TITOLO : UNA VACANZA ISTRUTTIVA PROLOGO (5P)

AUTRICE : MEL JASON

SOMMARIO DELL'AUTRICE: Due coppie dell'SG-1 decidono di partire per ....una vacanza istruttiva

SPOILERS: 5° stagione : 5x19 Menace


DISCLAIMER: Stargate SG-1 ed i suoi personaggi appartengono alla Metro-Goldwyn-Mayer Studios Inc/Showtime/Double Secrets Productiona/Gekko/ Sci-Fi Channel/ Glassner, Wright, Anderson, Greeburg. 

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UNA VACANZA ISTRUTTIVA - PROLOGO

(5° Parte)

 

 

Vedi 4° parte

 


 

Appena Jack sparì, Daniel liberò la scrivania, ripose il suo zaino a terra, prese il fascicolo con le iscrizioni che aveva riportato l’SG-13, sparpagliò i libri di consultazione che gli servivano, prese un taccuino e la matita, accese la lampada e si mise subito al lavoro; dopo qualche istante Daniel udì la voce del Colonnello, seguito pochi secondi dopo dalla sua testa, che fece capolino dalla porta.

“Se hai intenzione di restare qui alla Base per tutta la notte, ricordati di mangiare qualcosa e di dormire qualche ora, okay?”

“Uhm…’kay.” –Rispose laconicamente il linguista, totalmente immerso nel suo compito a casa

“Sì, come no…” - Mormorò il Colonnello mentre si allontanava nel corridoio; quando fu vicino ad una delle guardie che erano stazionate accanto al Lab di Daniel, gli rivolse la parola a bassa voce.

 

Quella stessa sera: ASCENSORE

 

Jack ormai in borghese (pantaloni chiari, una camicia chiara e un giaccone di jeans), era in ascensore per uscire dalla Base e ritornare a casa; ripensò con un sorriso il momento in cui Daniel gli aveva fatto recapitare, dopo la loro conversazione, un lungo elenco delle cose da fare, o meglio, non fare alla presenza del capo-tribù di PX3-456, con allegata una lettera di scusa per il capo che lui aveva usato e che Jack doveva assolutamente imparare a memoria; naturalmente Daniel aveva affiancato la pronuncia esatta di ogni parola; in quell’istante le porte si dischiusero e davanti a lui apparve Sam in abiti civili: jeans,camicetta blu e una giacca di pelle scura.

 

“Carter…”- Disse Jack mentre lei vi entrava.

 

"Colonnello..."- Disse Sam salutandolo con un sorriso- "…ho sentito che Lei e Daniel andrete su PX3-456."

 

"Ma come… ? Chi?...?…Lascia stare...in ogni modo sì...sarà una…”vacanza istruttiva… a sentir lui." –Aggiunse Jack mentre premette il pulsante 11, e l’ascensore riprese la sua corsa.

 

"Questo vuol dire che…"

 

"Già ..."

 

Sul volto di Sam comparve un’espressione di sollievo.

 

"Signore, dica a Daniel di mangiare; quando è troppo preso si dimentica di mangiare, lo sa."

 

"Non ti preoccupare. Me n’occupo io...dovessi ingozzarlo a forza."

 

Sam rise: pensò che il Colonnello sarebbe stato capacissimo di farlo.

 

In quell’istante le porte si aprirono di nuovo: erano arrivati al checkpoint e i due uscirono dall’ascensore.

 

"Ci conto signore.”

 

Il Maggiore e il Colonnello si avvicinarono alla scrivania del Checkpoint e apposero la firma sul registro d’uscita.

 

“Fate buona vacanza, signore e spero di farne anche io una…" –Disse Sam dopo che ebbe finito di firmare.

 

"Vai in vacanza ,Carter ?!" –Esclamò Jack alzando le sopracciglia.

 

"Sì,signore. Stavolta sì.” -Rispose il Maggiore con un breve sorriso misterioso, (che non sfuggì al Colonnello).

 

Mentre i due ufficiali percorrevano i corridoi per prendere il secondo ascensore, Jack rimase in silenzio, gettando ogni tanto uno sguardo incuriosito verso il suo secondo in comando ;poi, una volta giunti all’interno del secondo ascensore, dopo che Sam aveva premuto il pulsante, si voltò verso di Jack.

 

“Muore dalla voglia di saperlo, non è vero, Colonnello?”

 

“Uhm?” -Fu la laconica risposta di Jack , voltandosi verso di lei.

 

“Dove vado in vacanza.”

Jack fece spallucce e finse un totale disinteresse che Sam non bevve per niente.

 

“Diciamo che è una promessa che doveva essere mantenuta tanto tempo fa.”

 

Il Colonnello alzò un sopracciglio e rifletté sull’affermazione che aveva appena udito ,poi gli venne in mente il confabulare che aveva assistito poche ore prima fra lei e Teal’c, in Sala Riunioni…aveva forse a che fare con la vacanza di Carter?

 

Le porte si dischiusero e i due uscirono; Sam si congedò dal suo Ufficiale comandante con un cenno del capo e proseguì verso l’uscita, e verso la sua macchina.

 

Jack restò un po’ perplesso e pensieroso; poi si avviò anche lui.

 

 

Quella stessa sera: LAB DI DANIEL

Una tazzina di caffè, ormai vuota , giaceva sulla scrivania del linguista, l’ultima delle tante che aveva bevuto per continuare a lavorare alla sua traduzione.

 

Daniel, che era così preso dal suo compito a casa, non si era accorto (naturalmente), che ormai si era fatta sera inoltrata; quando si alzò dalla scrivania per dirigersi verso gli scaffali che si trovavano in fondo al suo ufficio, una figura ne approfittò per introdursi di nascosto ed appoggiare su di essa un oggetto; quando Daniel vi ritornò vide che sulla sua scrivania era magicamente apparso un vassoio con del cibo e un biglietto con la scritta mangiami!.

 

L’egittologo rimase per qualche istante sconcertato, ed uscì nel corridoio per vedere se vi fosse qualcuno, ma era deserto, a parte le due solite guardie di sicurezza, che gli lanciarono degli sguardi interrogativi; quindi ritornò dentro, alla fine, sul suo viso appare un leggero sorriso; si sedette e prese qualcosa dal vassoio, iniziò a sbocconcellarlo e si rese conto di aver fame e finì il suo pasto con gusto; dopo averlo terminato, ritornò immediatamente alla sua traduzione …naturalmente.

NOTTE FONDA -LAB DI DANIEL

…E Daniel era ancora alle prese con la traduzione, gli occorsero ancora parecchi minuti prima di poterla terminare; alla fine la ricontrollò accuratamente, quindi chiuse il fascicolo , si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi perché gli bruciavano…quando…

 

All’improvviso una voce maschile roboante esclamò: “Dottor Jackson è…è ora di riposare!”

 

La voce tonante fece sussultare il povero Daniel che quasi cadde dalla sedia.

 

“Mi scusi, Dottor Jackson.” –Disse la guardia con aria mortificata.

 

Daniel si voltò verso l’uomo che era comparso per magia alle sue spalle, inforcò di nuovo gli occhiali e lo fissò con aria interrogativa.

 

“Ehm… Dottor Jackson, mi segua nelle camerate, per favore.”

 

“Come ha detto,scusi?!”

 

“Ahm… mi segua nelle camerate, per favore.”

 

“Ehm…Perché…?!”

 

“Perché…questi sono i miei ordini, signore.”

 

“Ordini?! Di chi?!”

 

Il volto dell’uomo divenne paonazzo e bofonchiò qualcosa che Daniel non comprese del tutto, ma lui intuì, o sperava di aver capito chi avesse dato quell’ordine e rimase … profondamente toccato.

 

“Non importa, Wilson.” – Sul volto di Daniel comparì un sorriso fuggevole.

 

“Se mi vuole seguire, signore.”

 

Daniel decise che aveva bisogno, in effetti, di un po’ di riposo, così chiuse i libri,prese il suo zaino (in modo di essere già preparato) , e seguì Wilson nell’ascensore e poi nelle stanze allestite come dormitorio, dove lo attendeva un letto comodo; si tolse gli occhiali e li appoggiò delicatamente a terra al sicuro ; appena mise la testa sul cuscino, il giovane archeologo cadde profondamente addormentato.

 

FINE quinta parte

 

 
 

 

 

 

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