Massimo Cogliandro

 

 

 

 

 

 

 

 

Il comunismo gnostico

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Le fondamenta teoretiche del comunismo

 

 

 

Nel 1945 a Nag Hammadi è stato ritrovato, insieme a numerose opere di carattere gnostico, un frammento della Repubblica di Platone.

La presenza stessa di questo frammento della principale opera politica di Platone all’interno di uno dei codici della biblioteca gnostica di Nag Hammadi testimonia dell’orientamento politico delle antiche comunità gnostiche.

Platone nella Repubblica ha dato la prima definizione storica di cosa sia la società comunista:

 

 

 

-  Ciò che più lega insieme non è il vivere in comune gioie e dolori, quando tutti i cittadini, quanto più è possibile si rallegrano o piangono  degli stessi successi e delle stesse sventure?

-  Assolutamente – disse.

-  Ciò che, invece, divide non è l’individualità della gioia e del dolore, quando per alcuni è gran dolore, per altri gioia grande quel che capita sia nello Stato, sia nei singoli?

-  Come no?

-  E questo non avviene forse quando i cittadini non possano dire tutti di una stessa cosa: questo è “mio”, questo non è “mio”, e così delle cose altrui?

-  Senza dubbio.

-  Nello Stato invece in cui la maggioranza dei cittadini dica di una stessa cosa: questo è “mio”, questo non è “mio”; non è questo lo Stato governato nel modo migliore?

-  E di molto.

 

(Platone, Repubblica, 461, b-c).

 

 

 

Nel Vangelo di Filippo troviamo l’interpretazione gnostica di questo passo di Platone:

 

 

 

L’amore non avoca a sé nulla. Anche di ciò che è suo non dice: “Quello è mio”. Ma dice: “Tutto questo è tuo!”. (Vangelo di Filippo 77, 30).

 

 

 

Per Filippo, quindi, il comunismo non è semplicemente la logica espressione di una sovrastruttura statuale più o meno perfetta, ma, ponendo a fondamento del comunismo platonico il principio gnostico-cristiano dell’amore, ribalta i termini della questione: non è lo Stato che può creare una società giusta, ma è solo una società fondata sull’amore che può dare vita a un mondo migliore.

La diversità dell’impostazione di fondo è centrale: Platone incarna l’idea del comunismo autoritario di Stato, gli gnostici propongono un’idea di società comunista radicalmente anti-autoritaria.
Platone, però, mantiene un’importanza centrale per la teologia politica gnostica, perché per primo ha negato la necessità e l’utilità dell’esistenza della proprietà privata.

 

 

 

Il "materialismo storico" gnostico

 

 

 

Il materialismo storico non è un’invenzione di Karl Marx.

Una sua prima teorizzazione la aveva data il grande maestro gnostico Simon Mago ben XVIII secoli prima della nascita di Marx.

Nelle Recognitiones di Clemente, infatti, Simon Mago si rivolge in questi termini a Pietro:

 

 

 

Simone: “Mi è chiaro ormai che tu non puoi provare che l’anima è immortale; ed è per questo che sei così cavilloso, perché ti rendi conto che se si dimostra che è mortale, tutta la professione di fede in questa tua religione che ti affanni a sostenere va completamente a rotoli. Mi congratulo perciò per la tua scaltrezza, ma non approvo le tue motivazioni. Stai facendo opera di persuasione su un sacco di gente perché accolgano la tua religione e pongano freno alle proprie passioni ventilando la speranza di beni futuri, con la conseguenza di privarle del godimento delle realtà presenti e di illuderle su quelle future. Una volta morti, infatti, anche la loro anima si spegnerà. (Clemente, Recognitiones, III, 41)

 

 

 

Pietro, sconvolto da queste parole di Simon Mago, intuendo il pericolo che esse celavano per la società divisa in classi, ha dato una risposta che mette chiaramente in luce il carattere reazionario della sua azione in campo religioso e politico:

 

 

 

Pietro: “[…] ti sei buttato a giurare che l’anima è mortale, con lo scopo di sconsigliare la gente a vivere rettamente e secondo giustizia nella speranza dei beni futuri. […] A me dai dell’empio perché vorrei impedire agli uomini – facendo balenare futuri beni – di metter mano alle armi, di battersi, di lacerare e di sconvolgere il mondo […]. Ma che razza di vita sarebbe mai, questa da te pubblicizzata, dove gli uomini si azzuffano e si ammazzano, si arrabbiano e si inquietano e vivono continuamente nella paura? […] Non ti accorgi, tu, di essere un istigatore di violenza e non di pace, di ingiustizia  anziché di giustizia? (Clemente, Recognitiones, III, 42)

 

 

 

In una parola, il materialismo storico di Simon Mago, come quello del Vangelo di Filippo e di tutte le principali correnti gnostiche successive, era funzionale alla rivoluzione sociale, intesa come rivolgimento più o meno violento della società, mentre Pietro, come tutto il cattolicesimo successivo fino ai giorni nostri, era piuttosto per un sistema fondato sulla cosiddetta “pace sociale”, cioè sulla collaborazione di classe tra le classi sfruttatrici e le classi dominanti, negando così la possibilità stessa di qualsiasi cambiamento sociale.

Per Pietro, gli uomini devono cercare  una vita migliore dopo la morte, cioè nel Regno dei Cieli, per Simon Mago e per la Gnosi, invece, gli uomini devono cercare il proprio riscatto economico, politico e sociale già durante la vita terrena: questa è la differenza fondamentale tra le religioni alienanti e la religione dell’Uomo.

 

 

 

Il comunismo manicheo

 

 

 

Il comunismo gnostico non è rimasto una pura e semplice elaborazione teorica, ma nel 491 d. C. è sfociato in una grande rivoluzione sociale guidata dal teologo manicheo Mazdak e dal re persiano  Kavadh.

Per Mazdak, il dualismo manicheo oltre ad essere un dualismo cosmico era anche un dualismo sociale: il principio assoluto del Male si incarnava all’interno della società nei capitalisti, nei latifondisti e nei governanti; il principio assoluto del Bene al contrario si incarnava negli uomini delle classi sociali subalterne.

La lotta eterna tra il Bene e il Male all’interno della società coincide per Mazdak con l’eterna lotta tra ricchi e poveri, cioè con la lotta di classe.

Come si può vedere, anche il concetto di lotta di classe, anche se rivestito da una terminologia diversa, ha avuto un precedente nella teologia politica gnostica.

Per Mazdak la proprietà è un furto.

Il re Kavadh nel 497 d. C., sotto l’influenza di Mazdak, ha emanato una serie di leggi tese a confiscare la maggior parte dei beni agli aristocratici.

La reazione delle classi sociali dominanti non si è fatta attendere: un colpo di Stato ha rovesciato il governo e Mazdak, Kavadh e altri 20000 manichei sono stati condannati a morte. La prima vera rivoluzione sociale della storia si è conclusa in un fiume di sangue…

E’ stato giustamente messo in rilievo da alcuni autori che anche lo stesso Mani è stato condannato a morte dalla burocrazia clericale zarathustriana per il fatto che egli predicava l’uguaglianza, l’equa redistribuzione delle ricchezze, la non violenza e il rispetto per ogni essere vivente.

 

Roma, 23/11/2000

 


 

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