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Macpherson, James, scrittore scozzese (Ruthven, Inverness 1736 - Belville, Inverness 1796). Diede inizio alla cosiddetta "moda ossianica" con la pubblicazione nel 1760 dei "Fragments of Ancient Poetry Collected in the Highlands of Scotland" (Frammenti di antica poesia raccolti sugli altipiani di Scozia), spacciandoli come proprie traduzioni dall'originale gaelico del leggendario bardo Ossian e facendoli seguire dai poemi "Fingal" (1761) e "Temora" (1763), anch'essi attribuiti a Ossian. Con le cupe e grandiose, per quanto enfatiche, descrizioni naturali e la nostalgia di un passato glorioso, le opere di Macpherson (la cui autenticità fu a lungo dibattuta e definitivamente negata nel 1895 da L. Ch Stern), furono determinanti per la nascita dello Sturm und Drang e del Romanticismo.

 

Magi (greco Ma'goi, latino Magi, derivazione del persiano magu) : sacerdoti della religione iranica primitiva, Incerte sono le loro attribuzioni; secondo Erodoto formano una della sei classi dei Medi. Costituitisi in casta religiosa, passarono al zoroastrismo (dopo averlo combattuto all'epoca di Dario il Grande) e probabilmente compirono l'opera di codificazione dell'Avesta. Secondo le fonti tarde greche e romane, i Magi erano astrologi, indovini, fattucchieri. Nel nuovo testamento (Matteo 2, 1-12) sono ricordati i "Magi d'Oriente" giunti a Betlemme per onorare Gesù appena nato con l'offerta d'oro, incenso e mirra. Matteo scorge nell'avvenimento, l'avverarsi di antiche profezie (Isaia 60, 6; Salmi 72, 10; Numeri 24, 17); una profezia zoroastriana annunciava la venuta del Saosyant (Salvatore). Il numero dei Magi, dopo aver oscillato da 2 a 4 a 6 fino a 12 (presso Siri e Armeni), venne fissato, in successive amplificazioni della leggenda, in 3; ai Magi, venne poi attribuito il titolo di Re (VI secolo d.C.), i nomi Melchiorre, Baldassarre e Gaspare (IX secolo d.C.)

Magia (greco magei'a, latino tardo magia; derivato di Magi) : arte e tecnica di dominare le forze occulte della natura e della vita, e di influenzare le potenze soprannaturali (divine o demoniache) che governano l'universo, mediante mezzi naturali (gesti, azioni o parole rituali) o pratiche arcane (Occultismo) in virtù dei poteri di cui il mago dispone o per eredità o per investitura iniziatica. Alcuni avvenimenti o fenomeni naturali appaiono esorbitanti dalle norme della prassi sperimentale e sottoposte a forsze o volontà extranaturali e impersonali (mana per i Melanesiani, orenda per Irochesi e Huroni), quindi anche gli esseri umani dovrebbero essere in grado di sottomettere ai propri voleri la complessa fenomenologia dell'universo fisico. Una simile concezione dell'universo è in correlazione con l'attività categorica di fede, cioè la religione; tuttavia, mentre questa si fonda su un assoluto immaginato ma dato come reale (Dio) da cui consegue un ordine logico subordinato a tutta una tradizione storica (o civiltà), la magia invece si esprime e si annulla in riti e formule alogici ( se non illogici), posti in connessione con effetti contingenti e disciplinanti dalla magia stessa; quindi, la magia vuole soggiogare o costringere gli spiriti e le forze del cosmo, mentre la religione intende propiziarsele. La questione di una supposta priorità cronologica della magia sulla religione (E.B. Tylor, 1871) appare irresolubile, mentre risulta più probabile (J.G. Franzer, 1890) che esse rispondano a due forme mentali opposte: l'una volta a considerare esseri soprannaturali di carattere personale e pratico di tipo impetrativo; l'altra, forze di carattere impersonale e pratiche di tipo coercitivo. Importante anche la distinzione (Hubert e Mauss, 1904) tra il carattere collettivo e sociale della religione e quello marginale rispetto a ogni culto organizzato della magia. Alla base della magia intesa come "scienza" stanno due principi fondamentali e primordiali: "il simile agisce sul simile"  (lat. similia similibus) e "il continguo agisce sul contiguo" (lat. contigua contiguis). Da tali principi conseguono, rispettivamente, la magia imitativa (o analogica o mimetico - simbolica o omepatica) e la magia simpatico - contagiosa. La prima si esprime nei riti o rituali mimanti o simulanti atti reali ( per esempio, reappresentazioni di animali realizzare nell'intento di favorire una caccia abbondante); la seconda deriva dalla proprio efficacia sia dalle identità o somigliange esteriori dell'oggetto che funge da strumento del rito e l'oggetto subirà gli effetti voluti dall'esecutore del rito stesso, sia dal continuum (non interrotto da eventuali separazioni o iati spaziali) che permette un contatto tra la parte (oggetto del rito magico), talvolta riprodotta per somiglianza, e il tutto (cui essa appartiene),in modo per l'azione esercitata sulla parte si comunichi al tutto, Classico esempio di magia simpatica è la couvade (Covata), diffusa soprattutto fra gli Indiani dell'Amazzonia (sporadicamente anche in Asia e in Africa): tipico caso di "simpatia" tra il marito mimante le doglie e la sposa in travaglio di parto. Esempio di magia contagiosa è la pratica del bruciamento di capelli o unghie dell'oggetto - vittima che subisce a distanza l'effetto magico. Alla casistica sompatico - contagiosa si riferiscono in particolare taluni riti cannibalici (ingerimento del cuore, del cervello o di altri organi della vittima per sottrarne la forza, il coraggio, l'astuzia, l'intelligenza) e le trafitture operate su riproduzioni plastiche di membra della vittima mediante aghi, spilli, pugnaletti o altro. Altro importante tipo di magia è la magia evocatoria basata su riti di complessa e difficile preparazione (pronuncia parole o formule, tecniche di difesa per "escludere" gli spiriti nocivi, come il "circolo magico" dei fattucchieri). Aspetto particolare di magia simpatica è lamagia del nome o della parola, per cui il nome è la vera essenza di un individuo (cioè la sua personalità), così chi pronuncia un nome con esattezza tonico - musicale (intonazione, livello o altezza, potenza, timbro, ecc.) diventa il "signore" o padrone del possessore del nome stesso. Alla magia della parola si riconduce poi tutta la complessa simbologia dei rituali magici (formule delle associazioni misteriche o misteriosofiche, scongiuri, divinazioni). La fondamentale distinzione tra magia bianca e magia nera venne operata già nel Medioevo. La magia bianca si propone scopi buoni e si avvale di mezzi e potenze celesti (rientrano in questo tipo di magia medicina popolare, talismani, amuleti con poteri apotropaici, guaritori o guaritrici); la magia nera ha invece fini malvagi e perversi, e ricorre alle potenze infernali, considerate sotto il nome di stregoneria, vennero condannate come tali dalla chiesa cristiana (Inquisizione) con pene severissime (torture, rogo). I fenomeni e i risultati conseguiti talora dalle arti magiche si ricollegano allo scatenamento (risultante diretta del clima di alta emotivitò provocato da tali riti e pratiche) di facoltà paranormali (telepatia, chiaroveggenza, telecinesi) presenti nell'operatore allo stadio latente e normalmente compresse e vanificate. Ipnosi e suggestioni a distanza sono invece largamente presenti nella magia nera. Forme particolari di magia sono la lettura, il malocchio, la fattura. La magia, come "scienza" codificata, nacque probabilmente presso i Caldei o, secondo altri, presso gli Accadi, ma anje nell'India vedica è ricordato il potere magico (trapas) come superiore alle stesse divinità che anzi talvolta vi ricorrono. La religione babilonese aveva particolari sacerdoti (asipu, masmasu) che praticavano la magia; le malattie venivano guarite da un esorcista mediante particolari "riti di scioglimento" (nam-bur-bi), e altre forume servivano per le maledizioni (nam-erim-bur-ru-da) e per le fatture (ub-bur-ru-da). I Magi iranici apparvero alla tradizione occidentale come i possessori di misteriose tecniche atte a costringere le forze della natura entro determinati schemi di comportamento: da essi, sin dal IV secolo a.C., trassero il nome della magia gli antichi Greci, presso i quali rituali magici facevano parte integrante del culto ufficiale, ma la magia  in sé era considerata con diffidenza come cosa straniera. Grande importanza assunse invece la magia nel periodo del tardo ellenismo: con la visione unitaria del cosmo ("simpatia universale") degli scritti che vanno sotto il nome del leggendario Ermete Trismegisto e col neo - platonismo di Giamblico e di Proclo che intese la magia coma la scienza suprema. Le opere magico - filosofiche e astrologiche greco - ellenistiche e arabe vengono riscoperte dall' Occidente latino nel XII sec. e da allora testi e traduzioni si moltiplicano. Nel corso del basso Medioevo si interessarono di magia, soprattutto per il suo carattere pratico e direttivo degli venti naturali, studiosi famosi come Ruggero Bacone, Pietro d'Abano, Arnaldo di Villanova, Raimondo Lullo; nel Rinascimento, Marsilio Ficino, Cornelio Agrippa, Paracelso; più tardi, Giordano Bruno e Tommaso Campanella, Decaduta nel XVII sec. di fronte alle matematiche scienze moderne, la magia conobbe un risveglio nel primo Romanticismo (in particolare, nell'idealismo magico di Novalis). Attualmente i poteri magici già attribuiti all'ipnotismo , alla suggestione, alla trasmissione del pensiero cosiddetto "magnetismo animale", sperimentale e terapeutico e anche ai medium, vengono riferiti a forze naturali presenti nell'uomo ma scarsamente note (studiate, più in particolare, dalla moderna metapsichica o parapsicologia).

Medi (antico persiano Mäda, greco Mhdoi, latino Maedi) : popolazione iranica, stanziata almeno dal IX secolo a.C. nella regione che da loro prenderà il nome di Media.