MASSIMO COGLIANDRO
Autogestione e socialismo nel Perù di Velasco
Il 3/10/1968 in Perù la borghesia burocratica
militare ha portato a segno un colpo di Stato che le ha permesso di subentrare
alla borghesia politica organica in quanto classe sociale dominante. I partiti
sono stati di fatto esclusi dalla gestione del potere statale, ma non sono
stati sciolti: la nuova classe sociale dominante si rendeva perfettamente conto
che i partiti, soprattutto quelli di "sinistra", avevano una larga
base di massa e che toccarli voleva dire aprire la strada alla guerra civile.
Le ragioni del colpo di Stato vanno cercate nella permanente conflittualità,
esistente sin dalla fine della dittatura di Odrìa, tra la borghesia politica
organica, sostenuta dalla borghesia tradizionale, e la borghesia burocratica
militare legata al desiderio di quest'ultima di partecipare in maniera
consistente ai privilegi di cui godeva la prima.
La borghesia burocratica militare guidata da Velasco, considerata la
impossibilità di eliminare definitivamente i partiti, ha deciso di fare
direttamente appello a quelle stesse masse che fino ad allora avevano sostenuto
la borghesia politica organica e ha dato inizio alla più grande
"RIVOLUZIONE DALL'ALTO" mai vista in Sud America . Anche Odrìa cercò
l'appoggio del proletariato peruviano con il suo tentativo di imporre alla
borghesia tradizionale con la legge n° 10908 del 3/12/1948 un sistema di
partecipazione agli utili dei lavoratori pari al 30%, ma non aveva nè la
volontà nè la forza di minare le fondamenta stesse del capitalismo peruviano.
L'attacco alla borghesia tradizionale, alle burocrazie industriali di nomina
padronale e, indirettamente, alla borghesia politica organica già da tempo allo
sbando è iniziato il 28/7/1970 col varo della Legge generale dell'industria,
che ha minato alla base il sistema di corruzione diffusa su cui si fondava il
potere della borghesia politica organica prima del 3/10/1968.
Questa legge, infatti, prevedeva che i lavoratori partecipassero grazie alla
istituzione delle cosiddette "COMUNITA' INDUSTRIALI", alla proprietà
e alla gestione delle imprese private.
In Perù è iniziata così la storia di una inedita forma di "PRIVATO
SOCIALE", che oltre a dare un colpo alla corruzione sottoponendo le
direzioni aziendali ad uno stretto controllo da parte dei lavoratori, ha anche
permesso di RESPONSABILIZZARE in misura sempre maggiore gli stessi lavoratori.
Poche settimane dopo, il 1° settembre 1970, la borghesia burocratica militare
ha lanciato l'offensiva finale contro il grande capitale privato, reo di voler
difendere la vecchia classe sociale dominante - la borghesia politica - in
disgrazia, con la promulgazione del decreto-legge n° 18384, che ha sancito la
possibilità e la necessità per la comunità industriale di raggiungere il
50% del patrimonio dell'impresa o del suo capitale sociale.
La "rivoluzione sociale" iniziata dalla borghesia burocratica
militare il 28/7/1970 si è però arenata nel giro di pochi mesi perchè non era
la diretta espressione della lotta di masse oppresse, altamente coscienti di
sè, in cerca della liberazione dalle varie forme di sfruttamento economico ed
istituzionale, ma era solo un insieme di provvedimenti legislativi che
ristrutturavano la struttura socio-economica per stabilizzare il potere della
nuova classe sociale dominante ai danni delle altre classi sociali sfruttatrici
e per aprire la strada al passaggio, da ottenersi con l'appoggio attivo delle
masse, dal modo di produzione capitalistico fondato sulla proprietà privata al
modo di produzione capitalistico di Stato.
In questo contesto si inseriscono il tentativo - fallito - della classe sociale
dominante di stimolare la nascita di un movimento sociale di sostegno con la
creazione il 4/4/1972 del SINAMOS (Sistema Nazionale di Appoggio alla
Mobilitazione Sociale) e la introduzione il 30/4/1974 di una forma di
"autogestione" - nella realtà molto limitata nelle sue prerogative e
fortemente burocratizzata al suo interno - nelle imprese pubbliche che in prospettiva
avrebbe reso accettabile alle masse lavoratrici la nazionalizzazione delle
imprese private, di cui ormai erano comproprietarie, ed il loro passaggio sotto
la "benevola tutela" - reale anche se non formale - della borghesia
di Stato militare rafforzando e stabilizzando ulteriormente la proprietà
statal-tecnocratica dei mezzi di produzione e, quindi, il capitalismo di Stato
militare.
La lotta di classe tra alcuni settori giovanili della classe operaia e le
classi istituzionali subalterne della guardia civile da un e la borghesia di
Stato militare dall'altro, per lungo tempo rimasta allo stato latente,
scoppierà violentissima il 5/2/1975.
Il carattere violento della rivolta era dovuto al fatto che è stata guidata da
elementi estranei alla classe operaia, poliziotti da un lato ed elementi
provenienti dal sottoproletariato e dalla piccola borghesia dall'altro lato.
La rivolta è stata schiacciata nel sangue, ma ormai era evidente che il
tentativo della classe sociale dominante di stabilizzare il suo potere era
fallito e che nuove sciagure incombevano sul Perù...
Roma, 22/9/1996
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