ROCKOL
Il nuovo Freddie Mercury? Sentendo il singolo “Grace Kelly” il paragone è inevitabile, per quella voce che va spesso in falsetto, e per quel gusto teatrale, volutamente kitsch e sopra le righe, marchio di fabbrica del grande e compianto cantante dei Queen. Altrettanto inevitabile, forse, che quel singolo facesse il botto, perchè la canzone è – definizione scientifica - veramente paracula e appiccicosa, nel senso buono, s'intende.
Lo stesso si può dire del disco di debutto di questo strano personaggio, 23 anni, inglese ma di origini “esotiche” (proprio come Mercury, che arrivava da Zanzibar; Mika è invece libanese). Non stupisce che in molti abbiano gridato al capolavoro: ci sono più idee in queste 11 canzoni di quante ne abbiano artisti - mediocri ma in alcuni casi di successo – in tutta una carriera. Se proprio volessimo fare un paio di altri paragoni, non si può non citare Robbie Williams, per il gusto pop, per le citazioni retrò (la dance di “Relax, Take It Easy” o di “Love Today”); e viene in mente anche Rufus Wainwright, un po' per il coté dichiaratamente gaio, un po' per il gusto eccessivo e barocco o lirico negli arrangiamenti delle canzoni (quelle più lente sopratutto, come “Any Other World” o in “Over My Shoulder”).
E' sufficiente tutto questo per fare di Mika un genio? Non proprio. “Life In Cartoon Motion” è un bel disco, ma un po' troppo dispersivo come capita agli artisti che hanno troppe cose da dire. Mika è un furbacchione, questo è certo: ha una bella storia, una bella faccia e delle belle canzoni, che per di più si scrive da solo. Per questo, sopratutto per l'ultimo motivo, funziona. Ha grandi qualità, ma forse ha ancora bisogno di crescere, inevitabilmente, di limitare il campo d'azione, possibilmente senza perdere troppo della freschezza che questo disco dimostra, e che solo un esordiente può avere. Le premesse ci sono tutte e sono molto piacevoli, come dimostra “Life In Cartoon Motion”.
Source: Rockol