Donatello
(Donato di Niccolò di Betto Bardi)
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Donatello
è di origine popolare (figlio di un tessitore), “a scuola” nel cantiere del
Duomo e apprendistato nella bottega del Ghiberti (1404-07). Importante
l’amicizia con Brunelleschi (1° viaggio a Roma nel 1402-04, secondo Vasari).
Differenze con Brunelleschi: il rapporto uomo-mondo è drammatico, la verità è
ricerca, la vita è lotta, il bello non necessariamente è buono (superamento
Grecia).
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Esempio
del Crocifisso di Santa Croce (1420-25), aneddoto di
Vasari.
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1411,
San Marco per l’Arte dei Linaioli in
Orsanmichele, liberazione dall’elegante goticismo ghibertiano, ponderazione e
volto corrusco;
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1412-15
San Giovanni Evangelista, facciata
del Duomo, ora al Museo dell’Opera del Duomo, differenze con il San Matteo di Ciuffagni.
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1415-20
San Giorgio per l’Arte dei Corazzai
in Orsanmichele. Classicismo meno dichiarato che in Nanni, più profondo e
difficile da definire. Uomo torna a essere “misura di tutte le cose”. Stiacciato marmoreo h 39 cm nella base
della nicchia (San Giorgio che uccide il
drago), resa spaziale rivoluzionaria per l’epoca, ricerca a quel tempo solo
di Brunelleschi e solo in architettura.
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Vicinanza
a Masaccio (Consegna delle chiavi a San
Pietro, dopo il 1428, stiacciato
marmoreo h 41 cm per l’altare della Cappella Brancacci al Carmine) figure
monumentali e paesaggio solenne, e capacità di adattamento all’ambiente ® come poi in Sagrestia Vecchia a San
Lorenzo.
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1423-26
5 profeti per il Campanile di Giotto,
in particolare Geremia e Abacuc, detti “il popolano” e “lo
zuccone”.
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1427,
banchetto di Erode per la Fonte del
Battistero di Siena, bronzo 60x60 cm, uso della prospettiva senza resa
atmosferica, versione “lineare” dello stiacciato.
A Donatello interessa molto il rapporto scultura e
architettura: collaborazione con Michelozzo dal 1425, con cui realizza tombe
monumentali esemplari per gli sviluppi futuri.
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Esempio
1: pulpito esterno del Duomo di Prato,
1428-38, struttura architettonica armonica by Michelozzo, formelle con coppie
di angeli musicanti di Donatello contenute a stento dalle coppie di pilastrini
corinzi della balaustra.
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Esempio
2: cantoria del Duomo di Firenze,
1433-38, ora al Museo dell’Opera del Duomo, ideazione di Donatello, galleria
“mosaicata” continua dietro coppie di colonnine con danza bacchica di putti,
sfrenata, sensuale e vitale. Sintesi di motivi ellenistici, tardoromani,
paleocristiani e cosmateschi. Mutamento nell’arte donatelliana dopo il
1431-33, altro viaggio a Roma con Brunelleschi.
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1430-40,
decorazione della Sagrestia vecchia di
San Lorenzo, in particolare otto tondi a stiacciato per lunette e
pennacchi, due porte con timpani e colonne e con imposte bronzee a 10 formelle,
rilievi nel succielo.
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1440
circa, David bronzeo per il cortile
di Palazzo Medici di Cosimo, (forse Mercurio uccisore di Argo), prima statua di
impostazione greca, ovvero nudo a tutto tondo a grandezza naturale (h 158 cm).
Studio diretto delle fonti classiche, ponderazione policletea elusa, luce
guizzante e inquieta.
1443; a cinquattotto anni, Donatello parte per
Padova dove rimarrà una decina d’anni influenzando grandemente l’ambiente
locale.
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1446-48,
Altare del Santo nella basilica
antoniana, smontato alla fine del 1500 e ricostruito arbitrariamente da C.Boito
nel 1895. In tutto 29 statue, Sacra conversazione della Madonna con Bambino e
sei santi, madonna che si alza dal trono, entro una struttura architettonica
colonnata con alta base (per i rilievi in bronzo e la Deposizione in porfido e intarsi sulla faccia posteriore) e sotto una
trabeazione arcuata. Intensità drammatica della deposizione e crisi del culto
umanistico dell’individuo nei corali Miracoli
di Sant’Antonio.
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1446-49,
Crocifisso bronzeo posto
originariamente all’imbocco del transetto e non sulla madonna come oggi.
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1446-50,
Monumento equestre a Erasmo da Narni
detto il Gattamelata, bronzo, marmo e pietra. Sacello (ma il Gattamelata è
altrove) e celebrazione non enfatica, modelli il Marco Aurelio capitolino e i
cavalli di San Marco. Statua libera nello spazio, capo scoperto, calma ma ferma
volontà, viso “vissuto”, eroe-uomo.
1454, Donatello ritorna a Firenze. La città è molto
cambiata, nessuno degli abili decoratori imperanti ha proseguito la sua ricerca
monumentale. Impera la grazia di Rossellino, di Mino da Fiesole, dei Della
Robbia, di Desiderio da Settignano. La sua opera verrà compresa pienamente solo
mezzo secolo dopo dal suo vero erede, Michelangelo. Ma ora fatica a trovare
lavoro. Deve intervenire Cosimo per commissionargli opere alla sua altezza.
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1455-60,
Gruppo in bronzo con Giuditta che abbatte
Oloferne a coronamento di una fontana nel cortile di Palazzo Medici;
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1455-60,
San Giovanni Battista di Siena;
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1455-60,
San Giovanni Battista dei Frari;
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1455-60,
Maddalena, legno, h 188 cm,
originarie dorature dei capelli;
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1460-66,
Pulpiti bronzei per la basilica di
San Lorenzo. Linguaggio originale anche se, a causa di una paralisi
progressiva, con abbondanti interventi degli aiuti Bertoldo e Bellano, che li
compiranno dopo la morte del maestro. Posizionati solo nel 1515. Fra le parti
più sicuramente autentiche quelle della Preghiera
nell’orto e del Cristo risorto.
Donatello registra dolorosamente la crisi degli ideali umanistici di cui si era nutrito e scolpisce un
drammatico epitaffio a quella civiltà e a se stesso.
Muore nel 1466 e viene sepolto in San Lorenzo
accanto all’amico Cosimo, morto due anni prima.