Capitolo 1
Storia della borsa valori

 

La borsa è il mercato regolamentato dove si realizzano i contratti di compravendita finanziaria, cioè il mercato organizzato per la negoziazione e lo scambio degli strumenti finanziari (azioni, obbligazioni e derivati) ad un determinato prezzo, che scaturisce dall'incontro effettivo tra domanda ed offerta.
In questo capitolo si descrivono brevemente le fasi storiche che hanno portato la borsa valori verso la situazione attuale. Dalla nascita ad oggi, infatti, sono state moltissime le modifiche apportate alla struttura e ai regolamenti delle varie borse valori del mondo.


1.1 Nascita della borsa valori

Secondo la storia la prima vera e propria compravendita di titoli è avvenuta intorno al 1500 nella città fiamminga di Bruges: i mercanti si davano appuntamento tra i canali (la cittadina belga di Bruges era considerata all'epoca la Venezia del nord) per vendere o acquistare titoli rappresentativi di un credito o di merce in viaggio da paesi lontani e che non poteva materialmente essere oggetto di scambio o di acquisto. Questa sorta di mercato organizzato avveniva principalmente in una piazza, e più precisamente le contrattazioni si effettuavano in un palazzo sulla cui facciata erano scolpite tre borse, stemma di famiglia dei Van De Bourse, da cui deriva il nome attuale "borsa".
Coloro che acquistavano offrivano danaro, mentre quelli che vendevano offrivano la lettera, ossia il documento cartaceo, e da qui la diffusione dei due termini danaro e lettera ancora oggi diffusi. Il danaro rappresenta ciò che l'acquirente è disposto a pagare per acquistare titoli, la lettera è, invece, la richiesta di danaro da parte del venditore.
La prima borsa valori fu istituita nel 1531 ad Anversa e il suo nome trae origine dal palazzo di Bruges. Da allora le borse nel mondo si moltiplicarono: il 17 Maggio 1792 nasce il mercato azionario più importante del mondo: il NYSE (New York Stock Exchange), il quale nacque grazie ad un prestito di otto milioni di dollari contratto per finanziare la guerra di indipendenza contro la Gran Bretagna.
Molte altre città seguirono l'esempio americano, tra cui anche Milano che istituì, con decreto napoleonico, la sua Borsa il 16 Gennaio del 1808.
Originariamente nelle Borse erano scambiate sia merci che valute e titoli: la separazione avvenne nei primi del Novecento ad opera di una legge organica del 1913 che per oltre ottant'anni sarà l'unica legge che detterà le regole di funzionamento.


1.2 La Borsa Italiana

La prima Borsa Valori Italiana fu istituita a Venezia nei primi mesi del 1600. In Italia, fino alla fine del 1996, hanno operato 10 Borse, in dieci città: Milano, Torino, Roma, Genova, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Napoli e Palermo. La Borsa più importante è sempre stata quella di Milano nella quale si concentrava il 90% circa di tutto il mercato mobiliare italiano. Le borse italiane e quelle francesi furono istituite e controllate dalle autorità pubbliche. Nella maggior parte degli altri Paesi europei le borse furono invece istituite da istituzioni economiche private.
Tra le dieci borse esistenti in Italia, quella di Milano era di gran lunga la più importante; in essa sia il comparto obbligazionario sia quello azionario hanno sempre presentato, infatti, un numero di titoli quotati ampiamente superiore a quello dei titoli iscritti al listino delle altre piazze. Solamente per i titoli di stato non vi erano grandi differenze, e questo perché la loro quotazione avveniva di diritto sul mercato mobiliare.
Oltre al numero rilevante appariva anche l'effettiva contrattazione dei titoli ammessi alla quotazione ufficiale. Già all'inizio degli anni Sessanta, il 72% del totale delle negoziazioni di tutte le borse italiane si svolgevano a Milano. Questa maggiore negoziabilità dei titoli quotati conferiva, tra l'altro, carattere di stabilità alla posizione predominante della borsa valori di Milano, poiché le oscillazioni che si registravano altrove divennero prevalentemente un riflesso degli andamenti del mercato principale. Sull'affermazione di Milano nel panorama finanziario nazionale hanno giocato un ruolo importante anche fattori esterni alla borsa, connessi in primo luogo alla finanza della grande industria milanese e lombarda. Questa circostanza ha contribuito ad accrescere la potenza attrattiva della borsa milanese nei confronti del restante mercato finanziario e, quindi, a consacrarla quale mercato mobiliare del sistema.
Il primo presidente della Borsa Valori fu Carlo Ciani, appartenente ad una famiglia oriunda del Canton Ticino, con alle spalle una grande tradizione di banchieri e uomini d'affari. La prima sede fu molto modesta, racchiusa in tre stanze al pianterreno del Monte di Pietà. La sistemazione presso il Monte di Pietà si rilevò ben presto molto scomoda e fu necessario chiedere alle autorità la facoltà di portare la Borsa e la Camera di Commercio in un edificio in piazza dei Tribunali. Il 29 Settembre 1808, venne inaugurata una nuova sede localizzata nel Palazzo dei Giureconsulti, fatto costruire da un Papa milanese, Pio IV dei Medici di Marignano e adattato alla nuova funzione da Pietro Gilardini. Il salone principale al pianterreno, in cui era dislocata la Corte d'Appello, fu riadattato per ospitare la sede della Borsa. Ulteriori interventi di adattamento della grande sala della Borsa furono intrapresi, ma ben presto le autorità locali maturarono l'idea di far sorgere una sede più ampia e più idonea, progettata secondo le esigenze dell'attività borsistica. L'architetto Luigi Broggi, fu incaricato di elaborare un progetto organico. Una società acquistò il terreno nei pressi di Piazza Cordusio e costruì a proprie spese la sede della Borsa, la quale a sua volta si impegnò a pagare l'affitto per i successivi venti anni. La nuova sede fu inaugurata con grande solennità alla presenza del Re, l'8 Ottobre 1901 in Piazza Cordusio.
La nuova Borsa inizialmente si dimostrò molto ampia e spaziosa, ma nel giro di una generazione cominciò a mettere in mostra nuovi limiti di fronte ai più intensi scambi, così nel 1928 si dovette nuovamente ricorrere ad un architetto, Paolo Mezzanotte, per ideare una più capiente struttura. L'edificio che ne risultò è la sede attuale della Borsa Italiana, in Piazza Affari a Milano.
Nell'edificio opera di Paolo Mezzanotte centinaia di agenti di cambio svolgevano il loro lavoro: comprare e vendere azioni gridando e gesticolando per poter far accettare le loro proposte d'affari. Queste attività erano regolamentate, ma è con la legge del 7 giugno 1974, istitutiva della Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), e con successive disposizioni, che sono state apportate numerose innovazioni all'istituto borsistico e al suo funzionamento a garanzia di una maggiore efficienza, trasparenza e garanzia nelle contrattazioni. Così, fino al 1991 le quotazioni in borsa avvenivano esclusivamente tramite la contrattazione alle grida in particolari recinti (corbeilles) nelle quali avevano luogo tutte le operazioni relative all'accertamento dei prezzi ufficiali e alla redazione dei listini. I prezzi erano costantemente trasmessi ad un funzionario della Camera di Commercio che si trovava al centro del recinto, il quale era incaricato di raccogliere le notifiche. A fine giornata il comitato direttivo degli agenti di cambio definiva il listino ufficiale da pubblicizzare nelle forme prescritte. Il listino conteneva solo i prezzi definiti, quelli cioè per i quali l'offerta aveva incontrato la domanda. Le contrattazioni erano organizzate in tre fasi: l'apertura, la fase del durante, la chiusura o compilazione del listino. Il sistema di negoziazione "alle grida" era un esempio paradigmatico di asta a chiamata.
A causa delle inefficienze di questo tipo di mercato si cercò fin dagli anni Ottanta di porre rimedio attraverso il perfezionamento del sistema introducendo dei sistemi computerizzati sempre più avanzati: era il primo passo verso la borsa telematica. Le due cause principali erano la debole rappresentatività dei prezzi che si formavano sul mercato ufficiale, poiché al di fuori degli orari di borsa gli agenti comunque continuavano la loro negoziazione (borsa non ufficiale); e l'inadeguato funzionamento delle strutture tecnico-organizzative di supporto alle negoziazioni, poiché non permettevano un riscontro in tempo reale delle quotazioni. Per queste ragioni si sentiva l'esigenza di introdurre nuove procedure elettroniche anche per assicurare il puntuale svolgimento degli adempimenti successivi alla conclusione delle contrattazioni. Gli sforzi di modernizzazione hanno avuto concreta attuazione soprattutto nell'ultimo decennio del Novecento, apportando nuovo vigore, trasparenza e competitività ai mercati finanziari. Le procedure telematiche furono introdotte nel luogo fisico dove si svolgevano gli scambi: computer, schermi televisivi e terminali interattivi offrono in tempo reale informazioni, circolazione di ordini, esecuzioni delle volontà, archiviazione di dati e valori.
Le borse valori di tutto il mondo si erano evolute in questo modo e sempre più si cercò di adeguare i mercati alle nuove invenzioni della tecnologia informatica fino a raggiungere il moderno sistema di contrattazione che è la borsa telematica. Essa non è più un luogo fisico dove gli agenti gridano o sono seduti davanti al computer l'uno al fianco dell'altro, bensì consiste in un grande sistema elettronico che elabora gli ordini di vendita o di acquisto pervenuti da ogni parte del mondo attraverso la rete. Ogni Paese ha una borsa telematica: gli Stati Uniti hanno la borsa di New York, l'Italia ha la borsa di Milano.
Dal 18 aprile del 1994 il mercato borsistico italiano "alle grida" non esiste più. L'ormai generalizzato ricorso alle nuove tecnologie telematiche ha portato nel mercato mobiliare un cambiamento radicale non soltanto delle procedure ma anche dei luoghi della comunicazione: se un tempo la Borsa, con le sue strutture fisiche, i suoi recinti e la concentrazione degli operatori, rappresentava anche tangibilmente il mercato quale centro delle negoziazioni, oggi sono i mercati telematici a consentire l'incrocio di domanda e offerta nel parterre virtuale delle reti. L'introduzione del sistema di negoziazione elettronica ha inizialmente interessato una prima rosa ristretta di titoli con caratteristiche di bassa liquidità e ridotto volume di ordini. Il successo riscontrato nei primi mesi di operatività ha consentito di estendere per tappe successive la negoziazione telematica ad altri titoli sino a giungere, il 18 Aprile del 1994, al completo trasferimento alla trattazione "continua" dei titoli azionari, dei warrant, dei diritti di opzione e delle obbligazioni convertibili, soppiantando definitivamente il vecchio sistema alle grida. Le nuove procedure hanno poi portato a modificare il sistema delle garanzie, al fine di offrire una sempre maggiore tutela al mercato. Accanto al Fondo di garanzia per la liquidazione mensile, istituito nel settembre del 1992, con l'introduzione della liquidazione a contante, nasceva, nel Gennaio '94, il Fondo di garanzia per la liquidazione giornaliera (Lcg, o Liquidazione a contante garantita), la cui gestione è affidata alla Cassa di compensazione e garanzia, alimentata dai margini versati dagli operatori aderenti.
La breve ma assai densa storia delle applicazioni telematiche al mercato mobiliare si è arricchita, nei mesi successivi, di ulteriori elementi di novità che hanno consolidato il ricorso all'information technology nelle più svariate forme di negoziazione. Lo sviluppo del Sistema telematico semplificato per la negoziazione dei titoli a reddito fisso ha dato luogo alla realizzazione del Mot, il Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato, che sin dal suo avvio, il 18 Luglio 1994, ha registrato il crescente interesse degli operatori. Nella stessa data si è proceduto anche al passaggio alla negoziazione telematica dei titoli del mercato ristretto, mentre il successivo 17 Ottobre ha preso avvio il Mercato delle spezzature (Msp). Nasce direttamente telematico l'Idem, il Mercato italiano dei derivati, cioè il circuito sul quale, dal Novembre del '94, hanno avuto inizio le negoziazioni del contratto future Fib30 sull'indice di Borsa Mib30. L'interesse degli operatori, che si preannunciava elevato, è stato confermato dall'andamento costantemente crescente degli scambi, che hanno ormai stabilmente superato in controvalore le negoziazioni sui titoli sottostanti. Sul medesimo circuito, attuando un progressivo allargamento della gamma degli strumenti derivati, hanno poi preso avvio con successo le negoziazioni dei contratti di opzione sull'indice di Borsa, e quindi sui singoli titoli azionari.
Dunque ormai da tempo tutti i mercati, compresi quello all'ingrosso dei titoli di Stato (Mts) e quello dei relativi derivati (Mif e Mto), dispongono di un circuito telematico di negoziazione; tra le più recenti applicazioni "in rete" vanno infine ricordate la "telematizzazione" del mercato dei premi e la quotazione dei Bot sul circuito Mot, destinato anche a ospitare le negoziazioni dei "mercati di valori mobiliari non quotati in Borsa e non negoziati sul ristretto", meglio noti come "mercati locali".
Parallelamente all'introduzione del sistema di contrattazione telematica si è attuata la riforma delle procedure di compensazione e garanzia, contestualmente all'adozione, anch'essa avviata progressivamente, del meccanismo della liquidazione a contante delle transazioni in valori mobiliari. Il 17 Gennaio del 1994, altra data storica nel processo di innovazione destinato a portare sempre maggiore sicurezza ed efficienza nei mercati mobiliari, prendeva dunque avvio il passaggio dal sistema di account settlement a quello del rolling settlement, definitivamente perfezionato nello scorso febbraio con l'estensione della "contante" all'intero listino. Anche a fronte di un evento così determinante nel processo di allineamento delle procedure di regolamento degli scambi a quelle in atto su tutti i principali mercati, si deve sottolineare come il sistema telematico abbia costituito l'essenziale premessa operativa: una sorta di prerequisito tecnologico per la gestione di un regime che assicura alle negoziazioni efficienza, certezza e trasparenza, contribuendo a contenere i rischi di controparte e di sistema legati al ciclo mensile. Il supporto telematico ha infatti consentito anche la realizzazione di un sistema automatico di riscontro e di rettifica giornalieri (Rrg) dei contratti conclusi, attraverso il quale si determina il saldo in titoli e euro da avviare quotidianamente alle stanze di compensazione, rendendo sempre più funzionali i sistemi di liquidazione delle operazioni concluse.
Grazie alla tecnologia telematica, inoltre, un numero sempre maggiore di operatori e investitori partecipa in tempo reale alle transazioni, avendo costante informazione delle fluttuazioni dei titoli e degli orientamenti del mercato: si pensi, in proposito, all'attivazione del servizio Ddb (Diffusione dati Borsa) e alla crescente disponibilità di servizi di informazione finanziaria in rete distribuiti da operatori specializzati. Si può dunque in generale affermare che il nuovo sistema telematico, se per un verso costituisce la struttura portante delle modalità di contrattazione mediante asta continua, per altro verso consente, tramite il collegamento in rete, di disporre di un'informazione tempestiva e diffusa su tutti i dati di mercato e sulla dinamica delle proposte.


1.3 Evoluzione normativa e situazione attuale

Fino al 1991 la Borsa Valori è stato un mercato organizzato, regolamentato e pubblico, in cui le regole operative erano fissate dalla legge e dagli organi di controllo; da quell'anno scattarono le direttive della Comunità Europea sull'intermediazione mobiliare e i servizi di investimento, ponendo le premesse per la "privatizzazione" dei mercati finanziari.
Attraverso la legge n.1 del 2 Gennaio 1991 è stato istituito il Consiglio di Borsa (divenuto operativo nel Febbraio 1993) con il compito di gestire il mercato mobiliare nel suo complesso; tutte le competenze organizzative, tecniche e consultive dei precedenti organi locali sono state accentrate nell'unico organo di autogoverno pubblicistico creato, mentre l'attività di vigilanza, gestione e organizzazione dei mercati è rimasta in capo alla CONSOB.
Con il Decreto Legislativo EUROSIM, n.415 del 23 luglio 1996, l'attività di organizzazione e gestione dei mercati regolamentati è passata dal controllo di organismi pubblici, ad attività d'impresa privata esercitata da società per azioni: questo è stato il segnale della trasformazione dei mercati regolamentati da pubblici a privati. La gestione dei mercati regolamentati già esistenti (Borsa Valori, il Mercato Ristretto, l'IDEM, l'MTS, e il MIF) è stata affidata a due società di gestione opportunamente costituite e controllate da intermediari finanziari: BORSA ITALIANA S.p.A., MTS S.p.A.
Il 7 febbraio 1997 il Consiglio di Borsa ha costituito, dopo approvazione della CONSOB, una società per azioni denominata BORSA ITALIANA S.p.A. il cui azionariato è composto da Banche, SIM, associazioni di emittenti ed altri attori del mercato, e contemporaneamente sono state chiuse le preesistenti Borse valori sul territorio nazionale italiano e tutti gli scambi sono stati concentrati presso la sede di Milano, diventata Borsa valori italiana.
A partire dal 1° gennaio 1998 la Borsa Italiana S.p.A. è divenuta una società di gestione dei mercati operativa a tutti gli effetti dal 1° settembre 1998 e retta da uno specifico regolamento (Regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A.).
Attualmente la Borsa Italiana S.p.A. gestisce i mercati mobiliari italiani, svolgendo attività organizzative, produttive, commerciali e promozionali per assicurare la competitività e lo sviluppo dei mercati da essa gestiti, con l'obiettivo di massimizzare nel tempo la possibilità per i vari soggetti di negoziare alle migliori condizioni di liquidità, trasparenza e competitività e di sviluppare servizi per la comunità finanziaria, perseguendo la massima efficienza e redditività. In particolare, svolge le seguenti funzioni:

-Definizione dell'organizzazione e del funzionamento dei mercati, delle modalità di accesso degli intermediari, nonché attività di vigilanza e di gestione delle situazioni di crisi;
-Definizione della disciplina dei requisiti per l'ammissione a quotazione, della sospensione degli operatori e degli strumenti finanziari e revoca della stessa;
-Gestione delle procedure e dei rapporti con gli emittenti per i contratti di quotazione;
-Definizione dei profili organizzativi e stesura del codice di comportamento dei soggetti operanti sui mercati.

Fino al 1991 l'attività di negoziazione è stata esercitata esclusivamente dagli agenti di cambio, anno in cui sono state istituite le Società di Intermediazione Immobiliare (SIM). Oggi, in base all'articolo 3.1.1 del Regolamento dei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa Italiana S.p.A. "possono partecipare alle negoziazioni nei mercati organizzati e gestiti dalla Borsa italiana:

-gli agenti di cambio;
-le banche nazionali, comunitarie ed extracomunitarie autorizzate allo svolgimento dell'attività di negoziazione per conto proprio e/o di terzi ai sensi del Testo Unico della finanza;
-le imprese di investimento nazionali, comunitarie ed extracomunitarie autorizzate allo svolgimento dell'attività di negoziazione per conto proprio e/o per conto di terzi ai sensi del Testo Unico della Finanza;
-i locals (soggetti che svolgono esclusivamente attività di negoziazione per conto proprio e che aderiscono indirettamente agli organismi di compensazione e di liquidazione, nonché di compensazione e garanzia) con sede legale in uno stato comunitario ed autorizzati a negoziare su un mercato comunitario".

Sempre nel 1991 (il 25 novembre) è stato creato il sistema di contrattazione telematico, esteso, nel Febbraio 1996, a tutti gli strumenti finanziari quotati. In tale data è stato definitivamente abbandonato il tradizionale meccanismo di contrattazione "alle grida".
Il mercato di Borsa italiano utilizza un sistema elettronico di negoziazione che sfrutta tre diverse architetture a seconda dei differenti segmenti di mercato: la prima supporta il mercato azionario di Borsa e il Mercato Ristretto, la seconda il mercato degli strumenti derivati (Idem), la terza il mercato delle obbligazioni (Mot), quello delle spezzature (Spe) e il mercato dei premi (Pre).
La competenza tecnica riguardo il funzionamento del sistema telematico è affidata al Ced Borsa.
Alla Borsa Valori e al Mercato Ristretto sono negoziate le:
Azioni Ordinarie, Azioni Privilegiate Azioni di Risparmio, Obbligazioni convertibili, Diritti di Opzione e Warrant.
Sul mercato Idem sono scambiati i:
Futures, Opzione sull'indice Mib30, Fib30, Opzioni sui singoli titoli.
Sul Mot sono negoziati i:
Titoli di Stato (Bot,Cct,Btp,Ctz,Cte,Cto), Obbligazioni emesse da società private.
Sul mercato Spe sono scambiati i:
Quantitativi di azioni, quotati sia alla Borsa Valori sia al Mercato ristretto, per quantitativi inferiori al lotto minimo.
Sul mercato Pre sono trattati gli: Omonimi strumenti finanziari.

In Italia il sistema accentrato della gestione dei titoli è gestito dalla Monte Titoli Spa e dalla Banca d'Italia, il Monte Titoli è competente, in particolare, per quanto riguarda la gestione accentrata dei titoli azionari e di quelli obbligazionari emessi da società private. Alla Banca d'Italia compete invece la gestione centralizzata dei titoli di stato.
L'esercizio del controllo e della vigilanza è affidato al Ministero del Tesoro, alla Consob e alla Banca d'Italia.

Schema - adattato da Borsa Italiana (2002d) - che riassume l'attuale articolazione della Borsa Italiana: cliccare qui

 

1.4 Altre importanti borse nel mondo


New York. È la più grande piazza finanziaria del mondo. Le due maggiori borse valori, il New York Stock Exchange (NYSE, http://www.nyse.com) e il Nasdaq (http://www.nasdaq.com), che da anni si contendono la supremazia, hanno una capitalizzazione complessiva circa 30 volte superiore a quella raggiunta dal mercato azionario italiano. Il Nasdaq - il mercato dei cosiddetti titoli tecnologici - ha debuttato nel 1971 ed è, fin dalla nascita, un mercato telematico. La caratteristica principale del mercato statunitense è di essere fortemente internazionalizzato. Nel listino del NYSE sono quotate circa 500 società straniere (di cui 11 italiane). Caratteristica che si ritrova al Nasdaq (dove sono scambiati i titoli delle nuove società) e all'Amex, la terza Borsa statunitense. In pratica, attraverso il mercato nordamericano è possibile investire nelle principali azioni di tutto il mondo attraverso una sorta di certificati sostitutivi, chiamati Adr. L'andamento del mercato azionario statunitense è rappresentato dall'indice Standard&Poors500 (S&P500), che include le principali 500 blue-chip americane, trattate in prevalenza al NYSE e al Nasdaq.

Tokyo. È la maggiore delle otto borse valori giapponesi. Come negli Usa, anche alla Borsa di Tokyo (http://www.tse.or.jp/english) è previsto che le contrattazioni in titoli stranieri assumano la forma di certificati sostitutivi, i Depositary receipts (Dr). I più importanti indici della Borsa nipponica sono gli indici Nikkei e Topix.

Londra. La piazza finanziaria londinese (http://www.londonstockexchange.com) è per importanza la terza del mondo, dopo New York e Tokyo, e di gran lunga la principale del continente europeo. Dopo New York lo Stock Exchange londinese è il più internazionalizzato al mondo con la presenza di 516 compagnie estere quotate. Il più importante indice azionario della Borsa di Londra è l'Ftse100, che misura le variazioni fatte registrare dai 100 titoli guida del mercato principale.

Francoforte. L'unione monetaria europea ha promosso la Borsa tedesca (http://www.exchange.de) come piazza finanziaria di primaria importanza su scala continentale. Il principale indice della Borsa tedesca è il Dax, un paniere che include le principali 30 azioni del listino.


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