'iperplasia atipica, qui si
introduce il concetto di atipia citologica, l'iperplasia atipica e'
di fatto un adenocarcinoma dell'endometrio. Un qualcosa che turba il ritmo
dell'endometrio durante il suo ciclo (proliferazione, ovulazione, maturazione,
desquamazione), la menopausa (fisiologico), postmenopausa (iatrogeno, per
farmaci), si passa ad una iperplasia semplice, capace di regredire all'interrompersi
dello stimolo ormonale, se non lo si interrompe, negli anni si va incontro
ad una complicazione della struttura che sara' l'iperplasia complessa
che non e' piu' reversibile e va verso l'iperplasia atipica
che e' uguale al carcinoma dell'endometrio, e' per questo che
il carcinoma dell'endometrio interessa le donne oltre i cinquant'anni (per
lo piu'); si deve quindi fare il PAP test, l'isteroscopia rimanere
attenti ad ogni possibile sintomo.
C'e' poi la possibilita', ma non nell'utero, di vedere
trasformata in maligna una neoplasia benigna, cosa che si trovera'
a livello del grosso intestino, dove il polipo adenomatose neoplastico
benigno, se lasciato li' non ha possibilita' di regredire e
su di esso possono solo instaurarsi fenomeni di atipia citologica sempre
maggiore con una displasia che poi evolve verso il cancro. Nell'utero c'e'
solo la metaplasia della cervice e l'iperplasia dell'endometrio. Nell'endometrio
sono rarissimi i tumori benigni, molto frequenti le lesioni iperplastiche
e l'ADK; ma l'utero ha anche il miometrio, fatto di muscolatura liscia,
e la neoplasia piu' comune di questo e' il leiomioma che e'
un tumore benigno di derivazione mesenchimale e in particolare dal muscolo
liscio, la sua controparte maligna sara' il leiomiosarcoma che per
fortuna e' rarissimo (2 anni di sopravvivenza). Il leiomioma e'
invece molto frequente, non c'e' donna che non ne abbia uno, sono
piccolissimi. Non sono quasi mai stati descritti casi di trasformazione
del benigno nel maligno. se un tumore e' benigno ci si aspetta che
sia tutto uguale, omogeneo, se non ha differenze da area ad area e in particolare
se non ha aree di necrosi e aree emorragiche che sono invece proprie dei
tumori maligni. Le necrosi si formano perché non c'e' una
adeguata irrorazione, questo perché il tumore ha una crescita rapida
mentre l'angiogenesi e' piu' lenta e non fa in tempo a servire
la nuova massa che si forma. Non puo' un tumore di grosse dimensioni
crescere rapidamente e organizzarsi un circolo ematico. L'altro aspetto
macroscopico e' l'espansione dei tumori benigni che si espandono
ma non infiltrano, schiacceranno cosi' i tessuti circostanti che
andranno in necrosi per schiacciamento, ma cresce lentamente, si fa strada
lentamente con una crescita di tipo espansivo e mai infiltrativo. Ecco
perché i tumori benigni hanno una pseudocapsula (capsula e'
solo quella delle cisti) di tessuto fibroso, e' agevole enucleare
queste masse. A livello istologico cerchiamo delle conferme che ci vengono
dallo studio dell'attivita' proliferativa delle cellule, che e'
relativamente facile, essenziale e' lo studio delle mitosi per differenziare
la malignita' dalla benignita'; la conta delle mitosi e'
una delle cose che servono molto
12\11 FULCHERI
NEOPLASIE NON EPITELIALI DELL'OVAIO
Sono neoplasie proprie della gonade in quanto tale. in un certo periodo
dell'embriogenesi che dura alcune settimane si ha una gonade indifferenziata,
si vede un ammasso di cellule riempite da epitelio celomatico pero'
non si distingue il sesso. Premesso che ogni tumore della linea germinativa
trae origine da particolari cellule che troviamo in particolari momenti
dello sviluppo, potremo classificare tumori della gonade maschile e femminile,
anche perché nel maschio si ripropongono dei tumori propri della
femmina e viceversa. Avremo i tumori femminilizzanti del testicolo e i
tumori mascolinizzanti dell'ovaio. Partendo dalla gonade indifferenziata,
il primo tumore che troviamo e' il gonadoblastoma che si puo'
trovare ovviamente si nel maschio che nella femmina, e' raro e di
regola si associa un soggetto con anomalie dello sviluppo sessuale; l'80%
dei casi riguarda soggetti con fenotipo femminile, nel 20% con fenotipo
maschile. Riferendosi all'etimologia del nome si sarebbe portati a pensare
a una neoplasia altamente maligna perché il termine blastoma fa
pensare a qualcosa di non differenziato, di totipotente, di primitivo,
in effetti la prognosi e' buona. Ci sono poi tumori molto piu'
frequenti che sono il disgerminoma per quanto riguarda la gonade femminile
e il seminoma per il maschile. Tanti derivano da una gonade differenziata,
ma la neoplasia non e' differenziata, vale a dire che non si riesce
a differenziare un disgerminoma da un seminoma a livello istologico, e'
vero che origina da gonade differenziate ma la neoplasia in sé e'
indifferenziata. A dispetto di un nome tassonomicamente indicativo di maggior
benignita' rispetto al gonadoblastoma, e' invece un tumore
maligno perché deriva da cellule non differenziate (uguali nei due
sessi), e' piu' frequente in soggetti con fenotipo maschile.
Le cellule germinative si differenziano in due grandi linee; quelle vere
germinative e quelle dei cordoni sessuali. Le cellule dei cordoni sessuali
sono cellule di accompagnamento dell'altra linea che e' quella germinativa.
Nella femmina differenziamo ovogoni e oociti, nel maschio spermatogoni,
spermatociti, spermatidi e spermatozoi. Da questi derivano poi il disgerminoma
e il seminoma.
Nell'ovaio ci sono due popolazioni importanti, una definita teca esterna
o stroma dell'ovaio, rivestita dall'epitelio celomatico e all'interno della
quale teca sono indovati a diversi strati gli ovogoni e gli oociti, le
cellule della teca esterna sono cellule fusate, ricordano i fibroblasti,
e sono importanti per mantenere un tasso ormonale corretto facendo da deposito
di ormoni ed essendo imparentati alla lontana con i fibroblasti, immaginiamo
che nella donna non piu' fertile anziché avere un tecoma avremo
un fibrotecoma perché sono cellule che funzionalmente non servono
piu', ma comunque il fibrotecoma e il tecoma della donna fertile
sono della stessa famiglia, fanno parte dei tumori della teca esterna.
Diversa e' la teca granulosa (stroma dell'ovaio) che si differenzia
attorno al follicolo ooforo, seguendolo in tutta la sua maturazione migrando
dalle porzioni piu' basse dell'ovaio verso la superficie dove al
massimo della maturazione del follicolo aggettera' lievemente sotto
la superficie dell'epitelio celomatico pronto a rompersi al momento dell'ovulazione
e dare cosi' la deiscenza del follicolo e dismettere l'oocita maturo.
Le cellule della granulosa sono strettamente imparentate con quelle della
teca esterna, non hanno aspetti fibroblastici, non hanno differenziazione
in cellule a citoplasma lipidico (come le altre che servivano per il controllo
ormonale), non sono riserva e accumulo di ormoni e il tumore che da esse
deriva e' un tumore a cellule della granulosa e si potranno trovare
solo in donne fertili, mentre gli altri si trovano anche in postmenopausa
anche se con differenze strutturali.
Nel maschio parliamo di cellule dei cordoni sessuali, che sono le cellule
del Sertoli (di sostegno), le cellule di Leydig (quelle dell'interstizio)
che sono molto simili a quelle della granulosa. Possiamo immaginare due
tipi di neoplasie che andranno sempre sotto la dizione di tumori dei cordoni
sessuali, cioe' i tumori delle cellule del Sertoli e i tumori delle
cellule del Leydig . quelli del Leydig sono propri dell'eta' fertile,
quelli del Sertoli si possono trovare anche in eta' non piu'
fertile. Molto raramente trovo questi tumori isolati, cioe' in forma
pura, alcuni autori infatti ritengono che siano lo stesso tumore in fasi
diverse; sia gli uni che gli altri oltre a trovarsi in forma mista (che
e' quasi la norma), possono o uno o l'altro o tutti e due in forma
mista essere presenti tra i tumori ovarici e prendono il nome di androblastomi
, ma e' anche vero che tumori a cellule della granulosa possono essere
presenti nel maschio e si chiameranno ginandroblastomi . sono le neoplasie
che rispettivamente si chiamano mascolinizzanti e femminilizzanti. Questo
succede o perché e' rimasto un germe indifferenziato della
gonade contraria, o perché si puo' trovare una commistione
con altri tumori che sono definiti della linea germinativa (detti germinativi),
con dei tumori di derivazione annessiale intendendo con cio' gli
annessi pedali, sono i tumori, di regola immaturi, che ricapitolano strutture
proprie delle parti extrasomatiche dell'embrione cioe' del sacco
vitellino, dell'amnios del villo coriale queste strutture in epoche molto
precoci dello sviluppo possono dar forma a tumori o possono presentarsi
negli adulti con distribuzione in forma singolare, ad esempio esiste il
tumore del sacco vitellino che e' un tumore di derivazione embriogenetica,
embrionale che si trova nell'uomo e nella donna adulti in forma pura ma,
proprio perché la gonade indifferenziata ha in sé un
senso di totipotenza espansiva e di sviluppo dei tessuti, lo possiamo trovare
in forma minima non caratterizzanti la neoplasia in tutti i due tipi dei
tumori delle cellule germinative del maschio e della femmina. Cioe'
un disgerminoma puo' avere in sé delle aree di tumore del
sacco vitellino, di coriocarcinoma ecc.. .
14\11 FULCHERI
LESIONI PSEUDO TUMORALI
In questa situazione c'e' qualcosa che cresce ma che non e'
propria dell'ovaio. Grossa parte di queste lesioni e' occupata dai
teratomi. Per teratoma si intende un tessuto normale che puo' pero'
rappresentare vario grado di maturazione, cioe' formato o in forme
immature proprie della vita fetale. Non sono altro che germi di tessuto
embrionale rimasti silenti per tanti anni e che ad un certo punto iniziano
a crescere e crescendo raggiungono dimensioni notevoli mimando i tumori
ma che tumori in senso stretto non sono. Sono proliferazioni di tessuti
eterotopici a vario grado di maturazione che pero' ortologicamente
possono gia' essere presenti in quell'organo. Se ho una proliferazione
di vasi non funzionanti, questi costituiscono un angioma, l'angioma nel
fegato non puo' essere considerato un teratoma perché viene
mimato un solo tipo di tessuto, una sola differenziazione, questo prende
il nome di amartoma . abbiamo delle crescite neoplastiche (angioma) in
un organo dove i vasi ci sono (nel fegato), pero' questo angioma
e' congenito fin dalla nascita, allora lo chiamiamo amartoma; se
invece questa neoformazione e' costituita da un tessuto che non e'
di regola presente in quell'organo, lo chiameremo coristoma , ad esempio
il tessuto adiposo nel fegato non e' ortologicamente rappresentato,
un lipoma (tumore benigno) congenito del fegato non e' un amartoma
ma un coristoma. Gli amartomi sono tumori benigni presenti fin dalla nascita
probabilmente derivati da un germe di cellule che si sviluppa in modo abnorme
presenti ortologicamente in quell'organo fin dalla nascita, sara'
invece un coristoma se quelle cellule non sono ortologicamente presenti
in quell'organo. Ad esempio degli amartomi sono considerati quegli angiomi
bianchi cutanei che si trovano sul viso (macchie rosse). Se sommiamo piu'
amartomi presenti nello stesso soggetto e questi configurano delle sindromi
amartomatose, queste sindromi prendono il nome di facomatosi , ad esempio
quelle macchie rosso vinose o degli angiomi piani cutanee sulla fronte
ed altri angiomi in altre sedi. Spesso sono localizzati alla retina e al
cervelletto, sono le sindromi oculo-cerebello-facciali. Gli angiomi del
fegato possono essere dei tumori benigni del fegato insorti in un soggetto
normale (che non presentava germi cellulari), ci puo' essere anche
la variante maligna, l'angiosarcoma. Di fronte ad un angioma epatico si
deve ragionare e vedere se questo e' li' fin dalla nascita
e quindi e' un amartoma oppure se si e' sviluppato successivamente
sara' un tumore benigno o maligno del fegato.
Il teratoma di regola non e' composto da un solo tipo di tessuto
ma dai tessuti propri di un foglietto embrionale, tornando all'ovaio, una
delle malformazioni piu' comuni e' rappresentata dalla cisti
dermoide. e' una cisti di dimensioni variabili, da 1 o 2 cm fino
a 15 cm, di regola viene complicata da flogosi per cui si instaura un quadro
di periannessite (viene coinvolta la tuba e la superficie dell'ovaio).
La cisti dermoide e' un vero e proprio teratoma, a costituirla partecipa
solo uno dei foglietti, l'ectoderma e questo si differenzia producendo
tutto cio' che nel feto l'ectoderma e' destinato a produrre:
cute (che sfalda cheratine dello strato corneo e la cisti si riempie di
lamelle cheratiniche), denti, peli, ghiandole sebacee e sudoripare; e'
la secrezione delle ghiandole e lo sfaldamento delle cheratine che determina
quella poltiglia di sebo presente nella cisti che e' poi l'unico
vero pericolo della cisti perché se questa si rompe, peli, sebo
e cheratina si riversano nel peritoneo e danno un quadro di una grave peritonite.
La cisti dermoide, molto comune fra le patologie pseudo tumorali dell'ovaio,
e' di fatto un teratoma. I teratomi possono essere maturi o immaturi
a seconda che il foglietto embrionale si differenzi bene o non si differenzi
affatto; se il teratoma e' immaturo noi abbiamo forti possibilita'
che i tessuti embrionali immaturi ad un certo punto della loro proliferazione
delirino e il loro delirio li porti a delle vere e proprie neoplasie maligne.
Il teratoma dell'ovaio non deve essere quindi sottovalutato sia perché
puo' rompersia' peritonite, sia perché potrebbe essere
immaturo e non maturoa' tumore. I teratomi possono essere rappresentati
anche da due foglietti o da tutti e tre. Cosi' se nella cisti dermoide
oltre a peli, denti, ghiandole, cute, trovo ad esempio del tessuto adiposo,
questo non sara' piu' un teratoma monofiletico, ma sara'
bifiletico o trifiletico. La presenza di tessuto immaturo in un teratoma
e' un rischio per una neoplasia maligna. Le altri sedi piu'
comuni dove si trovano i teratomi sono il retro peritoneo, il mediastino
(pericoloso se di grosse dimensioni), e la regione laterocervicale (perché
a causa delle tasche branchiali e' la regione che embriologicamente
da' piu' problemi). Possiamo ancora dire che nell'ovaio poiché
ci sono gli oociti alcuni pensano che non siano altro che crescite parziali
quasi partenogenetiche, cioe' che gli amartomi derivino dagli oociti.
Queste sono tutte condizioni che non sono tumori in senso stretto, mimano
i tumori, ma che tumori possono diventare.
Tumori dei tessuti molli, sarcomi sono tumori di derivazione mesodermica.
Un gruppo di tumori difficili da classificare, e' stato inquadrato
nel capitolo dei tumori dei tessuti molli, i tessuti molli sono tutto cio'
che non e' splancnico, tutto cio' che non e' organo o
apparato (esempio del paese che senza case rimane con tutto cio'
che e' accessorio, fili della luce, tubi ecc..), quindi tumori dei
tessuti molli sono quelli che si trovano nel retro peritoneo, nel mediastino
(organi esclusi), nei tessuti molli, fasce, aponeurosi, connettivo, tessuto
adiposo ecc.. . In quelle stesse sedi dove si trovano i tumori dei tessuti
molli possiamo trovare facilmente anche i teratomi. Se ho un teratoma trifiletico,
maturo non sembra un feto? Cio' che gli manca e' l'ordine strutturale,
non si organizza in strutture organoidi, se cio' avvenisse non si
avrebbe piu' un teratoma ma una condizione estremamente rara a determinarsi
che si chiama fetus in feto (il gemello interno).
18\11 FULCHERI
TUMORI DEGLI ANNESSI EMBRIONALI
L'embrione si sviluppa formando alcune strutture che sono poi destinate
a scomparire non solo nella vita adulta ma gia' in quella fetale,
sono il sacco vitellino e l'allantoide. Sono due strutture importanti perché,
specialmente il sacco vitellino fornisce il primo alimento all'embrione
quando si forma la camera ovulare, intorno alla quale c'e' il corion
laevae, dove poi la camera ovulare si annida il corion diventa frondoso,
ricco arboreggiato e cresce, l'unico messaggio biologico del corion e'
di crescere. All'interno della camera ovulare si forma l'embrione che deve
organizzare una struttura complessa prima di tutto, deve cioe' fare
la vascolarizzazione. A questo livello l'emopoiesi avviene nel sacco vitellino,
da questo sacco pieno di cellule emopoietiche primordiali si sviluppera'
tutto il complesso vascolare dell'embrione. La camera deve poi infiltrare
l'endometrio fin quando trova delle lacune vascolari, nelle quali con il
sangue in abbondanza, il trofoblasto continuera' a crescere e diventera'
sempre piu' complesso, d'altro canto all'interno della camera il
sacco vitellino comincera' ad organizzare la propria vascolarizzazione,
e si creera' quel flusso di sangue dal corion che poi diventa placenta
all'embrione. A questo punto l'endometrio diventa decidua, le cui caratteristiche
consentono al trofoblasto, che ci si infila, di pescare dentro laghi di
sangue. La circolazione placentare non e' della madre ma del feto,
la placenta non e' madre ma feto, e' un annesso fetale. Ad
ogni annesso fetale (placenta, fatta di cordone, membrane e disco coriale;
sacco vitellino; allantoide), corrisponde un tumore detto degli annessi
fetali. La circolazione che si svolge tra la placenta e il feto e'
tutta fetale, nulla che cio' che e' feto, se non per una disgrazia,
viene a contatto col sangue materno. I villi, che sono la meta' terminale
della placenta, scambiano col sangue contenuto nelle lagune della decidua,
ma i due circoli non vengono mai a contatto. In tutti i nove mesi, i villi
, che sono formati da uno stroma, dai vasi propri e rivestiti dal trofoblasto,
hanno come input quello di crescere, ingrandirsi sempre di piu' (la
placenta a termine e' di circa 500 gr.), e' una grossa struttura
che pesca su un'ampia superficie, porta sangue attraverso una rete di vasi
sempre piu' complessa al funicolo e dal funicolo all'embrione. Immaginiamo
che l'embrione non si sviluppi, non si formi; infatti a seguito di un'avvenuta
fecondazione possono svilupparsi solo gli annessi e non l'embrione. e'
una situazione destinata a non poter progredire, e' una delle cause
di aborto spontaneo, ma non c'e' l'embrione, quindi non c'e'
il cuore dell'embrione, non ci sono i vasi dell'embrione, quindi non ci
sono i vasi nei villi e nella placenta. In questa situazione il trofoblasto
che ha come messaggio genetico di crescere, continua a crescere forsennatamente
sempre nel tentativo di garantire qualcosa che non puo' essere garantito
perché non puo' funzionare e si crea una situazione abnorme
che si chiama mola vescicolare . Si va poi incontro inevitabilmente all'aborto,
ma queste cellule trofoblastiche, che sono cresciute afinalisticamente,
possono, avvenuto l'espletamento, l'espulsione della camera ovulare, rimanere
nella decidua e continueranno a proliferare, a questo punto ci si trova
di fronte ad un vero e proprio tumore che prende il nome di coriocarcinoma.
I tassi ematici delle gonadotropine corioniche permangono elevati anche
dopo l'aborto e queste cellule trofoblastiche, ancor piu' esautorate
della loro funzione, continuano a crescere. Questa e' una delle neoplasie
piu' aggressive che si conoscono, pero' e' anche una
delle piu' trattabili. e' cosi' aggressivo perché
continuera' a cercare vasi e tutto cio' che e' sangue
e quindi con estrema facilita' si riversera' nel circolo ematico,
di qui le vie di metastatizzazione verranno percorse tutte e le localizzazioni
saranno imponenti per numero e per taglia. Andranno via cava inferiore,
atrio destro, ventricolo destro, polmone. Di qui molto facilmente al fegato
e all'encefalo. Essendo un tumore molto sensibile e capace, sotto terapia,
di regredire, la strategia consiste nella diagnosi precoce e nella terapia
a dosi corrette e non vi sara' piu' traccia di sé. Se
la metastasi regredita coinvolge il polmone, praticamente gli effetti sono
nulli, cosi' anche per gli organi splancnici, ma una metastasi di
10 cm colpisce il cervello, anche se regredisce, avra' comunque comportato
un danno.
Quando parliamo di tumori distinguiamo i maligni dai benigni, questo
pero' non puo' essere un concetto assoluto, dobbiamo pensare
alla malignita' o alla benignita' biologica di una neoformazione,
sia esso benigno che maligno. Ad esempio nell'anziano uno dei tumori piu'
comuni della cute e' il basalioma, che e' un tumore maligno
per definizione pero' non da' metastasi se non in uno stato
piu' avanzato, ulcera la cute, di solito e' visibile sul viso,
tende a recidivare, e' un tumore maligno che e' poco maligno
biologicamente parlando. Un altro esempio sono le meningi dove il meningioma
puo' essere sia maligno che benigno, la forma benigna cresce, non
infiltra, non da' metastasi, pero' siamo nella teca cranica
e una massa all'interno della teca cranica bene non fa, e quindi sara'
importante vedere qual e' la sede precisa del meningioma, e'
quindi un tumore benigno che pero' biologicamente e' maligno.
L'adenoma dell'ipofisi e' per definizione benigno (sara' maligno
il carcinoma), non da' metastasi, non infiltra, si accresce nella
sella turcica, la deforma e quindi non posso considerarlo biologicamente
benigno. e' il medico che deve valutare il comportamento biologico
del tumore, un benigno puo' essere molto piu' pericoloso del
maligno. L'adenocarcinoma dell'endometrio e' maligno, infiltra, da'
metastasi, oggi con la diagnosi precoce, con adeguata chirurgia, e terapia
post chirurgica, la guarigione e' assoluta. Il coriocarcinoma e'
un tumore che da' tanto danno biologico perché da' grosse
metastasi e grosse emorragie, il fatto che possa essere trattato e'
un fatto secondario.
Per lo sviluppo del coriocarcinoma e' necessario l'evento dell'aborto
perché non si hanno i vasi, non c'e' il feto. Una percentuale
piu' bassa, ma da non trascurare, deriva da gravidanze a termine,
nelle quali c'era il feto, che e' nato, la placenta non e'
stata espulsa completamente, residuano piantati nella decidua dei gruppi
di villi che continuano a proliferare. Quando si fa partorire una persona
si deve togliere tutta la placenta.
Tumore del sacco vitellino a differenza del tumore trofoblastico non
e' correlato con la gravidanza, si trova nel maschio e nella femmina
(gravida o meno),lo si trova in sede gonadica ma anche in sede extragonadica,
in quelle stesse sedi che coinvolgevano i teratomi (laterocervicale del
collo , mediastino, retro peritoneo, pelvi); e' un tumore di grosse
dimensioni, essendo un tumore degli annessi embrionali ha enorme capacita'
di crescita, metastatizza molto e' apparente maligno.
Questi tumori possiamo trovarli in forma pura in sede gonadica
o extragonadica, oppure in forma mista in tutti i tumori della gonade maschile
o femminile, ad esempio in un seminoma posso trovare delle isole di coriocarcinoma,
in un disgerminoma posso trovare delle isole di coriocarcinoma; cio'
vale a dire che i tumori della gonade maschile e femminile si possono trovare
puri o misti dove con misti s'intende una compartecipazione dei tumori
degli annessi embrionali (oltre che misti Sertoli-Leydig).
19\11 FULCHERI
MALFORMAZIONI
Bisogna innanzitutto capire se sono su base genetica o no, e poi si
devono capire le cause che la determinano, si deve tenere anche conto delle
interferenze dell'ambiente. Ci possono essere delle mutazioni nel genoma,
ma questo fa parte del complesso sistema di microevoluzioni. Oggi a causa
dell'interazione dell'ambiente le malformazioni congenite sono sempre piu'
in aumento, dobbiamo quindi comprendere il fenomeno, qual e' la cosa
fatta male, qual e' il gene che codifica questa cosa, e poi
si deve stabilire a quale momento dello sviluppo avviene la malformazione
per capire esattamente la maggiore o minore ingerenza dell'ambiente sulla
malformazione e quindi potere fare prevenzione. Oltre il danno del singolo
e' molto grave anche la ricaduta sociale. Per normale intendiamo
tutto cio' che e' variabile rispetto ad un concetto di funzionalita'
di base, intorno al quale ci possono essere appunto delle variabili ma
tutte nell'ambito della funzionalita' (ad esempio variazioni sulla
forma del naso di ognuno di noi). Per anomalia si intende un'alterazione
che non impedisce la funzione ma la altera (ad esempio la deviazione del
setto nasale), queste alterazioni avranno poi molte cause. Gli Incas credevano
che chi nasceva con la fronte alta e l'occipitale verso l'alto fosse destinato
alla vita del sacerdote, quindi con delle tavolette facevano in modo che
alcuni bambini eletti crescessero con l'occipitale in alto creando cosi'
dei mostri. Questi crani a torre, oppure schiacciati orizzontalmente, potrebbero
essere considerati delle malformazioni, ma cosi' non e', questa
la chiamiamo deformazione, perché io ho modificato la forma. Le
deformazioni sono molto comuni, come ad esempio i piedi delle giapponesi
che credevano che il piede lungo fosse sexy e cosi' lo inguainavano
in gambali di ferro; gli occhiali portano ad una deformazione delle ossa
del naso; l'artrite e' deformante. Ammettiamo che in vita fetale
esista una riduzione marcata del liquido amniotico, situazione patologica
detta oligoidramnios, il feto si trovera', anziché libero
di nuotare nel sacco amniotico, chiuso, la posizione che assume nello sviluppo
resta statica e gli arti che crescono durante lo sviluppo si deformano,
ad esempio i piedi vari o valghi che non sono liberi di muoversi nel liquido
ma sono costretti, in questo caso non c'e' alterazione genetica,
e quindi non c'e' diversita' tra il piede valgo da oligoidramnios
e il cranio schiacciato degli Incas. Il meccanismo patogenetico e'
lo stesso e parleremo sempre, quindi, di deformazione.
Altra cosa sono gli errori di sviluppo. L'embrione si forma, passata
la vita embrionale, dopo il terzo mese diventa feto e in questa fase cresce
solo, a questo punto possono verificarsi degli errori di sviluppo, vuol
dire che le parti ci sono, i nuclei formativi anche, e a questo punto una
causa, quasi sempre estrinseca, agisce e l'organismo si sviluppa
male. Errori di sviluppo possono essere considerati ad esempio la mancata
chiusura del canale embrionale, i nuclei ci sono, il tessuto sarebbe in
grado di formarsi normalmente, per qualcosa che capita dopo la formazione
dei campi principali di formazione si ha uno sviluppo scorretto (pur essendosi
formato). In questi errori di sviluppo cadono gran parte delle malformazioni,
generalmente intese, malformazione e' un termine generico usato impropriamente.
Per malformazione si intende quell'errore di formazione di un campo primario,
per campo primario intendiamo quel gruppo di cellule che sviluppandosi
dara' luogo ad un organo, un apparato ecc.. . Esempio di errore di
prima formazione e' l'agenesia del rene, mancano cioe' le cellula
dalle quali i reni devono formarsi. Errore di sviluppo sara' invece
il rene dipartito, a ferro di cavallo; la vera malformazione, recando un
grave danno e' incompatibile con la funzione. Malformazioni sono
quindi quei difetti di forma incompatibili con la funzione. Per anni si
sono classificate determinate malformazioni come tali, le amputazioni di
utero; un feto si sviluppa normalmente e poi nasce privo di un segmento
(dito, mano, ecc..) o con una palatoschisi, questa e' una delle piu'
comuni malformazioni ritenuta tale, ma che tale non e'. ultimamente
si e' visto che la genesi di gran parte di queste amputazioni era
dovuta ad una malattia del liquido amniotico, la cosiddetta sindrome da
bande amniotiche; il feto che nuota normalmente nel liquido per una strana
evenienza cioe' la formazione delle cosiddette bande nell'amnios,
bande di tessuto che separano a mo' di festoni, e il feto nei suoi movimenti
va ad urtare contro queste briglie di fibrina e lavori sperimentali hanno
dimostrato che l'effetto lesivo del contatto di un feto con una di queste
bande e' paragonabile all'impatto che avrebbe un adulto sparato a
100 all'ora contro un cavo d'acciaio, il risultato e' quello dell'amputazione
netta. Tanto piu' precocemente si formano queste briglie, tanto piu'
grave e' il difetto che il feto puo' avere. Queste sono sindromi
non congenite ma acquisite (anche se in vita fetale) e vanno quindi distinte
dalle malformazioni genetiche.
21\11 FULCHERI
Distinguiamo negli errori di sviluppo, non dove ci sia un arresto o
una non formazione del campo che comporterebbe una non formazione di un
organo, ma dove invece il campo formativo c'e' e c'e' poi un
errore di sviluppo, quelli che sono i difetti in eccesso e i difetti in
difetto; per i primi intendiamo ad esempio l'esadattilia (mano o piede
con sei dita), esempio dei secondi e' la tetradattilia o la tridattilia,
in altre parole si formano tessuti in eccesso o in difetto, questa situazione
si puo' avere anche nel caso degli organi splancnici o dei lobi polmonari
ecc... Ci sono poi i difetti di sedimentazione o di divisione e i difetti
di fusione. Tutto l'intestino si forma per una divisione, nei difetti di
divisione si hanno malformazioni dell'intestino, con ad esempio l'intestino
a doppia canna (a due lumi); l'ampolla rettale e la vescica derivano da
un'unica struttura embrionaria che in fasi molto precoci si strozza prima
e poi si chiude, si sedimenta, davanti diventa vescica e dietro retto,
un'alterazione di questo meccanismo di divisine porta alla cloaca comune
(come negli uccelli), questo e' un difetto di sedimentazione. Le
malformazioni del cuore avranno questa base d'origine. L'utero bicorne
e' un difetto di fusione, eccessiva fusione sara' invece la
fusione anche delle tube ecc. . Sirenomelia e' una malattia in cui
il soggetto e' di sesso ambiguo e ha un unico arto che termina con
un piede per lo piu' malformato e che nel passato poteva evocare
la coda di un pesce; quando faccio l'autopsia di un feto con questa malattia,
vado a vedere radiologicamente quanti femori ci sono, perché devo
distinguere una malformazione da agenesia di una gemma di un arto , da
un errore di fusione, perché se io trovo i due femori ho un errore
di fusione, cioe' ho due arti che si sono formati regolarmente ma
che non si sono divisi sui piani cutanei, quindi il significato e'
completamente diverso. Spesso i medici non distinguono le due malformazioni,
per cui sono portati a dire tridattilia o tetradattilia quando invece le
dita sono tutte e cinque ma sono indivise. Ben diverso sara' infatti
l'approccio alla paziente che in un caso sara' mandata ad un esame
genetico per vedere quale gene non ha funzionato nel codificare per tutte
le dita, se invece le ossa ci sono non si puo' parlare di tetradattilia
e non ci sara' una malformazione importante dal punto di vista genetico
ma solo un errore di fusione.
Malformazioni dei mostri doppi, errori possono avvenire anche nei gemelli,
specie quelli monovulari, dove la divisione dei due embrioni in fasi estremamente
precoci e' essenziale per il corretto sviluppo dei due. Sono difetti
di formazione quando si avranno delle vere mostruosita' estremamente
complesse dove i due gemelli non riescono a dividersi. Un caso e'
stato quello di una donna con parto a termine, non aveva mai fatto ecografia,
all'ultimo fa l'ecografia e si scopre che di due gemelli uno aveva il cuore
e l'altro no, e poi c'era una sola testa, era un unico soggetto con 4 gambe
e 4 piedi con una sola testa che aveva due facce, questa testa non derivava
dalla fusione di due nuche ma dalla speculare fusione di due mezzi corpi,
cioe' l'emifaccia destra di un feto e quella sul lato opposto erano
la faccia, la fusione era avvenuta sul piano sagittale. Questo e'
il piu' grave difetto di rotazione e di fusione a cui si puo'
assistere nell'embrione. Da qui in poi vi e' una gradualita'
di divisioni possibili.
In un altro caso si osservavano dei casi di gastroschisi, cioe'
apertura della pancia con fuoriuscita dei visceri addominali, questo difetto
puo' essere molto limitato con fuoriuscita di qualche viscere o con
sventramento completo, se e' limitato viene corretto subito dopo
la nascita, se e' esteso e' di difficile richiuderlo. Ne videro
un caso, dopo 15 giorni un altro, e cosi' via, nell'arco di un anno
e mezzo vennero all'osservazione sei casi. Quando una malformazione viene
all'osservazione per un numero superiore alla media attesa, scatta l'allarme,
si deve vedere cosa e' capitato con un anamnesi molto accurata. Tutti
erano coppie giovani alla prima gravidanza con cariotipo perfettamente
normale, tutti con lavoro che non poteva essere correlato, tutti che non
avevano assunto farmaci, insistendo si vide che in comune avevano che si
erano sposati da 5 o 6 mesi, la donna era rimasta gravida 4 o 5 mesi dopo
le nozze, si erano sposati in chiesa, e tutti avevano fatto il viaggio
di nozze in Kenya o in paesi tropicali, e tutti avevano assunto lo stesso
farmaco antimalarico, che venne poi tolto dal commercio.
11\12 FULCHERI
AUTOPSIA
E' un atto diagnostico. 1) imperizia, 2)negligenza, 3) imprudenza.
L'autopsia puo' essere chiesta dal medico di guardia, dal primario
di reparto, dal medico curante. L'unica persona che puo' richiedere
l'annullamento dell'autopsia e' colui che ha richiesto il riscontro
autoptico. Un'autopsia una volta chiesta difficilmente viene revocata.
La legge proibisce il seppellimento della salma non prima di 24 h di osservazione,
idem per l'autopsia. L'autopsia puo' essere effettuata prima se vengono
registrati l'ECG. Fenomeni cadaverici: 1) immediati, 2) successivi, 3)
trasformativi. 1) Perché uno sia morto bisogna verificare arresto
cardiaco, respiratorio, attivita' cerebrale. Il medico deve accertare
la realta' di morte. 2) sono: algor mortis, rigor mortis (rigidita'
cadaverica, si instaura in sequenza: muscolo massetere, buccinatore, del
collo, dorso, arti e rilascio in senso opposto), livor mortis (pallore),
ipostasi (il sangue rifluisce nelle parti piu' declivi cosicché
da cio' i medici legali desumono se la salma e' stata spostata
o no dal luogo del decesso, se e' supino non c'e' ipostasi),
secchezza delle mucose (congiuntiva, labiali orale); nessuno di questi
e' singolarmente significativo ma l'insieme si'. 3) quando
compaiono fenomeni trasformativi si ha la putrefazione, prima di questa
si ha: - autolisi: per liberazione di enzimi contenuti all'interno delle
cellule che iniziano a distruggere il citoplasma. - autodigestione: da
parte di enzimi dell'apparato digestivo, succhi gastrici, pancreatici.
Fin qui non sono ancora entrati in gioco i batteri (saprofiti) presenti
su cute o mucose. - inizia cosi' la putrefazione che ha bisogno di
aria. Viene persa la morfologia degli organi. Si ha poi: - saponificazione,
- corificazione, - mummificazione, - scheletrizzazione, - polverizzazione.