Alberto Gedda - L'Unita' - 5 ottobre 2002
   

RADIOCRONACA DELLE GESTA DEL SUBCOMANDANTE SABELLI FIORETTI: IL POPOLO LO VUOLE


"L'Italia è il Paese che amo!": così un imprenditore televisivo ha annunciato la sua "discesa in campo" nella vita pubblica per occuparsi di politica a pieno titolo perché chiamato dal popolo a farlo. Restano da definire il "titolo" del partito (sarebbe il nome ma il "backstage" televisivo emerge ad ogni parola), così come la "sigla" (nel senso di inno... ) e la "Location" ( ovvero la sede, ma tant'è! ), però la strada ormai è tracciata: "Ho imparato quello che dovevo imparare e sono pronto ad assumermi le mie responsabilità perché il popolo non può aspettare!". No, non è la radiocronaca dei proclami del Cav. Silvio Berlusconi nel fatidico 1994, tratta magari dalle golosissime Teche Rai, ma è invece l'attualità stringente che emerge dal programma culturale e di informazione di gran tendenza (sono parole grosse, ce ne rendiamo conto...) ovvero Caterpillar, dal lunedì al venerdì su RadioDueRai dalle 18 alle 19.30. Dai microfoni della trasmissione in questi giorni viene raccolto e ritrasmesso il verbo del nuovo soggetto della politica italiana, che per una sua strana contorsione intellettualgastroenterica, si è ritirato per due settimane in Marocco a meditare. Si tratta di Claudio Sabelli Fioretti, giornalista già direttore di Cuore e di Gente Viaggi (per dire ), ma soprattutto sub-comandante della rete televisiva "La Otto". Perché sub-comandante? È chiaro: "Perché el comandante es el pueblo, ostrega!".
In collegamento da medine, suk e dune, Sabelli Fioretti ha lanciato i suoi proclami ma, soprattutto, i suoi sondaggi che lo vedono in assoluta pole position fra gli italiani che si sono trasferiti in Marocco (con interviste rigorosamente false) approfittando quindi del sito aziendale (www.caterueb.it) per realizzare un'indagine di mercato sul titolo del suo partito attraverso gli ascoltatori della trasmissione che, da subito, sono entrati nel gioco con proposte esilaranti.
Personalmente abbiamo apprezzato molto (anziché il nostro scontato "Forza Marocco") l'ipotesi di "Partito dei Fioretti" nel quale si sposa l'esigenza di fare sacrifici con un pezzo del cognome del neo leader che da lunedì sarà di nuovo sul suolo italiano per seguire l'evolversi del suo movimento. Ma intanto l'attualità stringe: quale è la posizione del prossimo partito sull'invio degli alpini in Afghanistan, questione che ha diviso anche l'Ulivo? All'arguta domanda di Massimo Cirri e Filippo Solibello (condottieri di Caterpillar ) Sabelli Fioretti ha risposto a chiare lettere: "Che l'Ulivo si divida non mi sorprende affatto! Gli alpini non devono andare in Afghanistan perché in Afghanistan ci deve andare tutto il popolo, perché il popolo non può più aspettare".
Ma gli alpini sono un corpo sceto, hanno replicato da studio provocando il leader che, dal telefono satellitare nel deserto, ha però sentenziato: "L'unico corpo scelto es el pueblo!". La divertente saga del nuovo partito sarà proposta nell'intero ciclo di Caterpillar che, giunto al settimo anno di programmazione, si conferma nella sua intelligente ironia, goliardica ma puntuale, che coinvolge sempre più ascoltatori in una sorta di grande tribù del messaggio circolare che ha le sue ambasciatrici nelle inviate Jelena Ilic e Marina Senesi che attraversano l'Italia fotografandone la vitalità quotidiana nell'immensità antologica di un paese che vuol essere normale, nonostante tutto. Ed è proprio in quel "nonostante tutto" che si inserisce, gioca e giustifica Caterpillar con il suo sub-comandante Claudio Sabelli Fioretti: perché è il popolo che lo vuole...

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