La Tavoletta Berlinese

 

 

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Sulla tavoletta di Antonello da Messina recentemente scoperta a Berlino

di Ranieri Melardi

La tavoletta, proveniente da Berlino, raffigura sul recto una “Madonna col Bambino benedicente un frate francescano”, e sul verso un Ecce Homo (foto 01).

L’autografia antonelliana della Madonna col Bambino è a mio avviso assai probabile (foto 01a) mentre mantengo delle riserve sulla paternità del Cristo, che a mio parere  è di mano diversa da quella del Messinese, e prossima forse al “Maestro del Trionfo della Morte”.

Osservando la Madonna col Bambino ci si accorge di una certa acerbità di stile che la colloca in una fase ancora abbastanza giovanile di Antonello, quindi non ancora a contatto con la sintesi pierfrancescana, ma che risente già della monumentalità volumetrica della pittura provenzale di Enguerrand Quarton. A tal proposito perciò io accrediterei l’ipotesi dell’eventuale soggiorno in Provenza avanzata da alcuni studiosi fra cui Fiorella Sricchia Santoro (1986), che rilevano  caratteri propriamente quartoniani nella Madonna Salting (foto 05), eseguita probabilmente successivamente a questo soggiorno, databile poco dopo la metà degli anni ‘50. Si guardino quindi la tendenza alla regolarizzazione e alla nitidezza  dei volumi in questa tavoletta e le si confronti con quelle presenti nell’”Incoronazione della Vergine” del Quarton. Inoltre, analizzando il Francescano di profilo a mani giunte (foto 01b),  si nota che è perfettamente raffrontabile per tipologia  e stile ad alcuni eletti e santi oranti in ginocchio sulle nuvole ai fianchi della Vergine incoronata (si veda quello vestito di verde, di profilo con lo sguardo alzato a contemplare la Vergine, foto 03), e per il particolare delle mani, al certosino donatore della “Pietà di Avignone” (foto 04 e 04a) - di assai probabile autografia quartoniana - che presenta le dita sottili e lunghe proprio come quelle del Francescano della tavola antonelliana.

Detto ciò, questa opera contribuirebbe a rafforzare la validità dell’ipotesi provenzale di Antonello, visto che  qui l’artista mostrerebbe di elaborare alcuni  particolari tratti  da specifici quadri del Quarton che senza una visione diretta difficilmente avrebbe potuto conoscere. Inoltre i caratteri stilistici generali del quadro sono, come già detto, ampiamente mutuati dai modi del pittore francese.

Ma l’influsso provenzale non è l’unico carattere ravvisabile nel dipinto. Infatti dal punto di vista tipologico mi sembra assai probabile la derivazione da un modello di Petrus Christus, ovvero la “Madonna col Bambino, Santa Barbara e il certosino Jan Vos “, databile forse al 1450 ca. (foto 02), a sua volta copia variata e semplificata della “Madonna col Bambino, Sta Elisabetta d’Ungheria, Sta Barbara e il certosino Jan Vos” databile al 1441-1443 ca. iniziata da Jan Van Eyck e ultimata dallo stesso Christus. Questa derivazione è riconoscibile nel gruppo Madonna con Bambino. Infatti, ponendo a confronto le due immagini si nota come il sorriso e lo sguardo reclinato della Madonna antonelliana siano affini a quelli della stessa Vergine del Christus. Altre analogie fra le due opere si trovano nel modo in cui le due Madonne trattengono il Bambino, nelle gambe divaricate di quest’ultimo, nel panneggio ampio e imponente del manto della Vergine (foto 02a).

Naturalmente, come già detto, Antonello non dipinge una copia, bensì una sua interpretazione  a cui apporta delle significative varianti.

Il rapporto fra opere di Antonello e opere di Christus è già stato messo in luce in  diverse altre occasioni e a questo proposito si è ipotizzato che i due si conoscessero personalmente, essendo probabile che negli ani ’50 del ’400 Christus soggiornasse in Italia. A tal proposito un’ipotesi ormai screditata voleva che gli “Antonellus Sicilianus” e “Petrus de Bruggia” documentati insieme a Milano nel 1456 andassero identificati proprio con Antonello da Messina e Petrus Christus. Si è invece constatato che le  persone citate in quel documento erano due balestrieri (Santucci,1992). Ma riguardo a questo soggiorno milanese, la Santucci (1992) afferma che non sia da escludere che a quella data i due pittori si trovassero comunque a Milano - da dove avrebbero poi  proseguito insieme per la Provenza - in occasione del  matrimonio politico fra Alfonso d’Aragona, figlio di Ferrante e Ippolita Sforza, figlia di Francesco.

 

Considerate le suddette ipotesi, proporrei di collocare l’esecuzione della tavoletta in oggetto o entro il soggiorno provenzale, o ad una data immediatamente successiva; quindi in un arco di tempo compreso tra il 1456 e il 1458-9, periodo che precede l’incontro con Piero della Francesca a Roma avvenuto intorno al 1460.

In conclusione, se ciò che rilevo avesse qualche valenza, la scoperta di questa tavoletta sarebbe utile per sciogliere due enigmi della formazione di Antonello, ovvero l’ipotetico soggiorno provenzale e il diretto contatto con Petrus Christus. In quale specifico modo poi Antonello mutui delle idee dal Christus (forse tramite disegni?) è ancora da stabilire e sarà oggetto di studi futuri.

 

 Ranieri Melardi

Studente in Storia e Tutela dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Padova.

 

e-mail: r.melardi@libero.it

 

Foto 01

Foto 01a

Foto 02

Foto 02a

Foto 01b

Foto 03

Foto 03a

Foto 04

Foto 04a

Foto 05