IL CLIMA E LA SUA CLASSIFICAZIONE
LA CLASSIFICAZIONE DEL CLIMA
Wladimir Köppen ha studiato il problema della classificazione dei climi per
quasi cinquant'anni, e cioè fin dal 1884.
Dopo un primo tentativo di classificazione, basato essenzialmente sulla
distribuzione geografica delle principali formazioni vegetali (questo metodo fu
seguito in quanto alla fine dell'800 mancava gran parte della rete di stazioni
meteorologiche in grado di dare dati affidabili e comparabili), Köppen propose
nel 1918 un nuovo sistema di classificazione nel quale definì i vari tipi di
clima soltanto con particolari valori della temperatura e della piovosità,
rinunciando a quello stretto legame che prima aveva cercato tra tipi di clima e
formazioni vegetali. Questo sistema è stato perfezionato più volte, fino alla
sua edizione definitiva, apparsa nel 1936.
La classificazione del Köppen trova la sua espressione cartografica in una
grande carta murale elaborata dallo stesso autore in collaborazione con R.
Geiger; quest'ultimo l'ha poi ripubblicata a più riprese, fino all'ultima
edizione riveduta del 1961.
Secondo questo sistema è possibile schematizzare tutti i climi della terra mediante una formula climatica che offre una sintetica descrizione del clima mediante un'indicazione sulle caratteristiche della temperatura e delle precipitazioni, nonché sul regime annuo di questi due elementi. Köppen dunque distingue anzitutto cinque grandi classi di clima, distribuite secondo latitudini crescenti dall'equatore ai poli e le indica con le lettere maiuscole dalla A alla E:
Classificazione climatica di Köppen - Geiger |
A - Clima megatermici umidi o umido tropicale o delle piante megaterme, che richiedono una temperatura media sempre superiore a 20 °C |
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clima equatoriale o della foresta pluviale temp. medie comprese tra 25-30 °C costanti per tutto l'anno, rendendo non distinguibili i passaggi tra le stagioni; le piogge cadono per 9 mesi su 12 per una complessiva pluviometria di 2000 mm. |
clima della savana temp. medie superiori ai 20 °C, con distinzione tra il passaggio della stagione umida e arida; abbondanti precipitazioni. |
clima monsonico simile al clima equatoriale ma con una alternanza dei semestri estivo, molto piovoso e invernale assolutamente asciutto. |
B - Clima arido o delle piante xerofile, che si adattano a periodi di prolungata siccità |
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clima predesertico temp. media del mese + freddo 2-22 °C e del mese + caldo 23-34 °C; scarse precipitazioni. |
clima desertico distinto in deserti caldi e freddi, i primi caratterizzati da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte (~60°C) e i secondi con elevate escurisioni termiche annue; scarse precipitazioni |
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C - Clima mesotermico o temperati caldi o delle piante mesoterme, che richiedono una temperatura compresa tra 15 e 20 °C |
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clima sinico simile al clima monsonico adattato al di fuori dell'equatore; con una alternanza dei semestri estivo, molto piovoso e invernale assolutamente asciutto. |
clima mediterraneo temp. media del mese + caldo oscilla tra 22-28 °C; è caratterizzato da inverni freschi e piovosi ed estati calde e asciutte; il pluviometro registra annualmente 1000 mm; |
clima temperato fresco temp. media del mese + caldo è superiore a 15 °C e del mese + freddo è di poco superiore a 0 °C; le stagioni presentano estati fresche ed inverni miti; le piogge frequenti fanno registrare dai 700 ai 1500 mm annui. |
D - Clima microtermico o boreali o delle piante microterme, che richiedono una temperatura compresa tra 0 e 15 °C |
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clima freddo a estate calda temp. media del mese + caldo 22 °C; gli inverni sono freddi lunghi (8 mesi) e breve periodo estivo; le piogge prevalentemente estive si aggirano ai 500 mm annui. |
clima freddo a inverno prolungato temp. del mese + caldo inferiore a 20 °C; la durata dell'inverno supera gli 8 mesi; le precipitazioni sono scarse.. |
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E - Clima nivale o glaciale o delle piante echisoterme, che vegetano a temperature inferiori di 0 °C |
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clima della tundra temp. media annua intorno a 0 °C; in queste regione ai confini del Circolo polare artico le precipitazioni non superano i 200 mm annui. |
clima polare o del gelo perenne temp. del mese + freddo - 65 °C; il suolo è normalmente gelato e il leggero disgelo estivo scioglie solo i primi strati del permafrost; precipitazioni assenti. |
Nel particolare queste cinque classi climatiche vengono poi indicate formalmente da una sequenza di tre lettere, il cui significato è indicato di seguito
1° lettera |
2° lettera |
3° lettera |
A B C D E |
f w s S W T F |
h k a b c d
|
Il Köppen migliora questo sistema aggiungendo un'indicazione sull'esistenza o meno di una stagione arida, che viene espressa da una di queste tre lettere minuscole:
f
(da fehlt = manca): assenza di una stagione arida
s (da sommer = estate): la stagione arida cade nell'estate
w (da winter = inverno): la stagione arida cade nell'inverno
oppure inserendo un'indicazione sul grado di aridità; in tal caso seconda lettera è una di queste quattro maiuscole:
S
= Steppe
W = Wüste, deserto
T = Tundre
F = Frost, gelo
Esiste anche una terza lettera che tiene conto della temperatura
a = temp. del mese + caldo > 22 °C |
b = temp. del mese + caldo < 22 °C con almeno 4 mesi con temp. media > 10 °C |
c = meno di 4 mesi con temp. media < 10 °C |
d = meno di 4 mesi con temp. media < 10 °C ma con temp. del mese + freddo < -38 °C |
h = caldo secco temp. media annuale > 18 °C |
k = freddo secco temp. media annuale < 18 °C |
Le lettere minuscole sono utilizzate con i climi delle classi A, C e D; le lettere S e W interessano solo la classe B, mentre la T e la F riguardano solo la classe E.
Pertanto lo schema essenziale della classificazione del Köppen comprende i seguenti principali tipi di clima:
Formula climatica |
Definizione |
Af |
clima tropicale senza stagione secca |
Aw |
clima tropicale con inverno secco |
BS |
clima secco della steppa |
BW |
clima secco del deserto |
Cf |
clima temperato senza stagione secca |
Cs |
clima temperato con estate secca |
Cw |
clima temperato con inverno secco |
Df |
clima boreale senza stagione secca |
DW |
clima boreale con inverno secco |
ET |
clima freddo della tundra |
EF |
clima freddo del gelo perenne |
Combinando le varie lettere fra loro è possibile definire una schematizzazione dei vari climi e dei più completi sottotipi a seconda delle caratteristiche e dei dati meteorologici presenti.
Per esempio il clima
mediterraneo, temperato, moderatamente umido ma con estate asciutta e piuttosto
calda (più di 22° in luglio) viene classificato con le lettere Csa.
Il sistema di Köppen, nonostante la sua ingegnosità, non è privo di difetti.
Alcuni climatologi e botanici, studiando le varie parti del mondo, hanno
constatato che non sempre i valori scelti dal Köppen sono adatti a segnare il
passaggio da certe condizioni climatiche ad altre. Inoltre dobbiamo prendere
atto che questo sistema è stato elaborato in tempi in cui il rilevamento dei
dati meteorologici era assai carente, e pertanto ha dovuto far fronte con delle
approssimazioni di massima là dove non era possibile avere dei dati da
analizzare.
Scendendo quindi a livelli
di dettaglio maggiore, e perseguendo fini non esclusivamente didattici ma più
rivolti all'operatività, il sistema di Köppen non può più essere considerato
principale riferimento.
Nel caso dell'Italia, ove la particolare posizione geografica del paese e la sua
conformazione assai tormentata rende il clima estremamente vario a livello
locale, è necessario basare le proprie valutazioni agro-climatologiche su una
base più concreta di rilevazioni dati meteorologici ed analisi statistiche
correlate.
Pertanto fattori come la piovosità o la temperatura di una data zona d'Italia
sono meglio valutabili se provenienti da una analisi statistica della zona in
esame piuttosto che se estratti dalla macro-classificazione elaborata da Koppen.
IL CLIMA IN ITALIA
Clicca sulla figura sotto per avere maggiori informazioni
In base allo schema della distribuzione generale dei climi, la penisola italiana rientra completamente nell’area del clima mediterraneo che appartiene ai climi mesotermici e più precisamente al subtropicale con estate asciutta, secondo la classificazione di W. Koppen.
In realtà, a causa di numerosi fattori come l’ubicazione del territorio rispetto ai mari ed al continente europeo, la struttura orografica e l’influenza della latitudine, accanto al tipico clima mediterraneo vi sono aree con altri climi mesotermici o con situazioni di clima microtermico e di altitudine.
Viene quì proposta una suddivisione climatica basata sullo schema Koppen-Geiger, riportando come riferimento la codificazione letterale utilizzata da Koppen.
La carta climatica d’Italia mostra la suddivisione per regioni climatiche che viene commentata qui di seguito.
Temperato subtropicale (CS)
Interessa le aree più calde di ristrette fasce costiere dell’Italia meridionale
ed insulare. Media annua > 17°C; media del mese più freddo > 10°C; 5 mesi con
media > 20°C; escursione annua da 13°C a l7°C.
Temperato caldo (Cs)
Interessa la fascia litoranea tirrenica dalla Liguria alla Calabria, la fascia
meridionale della costa adriatica e la zona ionica. Media annua da 14.5 a
16.9°C; media del mese più freddo da 6 a 9.9°C; 4 mesi con media > 20°C;
escursione annua da 15 a 17°C.
Temperato sublitoraneo (Cs)
Interessa le zone collinari del preappennino tosco-umbro- marchigiano ed i
versanti bassi dell’Appennino meridionale. Media annua da 10°C a l4.4°C; media
del mese più freddo da 4°C a 5.9°C; 3 mesi con media > 20°C; escursione annua da
16°C a 19°C.
Temperato subcontinentale (Cf)
Interessa parte della pianura veneta, la pianura friulana, la fascia costiera
dell’alto adriatico e la peninsulare interna. Media annua da 10°C a 14°C; media
del mese più freddo da -1 a 3.9°C; 2 mesi con temperatura > 20°C; escursione
annua da 16 a 19°C.
Temperato continentale (Cf)
Interessa tutta la pianura padana e parte di quella veneta. Media annua da 9.5 a
15°C; media del mese più freddo da -1.5 a 3°C; 3 mesi con media >20›; escursione
annua > 19°C.
Temperato fresco (Cf)
Interessa le prealpi e la zona assiale dell’Appennino che talora presenta
caratteristiche subcontinentali. Media annua da 6 a 9.9°C; media del mese più
freddo da 0 a -3°C; media del mese più caldo da 15 a 19.9°C; escursione annua da
18 a 20°C.
Temperato freddo (Dw)
Interessa una fascia delle Alpi e le aree sommitali dei maggiori gruppi
appenninici. Media annua da 3 a 5.9°C; media del mese più freddo <-3°C; media
del mese più caldo da 10 a 14.9°C; escursione annua da 16 a 19°C.
Freddo
d’altitudine (H)
Interessa le zone alpine al di sopra dei 2000 m. Media annua <0›; media del mese
più freddo <-6°C; media del mese più caldo < 9.9°C; escursione annua da 15 a
18°C.
Nivale
(EF)
Interessa la zona delle Alpi oltre i 3500 m. con neve perenne.
Media annua
LA CLASSIFICAZIONE CLIMATICA DEI COMUNI ITALIANI
La classificazione climatica dei comuni italiani è stata introdotta dal D.P.R. n. 412 del 26 agosto 1993, tabella A e successive modifiche ed integrazioni: Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della L. 9 gennaio 1991, n. 10.
In breve gli oltre 8 000 comuni sono stati suddivisi in sei zone climatiche, da non confondersi con quelle di Koppen, per mezzo della tabella allegata al decreto.
Tabella delle zone climatiche |
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Zona climatica |
Periodo di accensione |
Orario consentito |
A |
1 dicembre - 15 marzo |
6 ore giornaliere |
B |
1 dicembre - 31 marzo |
8 ore giornaliere |
C |
15 novembre - 31 marzo |
10 ore giornaliere |
D |
1 novembre - 15 aprile |
12 ore giornaliere |
E |
15 ottobre - 15 aprile |
14 ore giornaliere |
F |
nessuna limitazione |
nessuna limitazione |
Sono stati forniti inoltre, per ciascun comune, le indicazioni sulla somma, estesa a tutti i giorni di un periodo annuale convenzionale di riscaldamento, delle sole differenze positive giornaliere tra la temperatura dell'ambiente, convenzionalmente fissata a 20 °C, e la temperatura media esterna giornaliera; l'unità di misura utilizzata è il grado giorno (GG).
La zona climatica di appartenenza indica in quale periodo e per quante ore è possibile accendere il riscaldamento negli edifici.
I sindaci dei comuni possono ampliare, a fronte di comprovate esigenze, i periodi annuali di esercizio e la durata giornaliera di accensione dei riscaldamenti, dandone immediata notizia alla popolazione.
Al di fuori di tali periodi, gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e, comunque, con durata giornaliera non superiore alla metà di quella prevista a pieno regime.
CLICCANDO SULLA REGIONE ED INDIVIDUANDO IL COMUNE CHE INTERESSA, SI POTRA' CONOSCERE LA ZONA CLIMATICA ASSEGNATA EX LEGE.
ABRUZZO - BASILICATA - CALABRIA - CAMPANIA - EMILIA ROMAGNA - FRIULI VENEZIA GIULIA - LAZIO - LIGURIA - LOMBARDIA - MARCHE - MOLISE - PIEMONTE - PUGLIA - SARDEGNA - SICILIA - TOSCANA - TRENTINO ALTO-ADIGE - UMBRIA - VALLE D'AOSTA - VENETO |
ELEMENTI PRINCIPALI PER LA CARATTERIZZAZIONE DI UN CLIMA
LA PRESSIONE
L'aria ha un peso. Un litro d'aria, al livello del mare e alla temperatura di
0°c, pesa esattamente 1,293 grammi, mentre ai limiti esterni dell'atmosfera il
suo peso è miliardi di volte inferiore. Questo perché, essendo l'oceano gassoso
che avvolge la Terra compressibile, l'aria più si trova in alto più è rarefatta.
Infatti a 5 km l'aria ha un peso pari alla metà di quello che ha al livello del
mare. La pressione atmosferica viene definita come la forza (o peso) che, in un
dato luogo o in una data superficie, viene esercitata dalla colonna d'aria
sovrastante. L'aria attratta dalla forza di gravità esercita quindi su tutti gli
oggetti, e su tutta la loro superficie, per il principio di Pascal, una
pressione che, al livello del mare, è di circa 1 kg per centimetro quadrato. Gallileo
sfatò la credenza che l'aria non avesse peso ma fu Evangelista Torricelli, un
suo discepolo, ad inventare il barometro a mercurio,il quale consisteva in un
tubo di vetro di 1 cm di diametro e un’altezza pari a 80 cm. Il tubo fu riempito
di mercurio e capovolto in una vaschetta contenente lo stesso metallo liquido.
Creandosi nella parte superiore del tubo il vuoto, fu constatato che il livello
del mercurio nel tubo era sceso fino a 76 cm dal livello del liquido contenuto
nella vaschetta. Fu dedotto che il peso della colonna di mercurio faceva
equilibrio alla pressione atmosferica. Oggi la pressione non si misura più in
millimetri. Essendo il millimetro un'unità di lunghezza, è stato rimpiazzato da
un'unità di forza, cioè dal millibar (che è uguale a 1000 dine per cm2).
Inoltre, in meteorologia, si fa uso delle isobare, che sono linee che
congiungono punti della Terra aventi stessa pressione.
LA TEMPERATURA
La temperatura è il calore solare che la Terra immagazzina durante il giorno. La
differenza da luogo a luogo dipende dal diverso riscaldamento della superficie
terrestre con riferimento alla latitudine, all'altitudine e al materiale
geologico, alla minore o alla maggiore vegetazione e alla diversa distribuzione
delle terre e delle acque, alla diversa esposizione al sole e ai venti. Essendo
trasparente, l'aria non viene riscaldata direttamente, ma riceve il calore dalla
superficie terrestre. Di giorno, l'aria sarà più calda sulle terre che sui mari,
di notte viceversa. Come per la pressione, anche per la temperatura si ricorre a
delle linee che in questo caso vengono denominate isoterme.
L’ UMIDITA’
L'aria non è mai completamente secca. Il vapore è fornito dall'acqua contenuta
nella terreferme e nei mari; le piogge poi, restituiscono l'acqua alla
superficie. La presenza dell'acqua nell'atmosfera, sotto forma di nubi, nebbie,
precipitazioni è responsabile delle condizioni del tempo. Per umidità si intende
la misura della quantità di vapore acqueo contenuto in una data porzione
dell'atmosfera. Può essere espressa direttamente riferendosi al numero di grammi
di vapore contenuto in un metro cubo (umidità assoluta) o in un chilogrammi
d'aria (umidità specifica) oppure alla quantità massima che può essere contenuta
in un dato volume d'aria (umidità relativa). Particolare attenzione si deve fare
all'umidità relativa, che è il rapporto espresso in percentuale fra la quantità
di vapore acqueo contenuto in un dato volume d'aria e la quantità massima che
potrebbe esservi contenuta alla stessa temperatura, quindi il livello di
saturazione. Infatti essa è importante perché è l'umidità registrata dagli
igrometri, gli strumenti per la misurazione dell'umidità.
I FATTORI CHE INFLUENZANO IL CLIMA
I fattori che influenzano il clima sono la latitudine, l'altitudine, i rilievi
circostanti, i mari, i fiumi ed i laghi.
LATITUDINE
La latitudine è un fattore geografico molto importante, indica infatti la
distanza di una località dall’equatore. La temperatura dell'aria sull'equatore è
elevata e quasi sempre costante in tutti i mesi dell'anno, mentre diminuisce
sempre più gradatamente, variando poi da mese a mese, man mano che si giunge ai
poli. Questa è una conseguenza del fatto, a parità di stagione, la radiazione
solare incontra la superficie terrestre con diverse inclinazioni a seconda della
latitudine e ha perciò un minore potere calorifico. Generalmente anche l'umidità
e l'evaporazione diminuiscono passando dall'equatore ai poli. Le precipitazioni
si presentano piuttosto abbondanti sulla fascia equatoriale ove si ha la
convergenza dei due alisei. Sono invece variamente distribuite nell'anno nella
fascia compresa tra il 30° ed il 60° di latitudine (sia Nord che Sud): nella
zona cioè che comunemente viene detta "temperata" e nella quale, per il
predominio in tutti i periodi dell'anno di correnti occidentali, mancano
regolari stagioni asciutte. Nelle altre zone terrestri, come quelle comprese tra
il 20° ed il 30° di entrambi gli emisferi o nelle calotte polari, prevale, per
solito, un basso regime pluviometrico.
ALTITUDINE
L'influenza dell'altitudine si manifesta soprattutto con una diminuzione
sensibile della escursione termica diurna, mensile e annua. La diminuzione della
temperatura con la quota (che, in media è di circa 0,56° C per ogni 100 metri di
salita) è di minore entità durante la stagione invernale mentre in quella
primaverile questo divario risulta per solito molto accentuato. Naturalmente ciò
vale per località ubicate su rilievo montuosi non soggetti a venti costanti e
particolari che possono modificare questo andamento.
RILIEVO
La presenza di rilievi assume notevole importanza specie nella determinazione
dei climi locali in quanto può provocare variazioni anche marcate nella
temperatura e nell'andamento delle precipitazioni.
Per quanto riguarda la temperatura, si può affermare che le località situate in
zone concave del suolo, in valli o bacini chiusi, mostrano un andamento termico
irregolare con sensibili variazioni di temperatura, mentre le località situate
in zone convesse (come le sommità dei rilievi) mostrano variazioni di
temperatura generalmente più regolari e meno accentuate. Considerando le
precipitazioni, poi, si può dire che sui rilievi esse aumentano con la quota:
come regola generale, dal fondovalle alla montagna, si ha un incremento delle
precipitazioni medie annue di circa 50 millimetri per ogni 100 metri di quota.
Va sottolineato infine che la diversa esposizione dei pendii può determinare
piccole zone a clima diversissimo, a seconda che la zona sia ubicata sul
versante rivolto a nord o su quello rivolto a sud: tali differenziazioni
climatiche possono sopravvenire anche in caso di rilievi non molto elevati.
MARI E TERRE
Le grandi distese d'acqua e di terra emersa esplicano i loro effetti soprattutto
sui climi regionali: la ragione del loro influsso climatico sta nella diversa
capacità di riscaldarsi e di raffreddarsi che hanno le due superfici (le terre
emerse e le acque). Le terre, infatti, si riscaldano più delle distese acquee.
sia durante il giorno, sia durante la stagione estiva; viceversa, sia di notte
che d'inverno, le terre si raffreddano più velocemente. Il risultato di questo
comportamento disuguale è che le escursioni termiche diurne e annuali sono più
ampie sulla terra, specie nell'interno dei continenti, che non sul mare. I
periodi dell'anno in cui si raggiungono le temperature estreme (valori massimi e
minimi dell’anno) giungono in ritardo rispetto a quanto avviene nell'interno dei
continenti. I climatologi hanno assunto l'escursione annua della temperatura
come misura che serve per misurare la "continentalità" di un clima,
costituendone l'effetto più notevole (tenendo conto, però, anche della
latitudine). Per esempio, una zona del continente europeo si può definire
"continentale" o di clima rigido se la differenza della temperatura media del
mese più caldo e quella del mese più freddo è superiore a 20°c (per esempio
Mosca), nel caso in cui risulti compresa tra 10° ed i 20° c, la località viene
catalogata a clima temperato (come Napoli); mentre se l'escursione è inferiore
ai 10°c essa viene classificata come località "marittima" (è il caso di San
Diego). L'influenza dei mari e delle terre influisce anche sulle precipitazioni:
esse risultano in genere più abbondanti sui continenti che sulle fasce costiere
dei mari o degli oceani. Rispetto alle varie zone di uno stesso continente, le
maggiori precipitazioni si hanno sulla fascia occidentale, in quanto più
direttamente interessata dalle predominanti correnti occidentali, umide per la
loro provenienza oceanica.
FIUMI E LAGHI
L'influenza delle acque interne varia, a seconda delle loro diverse
caratteristiche.
I fiumi, infatti, tendono a mantenere un clima freddo ed umido e, se questo
contribuisce a mitigare il clima durante l'estate, d'inverno esso favorirà
formazioni nebbiose che contribuiranno ad acuire la rigidità del clima. Una
temperie si può avere, nel periodo più freddo, se il corso d'acqua è alimentato
da sorgenti provenienti dal sottosuolo e pertanto più calde dell'aria. In modo
diverso, invece, si esplica l'influenza dei laghi sul clima: le varie
caratteristiche dipendono strettamente dal tipo di acqua che li forma. La
superficie di un lago ad acqua dolce, per esempio, non può raggiungere
temperature al di sotto dei 4°c se prima tutta la massa d'acqua che forma il
lago non ha raggiunto questa temperatura: l'inverno, lungo le rive di un lago
profondono risulta mai piuttosto lungo; le città ubicate sulle rive di laghi che
non gelano presentano di norma un clima temperato e dolce. Al contrario, le
località che si trovano in prossimità di laghi che in inverno ghiacciano, hanno
un clima notevolmente più crudo.
L'influenza dei laghi salati sul clima risulta diversa a seconda della salinità
delle acque, poiché il congelamento avviene a temperature più basse quanto
maggiore è il grado di salinità. La presenza, in una regione, di un lago salato
produce generalmente un clima molto asciutto e caldo.