Il 12 aprile 2005 avrebbe compiuto 84 anni, larga parte dei quali spesi nell’attività di progettista elettronico. Parliamo di Aldo Negrotti, scomparso poche settimane fa, uno fra i primi cremonesi ad occuparsi di radiotecnica e, poi, di vari altri rami dell’elettronica, sia analogica che digitale.  

Come il fratello, Nino, professore e direttore d’orchestra, anche Aldo aveva trovato nella Milano degli anni 50 il luogo ideale per iniziare una carriera professionale peraltro ancora difficile nell’Italia del dopoguerra. Ciò nonostante, fu consulente apprezzato presso vari reparti di ricerca e sviluppo, dalla famosa Allocchio Bacchini alla Phonola.  

Suo é il progetto per la radio transistorizzata più piccola allora in commercio (si chiamava Puck e fu distribuita per qualche tempo, fino all’arrivo delle ‘giapponesi’, dalla Phonola). Appassionato di ’alta frequenza’ Aldo Negrotti e l’amico Ing. Gino Nicolao, progettarono e portarono a termine il primo impianto di televisione a circuito chiuso per la flotta Lauro e, poi, per alcune navi della Marina Militare italiana. Autore, poco più che ventenne, di un progetto per un dispositivo di misura (con brevetto CNR, pubblicato negli anni quaranta da Sapere), Aldo Negrotti ha inoltre contribuito ad introdurre nella tecnologia elettronica italiana la teoria e la pratica dei ‘circuiti stampati’, sui quali pubblica, negli anni 60, una serie di articoli sulla rivista specializzata L’Antenna.

Sensibile  a molti aspetti della scienza e della tecnologia, era noto agli amici cremonesi per la sua ostinata e arguta ‘caccia agli errori’ nei testi più diversi, dai servizi televisivi a varie enciclopedie popolari. Nel 2004 ha pubblicato un divertente e istruttivo capitolo (‘Scienza, tecnica e parole in libertà’) sulle difficoltà della divulgazione scientifica nel volume La scienza e la parola (Scheiwiller, Milano) curato dal figlio, Massimo, ordinario di Metodologia a Urbino, e dal fisico G. Lanzavecchia.

 

 

 

   
   
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