GLI AFFRESCHI DI SAN BERNARDINO

Il ciclo pittorico di Gian Martino Spanzotti

Lo Spanzotti, negli anni intorno al 1500, narrò la storia della vita e della passione  di Gesù sulla parete di divisione fra le due chiese. Gian Martino Spanzotti (Casale 1455 ?), operò a Torino, a Casale, a Rivarolo, a Stresa Borromeo, a Sommariva, a Perno e ad Ivrea dove lasciò la sua opera maggiore e più significativa. I documenti parlano dello Spanzotti come pittore dal 1480 al 1526: egli appare legato alla vecchia scuola Lombarda quattrocentesca; risente però, dell’influenza delle nuove correnti milanesi. Lo Spanzotti è pure pittore di corte dei Savoia, gli affreschi di Ivrea sono particolarmente importanti, perché appartengono al periodo di transizione tra la civiltà gotica e le nuove forze rinascimentali di provenienza toscana. Intorno al 1480 Spanzotti ha l’incarico di affrescare l’interno della parete che divide la chiesa di S. Bernardino e vi lavorerà, a fasi alterne, fino al 1490.

Gli affreschi saranno venti ognuno delle dimensioni di  m 1,50 x 1,50, disposti intorno ad un grande quadrato centrale raffigurante la crocifissione, di mq 9. Nei pilastri sottostanti viene raffigurato S Bernardino e ai lati “l’Inferno” e “il Paradiso”, “il Purgatorio” e ”la Cacciata dal Paradiso Terrestre”.

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I dipinti sono pieni di umanità, le scene sono realistiche, le figure ben proporzionate ed espressive nei movimenti. Le composizioni sono complesse e piene di particolari. Pregio dello Spanzotti è quello di realizzare, pur senza conoscenza di un vero linguaggio prospettico, un buon effetto delle figure nello spazio.