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Il castello di Eymerich

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Ne 'Il castello di Eymerich' di Valerio Evangelisti,  Padre Nicolas affronta il suo nemico più terribile. Il granitico inquisitore di Gerona si scontra con la sua nemesi più pericolosa: l'amore di una donna, un sentimento che rischia in ogni momento di travolgere la salda barriera della sua fede.

Oltre ad essere un bellissimo romanzo, la storia di Evangelisti fa riflettere sulla condizione della donna nella storia. La donna, e nella fattispecie, questa ragazza giudea che si innamora di lui è percepita come una minaccia gravissima, una “femmina lubrica e insidiosa” da cui guardarsi. Ed in effetti Myriam è il nemico più potente di padre Nicolas: la forza del suo amore potrebbe in ogni momento rompere la maschera di zelota fanatico che questi si è costruito, riportando alla luce l'uomo che giace sepolto in profondità sotto di essa. Lei sarebbe capace di distruggere l'inquisitore in un attimo, e far sbocciare un fiore su quest'albero contorto, cresciuto senza la luce del sole.

Ed è proprio per questo che Eymerich la respinge con violenza, la sua tenerezza gli scatena profondi accessi d'ira perché percepisce il potere che un sentimento così puro può esercitare su di lui. L'inquisitore di Gerona ringhia, viene sopraffatto dalla rabbia e minaccia di farle del male, e quando lei gli risponde che da lui accetterebbe qualsiasi cosa, la collera monta ancora di più.Questo non lo accetta, lui non accetta di piegarsi di fronte ad una donna ed ammettere il suo amore.

Padre Eymerich è uno che non china la testa di fronte a nessuno, nemmeno al cospetto di un'armata di demoni o di Satana stesso. Alla fine della storia i maligni vengono puniti, anche se non ci sono buoni da far trionfare, e la vittoria è solo dei personaggi un po’ meno corrotti. Nicolas sconfigge tutti e rifiuta con forza Myriam per l'ultima volta, ha trionfato contro il demonio, ma ha vinto realmente?

No.  Nella vita di un inquisitore esiste solo supplizio e penitenza.

05/07/2003