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Alla ricerca del continente perduto di Atlantide, 3

 

MGCorsini, 6 dicembre 2006.  Tutti i diritti riservati

 

 

 

Ho lasciato Atlantide 2 con l’idea che l’eruzione del Thera (e successivo esodo degli “Ebrei” sotto Amenofi IV) e l’inabissamento di Atlantide (e l’ultimo e più massiccio esodo dei popoli del mare sotto Ramesses III) fossero  catastrofi concatenate a causa delle quali e durante le quali l’Egeo aveva perso i centri di potere (successivamente all’eruzione del Thera le Cicladi erano devastate e  dei  Greci dominavano da Cnosso su tutta Creta; sarebbe bastata la distruzione del palazzo di Cnosso per gettare l’Egeo nel buio del medioevo) e dunque la scrittura e la cronaca degli avvenimenti nonché l’esatta loro conoscenza. Ma in realtà anche Erodoto dice questo riferendosi a due spopolamenti di Creta dopo Minosse, uno subito dopo, dopo di che a Creta di sarebbero stabiliti soprattutto dei Greci, un altro al tempo della guerra  di Troia omerica dopo di che si sarebbero stabiliti a Creta i Dori (7,170-171: « Si racconta infatti che Minosse, giunto in Sicania (oggi detta Sicilia) alla ricerca di Dedalo, vi perì di morte violenta. Tempo dopo i Cretesi, indotti da un dio, tutti tranne quelli di Policne e di Preso, arrivarono in Sicania con una grande flotta e strinsero d’assedio per cinque anni la città di Camico (ai tempi miei abitata dagli Agrigentini). Infine, non potendo né conquistarla né rimanere lì, oppressi com’erano dalla carestia, abbandonarono l’impresa  e se ne andarono… A Creta, rimasta spopolata [perché quasi tutti se ne sono andati  a vendicare Minosse], a quanto dicono i Greci, si insediarono altre genti, specialmente Greci; due generazioni dopo la morte di Minosse scoppiò la guerra di Troia, nella quale i Cretesi si rivelarono non certo i più tiepidi fra gli alleati di Menelao. In ricompensa, al loro ritorno da Troia ebbero carestia e pestilenza, essi e il loro bestiame: Creta rimase spopolata per la seconda volta ed accolse una terza ondata di immigranti, i Cretesi d’oggi [cioè i Dori] che la abitano insieme coi resti degli abitanti di prima. »). Voglio insistere su  questo modello interpretativo però precisandolo meglio. Ritengo che all’eruzione del Thera verso il 1340 a. C. (che si porta via con sé tutte le promesse della religione di Akhenaton e di “Mosè”) e alla presa di potere su Cnosso da parte dei portatori della Lineare B, seguì l’incendio dello stesso palazzo di Cnosso verso poniamo il 1300 a. C. data perciò delle tavolette in Lineare B di Cnosso e del rimaneggiamento sui lati brevi e riutilizzazione del Sarcofago di Haghia Triada (già profanato dai Micenei)  come sepoltura di un capo della città di Haghia Triada che si rifaceva all’antico regno di Radamanto e Minosse e poteva persino identificarsi con Idomeneo ovvero Minosse II. Si trattò in tutta l’isola di una ribellione contro il dominatore miceneo magari riecheggiata dalla tradizione di Teseo ateniese. Seguirono nel tempo altri disastri culminanti nell’eruzione parossistica di Thera e nell’inabissamento (non totale) di Atlantide al tempo di Ramesses III con l’arrivo dei Dori in Grecia.

 

In questo frattempo ho messo a fuoco altri elementi della cultura di Atlantide, come la sauna, cui si allude coi bagni di acqua calda e fredda oltretutto connessi con attività ginniche e militari (Crizia, 117);  i dorifori “lancieri” di Atlantide cioè i Dori, cf. i  Ger-Mannen, Germani, di Atlantide (Crizia, 117d); la discendenza patrilineare atlantidea conservata dagli Ebrei  ̶  che ho sempre considerato i peggiori razzisti della storia e infatti sono gli ultimi veri eredi, materiali e soprattutto spirituali, di Atlantide  ̶  fino in età postesilica quando da Ezra e Neemia in poi viene imposta la discendenza matrilineare (Johann Maier, Il Giudaismo del secondo Tempio, Paideia Editrice, p. 65) e ciò evidentemente per essere ancora più sicuri della loro purezza razziale, perché come insegnano i giuristi romani, e Omero lo sapeva già bene, mater semper certa est, pater numquam.  Del periodo dell’invasione iperborea sarà probabilmente il serpente di bronzo, che ricorda il caduceo di Ermes guaritore da morsi di serpente (Num 21,8-9), la cui erezione è attribuita a Mosè (a Mosè vedo meglio collegato il vitello d’oro ovvero Min/Mnevis/Mer-ur), abbattuto da Ezechia di Giuda (2 Re, 18,4). Se questo è il dio celtico come credo (a sua volta influenzato dalla colonizzazione greca dell’Atlantide) si tratta del massimo dio, il solito Posidone Uranio/Dagan, a mezza via fra Ermes e Apollo.

 

 

Apotheosis of Rhadamanthys, side A:

ma-ka-rya da(y)-mon la-wry-y-py-py-ty-sy ma-ka-rya Y-so-nya da(y)-mon-ty-sy ty-ke(r)-on so-te(y)-ra-ky  py-ra-po(r)-to-py-ty-sy Ke(r)-on-ty-sy DA(Y)-ray ra-nya-rya-ze(y)-py-sy Ke(r)-on-ty-sy nya-dyo la-wry-y-py-py-ty-sy Ke(r)-on-ty-sy DA(Y)-ray ra-nya-rya-ze(y)-py-sy ne-kro Ma-nya-por-ty-sy de(y)-mn°-wy-da(y) y-so-wy-ty-sy   y-ke(r)-on [sph]-ra-ky-ty-sy ye-ro-py-ty-de(y)-ya-py dyo-mn°-se-ty-sy ste-ny-NY De(y)-ya-NY ty-mn°-wo Ra-da(y)-mon-ty-sy.

makaria daimon lawryiphi pitys. makaria Isonoia, daimon t’ēs thēkôn, soteira kē  pēra-pontou-pithyos. Kreiontis MEGArē rh’aniarizeiphi soi, Kreiontis naiadiō lawryiphi pitysi, Kreiontis MEGArē rh’aniarizeiphi soi nekron. Maniaportēs, dēmôn owidae isowithyos woikon, sphragistheis  hierophi tēthiphi, dio mnēstheis sthenei-NIDA  Theîa-NIDA thymenos ho Rhadamanthys. 

Blissful lady double-axes pole, blissful Isonoia, lady of the larnakes and protrectress of the last Travel bag pithos. The doughter of Creon Megara consecrate there to You, the doughter of Creon in the temple of the double-axes poles, the doughter of Creon Megara consecrate there to You the dead. The Illustrious Deceased was expert in the uniforming with equity the national law of the peoples. Your renowned Rhadamanthys has been approved amongst the divine ancestors, so he has been married to the strong  Theîa-Nida.

Side B:

De(y)-ya ZE(Y)-nya-ste-ny de(y)-nya-y-ky-sy de(y)-ra-kro-wa-ko  Ye-de(y)-my-ny-yo Wo-ra-nya-DE(Y) De(y)-ya-DE(Y) y-ra-DE(Y) ZE(Y)-nya-ste-py  Ye-de(y)-my-ny-yo   De(y)-ya-NY mon-ye-ny Ye-de(y)-my-ny DA(Y)-py-ko-SY(R) dyo-kro-por-y-ky DA(Y)-dyo-ny ra-to-sa y-ry-wo-WO(Y)-NY da(y)-ma-ze(y)-py mn°-my-ke(r)-SY(R)  y-mn°-de(y) ZE(Y)-a-wry-yo Ra-da(y)-mon-de(y)-pel dyo-kro-da(y)-mon Ta-ra-nya-sa ty-ry-wo-dyo py-ze(y)-yo Pa-nya-wry-sy y-de(y)-ya-py de(y)-mn°-yo-ty-sy.

Theîa NEAniasthenē theinē aix Thēr(a)akrou bagoû Yede-Minoyo. Ourania-*THĒLEIA Theîa-*THĒLEIA  hira-*THĒLEIA NEAniasthenphi  Yede-Minoyo. Theîa-NIDA   monoyenē  Yede-Minos MEGALĒS-phēgoû-SYRIOS dikrophorikē MEGALOIN-dyoîn  rhantousa hirēiō WOIKŌ-NIDA damazeiphi mnēmā aige-SYRIOS. hymnodei NĒI-awriyo Ra daimonos de hyper dikrodaimonos Taranias. thyrēn hodoiou piezei ho Phaniawrēs ideyaphi deimonoyo tês.

To Theîa strength of the youth, holy goat (Amalthaea) of the Akrotiri of the viceroy  Minotaur. To the heavenly Nurse, Theîa-Nurse, holy Nurse of the strenght in the youth of Minotaur, to Theîa-Nida unique daughter, Minotaur, sprinkled the two high poles of the big oriental beech born by the double horns, in the sanctuary of Nida, kills by the pillar two oriental male goats. He sings then a hymn  to the ship of the morning of the god Ra (Sun/Lug), that about the goddess of the double horns Tarania. The entrance door (of the tomb) ties Phaniawres imprinting the seals  of her peculiar attributes of tremendum.

Il segno della “mammella” è indeuropeo *DHĒL e corrisponde a greco  THĒLĒ. Mantengo ovunque la traslitterazione de(y) perché questa fornisce la più parte della giusta trascrizione ma è evidente che il suono è simile al th inglese.

Se ho ragione a tradurre Thera, e più precisamente Akrotiri, è evidente che alla morte di Amenofi III (1348) Thera era ancora al suo posto come sede principale del vicereame di Minosse. Le distruzioni a Thera sono avvenute ovviamente dopo questo documento (se Thera vi è menzionata) perché dopo essa fu distrutta e nessuno più vi abitò. Ne deriva che se Thera fosse stata distrutta, poniamo, nel XVII secolo a. C. anche l’Apoteosi andrebbe datata prima dell’eruzione, seppur nel XVII secolo. Ma allo stato della mia ricerca ciò non è possibile. Minosse secondo Tucidide governava sulle Cicladi (1,4), dunque  regnava da Akrotiri (Thera alta o dalla città alta, acropoli, di Thera) sulle Cicladi (in egizio Haw Nebw), perché i faraoni della XVIII dinastia già vi dominavano (come ho ampiamente scritto altrove) e Minosse come vicerè di Amenofi III aveva,  probabilmente anche in proprio, il titolo di wagòs (probabilmente il titolo in origine avrà avuto il significato di “governatore”) sulle Cicladi e su Thera, capitale delle medesime. Dunque l’eruzione del Thera avvenne dopo Minosse, o negli ultimi anni di Minosse (che ha un nome simile a Idomeneo, che dunque deve essere stato un Minosse II), sotto Deucalione e Amenofi IV.  Poiché la dominazione micenea su Cnosso fu breve è anche possibile che Minosse II/Idomeneo del tempo della “vera” guerra di Troia fosse discendente di Deucalione e Minosse I. Per i Greci Minosse regnava su Cnosso. Nessuno avrebbe mai immaginato che un tempo Minosse I  dominava sulla splendida civiltà delle Cicladi dalla sua capitale di Akrotiri (dove certamente si recò al più una sola volta, per prender visione del suo regno, visto che era impegnatissimo a fare il vicerè d’Egitto).

 

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