Europa/Mutemuya,
Radamanto/Amenofi III, Idomene/Tiye,
Idomeneo/Amenofi IV, Megara/Nefertiti, Creonte/Ay: nuove identificazioni e il culto degli antenati divinizzati a Creta
nel XIV secolo a. C.
(secondo
l’Apoteosi di Radamanto a Festo e il suo Sarcofago ad Haghia Triada)
MGCorsini,
11 dicembre 2006. Tutti i diritti riservati
Apotheosis
of Rhadamanthys, side A:
Questa, se verrà confermata dai miei studi successivi, sensazionale
scoperta è avvenuta nella notte fra il 10 e l’11 dicembre corrente ed è stata
perfezionata nello stesso giorno 11.
Non è facile interpretare questi dati in base alla tradizione greca e
giudaica e anche in base ai dati non del tutto chiari offertici dalla storia
egizia, ma ci proverò. In Eidomeneo/Idomeneo dobbiamo vedere Amenofi IV che
celebra il funerale di suo padre Radamanto/Amenofi III e in Megara (figlia di
Creonte “Potente”, cioè il visir Ay, figlio di Yuya) la regina Nefertiti, moglie di Eracle/Amenofi IV appunto. Dunque
moglie e marito celebrano o piuttosto vengono immaginati celebrare, verisimilmente ad Haghia Triada e all’antro di Kamares dell’Ida (come ho già
scritto), quella che comunque è una parvenza di funerale di Amenofi
III/Radamanto, sepolto in realtà nella Valle dei Re in Egitto. Eidomene è
ovviamente Tiye, madre di Amenofi IV e figlia di Yuya/Minosse e Tuya/Pasifae.
Assistiamo qui al culto degli antenati divinizzati e identificati con le divinità
autoctone di Creta, in particolare la dea madre nutrice per le grandi spose
reali. Sia Idomeneo (nome che ha assunto
Amenofi IV come re su Creta e l’Egeo) che suo padre Radamanto (nome
assunto da Amenofi III, come re su Creta e l’Egeo) assimilavano le proprie
madri (Eidomene/Tiye e Europa (“occhi grandi” probabilmente dunque “begli
occhi”)/Mutemuya rispettivamente) alla dea madre nutrice Theia dell’Ida, madre
del Sole/Aton, di cui Amenofi IV si riteneva certo l’incarnazione terrena.
C’è un evidente cambiamento rispetto a quanto ritenevo in precedenza
(ma tutto potrebbe tornare allo stato precedente se mi accorgessi di aver preso
una strada sbagliata) e cioè viene a cadere la presenza del nome di Minosse
nell’Apoteosi, sostituito da quello che mi pare di dover leggere Idomeneo (e di
conseguenza Megara non corrisponde più a Tiye, bensì a Nefertiti moglie di
Idomeneo/Amenofi IV). Inoltre se per l’età Hyksos le mie identificazioni sono
ferme al loro posto, è evidente che dal tempo della cacciata degli Hyksos sotto
Ahmose il contatto fra Greci ed Ebrei da una parte e l’Egitto dall’altra si fa
più nebuloso e, eccettuato ovviamente Ismaele/Apopis, da Isacco in poi i
patriarchi ebrei vivono ai margini dell’Egitto dinastico, per cui nulla di
sicuro si può affermare sui racconti che li riguardano. Di uno solo di essi
potremmo avere qualche garanzia di dati sicuri, di Giuseppe/Melampode/Yuya, ma
temo che le favole veterotestamentarie che diventano addirittura storia reale a
confronto di quelle greche ci possano deviare dalla realtà cui dobbiamo stare
legati in base alla storia egizia e ai documenti seppure così difficili da
interpretare come l’Apoteosi di Radamanto.
Voglio dire che credo che Yuya sia Minosse mentre non sono più sicuro
che seppure Giuseppe possa essere stato confuso con Yuya, con cui ha molti
tratti in comune, non sia stato costruito anche su Amenofi IV come indicato dal
Melampode (figlio di Idomene) con cui pure deve identificarsi. Nel frattempo ad avvalorare questa ipotesi è
intervenuta l’osservazione che se l’Antico Testamento afferma che il sarcofago
di Yuya (il Giuseppe di Ahmed Osman) è stato portato in Palestina dagli Ebrei
dell’Esodo, ciò è falso, in quanto il sarcofago con il suo contenuto è stato
ritrovato nella Valle dei Re (del resto Genesi ignora che il sarcofago di
Yuya/Giuseppe sia stato portato via da dove era stato collocato). Viceversa è
vero che di Amenofi IV non si trova il sarcofago e la relativa mummia e io
credo che gli Ebrei dell’Esodo avrebbero potuto portare con sé proprio il sarcofago
del faraone eretico ripudiato dagli Egizi ed invece venerato dagli Ebrei in
quanto propugnatore in prima persona del culto monoteistico di Aton/Adone.
Perciò potrebbe darsi che in qualche modo si facesse confusione nel tempo fra Melampode/Giuseppe ed Amenofi IV (dunque
voglio dire che l’identificazione di Ahmed Osman rimane geniale ma purtroppo
indagare su Giuseppe e, aggiungo io, Melampode, non ci permetterà magari di
saperne di più, al contrario). Se Amenofi IV (1348-1331) ha regnato da subito dopo
la morte del padre non c’è motivo di ritenere che Minosse/Yuya lo abbia sostituito nella
celebrazione dei funerali di Radamanto, sia pure accompagnando sua figlia Tiye
moglie regale (dove però nessuna
tradizione identifica Megara come figlia di Minosse/Creonte mentre magari è più
lecito pensare a Ay/Creonte in quanto personaggio meno noto e dunque meno
caratterizzato storicamente; ma in realtà dietro Creonte “Potente” si può
nascondere un altro personaggio in quanto Ay e sua moglie allevarono Nefertiti
pur non essendone i genitori). Dato che
identificare nelle genealogie greche i personaggi storicamente portati alla
luce dai riscontri storici nel caso migliore serve solo a dirci che le
genealogie greche sono attendibili per questa volta mi asterrò di farlo, anche
perché ho notato che di questa genealogia di Idomeneo/Amenofi IV tutta egizia i greci hanno fatto delle false
copie distribuendole in regni differenti della Grecia dove non ebbero mai la
loro sede.
Se ho ragione viene confermato che la vera guerra di Troia (si tratta
di tensioni certamente non hollywoodiane al contrario dell’invasione del popoli
del mare sotto Ramesses III, la guerra di Troia omerica) avvenne nella seconda metà del XIV secolo
(regnante Idomeneo), e, alla data dell’Apoteosi,
Più volte nei miei lavori ho cercato
di inserire un passo che mi
sembrava aver letto nell’Iliade, parallelo a quello del condottiero
veterotestamentario (impropriamente detto giudice) Iefte che fece voto a Yahweh
che se avesse vinto la guerra contro gli Ammoniti avrebbe sacrificato la prima persona uscita
da casa sua per venirgli incontro al
ritorno in patria e gli capitò di incontrare e dover sacrificare la propria figlia unica (l’episodio, in Giudici
11, 29-
Thēleia “Nutrice” e Dēlia (dell’isola) “di Delo” sono la
stessa cosa perché a Delo, nelle Cicladi (regno di Minosse e Radamanto), nacque
il Sole Apollo allevato dalle due dee Leto e Artemide (a sua volta nata dalla
precedente). Mentre Leto è la “Notte” generatrice nascosta dei due astri
Artemide/Luna e Apollo/Sole, Delo è l’isola “Manifesta” cioè dove avvenne la
prima epifania del Sole, celebrata da allora in poi a Delo ogni quattro anni.
Perciò credo che la ierofania di tanti sigilli e iconografie minoico-micenee e
dell’Egeo potrebbero leggersi anche in tal senso, come riferimento al culto del Sole Apollo e datare, se non
esclusivamente, particolarmente dall’età di Minosse/Yuya (da Tuthmosi IV a Amenofi IV) in poi. E’ questa una
tradizione di chiara importazione egizia, come ci attesta Erodoto e come
possiamo verificare noi stessi dalla documentazione egizia. Leto è la dea
Uadjet protettrice del Basso Egitto di Buto sul Nilo Sebennitico. Vicino è
l’isola “galleggiante” di Chemmi con santuario di Apollo (Erodoto, 2, 155-156).