La popolazione di lingua occitana composta da 178.000 individui secondo una recente stima del Ministero dell'Interno è prevalentemente stanziata nelle valli Chisone, Germanasca, Pellice, Po, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso e Vermegnana situate nelle province piemontesi di Torino e Cuneo. Le parlate occitane, un tempo diffuse su un territorio più esteso, sono attualmente molto frazionate e diversificate tra loro anche in funzione dell'influenza che nei secoli, la lingua piemontese ha avuto su di esse; possono comunque essere distinti due varietà principali dette provenzale-alpina e delfinese-alverniate.Le comunità occitane risiedono da sempre in queste vallate e durante i secoli sono state sicuramente toccate dall'influsso delle vicine comunità provenzali, attraverso il lavoro stagionale svolto dai valligiani, e la presenza di immigrati d'oltralpe spinti dalle persecuzioni degli Albigesi nell'Occitania francese. L'economia delle valli occitane è stata tradizionalmente legata alle attività pastorali, ad un'agricoltura di sussistenza, agli scambi commerciali e, come in tutte le zone di frontiera, al contrabbando. La popolazione occitana non ha mai espresso forme significative di autogoverno, se non a livello strettamente comunale, e, durante tutto il corso della storia è sempre rimasta assoggettata al dominio di vari regni feudali della Pianura Padana, alla casa dei Savoia ed alla Francia. La frammentazione linguistica, amministrativa ed anche religiosa (in val Pellice, Germanasca e Chisone è viva la fede Valdese) non ha perciò mai favorito la nascita di una coscienza occitana comune fino a tempi recenti. Inoltre, sopratutto in passato, gli stessi occitani non hanno dimostrato una grande stima nei confronti delle proprie lingue considerate meno prestigiose del piemontese, dell'italiano e del francese (lingua di culto nelle valli valdesi fino al 1923). All'inizio degli anni sessanta nascono i primi movimenti culturali ed in questo quadro prendono vita l'associazione Escolo dòu Po, con lo scopo di valorizzare le parlate valligiane, ed il movimento autonomista di Coumbouscuro fondato da S.Arneodo su una matrice umanista e cattolica ed ancora oggi punto di riferimento, tramite la rivista da esso curata, di parte dell'autonomismo occitano. Nel 1968 nacque invece il Movimento Autonomista Occitano MAO vicino alle tendenze dell'occitanismo rivoluzionario ed a quelle del nazionalista occitano d'oltralpe F.Fontan ancora notevolmente attivo anche tramite alcune pubblicazioni editoriali tra le quali vi è Ousitanio Vivo. Inoltre, a fianco del MAO, è attivo Il Partit Nacionalista Occitano (PAO). Attualmente le rivendicazioni autonomistiche dell'area occitana si sono legate al malcontento per il degrado ecologico ed economico in cui versano le vallate che ha causato anche un certo calo demografico e l'emigrazione verso la pianura. Sul fronte culturale negli ultimi anni è sicuramente nato un ottimo movimento di valorizzazione e rivalutazione delle parlate occitane che si esprime attraverso una editoria molto viva ed un fiorire di formazioni musicali che fondono mirabilmente la lingua occitana con la musica tradizionale (Lou Dalfin,Lou Feriol, ecc.) delle valli con le tendenze musicali moderne. Inoltre sono sempre più frequenti le attività scolastiche per l'insegnamento delle lingue e delle tradizioni locali, sorte dopo l'esperimento pilota della pluriclasse Coumboscuro.