Massimo Cogliandro
Saggi sulle radici storiche del
monoteismo
Il faraone Akhenaton e la genesi della Gnosi ebraico-cristiana
1
Le tesi di Freud sulle origini del
monoteismo
L'origine egiziana della religione ebraica è stata affermata
da numerosi autori antichi e moderni.
Tra questi assume una certa importanza S. Freud
perché nel suo libro "Mosè e il monoteismo"
ricostruisce in un quadro d'insieme le vicende che hanno portato alla nascita
del monoteismo ebraico a partire dal fallimento della riforma religiosa, volta
a introdurre il monoteismo in Egitto, varata dal faraone Akhenaton.
Freud afferma che:
Queste tesi di Freud sono vere, ma solo in parte.
Il culto di Aton in realtà non inizia con il faraone Akhenaton, ma è un culto esoterico sorto al tempo della
costruzione delle piramidi, nell’Antico Regno. In quel tempo, si è formata
accanto alla religione del popolo una particolare forma di culto solare, che
vedeva nel dio Atum, il Sole, il simbolo stesso del
Sole Divino che alberga nel cuore di ogni essere umano.
Il
viaggio del dio Atum negli inferi, secondo questo
insegnamento segreto riservato a pochi iniziati della cerchia del Faraone,
rappresenta il cammino iniziatico del neofita verso
la liberazione del proprio pneuma divino
dall’attaccamento psichico alla realtà del molteplice.
Tale insegnamento esoterico trova la sua massima espressione nel Libro Egizio degli Inferi.
L'esodo dei fedeli della religione esoterica di Aton
4.
L'influenza del culto solare di Aton sul Cristianesimo Gnostico
Gli
gnostici del II° secolo d. C. sapevano benissimo che nell’Antico
Testamento convivevano diverse tradizioni teologiche originate dal culto di
diverse divinità orientali (Aton, Javhé
ed Elhoim).
Lo stesso
Ireneo, per confutare il tentativo gnostico di distinguere le diverse
tradizioni teologiche che convivono nell’Antico Testamento, è costretto a
scrivere:
Se qualcuno vuole obiettare che
secondo l’ebraico vi sono nomi differenti nelle scritture, per esempio Sabaoth, Elhoim, Adonai e altri simili, cercando di arguire diverse
potenze e divinità, imparino che tutte indicano e si riferiscono ad uno e
identico (Dio) (Ireneo, Adversus Haereses,
II, 35, 3).
Il fatto che per i Cristiani Gnostici il Padre di Verità
non fosse altro che Aton è provato da un tardo testo
gnostico intitolato: “Risposta di Abammone, suo maestro,
alla lettera inviata da Porfirio ad Anebo, e
spiegazione delle questioni che essa pone” (Pseuso-Giamblico,
“De Mysteriis”), falsamente attribuito da Proclo e da Psello a Giamblico, dove troviamo scritto:
Ermete colloca al primo posto come
capo degli dèi celesti il dio Emeph, che egli dice
essere l’intelletto che pensa se stesso e volge verso se stesso i suoi
pensieri. Avanti a questo egli colloca l’Uno indiviso e quello che egli chiama
“primo parto” e a cui dà il nome di Ikton (cioè Aton/Adonai): in lui risiedono il
primo intelligente e il primo intelligibile, il quale è venerato solamente con
il silenzio (Pseuso-Giamblico, “De Mysteriis”, Libro Ottavo, 3).
E’ evidente che Ikton non è altro
che il Dio Aton/Adonai,
cioè il Padre di Verità, mentre il Dio Emeph non è
altro che il nome gnostico egiziano dello Spirito Santo, da cui trarrà origine
il Logos, cioè Cristo.
Ikton/Aton/Padre
di Verità, Emeph/Spirito Santo e il Logos/Cristo
vanno quindi a formare la trinità cristiana gnostica, che trova la propria
unità nell’Uno indiviso o Abisso. Le tre persone della trinità sono però qui
disposte secondo una gerarchia ben precisa: Aton,
cioè il Padre di Verità, precede Emeph, cioè l’Ennoia o Intelletto Pensante del Padre o Spirito Santo; Emeph precede il Verbo, cioè la Parola. L’Uno, cioè
l’Abisso, a sua volta, riporta ad unità le tre persone della trinità al di
fuori di qualsiasi prospettiva sincronica o diacronica.
Nella speculazione tardo gnostica del De Mysteriis troviamo quindi già tutti i principali temi del subordinazionismo ariano del Logos rispetto al Padre.
La comunità gnostica cristiana che ha espresso il De Mysteriis si ricollegava direttamente agli insegnamenti
esoterici originari del Salvatore, che affondavano le proprie radici nella
tarda tradizione atonista risalente al re Davide.
Il carattere Cristiano Gnostico del De Mysteriis
è autorevolmente illustrato dal Sodano, che scrive:
Nel Trattato sui Misteri è
delineata una gerarchia che pone, dopo gli dèi, i demoni, gli eroi e le anime.
Essa rientra nella tradizione greca. Questa gerarchia, nel libro II, si
moltiplica, inserendosi, fra gli dèi e i demoni, due ordini divini, e cioè gli
arcangeli e gli angeli, e fra gli eroi e le anime altri due ordini, gli arconti
cosmocratori o sublunari e gli arconti della materia.
[…] Occorre riconoscere che queste nuove classi divine, tra le quali la
differenza spesso è segnata con notevole fatica, hanno pochissima eco nella
speculazione neoplatonica e in quella dello stesso Giambico. Esse indirizzano
piuttosto verso speculazioni cristiano-gnostiche e di tendenze popolari”.
In effetti, gli arcangeli, gli angeli, gli arconti cosmocratori o sublunari e gli arconti della materia
appartengono a classi divine che fanno parte esclusivamente della tradizione gnostica
cristiana e non hanno nulla a che fare con le coeve filosofie pagane, tanto
meno con quelle neoplatoniche…
Lo stesso Agostino nella sua opera “Le eresie” ci parla di
una Chiesa Gnostica, che si richiamava esplicitamente al Salmo 103 (104) della
Bibbia, cioè ad una tarda versione dell’Inno ad Aton,
risalente circa all’XI° secolo a.
C.:
I Seleuciani
o Ermiani, chiamati in questo modo dall’autorità di Seleuco o di Erma, […] negano che il Salvatore incarnato
sieda alla destra del Padre, ma vogliono che Egli abbia deposto il suo corpo e
collocato nel Sole, desumendo questa credenza dal Salmo dove si legge: “Ha
posto nel Sole il suo tabernacolo” (Agostino, Le eresie, LIX).
A questo punto risulta evidente che la dottrina gnostica secondo cui tutte le cose sono state create per mezzo del Verbo (cfr. Prologo del Vangelo di Giovanni 1, 3) è nata dalla tendenza ad identificare il Verbo con la divinità solare di cui parla il Salmo 103 (104), espressione di Aton, il principio divino che permette l’esistenza e la vita di tutti gli esseri viventi.
Il legame
esistente tra l’antico culto esoterico egiziano di Atum-Aton,
la tradizione profetico-Qabbalistica che fa capo ad Adonai e il culto solare delle antiche comunità cristiane
gnostiche trova un notevole riflesso simbolico nel Vangelo di Nicodemo e in
altri Testi Sacri del Cristianesimo primitivo:
Pilato allora
prese dell’acqua, si lavò le mani davanti al sole, dicendo: “Sono
innocente del sangue di quest’uomo giusto. Vedetevela
voi!” (Vangelo di Nicodemo, 9, 4)
A questo proposito vale la
pena di ricordare che i romani, dopo la distruzione di Gerusalemme, hanno
restituito a quella città il nome che essa aveva sotto Akhenaton,
cioè Eliopoli, e che la stessa Grande Chiesa, sotto
l’influsso della teologia gnostica Seleuciana ha
fissato la nascita del Salvatore proprio il 25 dicembre, cioè il giorno della
festa del Dio Sole (Helios-Atum-Aton).
Il crollo del culto
gnostico di Aton-Adonai in Israele
1.
Introduzione
Nel Primo Libro di Samuele leggiamo la storia del crollo del culto monoteistico di Aton subito dopo l’avvento della monarchia in Israele (XI° secolo a.C.).
Il
profeta Samuele, Giudice di Israele, fu l’ultimo Gran Sacerdote del culto di Aton.
Egli,
spinto dalle pressioni dei notabili di Israele, fu costretto a procedere alla
nomina di un sovrano. Saul venne consacrato re da Samuele con la stessa
liturgia con cui furono incoronati gli immediati successori di Akhenaton, cioè con il sacramento dell’unzione, seguito dal
bacio del Gran sacerdote di Aton-Adonai:
Samuele prese allora
l’ampolla dell’olio e gliela versò sulla testa, poi lo baciò dicendo: “Ecco: il
Signore ti ha unto capo sopra Israele suo popolo. Tu avrai potere sul popolo
del Signore e tu lo libererai dalle mani dei nemici che gli stanno intorno” (I
Samuele, 10, 1)
L’avvento
della monarchia ebbe delle conseguenze immediate.
Saul,
spinto dalle continue guerre con i popoli vicini e in particolare con i
Filistei, si rese conto che l’antico culto di Aton-Adonai
per il suo carattere universale e per il suo messaggio di amore e di pace non
avrebbe mai potuto rendere compatto il popolo di Israele contro i nemici
esterni.
A Saul
serviva il culto di un Dio nazionale, simile a quello dei popoli circostanti.
Ogni popolo del Medio Oriente osservava il culto di uno o più dèi, che avevano
il copito di proteggere il popolo dalle guerre, dalle
pestilenze e dalla carestia.
L’occhio
di Saul cadde sul culto palestinese di Jhavè (Geova), ma sul momento non ebbe il coraggio di abbattere
l’antico culto di Aton-Adonai grazie al quale aveva
conquistato il trono.
2.
Il conflitto fra i
sacerdoti di Aton-Adonai e il re Saul
Il Gran
Sacerdote di Aton-Adonai, Samuele, comprese
immediatamente il pericolo e decise di consacrare re un fanciullo della città
di Betlemme di nome Davide, proveniente da una famiglia fedele all’antico culto
di Aton-Adonai.
La
consacrazione, come già era avvenuto per Saul, si tenne secondo l’antica
liturgia atonista dell’unzione:
Disse il
Signore: “Alzati e ungilo: è lui!”. Samuele prese il corno del’olio
e lo consacrò con l’unzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore
si posò su Davide da quel giorno in poi (I Samuele, 16, 12-13)
Trascorsi
alcuni anni, Saul in qualche modo venne a conoscenza di quanto era stato
preparato dai sacerdoti di Aton-Adonai e la sua
ostilità nei confronti di Davide cresceva.
Quando il
sospetto divenne una certezza, Saul decise di annientare l’intera casta
sacerdotale di Aton in Israele:
Il re
subito convocò il sacerdote Achimelec figlio di Achitub e tutti i sacerdoti della casa di suo padre che
erano in Nob ed essi vennero tutti dal re. […] Il re
disse ai corrieri che stavano attorno a lui: “Accostatevi e mettete a morte i
sacerdoti del Signore, perché hanno prestato mano a Davide e non mi hanno
avvertito pur sapendo che egli fuggiva”. Ma i ministri del re non vollero
stendere le mani per colpire i sacerdoti del Signore. Allora il re disse a Doeg: “Accostati tu e colpisci i sacerdoti”. Doeg l’Idumeo si fece avanti e colpì
di sua mano i sacerdoti e uccise in quel giorno ottantacinque uomini che
portavano l’efod di lino. Saul passò a fil di spada Nob, la città dei
sacerdoti: uomini e donne, fanciulli e lattanti; anche buoi, asini e pecore
passò a fil di spada.
Davide, dopo
la strage dei sacerdoti di Aton-Adonai, si rifugiò
con i suoi seguaci nel territorio del Regno Filisteo di ACHIS, dove
probabilmente è entrato in contatto con il culto locale del dio Jhavè. E’ in questo periodo che matura in Davide l’idea di
fondere l’antico culto di Aton-Adonai, i cui
sacerdoti lo avevano consacrato erede al trono di Israele, con il culto
tradizionale palestinese di Jhavé.
In fondo,
il progetto politico di Davide non era diverso da quello del Re Saul: sia
Davide, sia Saul volevano creare una religione nazionale, un Dio nazionale.
Davide però era contrario all’idea di Saul di cancellare completamente l’antica
tradizione monoteistica della religione esoterica di Aton,
che aveva caratterizzato per circa due secoli l’identità del popolo ebraico
rispetto ai popoli pagani circostanti.
Davide,
dopo la morte di Saul, divenuto re, restaurò il culto dell’antica divinità, che
però venne fusa con il culto del dio Jhavè ed assunse
il nome di Jhavè-Adonai, e creò una nuova casta
sacerdotale.
La restaurazione
del culto fu solo parziale, perché gran parte dei Testi Sacri del culto di Aton-Adonai furono distrutti durante la repressione voluta
dal Re Saul. La nuova casta sacerdotale di fatto creò un nuovo culto e nuove
formule liturgiche. Le tavole della legge, scritte in geroglifici egiziani dal
triplice significato (cfr. Schurè,
I grandi iniziati), il cui significato esoterico era stato tramandato
segretamente dall’antica casta sacerdotale di Aton,
non erano più penetrabili dai nuovi sacerdoti nominati dal Re Davide.
Il Re
Davide, ormai l’unico in possesso degli antichi insegnamenti segreti del culto
di Aton, trasmessigli dal Gran Sacerdote Samuele, per
motivi politici decise di autorizzare la traduzione delle tavole della legge
dall’egiziano all’ebraico.
Durante
il Regno di Davide il culto esoterico di Aton si
trasformò in maniera graduale ed impercettibile per i contemporanei nel culto
essoterico di Jhavè, cioè nella religione ebraica per
come la conosciamo oggi.
Il
carattere nazionalista della nuova religione è stata il frutto dell’opera di
coesione politica, culturale e religiosa messa in atto da Davide per unire il
popolo ebraico contro la minaccia costante rappresentata dai Filistei e dagli
altri popoli ostili circostanti.
In
sostanza, Davide venne iniziato ai segreti della religione di Aton dal Gran Sacerdote Samuele e ne ha portato l’impronta
per tutta la vita, ma la sorte ha voluto che la religione di Aton-Adonai morisse proprio con lui, che cercò inutilmente
di difenderla e di restaurarla dopo la morte di Saul.
3.
L'iniziazione di Gesù alla Gnosi di Adonai
L’antica
tradizione esoterica di Aton-Adonai riuscì a
sopravvivere a fianco della nuova religione essoterica fino al tempo di Gesù soprattutto grazie ai profeti, fra i quali spiccarono
Enoc e Giovanni Battista (non va dimenticato il carattere gnostico e solare
della antica religione Mandea, che secondo la
tradizione affonda le sue radici nell’insegnamento di San Giovanni Battista).
L’”unzione”
di Gesù e la sua incoronazione a “Re dei Giudei”
rappresenta simbolicamente l’iniziazione del Salvatore ai misteri della Gnosi
di Aton-Adonai.
Per
Giovanni Battista Gesù Barabba era l’erede spirituale
del Re-Sacerdote Davide, cioè dell’ultimo sovrano iniziato al culto di Aton-Adonai, e avrebbe dovuto riportare alla sua purezza
originaria il culto monoteista ed esoterico di Aton-Adonai;
in una parola, per Giovanni Battista Gesù Barabba era
il Messia che gli Eletti, cioè gli uomini spirituali, del popolo ebraico
aspettavano da secoli.
Lo stesso
particolare riportato nei Vangeli Gnostici della Natività del Salvatore di Maria che giunge a Betlemme a cavallo di un asino e il
particolare evangelico di Gesù che entra a
Gerusalemme sempre a cavallo di un’asina richiamano alla mente l’immagine di
Saul, che, mandato a cercare le asine del padre (è inutile ricordare il
parallelo con la parabola evangelica detta “del figlio divenuto guardiano di
porci”), pur non riuscendo a trovarle, ottenne l’unzione a Re Sacerdote del
popolo di Israele.
Le asine
in fuga rappresentano la via che conduce alla Conoscenza di Dio. Saul, il re
sacerdote psichico, non era in grado di seguire le asine, cioè la via della
Conoscenza, cui si può giungere solo passando per la via dell’Umiltà.
Al
contrario, Maria divenne degna di portare in grembo
il Salvatore proprio per l’Umiltà e l’Amore che sono in lei. Gesù entrò a Gerusalemme (naturalmente si tratta della
Gerusalemme Celeste, cioè del Pleroma) a cavallo di
un’asina, cioè dopo aver fatto propria la Gnosi del’Abisso,
che passa per la via dell’Umiltà e dell’Amore.
Naturalmente,
vi è un parallelo tra la scena evangelica della strage degli innocenti operata
dal re psichico Erode e la scena della strage di fanciulli e lattanti operata
dal re psichico Saul a Nob, quando cercava il giovane
Davide, cioè il precursore spirituale del Salvatore Gesù.
Giovanni
Battista battezzando Gesù ripetè
simbolicamente il gesto dell’unzione che il Gran Sacerdote Samuele fece quando
iniziò ai misteri di Aton-Adonai il re psichico Saul
e il Re Pneumatico Davide.
Giovanni
Battista trasmise a Gesù la Tradizione dell’antico
culto esoterico di Aton-Adonai, di cui egli era
venuto a conoscenza dalle coeve tradizioni ebraiche “ereticali”, che erano
sopravvissute fino ad allora. Come Samuele incoronò segretamente il Re Sacerdote
Davide, quando ancora regnava Saul, così Giovanni Battista ha incoronato
segretamente il Re Sacerdote Gesù, quando ancora
regnava il re psichico Erode.
Tuttavia,
come Davide con il sacramento dell’unzione divenne prima di tutto il nuovo
Sacerdote Supremo di Aton-Adonai e solo
secondariamente il re politico di Israele, allo stesso modo Gesù
con il sacramento del Battesimo divenne essenzialmente il nuovo Sacerdote
Supremo di Aton-Adonai, cioè il Re Spirituale dei
Giudei.
Erode
temeva che Gesù come Davide da Guida Spirituale
potesse presto diventare una guida politica e che potesse scalzarlo proprio
come Davide fece con il re Saul… A questo proposito, non va dimenticato che Gesù disse “il mio regno non è di questo mondo”,
esattamente come fece Davide rivolto a Saul, dopo avergli dimostrato che pur
potendo ucciderlo nella grotta non volle farlo, perché “il suo Regno non era di
questo mondo”.
L’insegnamento
di Gesù, riportando alla sua purezza originaria
l’antico culto di Aton-Adonai, non poteva tollerare
il carattere nazionalista della religione essoterica ebraica, sorta ai tempi
del Regno di Saul.
Questo è
il motivo per cui il messaggio di Gesù è rivolto a
tutti i popoli e, in particolare, ai Gentili.
Tutto
questo spiega anche perché gli gnostici antichi rifiutavano gran parte
dell’Antico Testamento, ma non gli Scritti del Re Davide, cioè dell’ultimo Gran
Sacerdote del culto esoterico di Aton-Adonai prima dell’avvento del Salvatore (vedi
l’importanza attribuita agli scritti di Davide in Pistis
Sophia).
Lavoro inziato a Roma il 10/4/2004 – Sabato Santo