Notizie Teatro Intervista a Catello De Martino
Bando piccoli danza scadenza 20 maggio 2012

06/06/2012 :: 12:30:35 Governance dei beni culturali: Per l'undicesimo appuntamento, le Fondazioni lirico - sinfoniche

Si avvia alla conclusione il ciclo di seminari sulla “Governance dei beni culturali”. Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 8 giugno, alle 10, presso la sala “Bonazzi” del Conservatorio di Musica “Nicola Sala” di Benevento. La condivisione di quest’ultimo incontro con il Conservatorio di Musica è stata suggerita dal tema che verrà affrontato: “Le fondazioni lirico-sinfoniche: storia, problemi e prospettive” . Tra storia, problemi e prospettive delle fondazioni lirico-sinfoniche, interverranno Rossella Del Prete e Pierpaolo Forte, dell’Università del Sannio e il soprintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Catello De Martino, esperto di gestione del personale e di organizzazione amministrativa e musicale. Tra i suoi tanti incarichi, ricordiamo quello di componente dei consigli di amministrazione di Civita e Mecenate ’90. Introdurranno i lavori, moderati dal Presidente del Conservatorio Achille Mottola, il direttore del SEGIS, Giuseppe Marotta, il preside della Facoltà SEA, Massimo Squillante ed il direttore del Conservatorio di Benevento, Maria Gabriella Della Sala. “Il sistema dello spettacolo dal vivo – si legge nella nota dell’Ateneo Sannita - è complesso ed è stato già affrontato in uno dei precedenti seminari, quello delle fondazioni liriche lo è ancor di più e storicamente affonda le sue radici nella storia del teatro musicale italiano, in quella dei grandi teatri regi - come il San Carlo, La Scala, la Fenice o il teatro dell’Opera di Roma - un settore, ormai ampiamente dimostrato, che non è mai stato in grado di coprire i costi di gestione con le sole proprie entrate e che proprio per questo ha subito un iter legislativo, lungo e forse ancora incompiuto, di trasformazione del proprio assetto istituzionale ed economico. Nel tentativo di individuare nuovi canali di finanziamento, i Teatri regi divennero prima Enti lirici poi Fondazioni di diritto privato. Il divario fra dinamica dei costi e dei ricavi non è una novità per la lirica e soltanto considerando il teatro come “servizio pubblico” e la diffusione musicale come componente insostituibile della cultura e fonte di reale crescita democratica è possibile evitare certi dannosi estremismi (drastici tagli finanziari e chiusura in blocco degli improduttivi ed onerosi “carrozzoni”). Oggi più che mai è necessaria una più efficace imprenditorialità degli enti lirici, uno sviluppo delle professionalità, il rifiuto delle lottizzazioni partitiche ed una maggiore celerità da parte degli enti locali”.

06 giugno 2012 CATEGORIA: UNIVERSITÀ Alla “Governance dei Beni culturali” si parla di fondazioni lirico-sinfonicheIl nono appuntamento in programma l'8 giugno al Conservatorio di Benevento

Si avvia alla conclusione il ciclo di seminari sulla “Governance dei beni culturali”. Il prossimo appuntamento si terrà venerdì 8 giugno, alle ore 10, presso la sala “B. Bonazzi” del Conservatorio di Musica “N. Sala” di Benevento. La condivisione di quest’ultimo incontro con il Conservatorio di Musica è stata suggerita dal tema che verrà affrontato: “Le fondazioni lirico-sinfoniche: storia, problemi e prospettive” . Il sistema dello spettacolo dal vivo è complesso ed è stato già affrontato in uno dei precedenti seminari, quello delle fondazioni liriche lo è ancor di più e storicamente affonda le sue radici nella storia del teatro musicale italiano, in quella dei grandi teatri regi - come il San Carlo, La Scala, la Fenice o il teatro dell’Opera di Roma - un settore, ormai ampiamente dimostrato, che non è mai stato in grado di coprire i costi di gestione con le sole proprie entrate e che proprio per questo ha subito un iter legislativo, lungo e forse ancora incompiuto, di trasformazione del proprio assetto istituzionale ed economico. Nel tentativo di individuare nuovi canali di finanziamento, i Teatri regi divennero prima Enti lirici poi Fondazioni di diritto privato. Oggi più che mai è necessaria una più efficace imprenditorialità degli enti lirici, uno sviluppo delle professionalità, il rifiuto delle lottizzazioni partitiche ed una maggiore celerità da parte degli enti locali. Su questi temi, tra storia, problemi e prospettive delle fondazioni lirico-sinfoniche, interverranno Rossella Del Prete e Pierpaolo Forte, dell’Università del Sannio e il soprintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Catello De Martino, esperto di gestione del personale e di organizzazione amministrativa e musicale. Tra i suoi tanti incarichi, quello di componente dei consigli di amministrazione di Civita e Mecenate ’90. Introdurranno i lavori, moderati dal Presidente del Conservatorio Achille Mottola, il direttore del SEGIS, Giuseppe Marotta, il preside della Facoltà SEA, Massimo Squillante ed il direttore del Conservatorio di Benevento, Maria Gabriella Della Sala.

Fini annulla il concerto alla Camera Muti, minuto di silenzio all'Opera Il minuto di silenzio alla Camera in ricordo delle vittime del sisma di Rita Sala

«Sarebbe stata una festa di giovani, una nota di speranza nel momento duro e difficile che stiamo vivendo. Il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna, mietendo vittime e distruggendo case,chiese, cascinali, luoghi pubblici e privati, ha cancellato, rimandandola all’autunno, anche quest’occasione d’arte e di futuro. L’Orchestra giovanile dell’Opera e il loro direttore, Nicola Paszkowski, i due cori, il Teatro intero ed io personalmente, che ho vissuto in prima persona il terremoto dell’Irpinia, siamo vicini alla gente colpita, solidali con chi ha perso la propria abitazione e il frutto del proprio lavoro». Così Catello De Martino, sovrintendente dell’Opera di Roma, dopo l’annullamento del concerto di venerdì a Montecitorio in occasione della Festa della Repubblica. L’appuntamento è stato cancellato dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, a causa del sisma in Emilia Romagna. De Martino ricorda, assieme al fatto che si sarebbe trattato della prima uscita ufficiale dell’ensemble, come l’Opera abbia «un progetto organico rivolto ai giovani». «Esiste - dice - da quando ho assunto il mio incarico. Abbiamo lavorato per il terzo spazio della Fondazione lirica ristrutturando un ex cinema e siamo partiti con il Dipartimento didattica e formazione dell’Opera di Roma. Due le direttrici. Da una parte, come dice il maestro Riccardo Muti, occorre insegnare ai giovani musicisti e ai giovani cantanti come si diventi artisti veri, completi, come ci si amministri tecnicamente per affrontare una carriera, cosa occorra conoscere e mettere in pratica. Dall’altra, bisogna avvicinare i ragazzi alla musica e al canto, a partire da quelli delle scuole medie inferiori e superiori, facendo loro conoscere cosa sia il melodramma e quale carattere nazionale, forte e universale, esso rappresenti. La lirica è arte italiana per eccellenza e anche uno tra i prodotti che esportiamo di più e meglio». Stasera al Costanzi, prima della replica dell'Attila di Verdi, il maestro Muti ha fatto osservare un minuto di silenzio per commemorare le vittime del terremoto. «Si fa la recita solo perché è anche in questo momento una testimonianza di cultura, non certo uno spettacolo». Martedì 29 Maggio 2012 - 20:57 Ultimo aggiornamento: 21:25

Fini annulla concerto alla Camera, d'intesa con il Sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, Catello De Martino, ha deciso di annullare, rinviandolo ad altra data, il Concerto dell'Orchestra Giovanile e del Coro delle Voci Bianche, previsto per venerdì 1 giugno nell'Aula di Montecitorio.

Barbari e no, la luce di Muti sul dramma di Attila Con l'edizione in scena all'Opera di Roma il Maestro ha realizzato la visione più compiuta dell'amata tragedia verdiana. Complementare la regia di Pier Luigi Pizzi di GUIDO BARBIERI

Una volta di marmo, immaginaria. Sulla sinistra un cavallo bianco, bardato d'oro. In sella papa Leone Magno, lo sguardo calmo, la mano inanellata tesa in avanti, quasi ad arrestare un pericolo incombente. Sulla destra, invece, un cavallo nero, l'occhio di fuoco, una zampa in aria. Lo monta, a pelo, il barbaro Attila. I suoi occhi sono colmi di terrore: guardano verso il cielo, dove i santi Pietro e Paolo brandiscono le loro spade. Non è l'immagine chiave dell'attesissimo Attila di Giuseppe Verdi, firmato "a quattro mani" da Riccardo Muti e Pier Luigi Pizzi, che il Teatro dell'Opera di Roma ha messo in scena venerdì scorso. Si tratta invece di un altro Attila, quello realizzato all'alba del Cinquecento, per la Sala Eliodoro dei Musei Vaticani, da Raffaello Sanzio. E' proprio questo il dipinto al quale Verdi, durante la genesi del dramma, guarda con un interesse del tutto insolito. Tanto che, a poco più di un mese dalla prima veneziana del 1846, chiede ad un amico di ricopiare "a penna" il figurino del "re degli Unni". Se ne può comprendere il perché: per il giovane Verdi, Raffaello rappresenta il modello storico della "classicità", di una visione della Storia, cioè, in cui il contrasto primitivo tra civiltà e barbarie si trasforma nella dialettica assai più moderna tra ragione e passione e dove i "barbari" possono nascondere, sotto l'elmo bicornuto, una fiamma di civiltà. Di fronte a questo modello, etico e insieme drammaturgico, i due "architetti" del nuovo Attila romano si muovono seguendo strade complementari, ma distinte. La concertazione di Muti, che in questa occasione ha forse realizzato la "visione" più compiuta di un'opera amatissima, è una sorta di variazione continua sul tema cruciale del "contrasto". Basta seguire, per capirlo, il trattamento mobilissimo dei tempi e delle dinamiche all'interno di quella che Abramo Basevi chiamava la "solita forma": i recitativi sempre guidati dal ritmo della parola, i "cantabili" (nelle arie e nei duetti) accompagnati dal respiro naturale del legato, i "tempi di mezzo" rapinosi e svelti, le cabalette infiammate dal suono aspro e parlante dell'orchestra. Ed è proprio attraverso la figura del "contrasto" che i caratteri della drammaturgia verdiana acquistano, come nel dipinto di Raffaello, luce, energia e complessità. Un disegno lucido, quello di Muti, nel quale si inseriscono, con mezzi vocali assai diversi, i solisti di canto: Tatiana Serjan (Odabella) e Ildar Abdrazakov (Attila) seguendo come sismografi sensibili le infinite varianti di ritmo, tempo e dinamica, Nicola Alaimo (Ezio) e Giuseppe Gipali (Foresto) mostrando invece una minore compiutezza stilistica. In questo suo nuovo Attila, Pizzi, per parte sua, tende a risolvere la ricerca del contrasto nella esasperazione della simmetria e dell'astrattezza: l'azione, punteggiata da cataste di libri bruciati, si svolge costantemente al di sotto di una volta a riquadri sbalzati che ricorda la Basilica di Massenzio, la tinta di scene e costumi (escluso il rosso tenue di Attila e Odabella) varia dal nero pece al grigio fumo e soltanto un muro nero si alza e si abbassa per disegnare spazi più raccolti. Poche la facce note in platea e applausi riconoscenti per tutti. (27 maggio 2012)

L'Opera a Roma: Macbeth inaugura Tutto è pronto per l'inaugurazione della nuova stagione del Teatro dell'Opera di Roma. Un'annata che si preannuncia interessante soprattutto per la presenza del Maestro Muti alla direzione del Teatro

La notizia sensazionale è la lettera scritta a mano dal Maestro Riccardo Muti in risposta ai Professori dell’Orchestra del teatro che gli chiedevano di diventare Direttore Onorario a vita dell’Opera di Roma. Un annuncio che conferisce lustro e soddisfazione al Teatro e ha inorgoglito molto il sindaco della Capitale e Presidente del Teatro, Gianni Alemanno e il Sovrintendente Catello De Martino e che conferisce Ma la notizia ancor più sensazionale è che l’eccellenza artistica del Maestro non rimarrà solo una carica onoraria. Il ricco cartellone della stagione 2012 sarà inaugurato, infatti, dal Macbeth di Verdi (7 recite dal 27 novembre all’11 dicembre), diretto da Muti con la regia di Peter Stein e prodotto dall’Opera di Roma in collaborazione con il Festival Musicale di Salisburgo. Si tratta di un nuovo allestimento, riadattato agli spazi del Teatro dell’Opera, che mantiene l’idea creativa e originaria di regia, scene e costumi. Nel ruolo della protagonista del melodramma verdiano il soprano Tatiana Serjan (già apprezzata dal pubblico romano ne “La battaglia di Legnano), che durante il Festival di Salisburgo ha ottenuto un grande successo di pubblico e di critica. Un Teatro dell’Opera, quindi, inserito nel circuito internazionale della grande musica con coproduzioni e collaborazioni importanti per le opere in programma. Come sottolinea il direttore artistico Alessio Vlad: “La stagione artistica sarà all’insegna di nomi interessanti e autorevoli”. Dopo l’inaugurazione con Macbeth, infatti, sarà la volta di un raro Candide, operetta comica di Leonard Bernstein con il direttore americano Wayne Marshal e la partecipazione di Adriana Asti (5 recite dal 18 al 24 gennaio), si va avanti con l’amatissima Madama Butterfly con la regia di Giorgio Ferrara (7 recite dal 21-28 febbraio), segue Il Flauto magico, spettacolo ereditato dal Covent Garden di Londra , sul podio l’americano Erik Nilsen (5 recite dal 27 marzo all’1 aprile). Si continua con Il Barbiere di Siviglia diretto da Bruno Campanella (7 recite18 aprile al 9 dicembre). Verdi tornerà di nuovo protagonista con Attila, ancora con la direzione di Muti, in un nuovo allestimento affidato alla regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi (6 recite dal 25 maggio al 5 giugno). Il cartellone prosegue con A Midsummer Night’s Dream con la direzione di Paul Curran e la regia di James Conton (5 recite dal19 al 26 giugno).Una chicca annunciata per il prossimo ottobre (6 recite dal 23 al 31): La Gioconda di Amilcare Ponchielli con il duo Roberto Abbado e Pier Luigi Pizzi. Un’opera assente dalle scene da vent’anni, molto amata dal grande pubblico (come commenta lo stesso Vlad: “Si dice che chi non ama La Gioconda non ami davvero la lirica”), e acclamata soprattutto per le sue stupende arie e per i suoi balletti. Ricchissimo anche il cartellone della danza messo a punto dal direttore del Corpo di Ballo dell’Opera Micha van Hoecke: cinque titoli di danza (uno più dell’anno passato!), che vanno dalla rivisitazione dei classici, come Lo Schiaccianoci e Coppelia, per aprirsi quindi alle influenze artistiche dei coreografi americani. Micha, infatti, ritiene opportuno precisare che “un corpo di ballo non deve fermarsi ai balletti classici , ma deve anche prendere confidenza con tutto quello che la danza moderna e contemporanea ha creato e prodotto” e quindi propone fra l’altro una serata con le opere dei coreografi americani Graham, Humphrey, Limòn, Ailey . Questa difficile e importante scelta di portare in scena le coreografie di quattro “mostri sacri” della danza america arriva dopo la rassicurazione del sovrintendente che annuncia di concretizzare al più presto nuove assunzioni per il Corpo di Ballo dell’Opera che ha sofferto, nella passata stagione, della mancanza di fondi. In periodo natalizio, come in tutti i teatri rispettabili si programma Lo Schiaccianoci, specialmente per far piacere ai bambini, corpo di ballo naturalmente dell’Opera con qualche ospite illustre: Anna Osadcenko, Bojana Nenodovic Otrin, Evan McKie, Anton Bogov e Alessandro Macrio (9 recite dal 20 al 30 dicembre). Seguirà in febbraio (con 5 recite dal 3 all’8) Coppelia dove ci sarà la bella sorpresa di vedere ancora sul palcoscenico Denis Ganio insieme al suo bellissimo e bravissimo figlio Mathieu stella dell’Opera di Parigi. L’Arte della danza americana sarà una serata inusuale e fantastica con le creazioni dei quattro grandi coreografi statunitensi (5 recite dal 6 al 10 marzo).Uno spettacolo ricco e nostalgico sarà quello dedicato a Maurice Béjart, amico e maestro di Micha che ha scelto tre titoli quali: “Ce que Maurice me dit”, “Symphonie pour un homme seul” e “Gaité parisienne suite”. Quindi una magnifica Romeo e Giulietta nella coreografia di John Cranko con interpreti eccellenti (11 recite dal 26 sett.al 7 ott.). Dal 14 al 19 aprile in programma serate di balletto italiano al Teatro Nazionale con i coreografi Rossi, Abbondanza e Bigonzetti. Accanto alla magia delle opere e dei balletti, per impegno preciso annunciato dal Sovrintendente Catello De Martino è stata creata anche una stagione di concerti sinfonici con direttori di fama internazionale, da Wayne Marshall a Pinchas Steinberg, in vari luoghi della città. Una stagione che pone il Teatro dell’Opera tra i grandi teatri di prestigio internazionale anche per l’immagine legata al Maestro Riccardo Muti. di Agnese De Donato

Concerto in Vaticano, dirige Riccardo Muti Scritto da Redazione Ustation il 10 maggio 2012 » U-City: Roma

Offerto dal Presidente della Repubblica Italiana a Papa Benedetto XVI, il concerto si terrà venerdì 11 maggio alle 18. Per l’occasione il Maestro Muti dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera di Roma. Musiche di Antonio Vivaldi e Giuseppe Verdi. Partner nella realizzazione Telecom Italia Telecom Italia è partner del Teatro dell’Opera di Roma nella realizzazione del concerto offerto dal Presidente della Repubblica al Santo Padre che si tiene venerdì 11 maggio 2012 alle ore 18, presso l'Aula Paolo VI del Vaticano e che viene trasmesso in live streaming su www.telecomitalia.com. Il concerto viene offerto dal Presidente Napolitano al Santo Padre in occasione del settimo anniversario di Pontificato di Papa Benedetto XVI. Il mondo della rete potrà così seguire il concerto diretto dal Maestro Riccardo Muti – in programma il Magnificat di Antonio Vivaldi e lo Stabat Mater e il Te Deum di Giuseppe Verdi - e ascoltare le parole introduttive del Presidente Giorgio Napolitano e a conclusione i saluti del Santo Padre. Un’occasione unica per il pubblico del web che potrà anche commentare l’evento grazie ad una live chat e ad un’esclusiva interazione con i canali Twitter e Facebook di Telecom Italia. Nel corso della diretta i navigatori potranno inviare delle domande e si confronteranno in tempo reale con Marianna Nicastro (Direzione Artistica del Teatro dell’Opera di Roma) sugli aspetti artistici e culturali relativi al concerto. In occasione del concerto in Vaticano dell'11 maggio, diretto dal Maestro Riccardo Muti, verranno utilizzati quattro strumenti musicali dal notevole valore storico e culturale: un violino Antonio Stradivari “ex Bavarian” del 1720, un violino Giuseppe Guarneri “del Gesù”, “ex Baltic” del 1731, una viola Antonio e Girolamo Amati, “Stauffer” del 1615 e un violoncello Antonio Stradivari, “Stauffer, ex Cristiani” del 1700. Sarà possibile rivedere il concerto on demand su questo sito fino al 31 dicembre 2012. Anche in questa prestigiosa occasione si conferma il ruolo di Telecom Italia che, grazie alle sue infrastrutture tecnologiche, rende disponibili gratuitamente in rete contenuti culturali d’eccellenza, altrimenti riservati a pochi

Musica: applausi per Monti a concerto in Vaticano

Roma, 11 mag. (Adnkronos) - Doppio applauso per il premier Mario Monti al concerto in Vaticano. Un primo battimani e' arrivato quando Papa Benedetto XVI lo ha citato nel suo intervento al termine del concerto diretto da Riccardo Muti alla guida dell'Orchestra e del Coro del Teatro dell'Opera di Roma. Poi, quando Monti si e' avvicinato al Pontefice per salutarlo inchinandosi e stringendogli le mani, c'e' stato un secondo caloroso applauso da parte del pubblico. Qualche dissenso si e' sentito invece quando il sindaco di Roma, Gianni Alemanno e il giornalista e vicepresidente del Teatro dell'Opera di Roma, Bruno Vespa, hanno baciato l'anello pontificio a Ratzinger. Un caloroso applauso ha accolto Muti quando Benedetto XVI gli ha consegnato l'onorificenza pontificia della Croce di San Gregorio. Il maestro napoletano, direttore onorario a vita della Fondazione lirica romana, ha eseguito il 'Magnificat' RV 611 di Antonio Vivaldi, con il mezzosporano Daniela Barcellona, e due dei 'Quattro Pezzi Sacri' di Giuseppe Verdi, la sequenza 'Stabat Mater' e il 'Te Deum'. Molte le autorita' e i vip presenti nell'Aula Paolo VI in Vaticano. Oltre al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con la signora Clio, seduti alla sinistra del Pontefice, c'erano il premier Monti con la moglie, il segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, il presidente della Corte Costituzionale, Alfonso Quaranta, il segretario generale della presidenza della Repubblica, Donato Marra, il ministro degli Esteri, Giulio Terzi di sant'Agata e signora, il vicepresidente della Camera, Rosi Bindi, il segretario generale della Camera, Ugo Zampetti, l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, Alemanno con la moglie Isabella Rauti, il presidente di Telecom, Franco Bernabe', l'ad di Telecom, Marco Patuano, la signora Cristina Mazzavillani, moglie del maestro Muti, il sovrintendente dell'Opera di Roma, Catello De Martino e signora, Gianni Letta, Carla Fracci e Beppe Menegatti, e l'ex ministro degli Esteri, Franco Frattini.

Il Maestro torna a suonare per il Papa Benedetto XVI per celebrare il settimo anniversario di pontificato. Serata impreziosita dalla presenza di Stradivari, Armati e Guarnieri -

di GIOVANNI D'ALO'

La prima volta di Riccardo Muti davanti a Papa Benedetto XVI. L'occasione per il Maestro è legata al concerto offerto al Santo Padre dal presidente della Repubblica per celebrare il settimo anniversario di pontificato. Muti sarà in Sala Nervi venerdì prossimo alla guida dell'Orchestra e del coro del Teatro dell'Opera per dirigere musiche sacre di Vivaldi e Verdi. Una serata ulteriormente impreziosita dalla presenza di alcuni pregevoli strumenti ad arco, Stradivari, Amati e Guarneri, che saranno suonati dalle prime parti dell'orchestra romana. Una scelta artistica che soddisfa l'ammirazione che Papa Ratzinger, notoriamente appassionato di musica, nutre da sempre per il "Prete rosso" e che al tempo stesso permette di riscoprire la dimensione intimamente spirituale del Cigno di Busseto. Il programma impaginato da Muti comprende infatti il "Magnificat" in sol minore RV 611 di Antonio Vivaldi che sarà eseguito con la partecipazione del soprano Daniela Barcellona, e due dei "Quattro pezzi sacri" di Giuseppe Verdi: lo "Stabat Mater" e il "Te Deum" con il soprano Rosa Feola come voce solista. "È la continuazione di un percorso che stiamo facendo con il maestro Muti, la cui frequenza a Roma è stata più assidua rispetto agli anni precedenti, e che sarà presente in Vaticano a titolo gratuito" , commenta il sovrintendente dell'Opera Catello De Martino. Come si ricorderà, Muti è reduce da una fortunata tournée europea con la Chicago Symphony Orchestra che ha toccato anche Roma, ed è atteso ancora al Teatro Costanzi il 25 maggio per il debutto di un nuovo allestimento dell'"Attila" verdiano. Il concerto in Sala Nervi, a inviti, sarà comunque ripreso dalle telecamere di Rai5, dal Centro Televisivo Vaticano e sarà fruibile anche in streaming grazie alla Telecom che è partner dell'Opera nella realizzazione di questo evento. (06 maggio 2012)

Il Coro delle Voci Bianche dell’Opera chiude il Festival Orvieto Musica e Cultura 2012 Domenica 6 maggio, alle 16.30, nel Duomo di Orvieto

In programma lo Stabat Mater di Pergolesi e la Messe basse di Fauré L’ultimo appuntamento per l’edizione Primavera 2012 del Festival Orvieto Musica e Cultura, domenica 6 maggio al Duomo di Orvieto alle 16,30 è con le morbide voci dei cantori della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma. Si chiude così un festival contrassegnato dall’incontro tra musica e cultura con una finestra sul futuro dei giovanissimi artisti fiore all’occhiello del Dipartimento della Didattica su cui l’Opera di Roma, per volontà del Sovrintendente Catello De Martino, ha investito un grande impegno. La formazione del Coro delle Voci Bianche diretto dal Maestro José Maria Sciutto, e del Coro Preparatorio diretto dal Maestro Isabella Giorcelli si esibirà in un programma che intende esaltare la spiritualità della incantevole cattedrale che li ospita. In ensemble, insieme ai piccoli cantori, Anna Maria De Martino (maestro accompagnatore), Antonio Pellegrino (violino), Paolo Coluzzi (violino), Bruno Pucci (viola), Marius Parascan (violoncello), Gennarino Frezza (contrabasso). Il concerto si apre con il Coro Preparatorio diretto dal Maestro Isabella Giorcelli, che eseguirà Dona nobis pacem di un autore anonimo del XIX secolo, Ave Maria canone in fa maggiore K 554 di Wolfgang Amadeus Mozart, Messe basse di Gabriel Fauré, scritta dal compositore francese nel 1907 e così chiamata per esaltarne l’orchestrazione spartana in opposizione alla maestosità del Requiem, e Laudemus virginem canone dal Llibre Vermell de Monserrat. In chiusura il Coro delle Voci Bianche diretto dal Maestro José Maria Sciutto, eseguirà Ave Maria di Paolo Lucci e il solenne Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi, commissionato al maestro dalla Confraternita dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo nel 1735.

Ravenna - 28/04/2012 Muti e le Stelle di Chicago

Tutto esaurito per il concerto del maestro napoletano al Pala De Andrè, che ha riscosso un grande successo di pubblico Ad aprire il Ravenna Festival un concerto di grande risonanza che ha visto la Chicago Simphony Orchestra diretta da Riccardo Muti in un programma che si è aperto con un omaggio del maestro a Nino Rota, in attesa del centenario della nascita del compositore milanese nel 2013. Il maestro napoletano infatti è sempre stato particolarmente legato a Rota per avergli aperto la strada di un’importante carriera. Fu Rota infatti a convincere la famiglia di Muti, esaminandolo giovanissimo al conservatorio di Bari e dandogli un 10 e lode “per come potrai suonare domani”. Le musiche del Gattopardo, Suite Sinfonica, hanno così dando inizio ad un concerto denso, dove il maestro e l ‘orchestra statunitense non si sono risparmiati. A seguire due monumenti all’ideale dell’artista indomito: in senso romantico nel Tod und Verklärung di Strauss (nella morte l’artista raggiunge l’ideale perseguito in vita), e in senso progressista nella Quinta di Šostakovicˇ (la reazione in apparenza condiscendente allo stalinismo in musica). Morte e trasfigurazione di Strauss è un poema sinfonico nel quale il compositore bavarese immagina un’artista che giace sul letto di morte, tra dolori e quiete. Tra i ricordi e il male, prima di spirare, intravede l’Idea assoluta, una vera e propria visione. Infine la Quinta di Šostakovic: secondo le parole dell’autore la sinfonia ha per tema lo sviluppo della personalità umana. Al centro della composizione, concepita liricamente da capo a fondo, pone un uomo con tutte le sue esperienze; il Finale risolve gli impulsi del primo tempo e la loro tragica tensione, in ottimismo e in gioia di vivere. Fu per il compositore, accusato di ‘tendenze formaliste’ dal regime stalinista, di riabilitarsi. Ma in realtà il finale che sembra ‘offrire una soluzione ottimistica e gioiosa agli episodi di tragica tensione dei movimenti precedenti’, produce secondo lo scrittore Aleksandr Fadeyev “un effetto di enorme forza motiva, che, però, è la forza della tragedia”. Grandi applausi di un gremitissimo Pala De Andrè, tutto esaurito da tempo, con oltre 4mila persone presenti, che hanno portato il maestro Muti a proporre un bis, con il suo solito spirito: “Non c’è bisogno che vi dico cos’è, tanto lo riconoscerete dalle prime battute”. E il pubblico infatti scoppia, alle prime note, in un caloroso applauso, riconocendo la Forza del destino di Verdi. Il concerto, che ha debuttato all’Opera di Roma con John Malkovich in prima fila, ha visto presenziare le autorità cittadine epersonaggi del mondo dell’economia: il sindaco Fabrizio Matteucci e consorte, Claudio Casadio, presidente della Provincia di Ravenna, l’assessore alla cultura Ouidad Bakkali, le forze armate al completo con il prefetto Bruno Corda ed il Questore Giuseppe Racca, Guido De Masi, comandante dll’Arma dei Carabinieri, colonnello Claudio Ramponi della Finanza; Antonio Patuelli, presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna: Gianni Fabbri, vicepresidente Fondazione del Monte, Massimo Matteucci presidente Cmc, Filippo Brandolini, presidente Hera Ravenna. Tra gli ospiti ‘speciali’ Marilena Barilla, Alessio Vlad e Catello De Martino, rispettivamente direttore artistico e sovrintendente dell’Opera di Roma. In platea anche la signora del Festival Maria Cristina Mazzavillani Muti e la figlia Chiara.

Ravenna incantata da Muti: trionfo per la Chicago Symphony Orchestra A Palazzo Mauro De Andrè

Ravenna, 28 aprile 2012 - Un trionfo, un tripudio di applausi. Così si è conclusa, ieri sera a Ravenna, la tournèe europea della Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti. Nella arena di Palazzo Mauro de Andrè il programma è stato lo stesso delle precedenti tappe a Roma, Napoli, Brescia e la partenza a Mosca e San Pietroburgo: la Suite sinfonica dal Gattopardo di Nino Rota, il poema sinfonico Morte e trasfigurazione di Richard Strauss e la Sinfonia n. 5 in re minore di Shostakovich. Tanti i volti noti in platea, fra cui il sovrintendente dell’Opera di Roma, Catello De Martino, il direttore generale del Musikverein di Vienna, Thomas Angyan, oltre allo stato maggiore della Cso. "In Russia - ha commentato il maestro Muti - la tournee ha avuto oltre che un significato culturale anche un significato politico-sociale, perche’ e’ servita a riallacciare i rapporti culturali fra Russia e Stati Uniti". Erano "23 anni che l’Orchestra non suonava in Russia e la Chicago e’ stata scelta non solo perche’ ormai e’ riconosciuto da tutti che si tratta della piu’ importante orchestra americana, ma anche perche’ rappresenta la citta’ del presidente Obama". Ma il tempo per riporarsi per Muti è di appena un paio di giorni. Il suo tour de force riparte da Vienna il 6 e il 7 maggio per i 200 anni del Musikverein. Poi l’11 di nuovo a Roma per il concerto in Vaticano per il pontificato di Benedetto XVI . Quindi le prove al Teatro dell’Opera di Roma per il nuovo allestimento di Attila di Verdi (prima il 25 maggio), poi ancora Chicago, Ravenna a luglio per il Festival, un concerto in Israele, altri a Salisburgo ad agosto, e in autunno di nuovo negli Usa.

La rinascita passa anche dalla musica Il sovrintendente dell'Opera, Catello De Martino (nella foto) fa il bilancio dei concerti organizzati con l'Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato e il Pontificio consiglio della cultura di Mariaelena Finessi

Giunge al termine la rassegna di concerti gratuiti in diverse chiese della città che il Teatro dell’Opera di Roma ha realizzato all’interno del progetto «Una porta verso l’infinito - L’uomo e l’Assoluto nell’arte», ideato dall’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato in collaborazione con il Pontificio consiglio della cultura con l’intento di proporre, e facilitare, un confronto fecondo di linguaggi diversi: teatro, cinema, architettura e musica, per l’appunto. Con l’esecuzione corale del 27 aprile a San Saturnino, nel quartiere Trieste-Salario, diretta dal maestro Roberto Gabbiani, si arriva dunque al momento del bilancio che, a guardare i numeri, può dirsi davvero positivo, con una partecipazione media di 500 persone ad esibizione fino a punte di 800, tanto da rendere le chiese gremite in ogni loro spazio. «Crediamo nell’avvicinamento a valori che nobilitano l’animo umano e l’attuale contesto sociale richiede, in questo senso, un impegno maggiore». Catello De Martino, sovrintendente dell’Opera, spiega le ragioni che lo hanno spinto a sposare l’iniziativa del Vicariato inaugurata nel dicembre del 2011 con il concerto del Coro del Teatro nella Chiesa degli artisti a piazza del Popolo. «Il Paese si sta avvitando sulla negatività», chiarisce De Martino - sotto la cui gestione, la massima istituzione artistica della città è uscita dal commissariamento - a sottolineare come «l’innalzamento spirituale» possa allora rappresentare una «via per la rinascita». Ciò che sta accadendo all’Opera ben chiarisce il ruolo della musica, «invenzione tra le più belle dell’essere umano», nella vita culturale ma anche economica di un popolo: «La sua azione educativa - spiega il sovrintendente - può aiutare ad aprire la mente e il cuore a prospettive più ampie. E poiché la gente vuole speranza, il nostro dovere morale è quello di rappresentare il Paese anche nei suoi aspetti migliori perché possa trovare in sé la forza per reagire a questo duro momento di crisi». «Da tre anni, forti anche della presenza del maestro Riccardo Muti, che dell’istituzione lirica ha assunto la carica di direttore onorario a vita, si sono avviati progetti musicali di respiro internazionale». Le cifre si commentano da sole: se fino a 6 o 7 anni fa il teatro era per metà vuoto, oggi l’indice di riempimento è del 93%. «È l’inizio di un nuovo corso che punta a rimettere l’Opera, il massimo teatro di rappresentanza del Paese, che ha vissuto fasi di splendore alternate a momenti di disattenzione, nel contesto di un dovuto riconoscimento». Le priorità sembrano essere i giovani, con l’istituzione da parte dell’Opera di un dipartimento della didattica, quindi di un Coro di voci bianche ed una Orchestra giovanile, come pure l’avvicinamento alla realtà religiosa. Per quest’ultimo aspetto, «con il Vicariato abbiamo avviato un programma che arrivasse direttamente alla gente, là dove si cerca appunto speranza e bellezza, cioè nelle chiese». De Martino, che nell’assumere la sovrintendenza dell’Opera ordinò di «aprire le porte del tempio», riferendosi ad un teatro «nascosto dalle ragnatele» e ottenendo che le pareti dell’ingresso venissero sostituite da vetrate a rendere più trasparente, non solo come metafora, il contatto con il mondo circostante, ha in testa l’idea di portare la musica fuori dal teatro. Il sogno, grazie al Vicariato, è di ripetere la rassegna anche il prossimo anno, allargandola alle chiese della periferia della città. La sensibilità su questi temi, «non ne faccio mistero» conclude il sovrintendente, nasce da un’educazione ai valori cristiani «che mi danno il sostegno nei periodi non rosei». A tutto ciò si aggiunge ciò che egli chiama «il conforto musicale». Dunque la fede e la musica che si uniscono per mostrare il bello della vita ed «aprire le porte verso l’infinito», come sintetizza il titolo della rassegna, ispirato ad un’espressione cara a Benedetto XVI, un pontefice che della musica è anche fine esecutore, per definire il concetto di arte come «capace di esprimere e rendere visibile il bisogno dell’uomo - sintetizza il Papa - di andare oltre ciò che si vede». 24 aprile 2012

Prima di Muti al Teatro dell'Opera raffiche di applausi, bis per Napolitano Tournée italiana della Chicago Symphony Orchestra con brani di Nino Rota, Richard Strauss e Shostakovich

ROMA - Esplosione di italianità, nostalgia romantica tedesca, pathos russo struggente, e un bis dedicato all'Italia e al presidente Giorgio Napolitano: il concerto della Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti ha toccato tutte le corde delle emozioni e regalato stasera al pubblico del Teatro dell'Opera di Roma due ore memorabili di musica. Il parterre. Dopo la trasferta in Russia, con tappe a Mosca e San Pietroburgo, il concerto segnava l'apertura della parte italiana della tournee oltreoceano della Cso con Muti, che dal settembre del 2010 è direttore musicale della grande orchestra americana. In sala, parterre delle grandi occasioni con in testa il Presidente Giorgio Napolitano, giunto in veste privata, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Presenti anche numerosi ministri. Il bis per l'Italia e per Napolitano. Una serata emozionante chiusa dal maestro con un bis dalla Forza del destino di Verdi, un italiano - ha sottolineato Muti alla fine «che ha fatto tanto per rendere questa nostra patria unita» - dedicato dal maestro «a Lei (il presidente Napolitano, presente in forma privata) e all'Italia». Pubblico in piedi e entusiasta, dieci minuti di applausi alla fine. Il programma prevedeva la suite dal Gattopardo di Nino Rota, il poema sinfonico di Richard Strauss Tod und Verklaerung (Morte e Trasfigurazione) e la Sinfonia n. 5. di Dmitri Shostakovich. Una tavolozza di colori e virtuosismi cromatici, un'altalena di sentimenti ed emozioni. Alla fine una piena di applausi e ovazioni, pubblico scatenato e un bis che non lo ha certo sedato: l'ouverture dalla Forza del destino di Verdi. Sensuali e calde le atmosfere evocate nell'esecuzione della Suite dal Gattopardo, che hanno richiamato alla memoria i fotogrammi incancellabili del film di Luchino Visconti nella trasposizione del capolavoro di Gioacchino Tomasi di Lampedusa. Lancinanti e malinconiche quelle materializzate dalle note della celebre composizione di Strauss, scritta dal compositore da giovane, che racconta di un artista vecchio in punto di morte che fra i dolori e i tormenti rivive in successione concentrata le tappe della sua esistenza sempre rivolta al raggiungimento di un ideale artistico. La musica accompagna le sofferenze dell'uomo sul letto di morte e solo quando questi sarà trapassato la sua anima trascende per raggiungere quell'orizzonte sempre idealizzato, ma sempre interdetto in vita. Tinte fosche e drammatiche invece con la 5/a in re minore di Shostakovich, scritta dal compositore russo nel 1937, nel pieno del terrore staliniano, quando lo spettro delle purghe si abbattè su molti suoi conoscenti e amici e rischiò di colpire anche lui. Sotto la bacchetta di Muti - il cui gesto asseconda la musica ora come un arabesco ora come un comando imperioso - la Chicago sfodera tutta la sua poderosa potenza: forza ed energia sì, ma anche grazia, eleganza e sensibilità interpretativa che non temono confronti. Un ponte Roma-Chicago. In platea avvistati anche parecchi vip, fra cui l'attore Gigi Proietti, lo stilista Gianni Balestra e Bruno Vespa. Per il sovrintendente del Teatro dell'Opera Catello De Martino questo concerto è un segnale di «grande maturità del Teatro». «Riusciamo ad ospitare - ha detto - la più grande orchestra del mondo e un grandissimo Direttore, che è anche Direttore onorario a vita del Teatro dell'Opera»: è «un bene anche per il Teatro, e per il Maestro nel suo intento di lanciare un ponte Roma-Chicago» ha detto confessando di avere un sogno: «Portare un domani in uno scambio anche l'Orchestra e il Coro dell'Opera di Roma a Chicago». Le altre tappe. Dopo Roma la trasferta prosegue domani al San Carlo a Napoli, quindi al Teatro Grande a Brescia il 25 e al Palazzo Mauro de Andrè a Ravenna il 27. L'arrivederci di Muti a Roma è a maggio con l'opera Attila di Verdi (prima il 25). Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Aprile - 23:12

Applausi alla Chicago Symphony Orchestra di Riccardo Muti al Teatro dell’Opera di Roma

Applausi per Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra al Teatro dell’Opera di Roma. Sono state definite due ore di musica assolutamente memorabili, emozionanti come non mai, con tanto di bis dedicato all’Italia e al presidente Giorgio Napolitano. Ma andiamo con ordine. La Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti è in tour mondiale. Dopo essere stati in Russia, con ben due tappe, una a Mosca e una a San Pietroburgo, la tournée oltreoceano di Muti prevedeva anche l’Italia. E, ovviamente, si è deciso di cominciare proprio da Roma. E’ stato dunque scelto il Teatro dell’Opera di Roma per ospitare Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra. Una sala scevra di facinorosi, come invece accaduto negli Stati Uniti: oltre al presidente Napolitano, arrivato in forma privata, erano presenti anche diversi ministri e Gianni Alemanno, sindaco di Roma, Gigi Proietti, Gianni Balestra e Bruno Vespa. L’esibizione è stata un grande successo, tanto che alla fine è stato chiesto anche un bis. Muti ha scelto un brano tratto dalla ‘Forza del destino’ di Verdi, dedicato sia a Napolitano che all’Italia. Il risultato? Pubblico in piedi, ovazioni e dieci minuti di applausi. Per chi se lo fosse perso, il programma prevedeva la suite del Gattopardo di Nino Rota, il poema sinfonico ‘Tod und Verklaerung’ di Richard Strauss e la Sinfonia n. 5 di Dmitri Shostakovich. Virtuosismi ed emozioni che hanno conquistato un pubblico che ha poi richiesto un bis d’eccezione, ovvero l’ouverture della ‘Forza del destino’ di Verdi, pezzo che ha scaldato ancora di più i cuori. La Chicago Symphony Orchesta, diretta con piglio deciso e amorevole da Muti, è stata all’altezza della sua fama: ha messo in campo con successo tutta la sua eleganza e la sua energia. Grande soddisfazione da parte di Catello De Martino, sovrintendente del Teatro, che ha dichiarato: ‘Riusciamo ad ospitare la più grande orchestra del mondo e un grandissimo Direttore, che è anche Direttore onorario a vita del Teatro dell’Opera. E’ un bene anche per il Teatro, e per il Maestro nel suo intento di lanciare un ponte Roma-Chicago’ e ha poi confessato di avere un grande sogno: ‘Portare un domani in uno scambio anche l’Orchestra e il Coro dell’Opera di Roma a Chicago’. Se vi interessano le altre tappe italiane, sappiate che seguirà il San Carlo di Napoli il 24 aprile, il Teatro Grande di Brescia il 25 aprile, il Palazzo Mauro de Andrè a Ravenna il 27 aprile (a proposito, sarà Muti ad inaugurare il Festival di Ravenna 2012) e ritorno a Roma il 25 maggio con la prima dell’ ‘Attila’ di Verdi.

sogno di una notte di mezza estate

Il concerto sarà ripetuto oggi al Teatro San Carlo di Napoli- Muti trionfa all’Opera di Roma- Si è aperto sulle note della 'Suite sinfonica da Il Gattopardo' di Nino Rota il concerto romano che inaugura la tournee italiana della Chicago Symphony Orchestra, accolto da un lungo applauso. Un vero e proprio 'parterre de roi' si è dato appuntamento nella sala del Costanzi, a cominciare dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano- Il maestro Riccardo Muti dirige la Chicago Symphony Orchestra durante il concerto al teatro dell'Opera di Roma con brani di Nino Rota,Richard Strauss e Shostakovich

ROMA -Esplosione di italianità, nostalgia romantica tedesca, pathos russo struggente, e un bis dedicato all'Italia e al presidente Giorgio Napolitano: il concerto della Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti ha toccato tutte le corde delle emozioni e regalato stasera al pubblico del Teatro dell'Opera di Roma due ore memorabili di musica. Dopo la trasferta in Russia, con tappe a Mosca e San Pietroburgo, il concerto segnava l'apertura della parte italiana della tournee oltreoceano della Cso con Muti, che dal settembre del 2010 è direttore musicale della grande orchestra americana. In sala, parterre delle grandi occasioni con in testa il Presidente Giorgio Napolitano, giunto in veste privata, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Presenti anche numerosi ministri. Una serrata emozionante chiusa dal maestro con un bis dalla Forza del destino di Verdi, un italiano - ha sottolineato Muti alla fine "che ha fatto tanto per rendere questa nostra patria unita" - dedicato dal maestro "a Lei (il presidente Napolitano, presente in forma privata) e all'Italia". Pubblico in piedi e entusiasta, dieci minuti di applausi alla fine. Il programma prevedeva la suite dal Gattopardo di Nino Rota, il poema sinfonico di Richard Strauss Tod und Verklaerung (Morte e Trasfigurazione) e la Sinfonia n. 5. di Dmitri Shostakovich. Una tavolozza di colori e virtuosismi cromatici, un'altalena di sentimenti ed emozioni. Alla fine una piena di applausi e ovazioni, pubblico scatenato e un bis che non lo ha certo sedato: l'ouverture dalla Forza del destino di Verdi. Sensuali e calde le atmosfere evocate nell'esecuzione della Suite dal Gattopardo, che hanno richiamato alla memoria i fotogrammi incancellabili del film di Luchino Visconti nella trasposizione del capolavoro di Gioacchino Tomasi di Lampedusa. Lancinanti e malinconiche quelle materializzate dalle note della celebre composizione di Strauss, scritta dal compositore da giovane, che racconta di un artista vecchio in punto di morte che fra i dolori e i tormenti rivive in successione concentrata le tappe della sua esistenza sempre rivolta al raggiungimento di un ideale artistico. La musica accompagna le sofferenze dell'uomo sul letto di morte e solo quando questi sarà trapassato la sua anima trascende per raggiungere quell'orizzonte sempre idealizzato, ma sempre interdetto in vita. Tinte fosche e drammatiche invece con la 5/a in re minore di Shostakovich, scritta dal compositore russo nel 1937, nel pieno del terrore staliniano, quando lo spettro delle purghe si abbattè su molti suoi conoscenti e amici e rischiò di colpire anche lui. Sotto la bacchetta di Muti - il cui gesto asseconda la musica ora come un arabesco ora come un comando imperioso - la Chicago sfodera tutta la sua poderosa potenza: forza ed energia sì, ma anche grazia, eleganza e sensibilità interpretativa che non temono confronti. In platea avvistati anche parecchi vip, fra cui l'attore Gigi Proietti, lo stilista Gianni Balestra e Bruno Vespa. Per il sovrintendente del Teatro dell'Opera Catello De Martino questo concerto è un segnale di "grande maturità del Teatro". "Riusciamo ad ospitare la più grande orchestra del mondo e un grandissimo Direttore, che è anche Direttore onorario a vita del Teatro dell'Opera": è "un bene anche per il Teatro, e per il Maestro nel suo intento di lanciare un ponte Roma-Chicago", ha detto confessando di avere un sogno: "portare un domani in uno scambio anche l'Orchestra e il Coro dell'Opera di Roma a Chicago". Dopo Roma la trasferta prosegue domani al San Carlo a Napoli, quindi al Teatro Grande a Brescia il 25 e al Palazzo Mauro de Andrè a Ravenna il 27. L'arrivederci di Muti a Roma è a maggio con l'opera Attila di Verdi (prima il 25).

'Parterre de roi' per Muti e la Chicago Symphony al Teatro dell'Opera di Roma ultimo aggiornamento: 23 aprile, ore 22:07

Roma - (Adnkronos) - Al concerto il presidente Napolitano, Alemanno e varie personalità. Uno scroscio di applausi ha accolto l'ingresso del capo dello Stato nel foyer del Teatro. Si è aperto sulle note della 'Suite sinfonica da Il Gattopardo' di Nino Rota il concerto al Teatro dell'Opera di Roma che inaugura la tournee italiana della Chicago Symphony Orchestra guidata da Riccardo Muti, accolto da un lungo applauso. Un vero e proprio 'parterre de roi' si è dato appuntamento nella sala del Costanzi, dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, accolto all'ingresso del teatro dal sindaco e presidente della Fondazione lirica, Gianni Alemanno, dalla moglie Isabella Rauti e dal sovrintendente Catello De Martino, al ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, quello del Welfare, Elsa Fornero, e della Giustizia, Paola Severino. Presenti tra gli altri anche la deputata del Pd, Anna Finocchiaro, i vertici italiani della Bank of America Merrill Lynch, sponsor della tournee, Marta Marzotto, lo stilista Renato Balestra. Uno scroscio di applausi ha accolto l'ingresso di Napolitano nel foyer del Teatro. Il concerto verrà ripetuto domani al Teatro San Carlo di Napoli, per arrivare il 26 al Teatro Grande di Brescia e il 27 al Palazzo Mauro De André di Ravenna. Il programma è lo stesso per tutta la tournee della prestigiosa orchestra, una delle più importanti del mondo, e prevede, oltre alla Suite sinfonica di Rota, 'Tod und Verklarung' (Morte e trasfigurazione) di Richard Strauss e la 'Quinta sinfonia' di Dmitrij Shostakovich. I concerti italiani della Chicago Symphony fanno seguito a quelli programmati in Russia all'inizio di aprile nella Grande Sala del Conservatorio di Mosca e nella Grande Sala dell'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, che hanno segnato la prima esibizione dell'orchestra americana in Russia da oltre un ventennio.

Università Roma Tre Collegio didattico DAMS in collaborazione con Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Laboratorio di teatro musicale (6 cfu) La messa in scena di un’opera lirica. Attorno ad Attila di Giuseppe Verdi (aprile-maggio 2012)

Il Laboratorio prevede la partecipazione a una rassegna di incontri dedicati al teatro musicale, organizzati in collaborazione con la Fondazione “Teatro dell’Opera di Roma” tra la fine di aprile e il maggio 2012. Il Laboratorio, che ha carattere essenzialmente interdisciplinare, si articolerà in una serie di conferenze e di incontri intorno alla messa in scena dell’Attila di Giuseppe Verdi, a cui interverranno docenti della Facoltà di Lettere e Filosofia e alcune delle principali figure professionali operanti in seno all’Opera di Roma. Gli studenti che frequenteranno il Laboratorio potranno, da un lato, guardare al teatro musicale da una più ampia e articolata prospettiva culturale; dall’altro, approfondire gli aspetti organizzativi e professionali sottesi alla messa in scena di un’opera, attraverso il colloquio diretto con i protagonisti della vita del teatro. Il Laboratorio prevede, per i frequentanti, l’attribuzione di 6 crediti formativi, da inserire nelle Attività altre, previa consegna di una relazione scritta di lunghezza compresa tra le 8.000 e le 10.000 battute, incentrata su uno degli aspetti approfonditi nel corso degli incontri. Le relazioni dovranno essere inviate al docente di riferimento per il DAMS, Luca Aversano (laversano@yahoo.it), entro il 15 giugno 2012. N.B. Non saranno consentite più di due assenze.

CALENDARIO DEGLI INCONTRI

20-04-2012 Diretta dal Maestro Riccardo Muti La Chicago Symphony Orchestra debutta al Teatro dell'Opera di Roma

La direzione di Muti ha impresso, come è stato scritto dalla stampa americana, 'una cantabilità, una sottigliezza di lettura e una espressività totalmente nuove' Condividi | Share on facebook Share on myspace Share on google Share on twitter Share on delicious Share on live Share on email Share on www.italiachiamaitalia.it Annunci Google Debutto al Teatro dell’Opera di Roma per la Chicago Symphony Orchestra che, diretta dal Maestro Riccardo Muti, lunedì prossimo inizierà dalla Capitale la sua attesa tournée italiana. La CSO è una delle più importanti orchestre del mondo con un ruolo di prestigio conquistato con una lunga storia di successi, a partire dall’anno della fondazione nel 1891. Dal settembre 2010 il direttore musicale della CSO è il Maestro Riccardo Muti. La personale visione del Maestro Muti sancisce una nuova era per l’Orchestra improntata al rafforzamento della sua maestosa eredità musicale, attraverso il sostegno a una nuova generazione di compositori e la collaborazione con artisti dalla spiccata creatività. La direzione di Muti ha impresso, come è stato scritto dalla stampa americana, “una cantabilità, una sottigliezza di lettura e una espressività totalmente nuove”. Il prestigio e il significato di questo concerto è stato sottolineato dal sovrintendente del Teatro dell’Opera, Catello De Martino: “Mi rende particolarmente felice e orgoglioso ospitare la CSO a Roma e sul palcoscenico del Teatro Costanzi che da secoli testimonia la memoria della nostra storia musicale e rinnova ad ogni stagione il nesso vitale che vi è fra la cultura, la nostra civiltà e il nostro futuro. Un concerto che resterà nella storia del Teatro dell’Opera, come una giornata memorabile, densa di significato e di emozioni, per i valori e le idee che il Teatro dell’Opera e la Chicago Symphony condividono. Una significativa circostanza arricchisce questo evento: la presenza del Maestro Riccardo Muti, nella duplice veste di Direttore Musicale della Chicago Symphony e di Direttore Onorario a Vita del Teatro dell’Opera, che ha promosso e sostenuto questa amicizia". Il concerto di lunedì si apre con la Suite da "Il Gattopardo" di Nino Rota. Un omaggio musicale al grande musicista, ma anche un ricordo dell’amicizia che ha legato Rota a Muti. Si aggiunge anche il seguito che Rota ha presso il grande pubblico americano per le sue composizione e per le famose colonne sonore di grandi film della storia del cinema, da Amarcord a Il Padrino. Alla Suite faranno seguito due capolavori assoluti: Tod und Verklärung (Morte e trasfigurazione) di Richard Strauss e la Sinfonia n. 5 di Dmitri Shostakovich.

Chicago Symphony Orchestra da Roma la tournée con Muti

Il Teatro dell'Opera di Roma lunedì 23 aprile (ore 20.30) apre la tournée della Chicago Symphony Orchestra diretta dal Maestro Riccardo Muti, ospitando il concerto più atteso di quest'anno. E' uno degli eventi musicali del 2012 per la bravura dell'Orchestra americana che ha alla guida Muti, direttore musicale della Cso dal settembre 2010. La Cso è una delle più importanti orchestre del mondo, un prestigio conquistato attraverso una lunga storia di successi a partire dall'anno di fondazione, il 1891. Muti ne è direttore musicale dal settembre 2010. La visione del Maestro ha avviato una nuova fase nella vita dell'orchestra, che innesta sulla gloriosa eredità musicale il sostegno a una nuova generazione di compositori. Il prestigio del concerto è stato sottolineato dal sovrintendente del Teatro dell'Opera, Catello De Martino, che ha sottolineato il rilievo della presenza di Muti, "nella duplice veste di Direttore Musicale della Chicago Symphony e di Direttore Onorario a Vita del Teatro dell'Opera, che ha promosso e sostenuto questa amicizia". Il concerto si aprirà con la Suite da Il Gattopardo di Nino Rota. Faranno seguito Tod und Verklärung (Morte e trasfigurazione) di Richard Strauss e la Sinfonia n. 5 di Dmitri Shostakovich.

Arts and Entertainment (Territorio) 20 aprile 2012 Muti dirige la Chicago Symphony Orchestra

In arrivo al Teatro dell’Opera un evento indimenticabile, in modo particolare per gli intenditori di musica classica e per gli amanti di cinema. Riccardo Muti dirigerà la Chicago Symphony Orchestra realizzando un omaggio a Rota, autore della colonna sonora de Il Gattopardo. Lunedì 23 Aprile, ore 20.30, tale evento aprirà la tournée italiana della Chicago Symphony Orchestra, una delle orchestre più importanti del mondo, attiva fin dal 1891 e con alle spalle una storia ricca di successi. Oltre a ciò la direzione di Muti crea una straordinaria alleanza tra l’eccellenza americana e l’eccellenza italiana. Il binomio viene celebrato anche dalle parole del sovrintendente del Teatro dell’Opera, Catello De Martino: Mi rende particolarmente felice e orgoglioso ospitare la CSO a Roma e sul palcoscenico del Teatro Costanzi che da secoli testimonia la memoria della nostra storia musicale e rinnova ad ogni stagione il nesso vitale che vi è fra la cultura, la nostra civiltà e il nostro futuro. Un concerto che resterà nella storia del Teatro dell Opera, come una giornata memorabile, densa di significato e di emozioni, per i valori e le idee che il Teatro dell Opera e la Chicago Symphony condividono. Muti, nella duplice veste di Direttore Musicale della Chicago Symphony e di Direttore Onorario a Vita del Teatro dell Opera, ha lungamente sostenuto i rapporti tra il Teatro dell’Opera e la CSO. Oltre al Gattopardo attraverso le note dell’orchestra gli spettatori potranno rivivere anche le emozioni di Amarcord e de Il Padrino. Alla Suite faranno seguito due capolavori assoluti: Tod und Verklärung (Morte e trasfigurazione) di Richard Strauss e la Sinfonia n. 5 di Dmitri Shostakovich. Tommaso Ceruso

ROMA / 12-04-2012 TEATRO DELL’OPERA / Una stagione con idee nuove che aprono le porte al futuro festival

Roma, ultime news - UnoNotizie.it - Alla presenza del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la scorsa settimana è stata presentato il cartellone estivo delle Terme di Caracalla “Stiamo pensando di costruire un teatro dedicato soprattutto alla lirica presso la caserma di via Guido Reni. Stiamo valutando l’aspetto economico, ma la sua realizzazione sarebbe molto importante – ha dichiarato il Sindaco durante la conferenza stampa – L’intenzione del Maestro Muti è quella di avere un grande teatro, da 3000 persone o più, per le opere liriche. Roma ha bisogno di questa struttura e deve averla vicino al Parco della Musica. Spero che a maggio, quando Renzo Piano sarà a Roma per discutere di questo progetto, potremo annunciarlo insieme. Sarebbe straordinario riuscire ad unire il genio di Riccardo Muti con quello di Renzo Piano”. “Quest’anno – ha continuato Catello De Martino,il vicepresidente della Fondazione Teatro dell’Opera - la stagione di Caracalla cambia pelle: diventa una specie di festival con un taglio che sarà allo stesso tempocolto e popolare” La grande platea delle Terme di Caracalla riaprirà le porte il 30 giugno alla Stagione Estiva 2012 . Come sempre sarà un appuntamento che offrirà l’alta qualità delle esecuzioni musicali agli amanti dell’opera lirica, del balletto, della musica sinfonica, al pubblico di Roma Capitale, ma anche alle migliaia di turisti che ogni anno, e sempre più numerosi da un paio di stagioni, affollano lo spazio monumentale. Lo scorso anno il cartellone di Caracalla ha richiamato 50 mila spettatori, quest’anno due diversi percorsi di offerta artistica porteranno certamente a superare questo numero. Si inizia il 30 giugno con un classico della danza, un titolo tra i più amati dagli appassionati del balletto di tutte le età: “Giselle”, il balletto di Adolphe Adam che andrà in scena con la coreografia Patrice Bart. Il 7 luglio, dopo il successo della passata stagione - nel corso della quale è stato proposto un allestimento fantastico affidato all’estro de “La Fura dels Baus” - andrà in scena l’”Aleksandr Nevskij” di Sergej Prokofev. Doppio interesse nella stessa esibizione: innanzi tutto l’unione sul palcoscenico dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo e dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma. Sul podio il Maestro Jurij Temirkanov, una delle più prestigiose bacchette dei nostri giorni. Un grande concerto quindi che sarà illustrato, con uno spettacolare impianto scenico e di video proiezioni, dal regista Pier’Alli. Nella Palestra Occidentale – un ambiente raccolto che può contenere circa 300 persone – sarà rappresentato Il combattimento di Tancredi e Clorinda su musiche di Giorgio Battistelli da Claudio Monteverdi, con la regia di Mario Martone e la direzione di Erasmo Gaudiomonte (dal 10 al 15 luglio). Uno spettacolo che unisce il mondo classico derivato da Monteverdi alla musica contemporanea di Battistelli. Un allestimento proposto alle ore 19, alla luce del giorno così da godere per la prima volta con uno spettacolo, delle Terme di Caracalla in uno dei suoi momenti più suggestivi: il trascorrere del tramonto. Le due opere in cartellone (titoli molto amati dal grande pubblico) sono “Norma” di Vincenzo Bellini (dal 21 luglio all’8 agosto) e “Attila” di Giuseppe Verdi (dal 31 luglio al 7 agosto). Grandi interpreti in scena: per l’opera verdiana torna Dario Solari (applaudito Macbeth in apertura di stagione al Teatro Costanzi) nei panni di Ezio, Orlin Anastassov sarà il protagonista e Lucrezia Garcia vestirà i panni di Odabella. Due stupende voci di fama internazionale, quella di Julianna di Giacomo e di Carmela Remigio, daranno vita a Norma e Adalgisa, accanto al Pollione di Fabio Sartori. Norma e Attila, due melodrammi fortemente legati, nei personaggi e nella storia che narrano, al mondo della romanità. Lo spazio aperto, lunare, sarà il perfetto contorno per Norma e certo le rovine romane segneranno simbolicamente il “passaggio” di Attila. Da segnalare “Una Serata con Gigi Proietti”. L’attore racconterà la sua Roma in un mix tra generi musicali e teatrali che lo vedrà impegnato in un monologo che mostrerà tutta la sua arte intinta, come sempre, nella più pungente ironia. Dopo il successo ottenuto nella passata stagione ritorna Roberto Bolle in “Trittico Novecento” il 20 luglio. Il grande ballerino di fama internazionale questa estate si confronterà con tre maestri della coreografia del Novecento. Per concludere il 30 luglio debutterà alle Terme di Caracalla, davanti al grande pubblico, l’Orchestra Giovanile del Teatro dell’Opera di Roma. Direttore della giovanissima orchestra è il Maestro Nicola Paszkowski. L’Orchestra Giovanile - insieme al Coro di Voci bianche (diretto da José Maria Sciutto) e alla Scuola di danza (diretta da Laura Comi) - fa parte del Dipartimento Didattica e Formazione del Teatro dell’Opera fortemente voluto dal Sovrintendente, Catello De Martino Alla conferenza stampa erano presenti anche il Sovrintendente del Teatro dell’Opera, il direttore artistico Bruno Vespa, e il direttore del corpo di ballo del Teatro dell’Opera Alessio Vlad e Micha Van Hoecke.
Antonella Fiorito

La stagione di Caracalla scelte di un'estate "pop" Apre il 30 giugno Giselle. A seguire la Norma di Bellini e Attila di Verdi. Il gala di Roberto Bolle e Roma raccontata da Gigi Proietti. Nella Palestra del complesso archeologico Tancredi e Clorinda: una regia di Martone su un testo di Monteverdi rivisto da Battistelli di FRANCESCA GIULIANI

La stagione di Caracalla scelte di un'estate "pop" Terme di Caracalla Monteverdi, Prokofev, Bellini. Però anche Roberto Bolle e Gigi Proietti. Titoli più difficili e altri popolari compongono il cartellone della stagione estiva delle Terme di Caracalla, seguendo l'obiettivo finale di trasformare gradualmente il tradizionale appuntamento in un Festival internazionale di grande richiamo, tenendo in crescita costante le presenze di pubblico. Gli spettacoli di danza e lirica nell'area archeologica romana hanno totalizzato oltre cinquantamila spettatori nel 2011, pari al 33 per cento degli introiti del teatro: un record per la programmazione fuori dal Costanzi. Dati i buoni risultati, non resta che "alzare il tiro": nel presentare il cartellone, il soprintendente Catello De Martino, alla presenza del sindaco Alemanno e con il vicepresidente del Teatro Bruno Vespa e il direttore artistico Alessio Vlad, parlano di scelte "raffinate e coraggiose" e di "soddisfazione per il per il livello artistico alto sempre mantenuto". CARACALLA TRA LIRICA E DANZA È un tradizionale "Giselle" ad aprire, il 30 giugno, la stagione: il balletto di Adolphe Adam andrà in scena su coreografia di Patrice Bart e con il corpo di ballo e i solisti del teatro (repliche 1, 3, 8 e 10 luglio). Quanto alla lirica, quest'anno la sempre amatissima Aida salta un turno: nell'area archeologica, dove sono aperti al pubblico anche "nuovi" spazi, si potranno vedere la "Norma" di Bellini (con Julianna Di Giacomo, Carmela Remigio e Gabriele Ferro, il 21, 25, 27 luglio e 1 e 8 agosto) e "Attila" di Verdi (Pier Luigi Pizzi dovrà rivedere l'allestimento creato per Muti a maggio, mentre sul podio salirà Donato Renzetti; in scena il 31 luglio, 2, 4 e 7 agosto). Di sicuro richiamo l'assolo della superstar della danza classica Roberto Bolle che torna dopo il successo dell'estate scorsa con il "Trittico Novecento" (il 20 luglio alle 21), tre coreografie di maestri del secolo passato scelte e interpretate per strappare l'applauso al grande pubblico. A proposito di divagazioni "pop", sulla scena di Caracalla si preparano un paio di serate inusuali che vedranno protagonista sarà Gigi Proietti che ha accettato di raccontare sotto le stelle "la sua Roma" in un mix tra generi teatrali e musicali (16 e 30 luglio). E dopo l'ottima riuscita delle serate del gruppo della Fura dels Baus l'estate passata, un altro allestimento multimediale sarà quello, a cura di Pier'Alli, dell'Aleksander Nevskij di Prokofev (7 luglio), con le suite dalle
musiche del film di Ejzenstein e "La grande Pasqua russa" di Rimski Korsakov dirette da Yurij Temirkanov, con l'Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo insieme all'Orchestra e al Coro dell'Opera di Roma. Ancora un appuntamento musicale poco "prevedibile" quello con il "Combattimento di Tancredi e Clorinda" (10 e 15 luglio) da Monteverdi, con la regia di Mario Martone, rivisitato dal maestro Giorgio Battistelli nello spazio della Palestra del complesso archeologico. Da segnalare, infiine, il concerto il 30 luglio dell'Orchestra giovanile del Teatro dell'Opera, direttore Nicola Paszkowski al debutto a Caracalla.


(06 aprile 2012)

OPERA DA BELLINI A VERDI


Venerdì 06 Aprile 2012 00:58 di LAURA REDONDI (L'UNICO)E' stata fianlemente resa ufficiale la stagione estiva del Teatro dell'Opera delle Terme di Caracalla. La programmazione, che avrà inizio a partire dal 30 giugno, vedrà un susseguirsi di eventi in grado di attrarre a sè gli appassionati di generi molto diversi tra loro. Intanto Alemanno, sindaco della città ma anche presidente del cda del teatro, ha colto l'occasione per accennare ad un nuovo e importante progetto, un futuro tempio della lirica per la capitale. E così la prossima estate gli appassionati di opera, come quelli della prosa, del balletto ed anche della musica, potranno condividere un'esperienza a Caracalla, nello splendido scenario che, da solo, è già spettacolo. Saranno in scena pezzi prestati dal meglio della storia del teatro, dalla "Norma" di Vincenzo Bellini ai monologhi di Gigi Proietti, dai passi di danza di "Giselle" con Roberto Bolle a "Il combattimento di tancredi e Clorinda", passando dalle note armoniose de "Aleksandr Nevskij di Prokof'ev". Ma ciò che ha destato un entusiasmo ancora più forte da parte degli appassionati è stata la notizia del
nuovo spazio in via Guido Reni in collaborazione con Renzo Piano. Queste le parole di Alemanno: "Stiamo pensando di creare una grande sala polifunzionale, un teatro dedicato soprattutto alla lirica, presso le caserme di via Guido Reni. Stiamo valutando l’aspetto economico, ma la sua realizzazione sarebbe molto importante. L’intenzione del maestro Muti è quella di avere un grande teatro, da 3.000 persone o più, per le opere liriche. Roma ha bisogno di questa struttura e ha bisogno di averla lì, vicino al Parco della Musica. Dobbiamo dare una destinazione a quell’area e spero che a maggio, quando verrà a Roma Renzo Piano per discutere di questo progetto, potremo annunciarlo insieme. Sarebbe bellissimo unire il genio di Riccardo Muti con il genio di Renzo Piano”.(L'UNICO)

Caracalla 2012: il teatro dell'Opera e i suoi spettacoli per l'estate


Terme di Caracalla, stagione estiva 2012: gli eventi in programma
Torna anche quest'anno il cartellone più atteso dell'estate capitolina. Riaprirà le porte il 30 giugno la
Stagione Estiva 2012 organizzata dal Teatro dell'Opera di Roma
di Redazione 05/04/2012
La grande platea delle Terme di Caracalla ricca di 3.500 posti - immersa nel meraviglioso complesso
archeologico unico al mondo per storia, fascino e bellezza riaprirà le porte il 30 giugno alla Stagione Estiva
2012 organizzata dal Teatro dell Opera di Roma. Come sempre sarà un appuntamento che offrirà l' alta
qualità delle esecuzioni musicali agli amanti dell opera lirica, del balletto, della musica sinfonica, al pubblico
di Roma Capitale, ma anche alle migliaia di turisti che ogni anno, e sempre più numerosi da un paio di
stagioni, affollano lo spazio monumentale. Lo scorso anno il cartellone di Caracalla ha richiamato 50 mila
spettatori, quest anno due diversi percorsi di offerta artistica porteranno certamente a superare tale numero
(già un record nella storia dei cartelloni musicali di Caracalla).
A grandi passi verso il festival. Il cartellone alle Terme di Caracalla comincia a prendere nuova forma sulla
strada già intrapresa lo scorso anno per realizzare un Festival Internazionale che abbia
contemporaneamente un offerta popolare, ma anche di spettacoli ricercati. Dopo il successo della passata
stagione - nel corso della quale è stato proposto un allestimento fantastico affidato all estro de La Fura dels
Baus , che da par loro hanno illustrato la musica di Respighi - quest anno sarà la volta dell Aleksandr
Nevskij di Sergej Prokof ev in scena il 7 luglio, alle 21.30. Doppio interesse nello stesso concerto: innanzi
tutto l' unione sul palcoscenico dell' Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo e dell Orchestra del Teatro
dell Opera di Roma, a cui si aggiunge il Coro dell Opera (diretto dal Maestro Roberto Gabbiani) per un totale
di oltre 200 artisti in scena. Sul podio il Maestro Jurij Temirkanov, una delle più prestigiose bacchette dei
nostri giorni.

Sala del Teatro dell'Opera al Flaminio? Alemanno:'a maggio il progetto' Giovedì 05 Aprile 2012 14:00 municipi


Roma, 5 apr 2012 - Il quartiere Flaminio potrebbe avere presto un nuovo ulteriore spazio culturale:potrebbe
sorgere nell'area delle caserme di Via Guido Reni, proprio vicino al MAXXI, una sala multifunzionale per il
Teatro dell'Opera di Roma.


"Un'ipotesi - ha detto il Sindaco Alemanno, in occasione della presentazione nel foyer del Costanzi del
programa di Caracalla- ma che sarebbe una struttura di cui la città ha bisogno: una sala moderna,
multifunzionale per il Teatro dell'Opera che va nella direzione della riqualificazione dell'area del Flaminio.
La nuova grande sala - ha spiegato il Sindaco - attrezzata con strutture moderne per mettere in scena
l'opera, con tremila posti, è il grande sogno di Riccardo Muti, inoltre a maggio Renzo Piano sarà a Roma per
illustrare il progetto, e se ci sarà la fattibilità economica, si potrà annunciare e partire subito con i lavori.
Sarebbe bellissimo - ha concluso il primo cittadino - fare incontrare il genio di Muti con quello di Piano. Se
invece la fattibilità economica non ci sarà, si dovrà destinare quall'area a qualche altro progetto"
"Se si realizzasse -ha detto il sovrintendente del Teatro dell'Opera, Catello De Martino - risolverebbe molti
dei problemi che ci sono in questo teatro. Abbiamo un palcoscenico dell'800 -ha sottolineato- e per quanto
vogliamo spingere la produzione, abbiamo sempre dei limiti"

OPERA, DA BELLINI A VERDI: STAGIONE ESTIVA CARACALLA DIVENTA "FESTIVAL"


"La Norma" di Vincenzo Bellini, "Attila" di Giuseppe Verdi, "Il combattimento di Tancredi e Clorinda". Sono
solo alcuni degli spettacoli previsti per la stagione estiva 2012 del Teatro dell'Opera, in programma dal 30
giugno all'8 agosto alle Terme di Caracalla. La grande platea di 3.500 posti offrirà al pubblico romano la
qualità delle esecuzioni musicali agli amanti dell'opera lirica, del balletto, della musica sinfonica. Alla
conferenza stampa di presentazione, nel foyer del Teatro dell'Opera, erano presenti il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, il vicepresidente della Fondazione Teatro dell'Opera, Bruno Vespa, il sovrintendente del
Teatro dell'Opera, Catello De Martino, il direttore artistico e il direttore del corpo di ballo del Teatro
dell'Opera, Alessio Vlad e Micha Van Hoecke. "Quest'anno - ha spiegato De Martino - la stagione di
Caracalla cambia pelle: diventa una sorta di festival con un taglio che sarà allo stesso tempo colto e
popolare". (omniroma.it)
(05 Aprile 2012 ore 16:10)

La grande platea delle Terme di Caracalla riapre i battenti il 30 giugno. L’antica Roma va in scena con Norma di Bellini e Attila di Verdi.


Roberto Bolle danzerà su Trittico del Novecento e Gigi Proietti animerà le antiche mura con i suoi monologhi
ROMA - La grande platea delle Terme di Caracalla ricca di 3.500 posti, immersa nel meraviglioso
complesso archeologico unico al mondo per storia, fascino e bellezza, riaprirà le porte il 30 giugno alla
Stagione Estiva 2012 organizzata dal Teatro dell’Opera di Roma. Un appuntamento che offrirà l’alta qualità
delle esecuzioni musicali agli amanti dell’opera lirica, del balletto, della musica sinfonica, al pubblico di
Roma Capitale, ma anche alle migliaia di turisti che ogni anno, e sempre più numerosi da un paio di
stagioni, affollano lo spazio monumentale.
Lo scorso anno il cartellone di Caracalla ha richiamato 50 mila spettatori, quest’anno due diversi percorsi di
offerta artistica porteranno certamente a superare tale numero (già un record nella storia dei cartelloni
musicali di Caracalla).
Il cartellone alle Terme di Caracalla comincia a prendere nuova forma sulla strada già intrapresa lo scorso
anno per realizzare un Festival Internazionale che abbia contemporaneamente un’offerta popolare, ma anche
di spettacoli ricercati.
Dopo il successo della passata stagione, nel corso della quale è stato proposto un allestimento fantastico
affidato all’estro de La Fura dels Baus, quest’anno sarà la volta dell’Aleksandr Nevskij di Sergej Prokof ev in
scena il 7 luglio, alle 21.30 Doppio interesse nello stesso concerto: innanzi tutto l’unione sul palcoscenico
dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo e dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, a cui si
aggiunge il Coro dell’Opera (diretto dal Maestro Roberto Gabbiani) per un totale di oltre 200 artisti in scena.
Sul podio il Maestro Jurij Temirkanov, una delle più prestigiose bacchette dei nostri giorni. Un grande
concerto quindi che sarà illustrato, con uno spettacolare impianto scenico e
di video proiezioni, dal regista Pier Alli. Quindi ancora una volta dopo La Fura un concerto che è narrato
anche da momenti visivi ideati appositamente per Caracalla.
Sarà poi la volta di alcuni spettacoli ricercati. Nella Palestra Occidentale, un ambiente raccolto che può
contenere circa 300 persone, sarà rappresentato Il combattimento di Tancredi e Clorinda su musiche di
Giorgio Battistelli da Claudio Monteverdi, con la regìa di Mario Martone e la direzione di Erasmo
Gaudiomonte (dal 10 al 15 luglio). Uno spettacolo che unisce il mondo classico derivato da Monteverdi alla
musica contemporanea di Battistelli. Un allestimento proposto, ed ecco un’altra novità, alle ore 19, alla luce
del giorno così da godere per la prima volta con uno spettacolo, delle Terme di Caracalla in uno dei suoi
momenti più suggestivi: il tramonto.
Rispetto del monumento, della sua storia e l’utilizzo della meravigliosa scenografia naturale. Infatti, le due
opere in cartellone, titoli molto amati dal grande pubblico, sono Norma di Vincenzo Bellini (dal 21 luglio all’8
agosto, ore 21) e Attila di Giuseppe Verdi (dal 31 luglio al 7 agosto, ore 21). E grandi interpreti in scena: per
l’opera verdiana torna Dario Solari (applaudito Macbeth in apertura di stagione al Teatro Costanzi) nei panni
di Ezio, Orlin Anastassov sarà il protagonista e Lucrezia Garcia vestirà i panni di Odabella.
Due stupende voci di fama internazionale, quella di Julianna di Giacomo e di Carmela Remigio, daranno vita
a Norma e Adalgisa, accanto al Pollione di Fabio Sartori. Lo spazio aperto, lunare, sarà il perfetto contorno
per Norma e certo le rovine della romanità segneranno simbolicamente il passaggio di Attila. Grande rispetto
del luogo dunque, ma anche l’esigenza artistica di entrare nello spirito, nella storia delle Terme di Caracalla.
Le antiche mura del complesso archeologico sentiranno anche l’allegria che porterà Una Serata con Gigi
Proietti. Il mattatore sarà impegnato alle Terme di Caracalla in un monologo che mostrerà tutta la sua
stupenda arte intinta, come sempre, nella più pungente (e per questo molto amata dal pubblico) ironia. Sarà
un divertimento, come sempre negli spettacoli di Proietti, legato alla riflessione non solamente su storie del
passato (sempre intorno alla città di Roma), ma anche, e soprattutto, sulla realtà di oggi.
Come sempre in cartellone a Caracalla un classico della danza, un titolo tra i più amati dagli appassionati
del balletto di tutte le età: Giselle di Adolphe Adam (dal 30 giugno al 10 luglio, ore 21), con la coreografia di
Patrice Bart; direttore dell’Orchestra dell’Opera il Maestro David Garforth.
Il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera (diretto da Micha van Hoecke) riproporrà il titolo apoteosi della danza
romantica che, per compiutezza di stile e qualità, rappresenta un capolavoro assoluto dal punto di vista
drammaturgico e coreografico. Il balletto in due atti viene ripreso a Roma per la prima volta nella autorevole
versione del francese Bart, già étoile e maître de ballet dell’Opéra di Parigi. Le scene e i costumi hanno la
prestigiosa firma dell’indimenticata Anna Anni.
Certamente sarà la replica del successo della passata stagione lo spettacolo Roberto Bolle in Trittico
Novecento il 20 luglio (ore 21). Il grande ballerino di fama internazionale questa estate si confronterà con tre
maestri della coreografia del Novecento.
Per concludere uno sguardo verso il futuro. Il 30 luglio (alle ore 19) debutterà alle Terme di Caracalla, davanti
al grande pubblico, l’Orchestra Giovanile del Teatro dell’Opera di Roma. Direttore della giovanissima (per età
dei partecipanti e per data di formazione) orchestra è il Maestro Nicola Paszkowski.
L’Orchestra Giovanile - insieme al Coro di Voci bianche (diretto da José Maria Sciutto) e alla Scuola di
danza (diretta da Laura Comi) - fa parte del dipartimento Didattica e Formazione del Teatro dell’Opera
fortemente voluto dal Sovrintendente, Catello De Martino. Sarà certamente una grande emozione, in scena e
in platea, dare il primo applauso a quelli che saranno i Professori d’Orchestra del prossimo futuro.
Lirica: 'Norma' e 'Attila' nell'estate dell'Opera di Roma a Caracalla
Roma, 5 apr. (Adnkronos) - Il Teatro dell'Opera di Roma 'osa' una stagione estiva alle Terme di Caracalla,
che cambia forma e diventa sempre piu' un piccolo festival, con titoli non proprio popolari. Dal 30 giugno
partono gli spettacoli (fino all'8 agosto) che vedono due opere liriche, la 'Norma' di Vincenzo Bellini e l''Attila'
di Giuseppe Verdi, due balletti, 'Giselle' e 'Trittico Novecento' con Roberto Bolle, l''Aleksandr Nevskij' di
Sergej Prokof'ev con un impianto scenico e video, una serata con Gigi Proietti e la messa in scena, nello
spazio della Palestra, del 'Combattimento di Tancredi e Clorinda' di Claudio Monteverdi, rivisitato da Giorgio
Battistelli, con la regia di Mario Martone.
''E' una grande stagione che impegna notevolmente dal punto di vista culturale, con titoli non facili'', ha detto
il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nel corso della conferenza stampa di presentazione della stagione.
''Noi pero' siamo convinti -ha aggiunto- che ci sara' la consueta risposta del pubblico, dei turisti e di coloro
che vogliono vivere Roma d'estate e viverla attraverso la lirica''. E se l'anno scorso nei 40 giorni di
programmazione la stagione estiva ha registrato 50mila presenze, secondo il sovrintendente dell'Opera di
Roma, Catello De Martino - che ha evidenziato che Caracalla fa ''il 33% degli incassi totali'' del
Teatro - ''quest'anno gli spettatori saranno certamente di piu'''.
Nonostante il programma che, a differenza degli altri anni, non presenta titoli come 'Aida' o 'Madama
Butterfly', tradizionalmente di richiamo popolare. ''L'opera guarda in avanti -ha detto il direttore artistico della
Fondazione, Alessio Vlad- ed e' facile fare venire il pubblico con titoli popolari. Il pubblico va conquistato, e
in fondo quelle che proproniamo sono opere di Bellini e Verdi. Al Festival di Salisburgo -sottolinea Vlad-
fanno il pienone con opere contemporanee, e noi dobbiamo arrivare a quel livello''.

ESTATE 2012 A CARACALLA


La platea delle terme di Caracalla, immersa in un complesso archeologico unico al mondo, riaprirà le porte il
30 giugno alla stagione estiva 2012 organizzata dal teatro dell’Opera di Roma, appuntamento destinato agli
amanti dell’opera lirica, del balletto, della musica sinfonica, al pubblico romano ma anche ai turisti.
Il cartellone segue la strada già intrapresa lo scorso anno per realizzare un festival che abbia
contemporaneamente un’offerta popolare ma anche di spettacoli ricercati. Ad inaugurare è l’Aleksandr
Nevskij di Sergej Prokof’ev in scena il 7 luglio alle 21.30. Doppio interesse nello stesso concerto: innanzi
tutto l’unione sul palcoscenico dell’orchestra filarmonica di San Pietroburgo e dell’orchestra del teatro
dell’Opera di Roma, a cui si aggiunge il coro dell’Opera diretto dal Maestro Roberto Gabbiani per un totale di
oltre 200 artisti in scena (sul podio il Maestro Jurij Temirkanov, una delle più prestigiose bacchette dei nostri
giorni). Poi lo spettacolare impianto scenico e di video proiezioni del regista Pier’Alli (ancora una volta, dopo
“La Fura”, un concerto che è narrato anche da momenti visivi ideati appositamente per Caracalla).
Quindi il nuovo, originale uso di altri spazi all’interno delle Terme di Caracalla. Infatti, nella palestra
occidentale – un ambiente raccolto che può contenere circa 300 persone – sarà rappresentato Il
combattimento di Tancredi e Clorinda su musiche di Giorgio Battistelli da Claudio Monteverdi, con la regia di
Mario Martone e la direzione di Erasmo Gaudiomonte (dal 10 al 15 luglio). Uno spettacolo che unisce il
mondo classico derivato da Monteverdi alla musica contemporanea di Battistelli e proposto, ed ecco un’altra
novità: alle ore 19, alla luce del giorno: così da godere per la prima volta con uno spettacolo delle Terme di
Caracalla in uno dei suoi momenti più suggestivi, il trascorrere del tramonto.
Le due opere in cartellone sono titoli molto amati dal grande pubblico: Norma di Vincenzo Bellini (dal 21
luglio all’8 agosto, ore 21) e Attila di Giuseppe Verdi (dal 31 luglio al 7 agosto, ore 21). Per l’opera verdiana
Dario Solari nei panni di Ezio, Orlin Anastassov nel ruolo del titolo e Lucrezia Garcia come Odabella; per
Bellini Julianna di Giacomo e Carmela Remigio daranno vita a Norma e Adalgisa accanto al Pollione di
Fabio Sartori. Norma e Attila, due melodrammi fortemente legati, nei personaggi e nella storia che narrano,
al mondo della romanità con una visione romantica, quindi carica di forti colori e passioni estreme. Lo
spazio aperto, lunare, sarà il perfetto contorno per Norma e certo le rovine della romanità segneranno
simbolicamente il “passaggio” di Attila. Grande rispetto del luogo dunque, ma anche l’esigenza artistica di
entrare nello spirito, nella storia delle Terme di Caracalla.
Le antiche mura del complesso archeologico sentiranno anche l’allegria che porterà Una Serata con Gigi
Proietti, un monologo che mostrerà tutta la sua stupenda arte intinta, come sempre, nella più pungente
ironia. Sarà un divertimento, come sempre negli spettacoli di Proietti, legato alla riflessione non solamente
su storie del passato (sempre intorno alla città di Roma), ma anche, e soprattutto, sulla realtà d’oggi.
Come sempre in cartellone a Caracalla un classico della danza, un titolo tra i più amati dagli appassionati
del balletto: Giselle di Adolphe Adam (dal 30 giugno al 10 luglio, ore 21), con la coreografia di Patrice Bart;
direttore dell’orchestra dell’Opera il Maestro David Garforth. Il corpo di ballo del teatro dell’Opera diretto da
Micha van Hoecke riproporrà il titolo apoteosi della danza romantica che, per compiutezza di stile e qualità,
rappresenta un capolavoro assoluto dal punto di vista drammaturgico e coreografico. Le scene e i costumi
hanno la prestigiosa firma dell’indimenticata Anna Anni. Ancora danza con Roberto Bolle in Trittico
Novecento il 20 luglio (ore 21), dove il ballerino si confronterà con tre maestri della coreografia del
Novecento.
Per concludere uno sguardo verso il futuro. Il 30 luglio (alle ore 19) debutterà a Caracalla l’orchestra giovanile
del teatro dell’Opera di Roma diretta da Nicola Paszkowski.
Maggiori informazioni sul sito del teatro.
Inserita il 05 - 04 - 12
Francesco Rapaccioni

Al via il Festival Orvieto 2012
Musica e Cultura Primavera 2012
Scritto da: Francesca Angelelli
giovedì 29 marzo 2012


Tutto pronto per la nuova edizione del festival di Orvieto. La seconda edizione del Festival Orvieto Musica e
Cultura promosso dal Teatro dell’Opera di Roma e dalla neonata Associazione Festival Orvieto Musica e
Cultura: sei gli appuntamenti dislocati in tre diverse sedi (Duomo di Orvieto, Auditorium Fondazione Cassa
di Risparmio di Orvieto, Museo Emilio Greco) in programma dal 31 marzo al 6 maggio 2012. Solisti, Coro,
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma e l’Ensamble Berlin saranno tra i protagonisti di una serie di
concerti dedicati al repertorio di musica sacra che spazia da Bach a Handel, da Mahler a Ravel. In
conferenza stampa, il sovrintendente del Teatro dell’Opera, Catello De Martino, ha sottolineato come il
Festival Orvieto Musica e Cultura Primavera possa essere considerato come un “segnale di speranza in un
momento difficile” facendo anche notare anche la crescente attenzione dell’Opera nei confronti della musica
sacra attraverso vari appuntamenti.
A inaugurare il Festival Musica e Cultura di Primavera (che abbraccia un periodo più ampio rispetto alla
precedente edizione legata alle festività di Pasqua), sarà, sabato 31 marzo, alle ore 21 presso il Duomo di
Orvieto, il Concerto d’organo di Felix Marangoni (musiche di Bach e Listz). Domenica 1 aprile alle ore 16,
presso il Duomo di Orvieto, si esibirà il duo tromba e organo formato da Marco Pierobon e Paolo Oreni (su
musiche di Fasch e Mahler). Lunedì 2 aprile, alle ore 21, presso l’Auditorium Fondazione Cassa di
Risparmio di Orvieto, sarà di scena l’OperaEnsamble, quintetto del Teatro dell’Opera (su musiche di Haydan
e Mozart). Mercoledì 4 aprile, alle ore 21, il quartetto Ensemble Berlin (solisti dei Berliner Philarmoniker) si
esibirà in musiche di Bach, Beethoven e Mozart. Il quinto appuntamento, giovedì 5 aprile, alle ore 21, sarà
ospitato presso il Museo Emilio Greco con il duo di violino e violoncello (musiche di Paganini, Leclair, Ravel)
del teatro capitolino. L’atteso Concerto di Pasqua, domenica 7 aprile, alle ore 17, si terrà nel Duomo di
Orvieto: in programma il celeberrimo Requiem di Mozart diretto da Erik Nielsen (attualmente sul podio
romano per Il flauto magico di Mozart) che vedrà impegnati l’Orchestra, il Coro del Teatro dell’Opera di Roma
(diretto da Roberto Gabbiani). Ekaterina Sadovnikova (soprano), Alisa Kolosova (mezzosoprano), Pavel
Kolgatin (tenore) e Nicola Ulivieri (basso) i solisti.
L’appuntamento conclusivo del Festival di Primavera è fissato per domenica 6 maggio alle 16.30 presso il
Duomo di Orvieto che ospiterà il Coro della Voci Bianche (diretto da Josè Maria Sciutto) nello Stabat Mater
e il Coro Preparatorio (diretto da Isabella Giorcelli) impegnato nella Messe Basse di Faurè.
Un grande rilancio per la città di Orvieto, culla dell’arte e della spiritualità, che punta al Festival di quest’anno
come “preliminare alla grande mostra su Luca Signorelli che coinvolgerà Orvieto e Perugia” come
orgogliosamente ricordato dal Presidente dell’Opera di Orvieto, Francesco Venturi. In conferenza stampa è
stato anche annunciato il tradizionale concerto in Vaticano che il Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, offre annualmente al Pontefice: il concerto dell’11 maggio (naturalmente si tratterà di musica
sacra, anche se non è ancora stato svelato il programma) sarà diretto dal Maestro Riccardo Muti e sarà un
evento particolarmente importante per celebrare il settimo anno di Pontificato di Benedetto XV.
Un’occasione eccezionale che, come illustra il Sovrintendente De Martino, si arricchirà anche dello speciale
“accordo con la Fondazione Stradivari e il Comune di Cremona, che forniranno quattro strumenti storici, un
violino e un violoncello Stradivari, una viola Amati e un violino Guarneri del Gesù, che verranno suonati per un
evento di rilevanza mondiale”.

Festival Orvieto Musica e Cultura Primavera 2012 Il Teatro dell’Opera di Roma e l’Associazione Festival Orvieto Musica e Cultura insieme per sei appuntamenti di musica sacra. Dal 31 marzo al 6 maggio 2012


Al via la seconda edizione del Festival Orvieto Musica e Cultura promosso dal Teatro dell’Opera di Roma e
dalla neonata Associazione Festival Orvieto Musica e Cultura: sei gli appuntamenti dislocati in tre diverse
sedi (Duomo di Orvieto, Auditorium Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Museo Emilio Greco) in
programma dal 31 marzo al 6 maggio 2012. Solisti, Coro, Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma e
l’Ensamble Berlin saranno tra i protagonisti di una serie di concerti dedicati al repertorio di musica sacra
che spazia da Bach a Handel, da Mahler a Ravel. In conferenza stampa, il sovrintendente del Teatro
dell’Opera, Catello De Martino, ha sottolineato come il Festival Orvieto Musica e Cultura Primavera possa
essere considerato come un “segnale di speranza in un momento difficile” facendo anche notare anche la
crescente attenzione dell’Opera nei confronti della musica sacra attraverso vari appuntamenti.
A inaugurare il Festival Musica e Cultura di Primavera (che abbraccia un periodo più ampio rispetto alla
precedente edizione legata alle festività di Pasqua), sarà, sabato 31 marzo, alle ore 21 presso il Duomo di
Orvieto, il Concerto d’organo di Felix Marangoni (musiche di Bach e Listz). Domenica 1 aprile alle ore 16,
presso il Duomo di Orvieto, si esibirà il duo tromba e organo formato da Marco Pierobon e Paolo Oreni (su
musiche di Fasch e Mahler). Lunedì 2 aprile, alle ore 21, presso l’Auditorium Fondazione Cassa di
Risparmio di Orvieto, sarà di scena l’OperaEnsamble, quintetto del Teatro dell’Opera (su musiche di Haydan
e Mozart). Mercoledì 4 aprile, alle ore 21, il quartetto Ensemble Berlin (solisti dei Berliner Philarmoniker) si
esibirà in musiche di Bach, Beethoven e Mozart. Il quinto appuntamento, giovedì 5 aprile, alle ore 21, sarà
ospitato presso il Museo Emilio Greco con il duo di violino e violoncello (musiche di Paganini, Leclair, Ravel)
del teatro capitolino. L’atteso Concerto di Pasqua, domenica 7 aprile, alle ore 17, si terrà nel Duomo di
Orvieto: in programma il celeberrimo Requiem di Mozart diretto da Erik Nielsen (attualmente sul podio
romano per Il flauto magico di Mozart) che vedrà impegnati l’Orchestra, il Coro del Teatro dell’Opera di Roma
(diretto da Roberto Gabbiani). Ekaterina Sadovnikova (soprano), Alisa Kolosova (mezzosoprano), Pavel
Kolgatin (tenore) e Nicola Ulivieri (basso) i solisti.
L’appuntamento conclusivo del Festival di Primavera è fissato per domenica 6 maggio alle 16.30 presso il
Duomo di Orvieto che ospiterà il Coro della Voci Bianche (diretto da Josè Maria Sciutto) nello Stabat Mater
e il Coro Preparatorio (diretto da Isabella Giorcelli) impegnato nella Messe Basse di Faurè.
Un grande rilancio per la città di Orvieto, culla dell’arte e della spiritualità, che punta al Festival di quest’anno
come “preliminare alla grande mostra su Luca Signorelli che coinvolgerà Orvieto e Perugia” come
orgogliosamente ricordato dal Presidente dell’Opera di Orvieto, Francesco Venturi. In conferenza stampa è
stato anche annunciato il tradizionale concerto in Vaticano che il Presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano, offre annualmente al Pontefice: il concerto dell’11 maggio (naturalmente si tratterà di musica
sacra, anche se non è ancora stato svelato il programma) sarà diretto dal Maestro Riccardo Muti e sarà un
evento particolarmente importante per celebrare il settimo anno di Pontificato di Benedetto XV.
Un’occasione eccezionale che, come illustra il Sovrintendente De Martino, si arricchirà anche dello speciale
“accordo con la Fondazione Stradivari e il Comune di Cremona, che forniranno quattro strumenti storici, un
violino e un violoncello Stradivari, una viola Amati e un violino Guarneri del Gesù, che verranno suonati per un
evento di rilevanza mondiale”.
Fabiana Raponi

Musica: al via 31 marzo Festival Orvieto con Opera Roma protagonista


Roma, 28 mar. (Adnkronos) - Dopo l'esperimento musicale dello scorso anno, la collaborazione tra il Teatro
dell'Opera di Roma, la Fondazione Cassa di Risparmio e l'Opera del Duomo di Orvieto quest'anno diventa un
Festival. La rassegna, destinata a crescere nei prossimi anni, prende il via sabato prossimo e vede anche la
nascita dell'Associazione Festival Orvieto Musica e Cultura.
Lo ha annunciato oggi il sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, Catello de Martino, sottolineando
come ''anche nei momenti di crisi possono nascere opportunita' per dare viata a eventi importanti. Il Teatro
dell'Opera -ha detto- si sta avviando verso un ulteriore pareggio di bilancio e sta dimostrando che si puo' fare
buon teatro mantenendo ferma la barra amministrativa''.
La rassegna di Orvieto, che si svolgera' prevalentemente nella straordinaria Cattedrale, si apre il 31 marzo
con il concerto dell'organista Felix Marangoni e prosegue con altri sei appuntamenti fino a maggio, andando
oltre la settimana di Pasqua. Evento clou della manifestazione e' il 'Requiem' di Mozart nel giorno di
Pasqua, che vedra' impegnati Coro e Orchestra dell'Opera di Roma, con alcuni giovani talenti come
Ekaterina Sadovnikova e Pavel Kolgatin, diretti da Erik Nielsen, attualmente al Costanzi sul podio per il
mozartiano 'Flauto magico'. ''Il festival di quest'anno -ha detto il presidente dell'Opera del Duomo di Orvieto,
Francesco Venturi- sara' preliminare alla grande mostra su Luca Signorelli che coinvolgera' Orvieto e
Perugia''.

Musica: Muti dirige concerto Opera Roma in Vaticano per Benedetto XVI


Roma, 28 mar. (Adnkronos) - L'Orchestra e il coro del Teatro dell'Opera di Roma diretti da Riccardo Muti
saranno i protagonisti, l'11 maggio nella Sala Paolo VI in Vaticano, del tradizionale concerto che il
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano offre a Benedetto XVI per la ricorrenza del suo Pontificato,
che quest'anno compie 7 anni. Lo ha annunciato oggi il sovrintendente della Fondazione lirica capitolina,
Catello De Martino, spiegando che ''e' stato anche fatto, per l'occasione, un accordo con la Fondazione
Stradivari e il Comune di Cremona, che forniranno quattro strumenti di grande prestigio''.
Si tratta, ha spiegato De Martino, ''di un violino e un violoncello Stradivari, una viola Amati e un altro violino
Guarneri del Gesu', che verranno suonati per l'occasione''. Ancora non ufficializzato il programma del
concerto, ''ma si trattera' certamente di musica sacra'', ha chiarito il direttore artistico dell'Opera di Roma,
Alessio Vlad, a testimonianza della specializzazione che le compagini artistiche della Fondazione lirica
romana hanno sviluppato nel repertorio sacro.

Patrimonio culturale: risorsa per la crescita Di Rossella Del Prete – venerdì 23 marzo 2012


Una forte coesione tra università, imprese e istituzioni può aiutare la promozione dell’immenso patrimonio
storico evitando sprechi e comportamenti elusivi
Università e imprese hanno ormai da tempo avviato un dialogo ed una collaborazione che, anche a
Benevento, comincia a dare buoni risultati. Lo scambio di saperi, di approcci alla ricerca, alle possibili
applicazioni dei suoi risultati nel mondo del lavoro, costituiscono oggi un imprescindibile bagaglio di
esperienze. La governance dei beni e delle attività culturali, in particolare, avverte l’esigenza di sperimentare
prassi di gestione tipiche del mondo imprenditoriale e un Dipartimento di Ricerca può e “deve” suggerire
possibili modelli di gestione e di promozione del territorio a più livelli, anche di natura “politica”. Per farlo
dovrà avviare e coltivare un proficuo dialogo con le imprese e con le istituzioni locali, oltre che con la
comunità di riferimento. Il rapporto tra patrimonio culturale e sviluppo economico territoriale è un tema
centrale e complesso, ma strategico: culture, identità, conoscenze, innovazioni e creatività sono fattori
rilevanti dei processi di progresso socio-economico. L’investimento in cultura genera un mutuo scambio di
valore (Corporate Social Responsibility). Nel corso dei secoli la domanda d’arte nel nostro Paese ha lasciato
un capitale tangibile (palazzi, collezioni di opere d’arte, manufatti, composizioni musicali e teatrali) sempre
più significativo per la nostra economia. Tuttavia, la tutela e la valorizzazione di tale patrimonio rimane un
problema di difficile gestione. E’ necessario mettere in luce i profili di complessità delle organizzazioni
culturali, ciascuna con differenti esigenze organizzative e gestionali a seconda del campo specifico di
attività (museale, archivistico, dello spettacolo dal vivo, archeologico) e analizzare gli istituti
giuridico-economici più adeguati, come il project financing che, applicato all’arte e alla cultura, nonostante la
normativa italiana ancora troppo farraginosa, potrebbe offrire importanti opportunità di finanziamento a lungo
termine. Ma un mercato culturale non porta necessariamente sviluppo economico: non possono crearsi vere
economie se, nel sistema locale, non esiste innanzitutto una capacità diffusa di attribuire senso e valore alle
esperienze culturali. Il vero problema è creare un contesto di esperienze accessibili che consentano di dare
valore e significato al bene culturale nella sua accezione più ampia; occorre superare una concezione della
valorizzazione culturale legata pressoché esclusivamente al tempo libero ed al turismo: la gestione
affaristica e commerciale del bene culturale continua a sfruttare risorse umane e materiali senza pensare al
loro futuro e a come rigenerarle. Il “consumo culturale” allora non può essere solo turistico: dovremmo
imparare ad entrare più spesso nei musei, nelle biblioteche, nei giardini e nei palazzi storici, con una
maggiore responsabilità di fruizione. Invece assistiamo a paradossi tutti italiani: sale da concerto poco
frequentate, musei che restano legati ad un’obsoleta azione conservativa che poco o nulla interagiscono con
il presente, beni archeologici abbandonati all’incuria di una gestione pubblica spesso incapace di assolvere
ai suoi compiti. Le nostre grandi città d’arte e di cultura vivono di uno stanco e ripetitivo sfruttamento delle
loro rendite più che di nuova progettualità. Vanno dunque coinvolti gli stakeholder, informati sugli incentivi
fiscali esistenti, per capire quanto siano disponibili ad investire concretamente in cultura. Il problema è però
a monte: il bene culturale è affidato all’istituzione statale, all’ente locale e regionale che non sempre accetta
l’interferenza del privato e spesso viene frenato da vincoli legislativi e lentezze burocratiche, da carenze di
capacità gestionali e soprattutto dalla scarsità di professionalità adeguate ai tempi che viviamo ed al settore
strategico da riqualificare, quello culturale, appunto. Al governo Monti va dunque chiesta una grande
attenzione per la risorsa più importante del nostro Paese, la Cultura, da esplicare però in un’ottica integrata
di sistema, incrementando programmi di ricerca ed interventi il più possibile condivisi e, soprattutto,
affidandosi a professionalità adeguate per gestire ciò che costituisce un indiscutibile made in Italy,
apprezzato all’estero, ancora poco riconosciuto in Italia. Se invece di contare i biglietti staccati alle mostre o
ai musei e le permanenze più o meno brevi nelle strutture ricettive, analizzassimo la quantità e soprattutto la
qualità delle risorse umane addette al settore dei beni culturali, ci accorgeremmo di quante competenze e di
quanti talenti sprechiamo ogni giorno, soprattutto tra i giovani. La carenza di investimenti in valorizzazione
dei beni culturali purtroppo non è solo un problema del Mezzogiorno, ma di sicuro, qui, il problema è
amplificato da ignoranza, clientelismo, superficialità, disorganizzazione, criminalità organizzata e non,
provincialismo. Ed il provincialismo di questa parte d’Italia, che Luigi De Rosa definì provincia subordinata, si
avverte ogni giorno, in ogni luogo e ambiente.
A Benevento, oggi dalle ore 9, nella Sala Biblioteca dell’Università degli Studi del Sannio, in piazza Arechi II,
si tiene il convegno nazionale sul tema “Governance del patrimonio culturale e logiche imprenditoriali”,
promosso dal Dipartimento di Studi dei Sistemi Economici, Giuridici e Sociali (Segis) dell’Università del
Sannio, da Confindustria e dal Fai, delegazione di Benevento. Tra i relatori, oltre alle principali autorità locali,
esperti del settore e docenti universitari, rappresentanti di organizzazioni museali, partecipano il presidente
di Confindustria Benevento Giuseppe D’Avino, Filippo Bencardino, Rettore Università del Sannio Marco
Montemaggi (Museimpresa), Lanfranco Mazzotti (Abi), Alfredo Valeri (Civita), Maria Rosaria de Divitiis,
Presidente Fai Campania , Ugo Bacchella (Fondazione Fitzcarraldo), Catello De Martino (Teatro dell’Opera
di Roma), Emilio Cabasino (Mibac).

*docente di Storia finanziaria Università del Sannio

19/03/2012 UniSannio: Il 23 marzo giornata di lavori su ‘Governance del patrimonio culturale e logiche imprenditoriali’


Venerdì 23 marzo si terrà a Benevento nella Sala Biblioteca del Dipartimento SEGIS, Università degli Studi del Sannio, in piazza Arechi II, un convegno nazionale di studi
dal titolo “Governance del patrimonio culturale e logiche imprenditoriali”, promosso dal Dipartimento di Studi dei Sistemi Economici, Giuridici e Sociali (SEGIS)
dell’Università del Sannio, da CONFINDUSTRIA di Benevento e dal FAI - Delegazione di Benevento. Responsabile scientifica dell’iniziativa è Rossella Del Prete,
docente di Storia finanziaria presso l’Università del Sannio. Uno degli obiettivi è quello di sollecitare la discussione e l’impegno da parte degli stakeholder interessati
(istituzioni, banche, imprese, associazioni, cittadini) a considerare la cultura in tutte le sue manifestazioni, come un capitale che può produrre ricchezza, progresso
socio-economico e lavoro, a condizione che gli investimenti in valorizzazione del patrimonio culturale siano “consapevoli” e che la cultura aggreghi il territorio in modo
reticolare, con le sue identità, conoscenze, ricerche, innovazioni, potenzialità formative ed informative. La tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro
Paese necessitano di gestioni che non temano di combinare il pubblico ed il privato, di incrementare la managerialità nel pubblico, di coinvolgere i privati ed i mercati
finanziari in progetti che facciano fruttare sia per il mercato, sia per la comunità il bene “culturale” che, altrimenti, resterebbe inutilizzato, come, purtroppo, spesso
accade oggi, per la cronica carenza di fondi pubblici e per la ben più grave carenza di capacità gestionali imprenditoriali (anche nel settore pubblico, nonostante le
riforme che hanno investito le amministrazioni). Uno degli aspetti più importanti è legato alla difesa delle professioni del patrimonio culturale: senza politiche e
professionalità appropriate che si preoccupino della sua conservazione e produzione, è impossibile riqualificare questo settore produttivo, largamente inesplorato nelle
sue potenzialità creative di progresso socio-economico e di riduzione della povertà. Tanti gli ospiti che interverranno al convegno del 23 marzo nelle cinque sessioni
previste: 1. Un network istituzionale per la Cultura, 2. Cultura e Musei d’Impresa, 3. Arte, Privati e Indotto economico, 4. Conservazione, Investimenti e Valorizzazione,
5. Fondazioni liriche, Musei e Impresa culturale. Il programma prevede per le 9 l’introduzione ai lavori di Rossella Del Prete, Responsabile scientifico dell’iniziativa;
alle 9,15 l’inizio della I Sessione ‘Un network istituzionale per la Cultura’ con la moderazione di Giuseppe Marotta, Direttore Dipartimento SEGIS. A questo primo step
interverranno Michele Mazza, Prefetto di Benevento; Aniello Cimitile, Presidente della Provincia di Benevento; Fausto Pepe, Sindaco di Benevento; Filippo Bencardino,
Rettore dell’Università del Sannio e Massimo Squillante, Preside della Facoltà SEA. Alle 10,45 si terrà la II Sessione dal titolo ‘Cultura e Musei d’Impresa’ con
Giuseppe D’Avino, Presidente Confindustria Benevento come moderatore. Interverranno Andrea Tropeoli, Istituto per la Cultura e Storia d’Impresa (ICSIM); Paola Amato,
Comune di Terni; Augusto Vitale, Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI); Marco Montemaggi, Vice Presidente Museimpresa; Pina
Amarelli, Membro Commissione Cultura (Impresa e Beni Culturali), Confindustria e Gennaro Masiello, Presidente della Camera di Commercio Benevento.
Alle 12 inizierà, invece, la III Sessione dedicata a ‘Arte, Privati e Indotto economico’ con Gaetano Sabatini, Professore di Storia Economica dell’Università Roma III e gli
interventi di Valeria Cantoni, Art for Business; Lanfranco Mazzotti, Responsabile rapporti istituzionali Associazione Bancaria Italiana (ABI); Alfredo Valeri, Centro Studi -
Associazione CIVITA.
Alle 15,30 la IV Sessione sarà dedicata a ‘Conservazione, Investimenti e Valorizzazione’ con M. Rosaria de Divitiis, Presidente FAI – Campania a moderare. Alla IV
sessione interverranno Carla Maurano, ICOMOS; Ilazia Zilli, dell’Università del Molise e Guido Savarese, Confcultura.
L’ultima sessione comincerà alle 17 dal titolo ‘Fondazioni Liriche, Musei e Impresa culturale’ con Pierpaolo Forte, Professore di Diritto Amministrativo e Presidente
Museo Madre. All’ultimo step interverranno Ugo Bacchella, Presidente Fondazione Fitzcarraldo; Catello De Martino, Sovrintendente Teatro dell’Opera di Roma;
Emilio Cabasino, Segreteria Generale MIBAC e Rosario Santucci, dell’Università degli Studi del Sannio. Le conclusioni saranno affidate a Gregorio Angelini, Direttore
Generale per la Campania MIBAC.

Piazza del Popolo Anche Teatro dell' Opera e Stabile nell' organizzazione Commedianti e cavalieri, torna il Carnevale Romano Gianni Alemanno: «Contro la crisi scopriamo la gioia di ritrovarci attorno a un' antica tradizione»


Se uno degli intenti, come spiega lo stesso sindaco Gianni Alemanno, è «sfidare la crisi economica ritrovandosi tutti insieme attorno a una tradizione»,
allora il Carnevale romano che sta per iniziare (11-21 febbraio) ce la mette tutta per distogliere dalle preoccupazioni. Decine di appuntamenti, gemellaggi,
mostre, incontri, teatro, costati 800.000 euro coperti da sponsor privati, attorno a due perni principali: l' antica arte equestre, a partire dalla sfilata d'
apertura l' 11 febbraio alle 16 su via del Corso con oltre cento cavalli, carrozze, figuranti, e la commedia dell' arte. Quest' ultima è una tradizione che si
cercherà di far riaffiorare portando a piazza Navona, dal 12 al 21 febbraio, lo spettacolo «Gli innamorati immaginari», prodotto dal Teatro di Roma, con la
regia di Leonardo Petrillo. Artisti di strada camuffati da personaggi della commedia dell' arte si sparpaglieranno ogni giorno fra piazza di Spagna, via del
Corso, Castel Sant' Angelo. «Altri Paesi europei propongono la commedia dell' arte normalmente - ha spiegato durante la conferenza stampa il
presidente della commissione Cultura del Comune, Federico Mollicone -. Da noi è quasi dimenticata». Oltre l' effimero, l' intenzione è di trovarle uno
spazio permanente. «Potrebbe essere il Museo Brancaccio, o Villa Torlonia» ha suggerito il sindaco. Al suo fianco, il sovrintendente del Teatro dell'
Opera Catello De Martino, ed è un' altra novità: l' Opera «presterà» al Comune un bel po' di casse dei suoi costumi storici, scelti da Anna Biagiotti.
«Magari si riuscisse a creare uno scrigno sempre aperto al pubblico per i 7-8.000 abiti più preziosi, fra gli 80.000 del nostro patrimonio» s' è augurato il
sovrintendente. E del Teatro Costanzi, con lo scenografo Maurizio Varamo, è anche la supervisione dell' allestimento di piazza del Popolo, dove la
fontana del Valadier resterà visibile, dopo anni di tendoni e mal posizionati palcoscenici. Nel fitto calendario, si segnala qui l' esibizione della
campionessa di dressage Alizee Froment, di Manolo del Theatre du Centaure, di Lorenzo «the flying frechman». Nei pomeriggi dal 13 al 15, e il 20
febbraio «lezioni» di arte equestre; sabato 18 alle 15 una «Giornata dell' orgoglio buttero»; il 16 alle 15 la cavalleria militare italiana. Domenica 19
protagonisti i bambini con i pony. In programma trasferte di intere scolaresche, con l' invito ai bambini a travestirsi da Rugantino o Meo Patacca. Ancora:
il Museo di Palazzo Braschi ospiterà cinque concerti in costume. Ai Musei capitolini il 9 alle 18 s' aprirà la mostra «Feste, danze e furori: recuperi
archeologici della Guardia di Finanza», in tandem con l' altra fotografica sulla «Rinascita di una tradizione», a piazza del Popolo. Nella Protomoteca del
Campidoglio, il 20 alle 9.30 un convegno con la Sapienza. Eppoi il Carnevale latino-americano domenica 19 dalle 14 a via dei Fori Imperiali, nelle stesse
ore una sfilata a via Tiburtina, Festa dei moccoletti e fuochi d' artificio barocchi in chiusura, il 21. Di tutto di più (informazioni su carnevale.roma.it o tel.
060608). Laura Martellini
Martellini Laura

CARNEVALE ROMANO 2012: E’ FESTA DAL CENTRO ALLA PERIFERIA feb 01, 2012


Come ogni anno ritorna il tanto atteso appuntamento con il Carnevale Romano. Per il 2012 l’ispirazione è di tipo rinascimentale e l’omaggio alla
tradizione sarà rappresentato dall’arte equestre. Gli spettacoli sono in programma a partire dall’11 e fino al 21 febbraio. “La grande storia della cavalleria
militare italiana” con rappresentanze equestre militari è in calendario per il 16 febbraio a piazza del Popolo. Oltre agli spettacoli di artisti di strada in
programma a piazza Navona e a piazza di Spagna, ci saranno anche spettacoli della commedia dell’arte e balletti del teatro dell’Opera di Roma.
“Non c’è un vero Carnevale se non ci sono le scuole e noi contribuiremo a coinvolgere circa 2000 bambini – ha detto l’Assessore alla Famiglia,
all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale, Gianluigi De Palo – perche’ siamo convinti che si puo’ educare anche attraverso il gioco“. “Questa edizione
del Carnevale e’ veramente straordinaria – ha aggiunto l’Assessore alla Cultura Dino Gasperini – grazie alla sinergia tra vari attori e al dialogo tra
linguaggi artistici diversi”. La manifestazione prevede, oltre agli spettacoli equestri internazionali e alle sfilate in maschera, anche attivita’ ludico
didattiche, mostre fotografiche, show con i burattini, balli popolari e proiezione di video.
Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento erano presenti oltre al sindaco Gianni Alemanno anche il sovrintendente del teatro dell’Opera Catello
De Martino, il delegato capitolino al Turismo Antonio Gazzellone e il consigliere comunale Federico Mollicone. “Un aspetto importante di quest’evento è
la volontà di fare rete e creare sinergie – ha sottolineato il sindaco Alemanno – siamo riusciti a ricreare l’antica tradizione romana, trasformando quello
che era diventato un evento consumistico in un evento culturale”. “Roma si e’ arricchita di qualcosa che non perdera’ più – ha concluso – una
manifestazione fatta di popolo che si sviluppera’ sia in centro che in periferia”.

CARNEVALE ROMANO 2012, DOMANI LA PRESENTAZIONE DEL RICCO CALENDARIO gen 30, 2012 |


Roma Capitale si prepara ad accogliere la quarta edizione del Carnevale Romano, l’iniziativa che, sin dalle scorse edizioni si è posta l’obiettivo quello di
trasformare una delle tradizioni storiche della città in un evento culturale di rilevanza internazionale. Anche per l’edizione 2012 Roma si appresta a
diventare meta di visitatori grazie ad una serie di iniziative che faranno rabbrividire il Carnevale di San Pietroburgo e il Carnevale di Viareggio. Grazie alla
collaborazione di Zètema, Roma Capitale regalerà alla gente una festa in maschera come non l’avete mai vista che durerà dall’11 al 21 febbraio 2012.
Domani, martedì 31 gennaio sarà presentato alla stampa, alle 12 nel foyer del Teatro dell’Opera, il ricco calendario di appuntamenti. All’evento partecipa
anche il sindaco Gianni Alemanno e interverranno: Dino Gasperini, Assessore alle Politiche culturali e Centro Storico di Roma Capitale; Gianluigi De
Palo, Assessore alla Famiglia, all’Educazione e ai Giovani di Roma Capitale; Antonio Gazzellone, Delegato al Turismo di Roma Capitale; Catello De
Martino, Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma; Franco Scaglia, Presidente del Teatro di Roma; Marco Lepre, Coordinatore organizzativo e
direttore artistico eventi equestri Carnevale Romano, Federico Mollicone, Presidente del Comitato per il Carnevale Romano e tanti altri ospiti. A partire dal
1 febbraio sarà on line il calendario completo delle iniziative della quarta edizione del Carnevale romano.

Venezia e Vienna, concerti con sorprese (e spot) Il direttore Jansons al Musikverein fa musica coi martelli, Matheuz alla Fenice viene interrotto dal lancio di «Ballando»


ROMA - Chi ha vinto tra Venezia e Vienna? In comune i due concerti di Capodanno hanno la ritualità e il colore dorato delle sale. Per il resto non c'è
gara: la nostalgia, il sogno e lo spirito di festa che incarnano l'anima viennese «sono» il concerto di Capodanno. E infatti riunisce una platea di settanta
paesi da tutto il mondo, anche se in Italia i valzer e le polke sono finite dietro la lavagna, in differita su Raidue.
Una tradizione non si inventa dal nulla: La Fenice il buon anno in musica l'ha cominciato nel 2004 dopo la ricostruzione, il Musikverein 72 anni fa. Ma
Venezia cresce, per la prima volta si sono collegate in diretta Francia e Germania, e in differita il Giappone e l'intera America Latina, riconoscimenti
internazionali importanti, mentre il teatro annuncia il pareggio di bilancio e l'aumento degli spettatori (140 mila, di cui 90 mila stranieri).
Matheuz direttore della FeniceMatheuz direttore della Fenice
Musica e bollicine. Su Raiuno in diretta c'è lo spumante dell'autarchia italiana: Verdi, Puccini, Il Gattopardo di Rota, Donizetti; sulla seconda rete
pubblica è di scena la famiglia Strauss. Anche la sfida del botteghino (a Vienna il biglietto più caro costa 940 euro, a Venezia 300) e sul podio è impari:
alla Fenice c'era il 27enne venezuelano Diego Matheuz, secondo rampollo dopo Dudamel del sistema Abreu. In Austria tornava (dopo il 2006) il lettone
Mariss Jansons, molto quotato all'estero, ex assistente di Karajan a Salisburgo, da vent'anni ospite dei Wiener Philharmoniker, da giovane in Italia
dirigeva spesso ma ora si fa vedere poco.
Piccole disavventure in Laguna: il brusco break pubblicitario che piomba all'improvviso per annunciare Ballando con le stelle; poi la voce narrante che
definisce il giovane baritono di talento Alex Esposito come «il più acclamato Leporello dei nostri giorni».
Jansons a ViennaJansons a Vienna
I bis (come l'augurio dal podio e gli intermezzi di danza) sono quelli di sempre: a Venezia il coro del Va' pensiero e il brindisi della Traviata, a Vienna Sul
Be l Danubio blu e la Marcia di Radetzky accompagnata dal battimani del pubblico (in sala ci sono Julie Andrews-Mary Poppins perfetta per il clima
natalizio e il sovrintendente dell'Opera di Roma Catello De Martino).
Eppure qualche novità da Vienna spunta. I tradizionali scherzi del direttore diventano tre: il fischietto del capostazione per la locomotiva evocata da Hans
Christian Lumbye, la sveglia nel Tik-Tak dal Fledermaus, i martelli usati a mo' di strumento dal direttore-falegname per suonare la polka Feuerfest. Il
secondo elemento di novità riguarda la scaletta. Se in passato si sceglieva nell'oceano che comprende i circa 800 brani soprattutto di Josef e Johann
Strauss, le incursioni forestiere continuano ad aumentare: ed ecco, come tributo alla presidenza danese di turno all'Unione Europea, Josef
Hellmesberger. E poi Carl Michael Ziehrer che fu rivale degli Strauss, i due frammenti dalla Bella Addormentata di Ciaicovskij, la Quadriglia di Eduard
Strauss coi temi della Carmen in omaggio a Jansons, che aveva dovuto cancellare Bizet alla Staatsoper per malattia. Prima dei bis, Jansons ha chiuso il
concerto con Sotto tuoni e lampi di Johann Strauss, uno dei cavalli di battaglia del leggendario Carlos Kleiber che diresse questa polka «tellurica» nel
1992: era il secondo dei suoi Concerti di Capodanno, e qui sì che la nostalgia viennese ha travolto il Danubio blu.
Valerio Cappelli

Lirica: nasce nuova Orchestra Giovanile dell'Opera di Roma Spettacolo


(Adnkronos) - Il ciclo di lezioni, che avranno la durata di due anni, prevedono, masterclass sui Passi d'Orchestra (incontri individuali) con le prime parti del
Teatro dell'Opera di Roma; lezioni a sezioni e lezioni di musica da camera con le prime parti del Teatro dell'Opera di Roma, sezioni di prova dei concerti
dirette da Paszkowski e concerti diretti sempre da Paszkowski.
L'Orchestra Giovanile e' la quarta area di formazione del neonato dipartimento Didattica e Formazione dell'Opera - con sede operativa nella Sala Respighi
recentemente inaugurata - fortemente voluto dal sovrintendente Catello De Martino, nella convinzione dell'alto valore culturale, affidato all'esperienza
educativa per la nascita di nuove generazioni di artisti e per la trasmissione del patrimonio culturale musicale al pubblico di domani.
16/12/2011

VERONA Attori e politici, la Verona che conta per un Filarmonico mondano Uomini dello spettacolo e della politica si sono dati appuntamento al Teatro Filarmonico di Verona per la prima della stagione lirica. In scena il «Falstaff» di Luca Guadagnino La prima del Filarmonico


«Tutto nel mondo è burla» è la fuga buffa finale che Giuseppe Verdi scrive come prima cosa del suo «Falstaff», brillante, seducente per l’immancabile
morale che, senza esaltare virtù né condannare vizi, fotografa in maniera realistica il comportamento umano. Tutto nel mondo è burla intona Falstaff,
scampato dal suo inferno, seguito poi da Fenton, Qickly, Alice e da tutti gli altri. Una «burla» che martedì sera, per l’apertura della Stagione Lirica di
Fondazione Arena al Teatro Filarmonico, ha avuto una cornice da paesaggio coloniale sul palcoscenico, echi mediorientali a richiamare le origini
siculo-algerine del regista, e da red carpet in platea, un ricco parterre di vip e personaggi dello spettacolo arrivati ad applaudire il debutto nel melodramma
di Luca Guadagnino. In prima fila la protagonista dell’ultimo successo cinematografico del regista, Io sono l’amore, quasi snobbato in Italia ma campione
di incassi negli Stati Uniti e candidato ai Golden Globe: Alba Rohrwacher, la figlia libera e ribelle. In platea la scrittrice e opinionista Barbara Alberti,
l’attrice di fiction Bianca Brandolini D’Adda, meglio nota come fidanzata di Lapo Elkann, la cantautrice Elisa, l’attore e conduttore Francesco Mandelli,
alias Ruggero De Ceglie de «I soliti idioti», Maria Sole Tognazzi e l’attore Antonio Albanese, ormai un habitué delle inaugurazioni liriche a Verona.
Nutrita anche la rappresentanza istituzionale: sindaco e vicesindaco, Flavio Tosi e Vito Giacino accompagnati dagli assessori alla Cultura di Comune e
Provincia Erminia Perbellini e Marco Ambrosini, il Procuratore della Repubblica Mario Giulio Schinaia, il Comandante provinciale dei Carabinieri
Colonnello Paolo Edera e il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Bruno Biagi. E poi i rappresentanti del mondo culturale veronese: dalla
direttrice dei Musei d'Arte e Monumenti Paola Marini al direttore del Teatro Stabile Paolo Valerio con Luigi Tuppini Presidente dell’Accademia Filarmonica
e Stefano Pachera Presidente dell’Accademia Cignaroli. Tra gli imprenditori c’erano il presidente della Camera di Commercio Alessandro Bianchi,
dell’Aeroporto e Confcommercio Paolo Arena, del Gruppo Aia Bruno veronesi. Tra gli ospiti anche Bettina Campedelli Pro-Rettore dell’Università degli
Studi di Verona, il direttore della Mostra del Cinema di Venezia Marco Muller, il presidente di Agsm Paolo Paternoster e quello di Amia Stefano
Legramandi, il Direttore Artistico del Festival di Sanremo Gianmarco Mazzi e, a stringere la mano al sovrintendente Francesco Girondini il collega
dell’Opera di Roma Catello De Martino.
Non poteva mancare Piero Maranghi, direttore del canale satellitare Classica: oltre ai flash dei fotografi a caccia di vip si notavano, infatti, le numerose
telecamere di Sky Classica posizionate tra foyer e palcoscenico per la prima diretta in Italia di un’opera in 3D. Niente di nuovo per Luca Guadagnino,
abituato ad osservare la realtà da dietro l’obbiettivo di una macchina da presa, anche se tutta questa tecnologia strideva un po’ con la sua idea di rendere
un Falstaff «classico ». Il regista ha infatti affrontato la sfida della messa in scena dell’ultimo capolavoro di Giuseppe Verdi, quello con cui il Maestro di
Busseto dà l’addio agli amori e alle passioni cantati per una vita. Un’opera che, tuttavia, è molto meno crepuscolare di quanto può sembrare ad una
prima lettura: Verdi è sulla soglia degli ottant’anni ma non mostra alcun segno di stanchezza o depressione e regala a Sir John Falstaff tutta la sua
indomabile e travolgente energia restituita con efficacia dall’atmosfera mediterranea, dai costumi sgargianti e dal vitalismo efficientistico impresso dalla
direzione di Daniele Rustioni, offuscato dalla difficoltà di tenere insieme buca e palcoscenico quando l’ottima compagnia di canto è relegata dalla regia
nella parte più fonda della scena.
Anna Barina
14 dicembre 2011

TEATRO OPERA, CDA RINUNCIA A GETTONE PRESENZA


"Nel corso del Consiglio di amministrazione del Teatro dell'Opera di Roma tenutosi oggi, il sindaco di Roma e presidente della Fondazione lirica, Gianni
Alemanno, tutti i consiglieri e il sovrintendente, Catello De Martino, hanno deciso di rinunciare, per tutte le sedute, al gettone di presenza. Sensibili, con
questo gesto, al momento di crisi che sta attraversando il Paese e a sostegno della nuova gestione economica impressa al Teatro dell'Opera". Così una
nota diffusa dal teatro. (omniroma.it)
(14 Dicembre 2011 ore 18:06)

Teatro dell' Opera Oggi l' ultima replica al Costanzi Muti, festa a sorpresa e un Macbeth da record Il Maestro «La gente deve essere vicina a questo teatro al quale ho legato il mio nome»


Venerdì scorso alla fine della penultima replica del «Macbeth» il Teatro dell' Opera ha organizzato una festa a sorpresa per Riccardo Muti. Dal palco reale
e dall' alto della scena sono stati calati due grandi striscioni con scritto: «Maestro Muti questo teatro ti ama» mentre pubblico, orchestrali, artisti del coro
e maestranze salutavano il direttore con un lungo applauso. Oggi pomeriggio all' Opera si chiude il sipario sul «Macbeth» romano di Riccardo Muti (ore
16.30, piazza Beniamino Gigli 7, tel. 06 481601), un allestimento che rimarrà nella storia anche perché in contemporanea il teatro ha finalmente ha
raggiunto l' autonomia dopo tre anni di pareggio di bilancio. Il successo al botteghino (ogni replica dell' opera verdiana è stata seguita da 1.500 persone,
un tutto esaurito che non si registrava da anni) insieme alla qualità dei risultati artistici raggiunti dall' orchestra sotto la guida di Muti sono stati una
conferma dell' attuale «stato di grazia» del teatro. Sempre l' altro ieri, alla presenza del sindaco Gianni Alemanno, il sovrintendente del teatro Catello De
Martino ha consegnato a Muti la chiave d' oro del camerino numero 1 dell' Opera, un simbolo per suggellare la nuova carica di direttore onorario a vita.
Muti ha sottolineato la grande intesa che si è creata con la fondazione capitolina: «La gente deve essere vicina a questo teatro al quale ho legato il mio
nome - ha spiegato il direttore - ho intenzione di continuare a lavorare con l' Opera allo stesso alto livello espresso fin qui dall' orchestra, dal coro, dai
tecnici e dalle maestranze. Il melodramma è un patrimonio che si deve conservare e preservare con animo e sentire italiano». Muti ha poi chiesto al
pubblico di impegnarsi a stare vicino all' Opera e gli spettatori in sala hanno risposto tutti in coro di «sì». Evidentemente non sono soltanto parole perché
anche i dati lo confermano. La nuova stagione registra un aumento del numero degli abbonati che sono passati dai circa 2.200 del 2007 a 3.251 con un
incremento del 47 per cento. Un nuovo corso sembra essere iniziato, anche alcune recite dello «Schiaccianoci» in scena dal 20 dicembre sono già tutte
esaurite. Marco Andreetti

IL PERSONAGGIO All'Opera omaggio a Muti, in dono la chiave del 1° camerino Al Teatro festa a sorpresa. Prima dei saluti il maestro ha ricevuto dal sovrintendente Catello De Martino e dal sindaco Gianni Alemanno un inatteso regalo di ANNA BANDETTINI


All'Opera omaggio a Muti, in dono la chiave del 1° camerino
Tra gli applausi, il pubblico si è accorto subito che c'era qualcosa di strano: durante le ovazioni finali, mano nella mano in proscenio con i cantanti, il
maestro Muti si volgeva contrariato verso la buca dell'orchestra rimasta insolitamente vuota (il rito vuole che sia l'ultima a uscire di scena), lanciava
sguardi interrogativi agli artisti intorno, con aria stupita, e intanto, fingendo che nulla fosse, ringraziava gli spettatori.
"In quel momento ho pensato ecco lì, vuoi vedere che il nostro matrimonio si è già rotto", dirà poi ai professori d'orchestra accorsi anche loro sul palco
con il coro e le maestranze del Teatro dell'Opera per una festa a sorpresa per il maestro, nominato quest'anno direttore onorario a vita.
E' successo l'altra sera, venerdì, al termine della penultima replica del Macbeth (oggi è l'ultima rappresentazione, in pomeridiana), che ha trionfalmente
inaugurato con la regia di Peter Stein e la direzione, appunto, di Muti, la nuova stagione del Costanzi tra critiche elogiative e tutto esaurito. Durante gli
applausi finali, a sorpresa sono scesi sul palco reale e sullo sfondo della scena, a specchio, due grandi teli con la scritta "Maestro Muti questo teatro la
ama", e l'intero teatro dai tecnici ai dirigenti sul palco si è stretto intorno al direttore d'orchestra, che più ha contribuito a risollevare le sorti del teatro lirico
romano. Muti, visibilmente sorpreso e commosso ha salutato con un bel fuori programma parlando alle maestranze e al pubblico cui
ha regalato anche una notizia: "Ci rivedremo in maggio per una nuova opera lo sapete. E, credo lo possiamo annunciare, per un altro appuntamento, un
concerto che con l'orchestra e il Coro dell'Opera faremo per il Pontefice a maggio".
Prima dei saluti, il maestro aveva ricevuto dal sovrintendente Catello De Martino le chiavi d'oro del camerino numero uno, quello riservato ai direttori
d'orchestra mentre il sindaco Alemanno in poche parole ha portato un curioso ringraziamento della città: "Dopo questa stagione, grazie al maestro,
finalmente potrà essere esposto il tricolore come simbolo dell'unità nazionale". Mah!
"E' una festa inattesa - ha ringraziato il maestro - è facile fare retorica, usare frasi populiste che eccitano la platea, più di quanto faccia la musica in
queste occasioni. Io voglio solo dirvi che quando mi fu offerto il titolo di direttore musicale ho avuto difficoltà ad accettare per la mia intensa attività. Invece
di questo nuovo titolo di direttore onorario a vita - che poi facendo un breve calcolo non ne restano poi tanti - sono contento perché lega il mio nome a
un teatro glorioso. Sono arrivato a Roma dubbioso, e invece è nato un rapporto d'amore: qui ho trovato masse artistiche di grande qualità". Poi, non
sottraendo il teatro al confronto con altri istituzioni cittadine e nazionali a cominciare dalla Scala, Muti ha detto: "E' assurdo pensare che esistono
istituzioni artistiche di serie A e altre di serie B. Mi sono battuto contro questo anche quando ero in altre istituzioni. La Gran Bretagna ha il Covent
Garden, la Francia l'Opera Bastille, l'America ha principalmente il Met, l'Italia invece è diversa. L'opera è nata qui, siamo pieni di teatri e tutti hanno grandi
meriti". E infine rivolto al pubblico: "Dovete essere vicini a questo teatro, è un luogo sacro, dove si fa cultura. Qui si fa musica non per intrattenere ma per
arricchire gli animi, soprattutto quelli delle generazioni future".
(11 dicembre 2011)

Opera Roma: festa a sorpresa per Muti- 10 Dicembre 2011


(ANSA) - ROMA - Festa a sorpresa per Riccardo Muti ieri sera all'Opera di Roma. Alla fine dello spettacolo - la penultima recita del Macbeth di Verdi,
regia di Peter Stein - tutti i musicisti sono scomparsi dalla buca dell'orchestra e saliti sul palco con il coro per festeggiare il maestro, direttore onorario a
vita del Teatro Costanzi. Il soprintendente Catello De Martino, con il sindaco Gianni Alemanno, ha offerto a Muti le chiavi d'oro del camerino numero 1,
storicamente riservato ai direttori d'orchestra.

Arriva la terza stagione del Teatro dell'Opera Da domenica riprendono gli appuntamenti alle 11 al Teatro Nazionale. La novità: una rassegna nelle chiese in collaborazione con il vicariato di Roma. Il sovrintendente De Martino: "Vogliamo creare un polo musicale nel centro della città"


di ROSARIA AMATO
Musica Sacra, sinfonica e da Camera Arriva la terza stagione del Teatro dell'Opera Il Teatro dell'Opera di Roma
I concerti "aperitivo" della domenica, i concerti sinfonici, la rassegna di musica sacra: il Teatro dell'Opera inaugura il 4 dicembre una vera e propria terza
stagione, che si affianca alle due tradizionali, quella lirica e quella di danza. Con prospettive a lungo termine: "Vogliamo creare un polo musicale nel
centro di Roma, con il potenziamento del Teatro Nazionale, che verrà ampliato entro marzo, passando dagli attuali 500 a 800 posti, per arrivare
successivamente a 1.500, e con la Sala 'Ottorino Respighi'", ha annunciato il sovrintendente del Teatro dell'Opera, Catello De Martino. "In questa fase del
Teatro dell'Opera -ha aggiunto il sovrintendente - sta venendo fuori tutta la potenzialità e la voglia di fare bene, e stiamo tirando fuori parecchi progetti.
Vogliamo un Teatro dell'Opera che tenda la mano ai romani e non solo".
Si comincia la prossima domenica, il 4 dicembre alle 11, e si prosegue con un'ampia programmazione cameristica per un ciclo di 10 concerti, un
appuntamento già caro al pubblico romano che ha avuto modo di apprezzare anche nella passata stagione i solisti dell'Orchestra del Teatro dell'Opera. In
programma, per questo primo appuntamento, il Concerto op. 21 in re minore per violino, pianoforte e quartetto d'archi di Ernest Chausson e la Sonata n. 1
in sol maggiore per violino e pianoforte op. 78 di Johannes Brahms. Solisti Vincenzo Bolognese (violino), e Laura Manzini (pianoforte); quartetto d'archi
con Francesco Malatesta e Arrigo Serafini (violini), Koram Jablonko (viola), Andrea Noferini
(violoncello).
Domenica 11 dicembre, il flauto solista Matteo Evangelisti e l'Orchestra del Teatro dell'Opera, diretta da Carlo Donadio, eseguiranno un programma
eterogeneo, musiche di Vivaldi, Britten e Giammusso. Domenica 15 gennaio un programma dedicato esclusivamente ad Antonio Vivaldi. Domenica 19
febbraio il repertorio sarà all'insegna delle Avanguardie del Novecento con le Songs di Kurt Weill - autore musicale della brechtiana Opera da tre soldi -
e Pierrot Lunaire di Arnold Schönberg, eseguiti dagli Elementi dell'Orchestra dell'Opera e dalla voce recitante di Cristina Zavalloni. Il 18 marzo musica
francese con le composizioni di Albert Roussel, Jacques Ibert, Jean Françaix e Maurice Ravel. In aprile due appuntamenti, domenica 15 con un concerto
dedicato al genio del Barocco Johann Sebastian Bach e domenica 22 con gli Elementi dell'Orchestra del Teatro dell'Opera che eseguiranno una raccolta
di brani ispirati anche al Barocco europeo, del compositore fiammingo del Cinquecento Tielman Susato, del musicista del Barocco tedesco Samuel
Scheidt, di Johann Sebastian Bach, del compositore francese Jean Joseph Mouret, e Igor Stravinskij. Altro appuntamento il 27 maggio e poi due a
ottobre. Il prezzo dei biglietti dei Concerti della domenica al Teatro Nazionale, è di 15 euro per la platea e 12 euro per la balconata.
Ma il Cartellone di quest'anno si arricchisce di una nuova iniziativa, che nasce da una collaborazione tra il Teatro dell'Opera e il Vicariato di Roma, per
una serie di concerti in alcune chiese in diversi quartieri della città: la Chiesa del Santo Volto di Gesù, in via della Magliana (26 gennaio), la Chiesa di San
Giovanni Battista de la Salle, in via dell'Orsa Minore nel quartiere Torrino (9 marzo), la Chiesa di San Saturnino, a Pazza Saturnino nel quartiere Salario
(27 aprile). Primo incontro giovedì 22 dicembre, alle 21.00, nella Chiesa di Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli Artisti), a Piazza del Popolo, con il
Coro del Teatro dell'Opera diretto dal Maestro Roberto Gabbiani. Il pubblico potrà ascoltare il Te Deum per soli, coro e organo di Felix
Mendelssohn-Bartholdy e la Messa in do minore op. 147 per soli, coro e organo di Robert Schumann. L'ingresso ai concerti è gratuito. "Non si tratta di un
evento solamente artistico - sottolinea don Walter Insero, del Vicariato di Roma - ma di una proposta culturale di ampio respiro che coinvolte, oltre alla
comunità cristiana, i cittadini dei quartieri della città".
Prosegue intanto la stagione sinfonica, che si è aperta lo scorso 5 novembre, nella Basilica di S. Ignazio di Roma. Il cartellone dei concerti sinfonici vedrà
sul podio direttori di fama internazionale: Wayne Marshall rinomato interprete delle musiche di Gershwin, Ellington e Bernstein, nonché di altri autori
americani del XX secolo (26 gennaio, Teatro Costanzi); Pinchas Steinberg acclamato dalla critica per le sue interpretazioni del repertorio più impegnativo
lirico e sinfonico, ospite regolare dei più prestigiosi teatri lirici (15 marzo, Teatro Nazionale); Erik Nielsen, giovane direttore già Kapellmeister all'Opera di
Francoforte nel 2008, tra le migliori promesse del podio internazionale (4 aprile, Auditorium di Via della Conciliazione e 5 aprile, Duomo di Orvieto).

Lirica: De Martino (Opera Roma), creeremo polo musicale in centro


(Adnkronos) - ''Il Teatro Nazionale -ha spiegato il sovrintendente nel corso di un incontro ristretto con i giornalisti- verra' ampliato entro marzo da 500 a 800
posti, per arrivare successivamente a 1.500, mentre per la nuova sala prove dell'orchestra, la 'Ottorino Respighi', che sorge nei locali dell'ex cinema
Tiffany, c'e' un progetto per farne anche una sala di registrazione''.
Nascerebbe cosi' un polo musicale con un'ampia offerta, con vocazione per l'opera lirica, ma con la potenzialita' di allestire anche concerti sinfonici di alto
livello. ''La sala del Teatro Nazionale -ha aggiunto De Martino- entro marzo si dotera' di una conchiglia acustica per adattarlo alle esigenze dei concerti. In
futuro, considerati anche i limiti strutturali del Costanzi che, essendo un teatro storico con poca tecnologia di palcoscenico, limita molto molto l'attivita', il
Nazionale verra' ampliato e portato a 1.500 posti''.
''In questa fase del Teatro dell'Opera -ha sottolineato il sovrintendente- sta venendo fuori tutta la potenzialita' e la voglia di fare bene, e stiamo tirando fuori
parecchi progetti. Vogliamo un Teatro dell'Opera che tenda la mano ai romani e non solo''. Inoltre, i sotterranei del Nazionale confinano con la Sala
Respighi, e ci sarebbe allo studio un'apertura nel muro di confine per collegare le due strutture, entrambe nella gestione della Fondazione lirica romana.
Tra breve, infine, usciranno su Cd tutte le registrazioni delle opere di Verdi dirette da Riccardo Muti al Costanzi, dall''Otello' al recente e ancora in scena
'Macbeth'.

La didattica La scuola si dà delle «arie». E gli artisti entrano in classe Scambio di emozioni Incontri con cantanti e musicisti, ma anche la prova generale aperta a 1.500 studenti sulla scia del successo registrato nella passata stagione


Una «scommessa» in tre parole, «Dipartimento della Didattica» del Teatro dell’ Opera di Roma. Una sorta di Santa Alleanza per i giovani, che riunisce la
scuola di danza, la scuola di canto corale, l’ orchestra giovanile Ottorino Respighi, e i progetti per le scuole e le università. Tutti sotto uno stesso tetto,
per adempiere quello che il sovrintendente del Teatro, Catello De Martino, indica come un «dovere»: «È nostro dovere - spiega - far conoscere quanto di
buono ha prodotto questo popolo, fra cui anche l’ opera lirica. Certo, ogni famiglia è libera di decidere se questo rientra fra i suoi interessi, ma i ragazzi,
tutti, devono avere l’ opportunità di conoscere una parte del nostro patrimonio culturale che rischia altrimenti di dissolversi». Non è solo un caso, dunque,
se la prova generale di «Macbeth» è stata aperta alle scuole. Un’ anteprima elettrizzante, inconsueta, festosa per 1.500 studenti degli istituti romani,
dalle medie all’ università. «Nel maestro Muti abbiamo trovato un interlocutore attento e sensibile alla divulgazione, ci siamo trovati subito d’ accordo»
ricorda De Martino. Le brame di Lady Macbeth che deflagrano davanti a una platea abituata piuttosto alle saghe di «Harry Potter» e di «Twilight», ma il
fascino, l’ uragano dei sentimenti, l’ onda d’ urto della più cupa delle tragedie shakespeariane sono una scommessa vinta in partenza. Durante la passata
stagione, in 70.000 fra gli 11 e i 18 anni hanno assistito a recite speciali di produzioni come «La Bohème», diretta da James Conlon. Più di undicimila
piccolissimi sono stati trascinati dalla magia del «Flauto Magico» di Mozart e dell’ «Elisir d’ amore» di Donizetti, pensati in maniera specifica per i
bambini, con il coinvolgimento dei mini-spettatori nella trama. Dopo averci preso gusto con le platee gremite di ragazzini, siccome non sempre Maometto
va alla montagna (più che mai in un settore che ha fama di essere esclusivo), il Teatro dell’ Opera ha sguinzagliato i suoi artisti in giro per le scuole della
capitale e del Lazio per «pubblicizzare» la stagione. E rafforzerà la sua presenza nei prossimi mesi. «Farci conoscere - sottolinea De Martino con piglio
assai pratico, e poco snob - è la maniera migliore per convincere presidi e professori a portare a teatro i ragazzi. L’ aver creato un unico settore giovani
favorisce operazioni come l’ esibizione di allievi cantori e orchestrali laddove vi siano festival o rassegne con un pubblico di teenager». Grande e tangibile
entusiasmo, insomma. E i costi? «Il Dipartimento Didattica e Formazione si autoalimenta, attraverso le rette d’ iscrizione alle tre scuole, e, per i progetti
speciali, i biglietti, e i contributi delle amministrazioni locali e di finanziatori privati. Non grava in alcun modo - tiene a precisare il sovrintendente - sui costi
di gestione del teatro. E, guardando in prospettiva, può far molto per il futuro della lirica». Laura Martellini

Il 27 novembre riprende ufficialmente il via la nuova stagione del teatro dell’Opera di Roma con un’anteprima d’eccezione: il Macbeth di Giuseppe Verdi diretto dal Maestro Riccardo Muti dal 27/11/2011 al 11/12/2011


Uno dei giorni più attesi dagli appassionati di Opera è ormai alle porte: il 27 novembre 2011, infatti, oltre ad ufficializzare l'inaugurazione della nuova
stagione del Teatro dell'Opera, rappresenta il ritorno del grande Riccardo Muti come direttore del Macbeth di Giuseppe Verdi.
Nessun dubbio, quindi, sulla riuscita e il successo dell'evento, come testimonia il botteghino letteralmente preso d'assalto all'apertura delle vendite, che
nell'arco di poche ore ha venduto oltre 3.000 biglietti per la rappresentazione dell'opera.
Dopo la prima del 27 novembre, il Macbeth replicherà per altre sei volte, stimando un totale di circa diecimila spettatori.
Nominato Direttore Onorario a vita il mese scorso dopo una lunga trattativa, Riccardo Muti aprirà anche il sipario su una nuova fase per il Teatro, come
spiega Catello De Martino, sovrintendente e direttore del Teatro dell'Opera generale: «Con la sua forza e il suo prestigio, il maestro ci darà una grande
carica emotiva e artistica».
« La serata del 27 - prosegue De Martino- ... darà il via alla vendita di una serie di prodotti audiovisivi sul ciclo verdiano diretto da Muti. L'arrivo del maestro
è anche un investimento in immagine e prestigio internazionale e segna la ripresa di molte collaborazioni, da quella con la Chicago Symphony a quella
con il Metropolitan di New York e il Covent Garden di Londra».
Musica di Giuseppe Verdi
Melodramma in quattro atti
Libretto di Francesco Maria Piave e Andrea Maffei da William Shakespeare
di Giada Colazingari

Regioni - Lirica: inaugurata nuova 'Sala Respighi' dell'Opera di Roma


Roma, 16 nov. (Adnkronos) - E' stata inaugurata oggi la nuova 'Sala Respighi' del Teatro dell'Opera di Roma. Il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno
insieme con il sovrintendente della Fondazione lirica romana, Catello De Martino, hanno tagliato il nastro del nuovo spazio che sara' adibito alle prove
dell'orchestra e al Dipartimento Didattica e Formazione del Teatro dell'Opera di Roma. Alla cerimonia era presenta anche il presidente dell'Udc, Pier
Ferdinando Casini, la cui figlia e' allieva della Scuola di Danza del Teatro capitolino.
''Come Roma Capitale -ha detto Alemanno- ci impegnamo per un Teatro dell'Opera sempre piu' aperto ai giovani. Il teatro ospita eccellenze tra cui il
direttore onorario Riccardo Muti, che ha portato il Teatro all'attenzione internazionale. Ma senza un'investimento sui giovani, l'eccellenza non avrebbe
radici''.
La nuova Sala Respighi e' nata nello spazio dell'ex cinema Tiffany, da diversi anni affidato alla gestione della Fondazione lirica romana ma solo adesso,
grazie alla nuova gestione del Teatro, rivalorizzato. ''Grazie a questa sala -ha detto De Martino- si potra' riorganizzare la didattica della Fondazione, che
vede attualmente 157 allievi della Scuola di Danza diretta da Laura Comi, e 162 allievi della Scuola di Canto Corale diretta dal maestro Jose' Maria
Sciutto. Inoltre -ha annunciato De Martino- stamo per dare l'avvio all'Orchestra Giovanile del Teatro dell'Opera, che sara' diretta da Nicola Paszkowski,
stretto collaboratore di Muti e gia' direttore dell'Orchestra Giovanile Italiana della Scuola di Musica di Fiesole''. Per questa orchestra si prevedono 60 allievi
per il 2011-2012.

Beni culturali: De Martino (Opera Roma), auguri a nuovo ministro Ornaghi


Roma, 16 nov. (Adnkronos) - ''Auguro al nuovo ministro Ornaghi buon lavoro. Come cittadino sono convinto del miglioramento continuo e costante in
qualsiasi ambito, e in questo senso spero che il nuovo ministro porti delle idee e delle proposte nuove''. Lo ha detto all'Adnkronos il sovrintendente del
Teatro dell'Opera di Roma, Catello De Martino, in occasione dell'inaugurazione della 'sala Respighi', nuovo spazio per le prove dell'orchestra e per la
didattica e la formazione dei giovani della Fondazione lirica romana.
Per quanto riguarda le Fondazioni lirico sinfoniche, secondo De Martino serve discontinuita' rispetto al passato. ''Hanno bisogno di una considerazione un
tantino diversa -afferma il sovrintendente- rispetto a quella che negli ultimi tempi ha caratterizzato la loro esistenza''. I problemi certamente ci sono,
spiega De Martino, come ci sono ''certamente margini di miglioramento, e forse il Teatro dell'Opera in questa fase sta dando un esempio''.
''E' chiaro -sottolinea- che molti problemi sono strutturali, una coesione tra le Fondazioni aiuterebbe sicuramente ad abbattere alcuni costi e
contribuirebbe a trovare una facilita' per la gestione economica. Altre soluzioni sono da ricercare nel contratto nazionale di lavoro del settore. Ma ritengo
che forse le Fondazioni lirico sinfoniche abbiano bisogno di un tavolo sereno che riguardi la riorganizzazione generale e radicale delle stesse. Certo e'
-conclude- che se questo Paese uccide la cultura, allora e' un Paese gia' morto''.
16/11/2011

Inaugurazione della Sala Respighi 16 novembre, ore 17.00


Il Sindaco di Roma Capitale e Presidente della Fondazione del Teatro dell’ Opera, Gianni Alemanno, il Sovrintendente Catello De Martino, inaugurano ,
mercoledì 16 novembre, alle ore 17, la Sala Ottorino Respighi (già cinema Tiffany) terzo spazio della Fondazione lirica capitolina, destinato alle prove
dell’Orchestra e alla sede del Dipartimento per la Didattica e Formazione dell’Opera di Roma.
Al taglio del nastro interverranno il Dott. Giuseppe Battaglia, Presidente IV° Commissione Politiche Culturali e Giovanili e dello Sport della Provincia di
Roma, il Dott. Dino Gasperini, Assessore alle Politiche Culturali e Comunicazione Roma Capitale, il Dott. Carlo Cipollone in rappresentanza del Direttore
Generale Ufficio Scolastico della Regione Lazio.
Dopo l’inaugurazione, alle ore 18, gli ospiti si recheranno presso il Teatro Nazionale, dove avrà luogo uno spettacolo in quattro momenti con il Coro
Preparatorio della Scuola di Canto Corale diretto dal Maestro Isabella Giorcelli, le bambine della Scuola di danza dell’Opera, dirette da Laura Comi, il
Coro Voci bianche, diretto dal Maestro José Maria Sciutto e, al termine, le allieve della Scuola di danza.
Margherita Teodori

CODE AI BOTTEGHINI PER IL TEATRO DELL'OPERA DI ROMA


Per l'avvio della stagione del Teatro dell'Opera di Roma sabato 12 novembre si sono formate delle lunghe code davanti ai botteghini. Gli spettatori si sono
messi in fila fin dalle prime ore del mattino sotto i portici del Teatro dell'Opera di Roma per acquistare i biglietti delle opere, dei balletti e dei concerti.
Alle ore 13 l'afflusso al botteghino era stimato intorno alle mille persone, per 3000 biglietti venduti, e si era solo a metà giornata.
La vendita dei biglietti per l'intera stagione si protrarrà ancora per qualche giorno: infatti, per soddisfare l'enorme richiesta del pubblico, il termine per
l'acquisto degli abbonamenti è stato eccezionalmente prorogato fino al 25 novembre.
A quanto pare quindi la stagione del Teatro dell'Opera di Roma registrerà un successo maggiore rispetto all'anno scorso.
Il sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, Catello De Martino, ha dichiarato soddisfatto: "Il pubblico premia la qualita' della stagione artistica che il
Teatro dell'Opera garantisce ai propri spettatori.
Registriamo un netto aumento degli abbonamenti e della richiesta biglietti, in numero e quindi in incasso".
Catello De Martino mette l'accento sulla presenza del Maestro Riccardo Muti: "La lunga fila al botteghino di stamattina premia il nostro impegno, ed il
Teatro dell'Opera ha finalmente raggiunto il cuore e il gusto dei romani e degli spettatori che prenotano dall'Italia e da ogni parte del mondo.
(...) E' stato premiato il prestigio dell'inaugurazione con la presenza del Maestro Riccardo Muti che dirigerà il Macbeth di Verdi con la regia di Peter Stein
in una coproduzione con il Festival di Salisburgo".
Written by Marzia Muzi modificated by Manager_Igor Scarabel

Lirica: code ai botteghini, al via la stagione del Teatro dell'Opera

Spettacolo
Roma, 12 nov. (Adnkronos) - Spettatori in fila dalle prime ore di stamane sotto i portici del Teatro dell'Opera di Roma, per acquistare dei biglietti dell'intera
stagione di opere, balletti e concerti proposta dal cartellone. Alle ore 13 si e' registrato un afflusso al botteghino di oltre 1000 persone (ma centinaia sono
ancora in coda), con una vendita di circa 3000 biglietti.
La vendita e la fila di pubblico proseguira' per tutta la giornata: la possibilita' d'acquisto andra' avanti nel pomeriggio e nei prossimi giorni. Per soddisfare le
grandi richieste, si e' reso infatti necessario prorogare eccezionalmente fino al 25 novembre il termine per l'acquisto degli abbonamenti. Si supera cosi' il
successo di vendite della passata stagione.
"Il pubblico premia la qualita' della stagione artistica - ha detto Catello De Martino, sovrintendente del Teatro dell'Opera - che il Teatro dell'Opera
garantisce ai propri spettatori. Registriamo un netto aumento degli abbonamenti e della richiesta biglietti, in numero e quindi in incasso. La lunga fila al
botteghino di stamattina premia il nostro impegno, ed il Teatro dell'Opera ha finalmente raggiunto il cuore e il gusto dei romani e degli spettatori che
prenotano dall'Italia e da ogni parte del mondo". In particolare, secondo De Martino " e' stato premiato il prestigio dell'inaugurazione con la presenza del
Maestro Riccardo Muti che dirigera' il Macbeth di Verdi con la regia di Peter Stein in una coproduzione con il Festival di Salisburgo"

EVENTI 15:13 - Faenza: anteprima al convegno Agiscuola


Christian De Sica, Paola Gassman, Carlo Lizzani, Nicola Piovani, Alessandro Siani, Cinzia Tani, Paolo e Vittorio Taviani, Carlo Verdone e Massimo
Wertmuller sono alcuni degli ospiti attesi al sedicesimo congresso nazionale di Agiscuola, il 14 e 15 novembre, a Roma presso la sede della presidenza
nazionale Agis. Quest'anno il titolo è "Arte dello spettacolo e saperi disciplinari. Uno scambio per tornare a immaginare il futuro". Direttore scientifico del
congresso è Maria Antonietta Ruggiero e direttore organizzativo Luciana Della Fornace, presidente di Agiscuola.
Ma il fitto il programma, che si snoderà in più sessioni, non prevede solo interventi di ospiti legati al mondo del cinema: molti gli interventi di
rappresentanti delle istituzioni, attori, registi anchee teatrali, produttori, scrittori, tra i quali Elena Bonelli, Andrea Camilleri, Anna Ferruzzo.
I lavori saranno aperti la mattina del 14 dal presidente dell'Agis, Paolo Protti, cui seguiranno gli interventi del direttore generale Cinema-MiBAC, Nicola
Borrelli, del direttore generale per il Lazio-MiUR, Maria Maddalena Novelli, del sovrintendente del Teatro dell'Opera di Roma, Catello De Martino, del
presidente del Teatro di Roma, Franco Scaglia, del produttore cinematografico, Aurelio De Laurentiis, e del direttore generale Warner Bros Italia, Nicola
Maccanico.
Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo, accompagnati da musiche originali del maestro Domenico Ascione, eseguite dallo stesso, presenteranno "Dal
Risorgimento - Voci del Risorgimento italiano". In anteprima nazionale verrà presentato il film Un giorno questo dolore ti sarà utile, alla presenza del
regista Roberto Faenza e della produttrice Elda Ferri.
Sono previsti anche interventi musicali con il quartetto d'archi del Conservatorio di Santa Cecilia.
Al congresso partecipano docenti e studenti provenienti da tutta Italia, insieme a direttori degli uffici scolastici regionali e provinciali del ministero
dell'Istruzione, provveditori, capi d'istituto. Programma disponibile su http://www.agiscuola.it/

La Messa in Do minore si pone tuttavia come composizione mediale tra la Messa in Si minore di Bach e la Missa Solemnis in Re maggiore di Beethoven


di: Franzina Ancona
Giunge al traguardo il prestigioso Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra in un’atmosfera di particolare compiacimento: questa decima
edizione ha registrato la presenza di oltre quindicimila persone nelle varie Basiliche romane, venute ad applaudire programmi musicali
complessi con artisti di rilevanza mondiale. Nel contempo sono andati a buon fine i progetti collegati di fornire un aiuto a restaurare,
ripristinare e preservare l’immenso patrimonio storico e artistico della Chiesa.
Tra le belle volte affrescate e nel tripudio di forme barocche di Sant’Ignazio di Loyola, il principale promotore, il fondatore e presidente
generale Hans-Albert Courtial affida all’Orchestra e al Coro del Teatro dell’Opera di Roma l’incarico di svegliare lo spirito giusto negli
ascoltatori per scorgere qualcosa che vada al di là di noi stessi, e si proietti verso l’infinita magnificenza di Dio.
La Rassegna si avvia al finale con la Grande Messa in do minore K 427 di Mozart, un programma impegnativo non solo in sé, ma per la
particolare scelta di affidare ad un coro operistico la responsabilità del linguaggio mozartiano. Ed è qui che si è manifestata l’esperienza e il
grande talento di Roberto Gabbiani che ha lavorato alleggerendo il suono, eliminando quel tono drammatico che funziona perfettamente sul
palcoscenico di un teatro, ma che in questa occasione sarebbe risultato poco appropriato, falsando la rappresentazione. Contro la quale
giocava già l’acustica “barocca” e ridondante di Sant’Ignazio.
La Grande Messa è opera sacra nata in un momento del tutto particolare sia per la vita di Amadeus, sia per l’epoca storica. Intanto è da
considerare che il cosiddetto “secolo dei lumi” sgretola l’antica religiosità tradizionale e pur nell’ambito dell’osservanza più ortodossa, cerca un
nuovo rapporto con la trascendenza, fatto soprattutto di immediatezza, come è percepito dalle coscienze del’individuo che si traduce
musicalmente nella polifonia vocale, negli accenti drammatici del canto solistico, negli sviluppi armonici. Inoltre, bisogna considerare il ruolo
limitante e determinante della “commissione”, che imponeva il rispetto delle richieste del committente. Il Mozart di quegli anni, specie nel
sacro, adotta lo stilus mixtus, perfettamente in linea con l’estetica settecentesca. Ma qui, nella Grande Messa non ci sono più gli artiglianti
vincoli dell’arcivescovo Colloredo, qui c’è una inconsueta libertà dove la sua fantasia può scatenarsi perché si tratta di un vero e proprio canto
d’amore e non solo verso Dio, di cui rivendica e quasi pretende la misericordia. Qui, c’è Constanze, la sua innamorata ammalata e il genio non
può che aiutarla con un voto, quello appunto di lodare Dio con una messa. Amadeus vuole sposare al più presto la cantante, vuole condurla
con sé per abbattere la barriera invalicabile di quel no paterno, con il quale Leopold credeva di potere tenere a freno il figlio. Poi, si sa, i fatti
andarono per la loro china: Amadeus sposò Constanze il 4 agosto del 1782, e l’anno dopo eccoli a Salisburgo, per venire a pagare quel voto
fatto, già con un bagaglio di dolore e preoccupazioni. Costanze gli aveva regalato un bimbo vissuto solo due mesi e lui non era riuscito a
concludere la Grande Messa, anche se ne aveva fissato definitivamente il Kyrie e il Gloria (che facevano parte di una sua Cantata oratoriale del
1785, Davide Penitente K 469), mentre il Sanctus e il Benedictus avevano la parte strumentale incompleta, il Credo era sotto forma di appunti
e l’Agnus Dei non era ancora iniziato. La Messa in Do minore si pone tuttavia come composizione mediale tra la Messa in Si minore di Bach e
la Missa Solemnis in re maggiore di Beethoven.
Nella Basilica di Sant’Ignazio stracolma di gente, l’Orchestra e il Coro del Teatro dell’Opera sono stati coordinati da Jaap van Zweden, direttore
di Amsterdam, al centro di un grandissimo interesse internazionale, premiato con il prestigioso “conductor of the Year”, lo stesso che due anni
fa è stato assegnato a Riccardo Muti. Van Zweden è attualmente Music Director della Dallas Symphony Orchestra e Chef Conductor e Artistic
Director delle due orchestre della radio olandese, la Filharmonish Orkest e la Kamer Filharmonie nonché Chief Conductor della Royal Flemish
Philharmonic Orchestra. Il direttore ha voluto con sé quattro solisti di livello, come il soprano Maria Grazia Schiavo (la migliore fra i pur
bravissimi colleghi, specie nel suo indimenticabile Et Incarnatus est), Yetsabel Arias Fernandez, soprano drammatico, Joel Prieto, tenore e
Nahuel Di Pierro, basso. Con un tocco di assoluta raffinatezza van Zweden ha lavorato sul suono orchestrale rendendolo spumoso, leggero e
pervenendo ad una sofficità, malgrado gli ostacoli dell’acustica ostile, da rendere assai apprezzata la sua esecuzione. Con questa
collaborazione va avanti il progetto messo a punto da Catello De Martino, il sovrintendente dell’Opera tendente a fare uscire dal golfo mistico
l’orchestra, a darle maggiore visibilità in ambienti diversi dai consueti e ad arricchire il repertorio, facendola spaziale dall’ambito operistico a
quello sinfonico: una maniera corretta di far crescere una istituzione musicale.

Lunedì 24 ottobre 2011 - A Riccardo Muti il nobel per la musica, il Premio Birgit Nilsson 2011- La motivazione: per gli straordinari contributi da lui apportati in ambito operistico e concertistico, nonché per la sua enorme influenza nel mondo della musica, sia sul palcoscenico che fuori dalle scene. Muti nominato anche direttore onorario a vita del Teatro dell'Opera di Roma


STOCCOLMA - Al Maestro Riccardo Muti (il padre era nativo di Molfetta) il Premio Birgit Nilsson 2011 lo scorso 13 ottobre, direttamente dalle mani di
Rutbert Reisch, presidente della Fondazione Birgit Nilsson, alla Royal Opera di Stoccolma c(Svezia). Presenti il re Carl XVI Gustaf e la regina Silvia.
Il premio del valore di un milione di dollari, ormai considerato il “premio nobel per la musica”, è assegnato ogni 2 o 3 anni a cantanti in attività (in ambito
operistico, concertistico, di oratorium o di lied) o a direttori d’orchestra (in ambito operistico e concertistico) sulla base degli eccellenti risultati conseguiti.
Primo beneficiario, Plácido Domingo nel 2009. L’assegnazione al Maestro Muti rappresenta la seconda attribuzione del premio.
Clemens Hellsberg, presidente della Wiener Philharmoniker (Austria), Eva Wagner-Pasquier, co-direttrice del Bayreuther Festspiele (Germania), Bengt
Hall, direttore gestionale dell’Opera di Malmö ed ex general manager della Royal Swedish Opera di Stoccolma (Svezia), Rupert Christiansen, critico
d'opera del «Daily Telegraph» e membro della redazione di OPERA (Regno Unito), e Speight Jenkins, direttore generale dell’Opera di Seattle (USA)
hanno premiato Muti per gli straordinari contributi da lui apportati in ambito operistico e concertistico, nonché per la sua enorme influenza nel mondo della
musica, sia sul palcoscenico che fuori dalle scene.
«Quando ho sentito che la Fondazione Nilsson - ha commentato il Maestro Muti - aveva scelto me per questo prestigioso premio, sono stato
profondamente toccato dall’onore che la giuria mi ha voluto tributare, ancor di più data la mia profonda ammirazione per questa artista unica e
straordinaria, sia come musicista incomparabile che come interprete».
«Il Maestro Riccardo Muti impersona ed esemplifica tutte le qualità ritenute importanti da Birgit Nilsson, quali lavoro straordinario, dedizione e passione
per la musica per lunghi decenni», secondo Reisch.
Due giorni prima, l’11 ottobre, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha annunciato che Muti sarà il direttore onorario a vita del Teatro dell'Opera di Roma,
durante la presentazione della nuova stagione che sarà inaugurata il 27 novembre con il Macbeth di Verdi diretto proprio da Muti. Il Maestro sarà
protagonista anche sul palco dirigendo l'orchestra in due opere e nel concerto evento con la London Simphony Orchestra, in programma il 23 aprile. A
maggio tornerà per un`altra opera verdiana, Attila, la più romana di quelle del compositore di Busseto.
Travagliato il percorso di Muti alla direzione onoraria. Nel 2009 fu costretto a rifiutare la nomina a direttore musicale per una serie di impegni, mentre poco
dopo Muti rifiutò dopo la gaffe della cittadinanza onoraria di Roma al Maestro, quando non si raggiunse l'unanimità sul conferimento. Ad agosto, la lettera
del sovrintendente della fondazione, Catello De Martino.
«Le vostre parole mi hanno molto commosso per il contenuto che mira a un percorso comune nel desiderio di dare al nostro Paese un profondo
contributo artistico e culturale - scrive Muti, che accetta il titolo di Direttore onorario a vita, con parole di commozione e entusiasmo - le mie esperienze
con voi tutti negli ultimi anni hanno creato in me la convinzione che molto il Teatro di Roma con le sue possibilità artistiche e tecniche può dare all'Italia e
in questa ottica e con questi obiettivi accetto con entusiasmo il vostro invito, che lega il mio nome e la mia attività al vostro teatro, anche se la carica di
Direttore Musicale mi sarebbe impossibile accettare per gli innumerevoli impegni internazionali».

18/10/2011 PRESENTATA LA STAGIONE 2011/2012 DEL TEATRO DELL’OPERA Autore: Antonella Fiorito


Prosegue con successo il nuovo corso del Teatro dell’Opera di Roma costruito sull’eccellenza artistica e sul controllo del bilancio. Infatti, la stagione che si sta per
concludere ha registrato un netto aumento del numero degli abbonati e giudizi largamente positivi sulle produzioni da parte del pubblico e della stampa nazionale e
internazionale. Inoltre, il bilancio del 2010 si è chiuso in pareggio e così sarà per il 2011. Tutto questo ha permesso al Teatro dell’Opera di Roma di conquistare un ruolo
importante tra le maggiori istituzioni musicali del mondo. Un’eccellenza internazionale conquistata innanzi tutto grazie alla presenza del Maestro Riccardo Muti sul
podio dell’Opera. Il Maestro ha accettato la nomina a “Direttore Onorario a Vita” del teatro romano chiesta dai professori dell’orchestra del Teatro dell’Opera. La notizia è
stata data durante la conferenza stampa di presentazione della stagione 2011/2012 da Catello de Martino, sovrintendente della Fondazione lirica “Questa nuova
stagione parte con delle certezze – dichiara De Martino – dopo aver raggiunto il pareggio di bilancio e con la direzione onoraria di Muti, il Teatro dell’Opera punta
all’eccellenza e diventerà il punto di riferimento per tutti i teatri del mondo”. Sarà proprio il Maestro Muti ad inaugurare la stagione 2012 con il bellissimo allestimento del
Macbeth di Verdi prodotto dall’Opera di Roma in collaborazione con uno dei più grandi Festival musicali del mondo, quello di Salisburgo. Uno spettacolo che ha fatto
registrare un trionfo di pubblico e di critica. La messa in scena, rispetto a quella salisburghese, sarà rivisitata dal regista Peter Stein per adattarla agli spazi del Teatro
dell’Opera di Roma. Quindi si tratta di un nuovo allestimento che mantiene l’idea creativa di Salisburgo. In aprile l’evento musicale del 2012: il concerto della Chicago
Symphony Orchestra, diretta dal Maestro Riccardo Muti, al Teatro dell’Opera. Un appuntamento che segna l’avvio di uno stretto rapporto di collaborazione che legherà il
Teatro dell’Opera alla Chicago Symphony. Il Teatro dell’Opera quindi nel circuito internazionale della grande musica con coproduzioni e collaborazioni con Teatri e
Istituzioni, da Madrid a Chicago da Salisburgo a Londra sino alle future tournée internazionali, oggi in fase avanzata di definizione. Tutto questo senza dimenticare le
collaborazioni in Italia con il Teatro di San Carlo di Napoli, il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro Verdi di Trieste.
Accanto all’esecuzione delle opere liriche della stagione - come era stato annunciato a suo tempo dal Sovrintendente Catello De Martino, che di ciò ne aveva fatto un
impegno preciso - è stata creata una stagione di concerti con direttori di fama internazionale, da Wayne Marshall a Pinchas Steinberg, a cui si aggiungono il giovane
Erik Nielsen, già acclamato, in Europa e negli Stati Uniti, come una delle più belle promesse del podio internazionale, e Yaap van Zweden. Oltre alla conferma della
stagione dei “concerti aperitivo. La Compagnia di Ballo (diretta da Micha van Hoecke) porterà gli spettatori in un suggestivo percorso coreografico che parte dalla
rivisitazione dei classici, come Lo schiaccianoci e Coppelia, per aprirsi quindi alle influenze arrivate dagli Stati Uniti grazie al lavoro creativo di artisti come Martha
Graham, Doris Humphrey, José Limón e Alvin Ailey, senza dimenticare la lezione di Maurice Béjart. Un intreccio di stili e culture chiuso, a fine stagione, dalla
coreografia classica, senza tempo e carica di suggestioni, di Romeo e Giulietta creata da John Cranio. (per Catello..la mia rassegna stampa ha tardato qualche giorno..causa laurea - figlia)

da il corriere della sera--la rivincita dei Billy Elliot


....Il trend positivo del balletto junior si conferma anche alla Scuola del Teatro dell’Opera di Roma: pure qui le domande d’iscrizione hanno registrato un
picco, erano 201 l’anno scorso, sono 311 quest’anno. Sono stati scelti 41 nuovi allievi che si aggiungono ai 126 già iscritti per un totale di 167 ragazzi
che frequenteranno gli otto anni di corso. Anche la forbice tra maschi e femmine si riduce, però con un dato meno eclatante di Milano: sono 64 contro
106 ragazze. Nei giorni scorsi è avvenuto un cambiamento al vertice dell’istituzione capitolina: alla direttrice uscente Paola Jorio è subentrata con
incarico triennale Laura Comi, ex étoile dell’Opera. Non è l’unica novità: per il vivaio romano il sovrintendente Catello De Martino ha annunciato una
profonda riorganizzazione della didattica che diventerà un dipartimento a bilancio autonomo riunendo scuola di danza, orchestra giovanile e coro delle voci
bianche.
Valeria Crippa

Muti «a vita» E l' Opera riparte dal «Macbeth»- La nomina Il celebre direttore accetta il titolo onorifico che lo lega per sempre a Roma


È ufficiale: Riccardo Muti ha accettato il titolo di direttore onorario a vita del Teatro dell' Opera di Roma. Titolo e non incarico, in altre parole si tratta di
una nomina che non ha vincoli formali, non ha obblighi di tempo o sul numero di produzioni. Ma non per questo va ridotta la portata della notizia, che fu
anticipata il 29 luglio sul Corriere della Sera , liquidata come «roba vecchia» dai locali adulatori di professione, e sarà curioso vedere come l'
accoglieranno ora. Per essere ancora più chiari, mentre Muti sa esattamente, come direttore della Chicago Symphony Orchestra (che il 23 aprile 2012
porterà in concerto all' Opera), quanto tempo trascorrerà in USA e per fare cosa, degli impegni romani potrà non dar conto a nessuno. Solo forma,
dunque? Non proprio. Intanto Muti, com' è stato ricordato alla presentazione della nuova stagione (apertura il 27 novembre col Macbeth di Verdi) d' ora in
avanti dirigerà opere soltanto a Roma. In secondo luogo il suo sigillo, che significa qualità, verrà posto sulla stagione artistica, sulle scelte dei registi e dei
cantanti, sarà un direttore «ombra», un grande consigliere del direttore artistico Alessio Vlad, uomo peraltro voluto da Muti (al pari del direttore del coro
Roberto Gabbiani e del direttore del ballo Micha van Hoecke, ancora preso di mira dai ballettomani petulanti orfani del passato). E Vlad, alla sua seconda
stagione, ha fatto un buon lavoro. La nomina di Muti è stata data con legittima solennità dal sindaco Gianni Alemanno: «Di nuovo c' è il fatto che Muti
mette la faccia in questo teatro. È la conclusione di un lungo percorso artistico, un messaggio di carattere internazionale, l' Opera dovrà essere
riconosciuta a livello legislativo, e per accelerare i tempi la inseriremo nel decreto di Roma Capitale». Alla richiesta dell' Orchestra dell' Opera, anche a
nome delle altre maestranze, di accettare il titolo, Muti ha risposto così: «Le vostre parole mi hanno commosso per il contenuto, che mira a un percorso
comune nel desiderio di dare al nostro paese un contributo artistico e culturale. Le mie esperienze con voi tutti hanno creato in me la convinzione che
molto il Teatro di Roma, con le sue possibilità artistiche e tecniche, può dare all' Italia. In questa ottica e con questi obiettivi accetto con entusiasmo il
vostro invito, che lega il mio nome e la mia attività al vostro teatro, anche se la carica di direttore musicale mi sarebbe impossibile accettare per gli
innumerevoli impegni internazionali». Il sovrintendente Catello De Martino parla di «giornata storica» e di «nuova era, ci sarà un miglioramento nell'
organizzazione interna e con i clienti», mentre Bruno Vespa come vicepresidente dell' Opera rivendica il ruolo avuto in questa importante operazione,
anche se riconosce che «significa un' altra cosa da direttore musicale» (ha cambiato idea dallo scorso anno, quando disse che la direzione musicale è
«un semplice biglietto da visita»). La sostanza è che Muti nella prossima stagione dirigerà due opere che saliranno a tre in quella successiva (anno
verdiano, tre Verdi a cominciare dall' apertura col Simon Boccanegra). Anzitutto salirà sul podio per il Macbeth del 27 novembre, quando si riavvarrà della
regìa di Peter Stein, l' allestimento però è diverso da quello che debuttò a fine luglio al Festival di Salisburgo (diciamo che restano l' impianto e i costumi).
Altro titolo, il 25 maggio Attila , con regìa di Pier Luigi Pizzi e il basso Ildar Abdrazakov (è il Verdi che nel 2010 al Met di New York segnò per Muti un
doppio debutto assoluto: sia per il titolo che per l' Opera di New York). Vlad ha mantenuto lo stesso numero di titoli, otto, e una cinquantina di recite,
mentre i balletti salgono da quattro a cinque, Schiaccianoci, Coppelia, Romeo e Giulietta, un omaggio alla danza americana (Graham, Humphrey, Limon,
Ailey) e una serata Bèjart. Si sono compiuti tre percorsi, per ammortizzare i costi e per contribuire a mantenere il pareggio di bilancio: coproduzioni (o
collaborazioni) con altri teatri, da Madrid a Trieste, da Londra a Barcellona; confermate bacchette importanti (l' anello debole del passato) come Conlon e
Steinberg; per le voci niente star system, largo ai giovani, dell' Est e anglosassoni. E dunque non ci sono stelle di prima grandezza, se si escludono Olga
Borodina, il 23 ottobre 2012 ne La Gioconda di Ponchielli diretta da Roberto Abbado (ancora Pizzi regista), o la solida professionalità di Daniela Dessì (il
21 febbraio in Madama Butterfly, sul podio Pinchas Steinberg, regia di Giorgio Ferrara. E già in Puccini, con il russo Alexey Dolgov e lo scandinavo
Audun Iversen, si potranno ascoltare le voci della nuova generazione, selezionate alle scuole, ai concorsi, nelle produzioni all' estero. Altri esempi:
Michael Spyres e Derek Walton in Candide di Bernstein, il 18 gennaio, direttore lo specialista Wayne Marshall, regista Lorenzo Mariani. Il Flauto magico
di Mozart, atteso per il 27 marzo, direttore lo statunitense Erik Nielsen e regìa di David McVicar (al suo debutto a Roma, uno dei maggiori talenti della
nuova scena internazionale), proporrà, nel ruolo non del tutto secondario di Pamina, Hanna Elizabeth Müller in alternanza con Ekaterina Sadovnikova. Il
Barbiere di Siviglia , 18 aprile, direttore l' esperto belcantista Bruno Campanella con regia di Ruggero Cappuccio (era il tandem dell' Elisir d' amore),
ascolteremo Annalisa Stroppa. A Midsummer Night' s Dream di Britten, direttore James Conlon, regìa di Paul Curran, con l' irlandese Claudia Boyle.
Alessio Vlad spiega il nuovo clima: «Un teatro ha bisogno di certezze e la certezza dà la possibilità di guardare in avanti serenamente. Questa è una
stagione di consolidamento e di rafforzamento». Valerio Cappelli

Roma - Il Sovrintendente dell'Opera di Roma, Catello De Martino, ha dato il benvenuto al maestro Nuti, quale direttore onorario.


"Per noi si apre un nuovo periodo, un ciclo storico destinato a dare molte soddisfazioni al mondo della cultura -ha affermato il dottor De Martino-
l'accettazione, da parte del maestro Muti, del titolo di direttore onorario a vita e' testimonianza innanzitutto della volonta' di un grande artista di impegnarsi
per il proprio Paese, poi del fatto che alcuni valori questo teatro li sa esprimere. Con Muti le importanti potenzialita' qui esistenti sono finalmente emerse.
E la coscienza di avere il maestro con noi costituisce per tutti un imperativo categorico: Fare bene, fare sempre meglio".

Lirica: Muti apre stagione 2011-2012 Opera Roma con 'Macbeth'


Roma, 11 ott. (Adnkronos) - Si apre il 27 novembre con il 'Macbeth' di Giuseppe Verdi diretto da Riccardo Muti con la regia di Peter Stein la stagione
2011-2012 del Teatro dell'Opera di Roma. Presentando il cartello nel corso di un'affollata conferenza stampa, alla presenza del sindaco di Roma, Gianni
Alemanno, del vice presidente della Fondazione, Bruno Vespa, del sovrintendente Catello De Martino, il direttore artistico Alessio Vlad ha chiarito ''che il
'Macbeth' non sara' la stessa produzione di Salisburgo, ma sara' un nuovo allestimento basato su quello salisburghese, ma con scenografia e regia
diverse''.
Vlad ha sottolineato che la stagione e' frutto di ''collaborazioni con le piu' importanti istituzioni musicali internazionali, come il Festival di Salisburgo, il
Covent Garden di Londra, il Liceu di Barcellona e il Teatro Real di Madrid. Ma anche collaborazioni con istituzioni italiane -ha precisato- come il Massimo
di Palermo, il San Carlo di Napoli e il Verdi di Trieste. Sono otto titoli d'opera e cinque di balletto, uno in piu' dello scorso anno. Oltre alla stagione di
Caracalla che presenteremo piu' avanti''.
''Eccellenza artistica e controllo di blilancio'' sono la cifra della stagione, ha precisato il sovrintendente Catello De Martino. Una stagione, ha aggiunto
Vlad, ''che punta sui giovani, senza star internazionali, ma tutti di altissimo livello''.
11/10/2011

LIRICA - Teatro dell'Opera, Alemanno - "Muti direttore onorario a vita" - In una lettera al soprintendente De Martino il maestro ha però ribadito di non poter accettare invece quella di direttore musicale di ROSARIA AMATO


"Sono orgoglioso di annunciare che il maestro Riccardo Muti ha accettato di diventare direttore onorario a vita del Teatro dell'Opera di Roma.
Questa è una notizia bellissima, e per il maestro Muti una carica ancora più prestigiosa di quella della direzione musicale perché è un titolo
che si protrarrà nel tempo e che gli consentirà di avere maggiore impegno nell'Opera e di mettere la faccia e il nome in tutto quello che
riguarderà il nostro teatro". Lo ha detto il sindaco Gianni Alemanno durante la presentazione della stagione 2011-2012 del Teatro dell'Opera.
Con una lettera Riccardo Muti ha accolto l'invito dell'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma a diventarne direttore onorario a vita. In una
lettera indirizzata al soprintendente Catello De Martino il maestro ha invece ribadito di non poter accettare invece quella di direttore musicale
perché troppo impegnato.

Danza: sempre di piu' gli aspiranti ballerini, e' boom nelle scuole/Adnkronos (4)


(Adnkronos) - Grande affluenza anche nell'altra scuola di danza italiana istituzionale, quella del Teatro dell'Opera di Roma. Quest'anno sono 131 gli iscritti
e si annunciano alcune novita'. ''Riorganizzeremo tutto il settore della didattica -annuncia all'Adnkronos il sovrintendente Catello De Martino- che diventera'
un dipartimento con un proprio bilancio e accoglie la scuola di danza, la giovane orchestra (150 iscritti nel 2011/2012) e il coro di voci bianche (150
iscritti)''. ''I dati attualmente sono molto confortanti -sottolinea il sovrintendente- perche' le tre istituzioni si autogestiscono finanziariamente e hanno
attirato l'attenzione di Comune, Provincia, Regione e degli sponsor privati''. Questa non sara' pero' l'unica novita'. ''Ci sara' un cambio al vertice della
scuola di danza -annuncia De Martino- con Laura Comi che prendera' il posto della direttrice uscente, Paola Iorio, che ringrazio e mi auguro possa
continuare a collaborare con noi''. (segue)
(04 settembre 2011 ore 15.02) >

50 mila presenze d'estate a Caracalla 12 Agosto 2011 15:56 CULTURA E SPETTACOLO (ANSA) - ROMA -


Ha toccato 50 mila presenze la stagione estiva del Teatro dell'Opera di Roma a Caracalla, con un incasso di circa 2 milioni e mezzo di euro. In testa con
circa 15 mila presenze e' la Tosca, seguita dall'Aida e dal Lago dei Cigni. ''E' il successo - commenta il sovrintendente del Teatro dell'Opera Catello De
Martino - che premia il nuovo corso artistico e amministrativo del teatro e la ricerca di un cartellone che sia capace di attrarre ogni genere di spettatore,
anche i giovani''.

Cultura Il Teatro dell’Opera verso l’autonomia L'interno del Teatro dell'Opera di RomaIl protocollo d'intesa salva i 124 precari e i 507 dipendenti stabili della Fondazione


ROMA - Cinque ore di contrattazione poi l'accordo: l'intesa tra il sindaco Alemanno e i sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil, arrivata nella notte del 4
agosto, può essere letta come un passo avanti verso l'autonomia del Teatro dell'Opera di Roma.
La doppia firma infatti dà una speranza non solo al Teatro, che vede riconosciuto il suo ruolo nel contesto nazionale e internazionale, ma soprattutto ai
124 lavoratori temporanei che da oggi vedono più vicina la regolarizzazione del contratto. Oltre al precariato, l'accordo anticipa la progressiva
trasformazione del teatro dell'Opera in una fondazione autonoma, come il conservatorio di Santa Cecilia. Meno chiaro il passaggio relativo ai finanziamenti
istituzionali: l'intesa non va oltre un "impegno" del sindaco Alemanno a garantire contributi triennali.
La notizia della firma, oltre al commento positivo dei rappresentanti dei sindacati, ha avuto il plauso anche di Catello De Martino, sovrintendente ad
interim dal 2009 quando il Teatro è entrato nella delicata fase di commissariamento. "E' un importante passo in avanti verso il riconoscimento
dell'eccellenza artistica e amministrativa del Teatro - ha commentato il dirigente salernitano, prima di offrire qualche anticipazione sulla possibilità che
Riccardo Muti ne accetti la direzione – Il rapporto con il Maestro è molto stretto".
Il testo sottoscritto dalle parti si divide in tre punti:
1. Copertura di 631 posti di organico a tempo indeterminato entro la fine del 2011. L'accordo impegna in prima persona il sindaco e presidente del Cda
della Fondazione Teatro dell'Opera, Gianni Alemanno, a lavorare per l'assunzione dei 124 precari che oggi lavorano nella struttura, a fronte di 507
dipendenti stabili. Tra le "azioni" previste, l'intesa include la modifica della legge 100/2010 (legge Bondi) che limiterebbe al 15% dell'organico il numero di
contrattisti a termine che possono essere assunti dalla fondazioni sinfonica (cioè 95). Si prevede poi l'indizione di concorsi per le nuove assunzioni.
2. Finanziamenti istituzionali. Il secondo punto dell'intesa, sui finanziamenti alla Fondazione per garantirne la programmazione nel medio periodo, è meno
chiaro del precedente. Si fa riferimento ad un generico "impegno" del Sindaco-Presidente ad "affrontare il tema", ma l'accordo non specifica né come né
da chi questi fondi saranno reperiti (si parla di "finanziamenti istituzionali" e di azioni volte a "reperire sponsor privati"). Unica indicazione: le erogazioni
dovrebbero avere durata triennale.
3. Tavolo di confronto tra sindacati e Fondazione. Tra settembre e ottobre sindacati e Sovrintendenza dovrebbero concludere un accordo che consenta
alla Fondazione di "traghettare" verso lo status di fondazione autonoma minimizzando così i rischi di vertenze.

(Adnkronos) - "Un nuovo, importante passo avanti e' stato fatto verso il riconoscimento dell'eccellenza artistica e amministrativa del Teatro dell'Opera", commenta il sovrintendente Catello De Martino.


"Nello spirito di rilancio del Teatro - rimarca - il sindaco presidente, Giovanni Alemanno, ha sottoscritto nel corso della notte un protocollo di fondamentale
importanza strategica, che pone definitivamente le basi piu' per la prosecuzione del progetto che vede l'Opera come teatro rappresentativo di Roma
Capitale nel contesto internazionale che gli e' proprio".
"Questa intesa -conclude De Martino - e' stata sottoscritta con tutte le organizzazioni sindacali firmatarie dei contratti collettivi e aziendali e segue il
recente e importantissimo risultato che ha visto la Fondazione raggiungere un pareggio di bilancio positivo, tanto piu' importante considerato lo stato di
crisi nel quale il Teatro ha versato negli ultimi anni''.
04/08/2011
contenuti qualificanti dell’intesa, stipulata nella notte scorsa, stimoleranno l’individuazione di percorsi, da parte del Presidente del Teatro dell’Opera,
Gianni Alemanno, volti al superamento del problema del precariato e ad un intervento, di ambito legislativo, al fine di istituzionalizzare l autonomia del
Teatro, quale espressione del complessivo nuovo assetto dell’Amministrazione capitolina.
Il Sindaco dovrà affrontare anche il tema dei finanziamenti istituzionali, al fine di caratterizzarli con contributi almeno triennali, che consentano una
coerente e proficua attività di programmazione. Saranno poi attivati, a partire dal prossimo mese di Settembre, tavoli di confronto per la definizione di un
sistema di regole condiviso, per attuare le relazioni sindacali previste dalla legge e dai contratti.
Il Sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, Catello De Martino, con viva soddisfazione rende noto che: “Un nuovo, importante, passo avanti è stato
fatto verso il riconoscimento dell’eccellenza artistica e amministrativa del Teatro dell’Opera. Infatti, nello spirito di rilancio del Teatro, il Sindaco e
Presidente, On. Giovanni Alemanno, ha sottoscritto nel corso della notte un protocollo di fondamentale importanza strategica, che pone definitivamente le
basi per la prosecuzione del progetto, che vede l’Opera come teatro rappresentativo di Roma Capitale nel contesto internazionale, che gli è proprio”.
De Martino continua il suo comunicato affermando che “questa intesa è stata sottoscritta con tutte le Organizzazioni Sindacali firmatarie dei contratti
collettivi e aziendali, e segue il recente e importantissimo risultato che ha visto la Fondazione raggiungere un pareggio di bilancio positivo – e conclude -
tanto più importante considerato lo stato di crisi nel quale il Teatro ha versato negli ultimi anni”. ROMA - Il bilancio 2010 del Teatro dell'Opera di Roma chiude in attivo di oltre 23 mila euro. I dati economici dell' Ente lirico sono stati illustrati questa mattina dal sindaco, Gianni Alemanno, presidente del Teatro, dal sovrintendente, Catello De Martino, dal vicepresidente del cda, Bruno Vespa e dal consigliere di amministrazione Mate Bulgari.


Il risultato positivo e' stato ottenuto grazie ad una riduzione dei costi di gestione di circa 7 milioni rispetto al 2009 e da un aumento dei ricavi: da 6 milioni e 280 mila euro del 2009 a 6 milioni 424 mila euro del 2010 tra abbonamenti, biglietti e programmi di sala; a questi si aggiungono 640 mila euro in più di altri proventi vari. La stagione ha chiuso con un meno 30% sui costi e un più' 30% sui ricavi. Per quel che riguarda la stagione 2011 i dati disponibili dicono che gli abbonamenti sono cresciuti del 39% - 900 in più rispetto al 2010- con un incremento dei ricavi di oltre 450 mila euro. La vendita dei biglietti cresce di 791 mila euro rispetto alla stagione 2009-2010. Intanto un riconoscimento alla qualità' delle nuove produzioni arriva dal Mibac che ha promosso il teatro dal dodicesimo posto del 2008 - anno in cui il disavanzo portò al commissariamento dell’Ente - all' ottavo del 2010.

Il sindaco Alemanno ha dichiarato: "Oggi possiamo dire che il Teatro dell'Opera ha ottenuto ottimi risultati in termini di bilancio e di qualità. Adesso deve rinsaldare la sua immagine: chiederemo che nel secondo decreto su Roma Capitale ci sia un riconoscimento specifico per il Teatro dell' Opera di Roma, come teatro della capitale e per l' importanza che riveste a livello nazionale.” Il sindaco ha anche rilevato che Il rilancio del Teatro dell' Opera si deve soprattutto alla figura del maestro Riccardo Muti, che ha diretto alcune opere e si è impegnato nella ridefinizione di alcuni aspetti artistici, dedicandosi anche alla selezione dei nuovi musicisti. Muti – ha dichiarato Alemanno – ha assicurato anche per il futuro un' intensa collaborazione con il teatro.

Teatro dell'Opera , è pareggio Bilancio del 2010 recupera il disavanzo. In aumento abbonamenti e ricavi. Ma resta il nodo dei precari


ROMA - Il Teatro dell'Opera di Roma, dopo tanti anni di conti in rosso, chiude il bilancio del 2010 in pareggio e si prepara, visti i dati aggiornati ai primi
mesi di quest'anno, ad un 2011 ancor più roseo. Il recupero è stato possibile grazie ad un continuo controllo dei costi e ad una affluenza di pubblico
sempre in crescita: nel 2008 si partiva con un disavanzo di 11 milioni, che ha poi portato al commissariamento mentre nel 2009 si è scesi a 6 milioni e
976 mila. «È stato un compito molto arduo - ha commentato il sovrintendente del Teatro dell'Opera Catello De Martino -. La ricetta per il risanamento si è
basata su un monitoraggio costante dei costi, un riadeguamento interno delle produzioni e sulla dinamicità sugli andamenti di gestione». Un bilancio in
pareggio con un utile di 23.377 euro, una riduzione di circa 7 milioni di euro rispetto ai costi sostenuti nel 2009 e ricavi per 6 milioni 424 mila euro tra
abbonamenti, biglietti e programmi di sala. Questi alcuni dei numeri presentati dal sindaco di Roma Gianni Alemanno nonchè presidente del Teatro, dal
sovrintendente De Martino, dal vicepresidente del consiglio d'amministrazione Bruno Vespa e dalla neo consigliera Maite Bulgari. «Il Teatro dell'Opera - ha
detto Alemanno - ha avuto ottimi risultati in tema di bilancio e di qualità. Dopo tanti anni infatti siamo in pareggio. Ora il Teatro dell'Opera deve rinsaldare
la sua immagine. È un peccato che questa non fosse riconosciuta in Italia per polemiche estranee al Teatro».
RILANCIO - E se le cifre del 2010 parlano di una "rinascita economica" i numeri del 2011 confermano l'andamento positivo del Teatro dell'Opera:
abbonamenti venduti cresciuti del 39% (passando dai 2.307 della stagione 2009-2010 ai 3.203 della stagione 2010/2011), ricavi aumentati rispetto al 2010
di oltre 450 mila euro e oltre il 90% di posti occupati per metà delle rappresentazioni in cartellone. Le stime parlano di 7 milioni di euro di ricavi che si
potrebbero raggiungere nel 2011 mentre il numero di spettatori si aggirerà intorno ai 170 mila.
SINDACATI - L'unico neo nella giornata viene dal mondo sindacale: Cgil, Cisl e Uil, non presenti ad un tavolo convocato per oggi dal sindaco della capitale
anche sulla questione dei precari, hanno fatto sapere tramite una lettera di voler trattare su tavoli separati e non più insieme alle sigle autonome che
subito hanno accusato i loro colleghi di aver «avanzato ad Alemanno una richiesta illegale chiedendo di estrometterli». «Noi non sappiamo il perchè non
siano venuti - ha detto il segretario generale aggiunto di Fials-Cisal Lorella Pieralli - ma abbiamo dei dubbi: forse perchè danno fastidio il nostro rigore e la
nostra vigilanza sulla correttezza dell'applicazione dei contratti?». A rispondere è il segretario regionale di Slc Cgil Roberto Giordano che ha definito i
tavoli separati «una pratica comune a livello sindacale». Il nodo da districare al Teatro dell'Opera resta così quello legato alla precarietà dei lavoratori che
potrebbe minare la messa in scena di alcuni futuri spettacoli: «Siamo al di sotto della pianta organica - ha spiegato Marco Piazzai di Fials-Cisal - con
504 lavoratori rispetto a 631. Nell'orchestra i posti vacanti sono 27. Se non si prende altra gente, superando i vincoli della legge 100, potrebbero essere a
rischio alcune prossime messe in scena quali il Macbeth e l'Elettra». Alemanno è intervenuto su questo tema: «C’e’ la massima volontà di risolvere il
problema del precariato all’interno del Teatro dell’Opera». Il sindaco ha anche tenuto a dire che il confronto coi sindacati proseguirà e i precari dovranno
essere riassorbiti «secondo i termini di legge». «Il problema del precariato c’e’ e non lo neghiamo - ha aggiunto Alemanno - ma va anche sottolineato il
risultato positivo del teatro».
22 luglio 2011(ultima modifica: 24 luglio 2011 14:22)

Intanto il Teatro dell'Opera festeggia il bilancio in attivo. E le prime cifre del 2011 che fanno segnare un ulteriore miglioramento.''Adesso possiamo
guardare al futuro con maggiore serenita''', ha detto il sovrintendente Catello De Martino, sottolineando di essere arrivato ''un anno e mezzo fa'' al
Costanzi, commissariato a causa di un disavanzo di oltre 11 milioni di euro nel 2008, passato a 6,976 milioni nel 2009.
''Il nostro compito per il riposizionamento del teatro a livello internazionale -ha detto De Martino- e' stato molto arduo''.''Le formule che hanno consentito il
risultato positivo del 2010 -ha spiegato il sovrintendente- sono state sostanzialmente un presidio attento dei costi, l'adeguamento dell'organizzazione
interna, la trasparenza e la dinamicita' con nuove idee. Abbiamo inoltre ampliato la gamma artistica e vogliamo rafforzare la stagione estiva di Caracalla
trasformandola in un Festival. Questo ci ha dato una risposta positiva del pubblico e della critica, anche su opere non di repertorio come 'Il ratto dal
serraglio' e 'Uno sguardo dal ponte'''.
Cifre alla mano, il Teatro dell'Opera negli ultimi due anni ha visto crescere gli abbonamenti, passati dai 2.037 della stagione 2009-2010 ai 3.203 di quella
2010-2011. Sono cresciuti gli incassi da biglietteria e nel 2011 anche gli spettacoli, passati a 176 dai 161 dell'anno precedente. Il totale dei ricavi, che nel
2010 e' stato di 6,43 milioni, a meta' del 2001 ha gia' superato i 4 milioni e si prevede ne raggiungera' 7. Questo a fronte di un calo dei costi di produzione
che nel 2010 hanno toccato i 12,679 milioni di euro e quest'anno si fermeranno a 8,6 milioni. Intanto il Teatro dell'Opera festeggia il bilancio in attivo. E le
prime cifre del 2011 che fanno segnare un ulteriore miglioramento.''Adesso possiamo guardare al futuro con maggiore serenita''', ha detto il sovrintendente
Catello De Martino, sottolineando di essere arrivato ''un anno e mezzo fa'' al Costanzi, commissariato a causa di un disavanzo di oltre 11 milioni di euro
nel 2008, passato a 6,976 milioni nel 2009.

22 07 2011
Il bilancio del Teatro dell’opera chiude l’anno 2010 con un pareggio, registrando una crescita rispetto al
2009. L’utile della struttura, nello scorso anno, è stato di 23.377 euro, cifra che segna una riduzione di
circa 7 milioni di euro in costi. I ricavi, invece, sono stati 6 milioni 424 mila euro grazie ad abbonamenti,
biglietti e programmi di sala.
Il bilancio del Teatro dell’Opera del 2010 è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa a cui
hanno partecipato il sovrintendente del Teatro, Catello De Martino e il sindaco di Roma Capitale, Gianni
Alemanno, nella sua veste di presidente del Consiglio di amministrazione.
I numeri parlano di un miglioramento della condizione finanziaria in cui versa la storica struttura: nel 2009,
infatti, c’era stato un disavanzo di 11 milioni, buco che portato al commissariamento; nel 2010, invece, si e’
scesi a 6 milioni e 976 mila. Il recupero – come spiegato in conferenza stampa - e’ stato possibile dal
controllo dei costi e dalla crescita del pubblico degli spettacoli.
RICAVI IN CRESCITA - Gli introiti del Teatro dell’Opera sono cresciuti, passandoda 6 milioni e 280 mila euro
del 2009 a 6 milioni 424 mila del 2010. Il 2011, se pur ancora in corso, ha previsto un’ulteriore crescita di
un milione di euro in più.
”E’ stato un compito molto arduo – ha commentato De Martino – ma il bilancio si e’ chiuso in positivo. La
ricetta per il risanamento si e’ basata su un monitoraggio costante dei costi, un riadeguamento interno delle
produzioni e sulla dinamicita’ sugli andamenti di gestione”. ”Il Teatro dell’Opera – ha aggiunto il sindaco
Alemanno – ha avuto ottimi risultati in tema di bilancio e di qualità. Dopo tanti anni infatti siamo in
pareggio. Ora il Teatro dell’Opera deve rinsaldare la sua immagine. E’ un peccato che questa non fosse
riconosciuta in Italia per polemiche estranee al Teatro”.
CITTADINANZA ONORARIA A MUTI - In merito alla polemica nata sulla cittadinanza onoraria da assegnare a
Riccardo Muti, Alemanno ha commentato: ”E’ una polemica che attiene alla politica capitolina che sicuramente
non ha fatto una bella figura – ha dichiarato il sindaco – E’ stato un equivoco che non ha nulla a che fare
con il Teatro dell’Opera’. La collaborazione con il maestro Muti continua ed e’ intensa – ha aggiunto – mi
auguro che nei prossimi mesi chiariremo l’equivoco perche’ oggi tutti i consiglieri vogliono conferire la
cittadinanza onoraria a Riccardo Muti”.


11_07_2011 Per l'Opera di Parigi, Petit ha ideato 11 lavori, tra cui «Notre Dame de Paris», e creato le coreografie per
Nureyev e Fonteyn. Suo anche il «Papà gambalung» con Fred Astaire a Hollywood. «Come per tutti i grandi geni
con cui ho avuto la fortuna di lavorare si pensa che non debbano morire mai», ha detto Carla Fracci, scossa
dalla morte di Roland Petit che la volle sua partner nel balletto «Le Loup» quando era ancora una ragazza. «I
contorni dell'opera di Roland Petit, stella per il balletto, assumono la forma di una vera costellazione», ha
dichiarato il presidente Nicolas Sarkozy. Per Micha Van Hoecke, direttore del corpo di ballo dell'Opera di
Roma, c'è «un'atmosfera di grande tristezza in teatro» per la sua scomparsa. «Ero molto emozionato quando ho
stretto la mano a Petit al Teatro dell'Opera. Andavano in scena le sue coreografie e lui aveva voluto esser
presente perchè amava Roma. La sua passione era contagiosa», ha aggiunto il sovrintendente del Teatro
dell'Opera, Catello De Martino.

Roma, 27 giu - "Il turismo a Roma ci sta dando grandi soddisfazioni e, grazie al lavoro comune con le categorie interessate, contribuisce sempre di più
alla crescita del Pil della nostra città". È quanto dichiara il Vicesindaco di Roma Capitale, senatore Mauro Cutufro, ricordando che mercoledì, 29 giugno,
ricorre "una festa importante per Roma, la festa dei SS. Pietro e Paolo, patroni della Capitale".
Il Campidoglio ha organizzato una serie di eventi per permettere a romani e turisti di godere appieno della città. Si parte da “Open Opera”, la grande
manifestazione organizzata dal Campidoglio con il Teatro dell’Opera di Roma che, aprendo il teatro alla cittadinanza, dalle ore 10.00 del mattino
permetterà a cittadini e turisti di entrare e visitare il Teatro di rappresentanza della Capitale, per continuare alle ore 19.30 in piazza di Spagna, dove si
esibirà “Toccata & Fuga, Vacanze romane”. Alle ore 22.00 sarà la Girandola di Castel S. Angelo a terminare la giornata, con uno speciale spettacolo
pirotecnico dedicato a Papa Ratzinger.
Un programma speciale sarà riservato a 200 turisti dal mondo, in rappresentanza dei milioni di visitatori, che hanno accettato di buon grado la novità del
contributo di soggiorno, come strumento per migliorare anche i servizi all’accoglienza e promuovere Roma nel mondo. Selezionati dalle categorie degli
albergatori, usufruiranno di una speciale visita organizzata, un tour turistico a loro dedicato, che dal Teatro dell’Opera li porterà nei luoghi simbolo della
città fino a piazza di Spagna dove assisteranno allo spettacolo.
Martedì 28 giugno, alle ore 11.00, in Campidoglio, presso la sala Arazzo, avrà luogo una conferenza stampa del senatore Mauro Cutrufo, Vicesindaco di
Roma. Alla conferenza stampa interverranno il Presidente della Commissione Cultura di Roma Capitale, Federico Mollicone, il sovrintendente del Teatro
dell’Opera di Roma, Catello De Martino, il Presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli .
La Boheme di Puccini

De Martino: qualità e organizzazione per un rilancio internazionale - di Rita Sala


ROMA - «Quest'anno la stagione di Caracalla si pone come punto focale delle iniziative dell’estate romana. Sarà il centro di un’amplificazione sistematica
dell’attività dell’Opera di Roma, sul piano cittadino e su quello internazionale. Mettendo a punto il cartellone 2011, abbiamo modificato la struttura stessa
del programma in funzione di questo grande progetto che il Teatro ha nel motore». Catello De Martino, sovrintendente della Fondazione Lirica, parla di
Caracalla e del valore simbolico connesso con la stagione estiva, che comincia il 2 luglio.
Quale struttura il Teatro ha dato e vorrà dare al tradizionale appuntamento delle Terme?
«Presenze importanti, coproduzioni, internazionalità, autorevolezza delle proposte e, nel contempo, scelte che piacciano alla gente, molto affezionata alla
tradizione delle Terme. Faccio un esempio: già da quest’anno inauguriamo con un concerto sinfonico, sul podio Charles Dutoit: in tutto e per tutto un
omaggio a Roma. Si tratta del trittico di Respighi che, della Città Eterna, coglie aspetti, anime, spiriti, storie. Lo offriamo al pubblico con il corredo
d’immagini che un gruppo di maghi della multimedialità, i catalani della Fura dels Baus, hanno inventato per l’occasione. Poi ci sarà un Gala all stars, un
inno alla danza con Roberto Bolle. Tutto questo senza far mancare al pubblico i titoli che a Caracalla sono legati dalla storia: «Tosca» e «Aida». Ci
aspettiamo molto dal rilancio delle Terme, non lo nego».
Non si vedrà, naturalmente, il trionfo di Radamès con cammelli, cavalli ed elefanti che fu offerto agli spettatori di certe «Aida» del passato...
«No, ovviamente. L’Opera punta a idee nuove, a scenografie che, rispettando le esigenze di austerità e ottimizzazione dettate dai tempi, riescano
comunque a restituire al pubblico le magie della lirica. Aggiungiamo che le rovine di Caracalla sono di per sé capaci di abbracciare gli spettacoli con la
forza del monumento, comunicando quanto i secoli vi hanno sedimentato».
S’è parlato, per le Terme, di un possibile grande festival di orchestre da tutto il mondo. Lo stesso maestro Muti ha dichiarato, in un’intervista al
«Messaggero» di alcuni mesi fa, che il direttore artistico dell’Opera, Alessio Vlad, sta già lavorando in tal senso.
«Promotore il maestro Muti, che giudica splendido lo spazio di Caracalla, anche il sindaco di Roma è interessato al progetto. Alle Terme potrebbero
arrivare le grandi orchestre straniere e italiane per dare vita a una kermesse unica al mondo. La Chicago, intanto, sarà al Costanzi con Muti il 23 aprile del
prossimo anno. E il maestro ipotizza anche di poter unire, a Chicago, i due ensemble, quello dell’Opera e quello americano».
Sul piano strettamente tecnico e logistico, come è stato organizzato, già da quest’anno, lo spazio delle Terme?
«Per cominciare - ed è, per molti motivi, importantissimo - la capienza della platea è stata portata a tremilacinquecento posti. Il pubblico troverà
migliorata l’amplificazione del suono e delle voci, necessaria agli spettacoli all’aperto. E c’è una nuova organizzazione dei servizi di biglietteria, ricezione
e ristoro. Insomma, una serata d’estate a Caracalla tornerà ad essere l’obiettivo ambìto di romani e non romani presenti in città dall’inizio di luglio alla
metà di agosto».
Coproduzioni, diceva. Presenti anche in questo cartellone estivo?
«Certo. L’intervento multimediale della Fura dels Baus per Fontane, Pini e Feste di Roma è in coproduzione con Valencia. Parlavo prima
dell’ottimizzazione che, attraverso le buone idee di regia e scenografia, si riesce ad ottenere quanto a resa degli allestimenti. Lasciando perdere il
faraomismo per scegliere la magia e le suggestioni, si realizzano notevoli risparmi e un aumento notevole della produttività. La collaborazione è con
l’estero, ma anche con alcuni teatri italiani. Ancora: l’Opera prevede, nella prossima stagione, due eventi oltreconfine, in area europea, con opere in forma
di concerto. E ci sono progetti di tournée per il 2014, opere e concerti in Giappone. La Fondazione, insomma, ha assunto un respiro concreto al quale
non intende più rinunciare».
Venerdì 03 Giugno 2011 - 19:05

Musica, De Martino: ''A Caracalla qualità e organizzazione per rilancio''


"Quest'anno la stagione di Caracalla si pone come punto focale delle iniziative dell'Estate Romana. Sara' il centro di un'amplificazione sistematica
dell'attivita' dell'Opera di Roma, sul piano cittadino e su quello internazionale". Cosi' Catello de Martino, sovrintendente dell'Opera di Roma parla -in
un'intervista a 'Il Messaggero'- di Caracalla, stagione estiva del teatro che inizia il 2 luglio con la 'Trilogia Romana' di Ottorino Respighi, per poi proporre "Il
lago dei Cigni" di Cajkovskij, un Gala "all stars" della danza capitanato da Roberto Bolle, e poi la 'Tosca' di Giacomo Puccini e l''Aida' di Giuseppe Verdi.
Una stagione estiva 2011 che De Martino annuncia con "presenze importanti, coproduzioni, internazionalita', autorevolezza delle proposte e, nel
contempo, scelte che piacciano alla gente, molto affezionata aalla tradizione delle terme". Con un occhio all'esigenza di contenere i costi: "L'Opera punta
ad idee nuove, a scenografie che, rispettando le esigenze di austerita' e ottimizzazione dettate dai tempi, riescano comunque a restituire al pubblico le
magie della lirica". De Martino conferma anche il progetto allo studio di un grande festival di orchestre da tutto il mondo da tenersi proprio a Caracalla, di
cui si e' fatto grande promotore il maestro Riccardo Muti: "Alle Terme -dice De Martino- potrebbero arrivare le grandi orchestre straniere ed italiane per
dare vita ad una kermesse unica al mondo".

OPERA ROMA: CARACALLA, AIDA E RESPIGHI CON FURA DELS BAUS Data: Tuesday, 17 May


(di Paolo Petroni) (ANSA) - ROMA, 17 MAG 2011 - Torna la stagione estiva dell'Opera di Roma a Caracalla, puntando a valorizzare l'eccezionale
contesto archeologico più che nuove scenografie e proponendo, in vista di un futuro vero e proprio festival, i grandi titoli che fanno cassetta in particolare
col pubblico straniero: «Aida» di Verdi che chiuderà il cartellone dal 2 agosto diretta da Asher Fisch e con regia e una coreografia di Micha van Hoecke
(interpreti principali Hui He, Giovanna Cassola e Walter Fraccaro); «Tosca» di Puccini dal 21 luglio sempre diretta da Fisch (con Nadia Vezzù, Thiago
Arancam, Claudio Otelli), il corrispettivo della danza «Il lago dei cigni» di Cajkovskij diretto da Andrey Anikhanov (con Alessandra Amato e Igor Yebra)
dal 7 luglio e un «Gala Roberto Bolle and Friends» il 23 luglio. Inaugurazione invece il 2 luglio con una novità appunto da festival, un concerto
spettacolare grazie a un allestimento della Fura dels Baus per la «Trilogia Romana (Pini, Feste, Fontane)» di Respighi con Charles Dutoit sul podio. Con
l'occasione è stato annunciato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dal vice presidente del Teatro Bruno Vespa, che Riccardo Muti «al di là delle
passate polemiche, c'è» E sta pensando a cinque opere tutte verdiane, due per il prossimo anno («Mecbeth» e «Attila») e tre per quello ancora
successivo per la stagione lirica dell'Opera. Alemanno ha parlato di «bilancio estremamente positivo della stagione invernale» di «promesse mantenute»
e di un «salto qualitativo dell'orchestra, riconosciuto da tutti», di «bilancio in pareggio» e dell'attesa di «un finanziamento speciale» dopo il reintegro del
Fus. Quanto a Caracalla ha sottolineato l'aumento di posti disponibili (passano da 3 mila a 3.500) data la forte richiesta.

L'estate scorsa, economicamente finita in pareggio, ha visto la vendita di 50 mila biglietti (il 36% on line) per 19 recite e un pubblico straniero che supera
il 40% del totale, come ha detto il soprintendente Catello De Martino. Roman Vlad, direttore artistico, da parte sua ha sottolineato la qualità delle
proposte e degli interpreti oltre alla richiesta di regie minimaliste che non oscurino l'eccezionalità del luogo e l'idea di sfruttare anche altri spazi dell'area
archeologica delle Terme per spettacoli diversi dalle opere. Per la prossima stagione invernale ha anticipato che, «nonostante la strada tutta in salita», ci
saranno otto titoli lirici e 5 di balletto. Vespa ha parlato quindi dello «straordinario sforzo di tutte le maestranze del teatro, in condizioni economiche quasi
drammatiche, per risanare un bilancio in periodo di crisi e di pochi mezzi, senza penalizzare la programmazione, anzi ampliandola e migliorandola». (ANSA).

Opera Roma: Caracalla, Aida e Respighi con 'Fura dels baus'


ROMA 17 MAG Torna la stagione estiva dell'Opera di Roma a Caracalla, puntando a valorizzare l'eccezionale contesto archeologico piu' che nuove
scenografie e proponendo, in vista di un futuro vero e proprio festival, i grandi titoli che fanno cassetta in particolare col pubblico straniero: ''Aida'' di Verdi
che chiudera' il cartellone dal 2 agosto diretta da Asher Fisch e con regia e una coreografia di Micha van Hoecke (interpreti principali Hui He, Giovanna
Cassola e Walter Fraccaro); ''Tosca'' di Puccini dal 21 luglio sempre diretta da Fisch (con Nadia Vezzu', Thiago Arancam, Claudio Otelli), il corrispettivo
della danza ''Il lago dei cigni'' di Cajkovskij diretto da Andrey Anikhanov (con Alessandra Amato e Igor Yebra) dal 7 luglio e un ''Gala Roberto Bolle and
Friends'' il 23 luglio. Inaugurazione invece il 2 luglio con una novita' appunto da festival, un concerto spettacolare grazie a un allestimento della Fura dels
Baus per la ''Trilogia Romana (Pini, Feste, Fontane)'' di Respighi con Charles Dutoit sul podio. Con l'occasione e' stato annunciato dal sindaco di Roma
Gianni Alemanno e dal vice presidente del Teatro Bruno Vespa, che Riccardo Muti ''al di la' delle passate polemiche, c'e''' E sta pensando a cinque opere
tutte verdiane, due per il prossimo anno (''Mecbeth'' e ''Attila'') e tre per quello ancora successivo per la stagione lirica dell'Opera. Alemanno ha parlato di
''bilancio estremamente positivo della stagione invernale'' di ''promesse mantenute'' e di un ''salto qualitativo dell'orchestra, riconosciuto da tutti'', di
''bilancio in pareggio'' e dell'attesa di ''un finanziamento speciale'' dopo il reintegro del Fus. Quanto a Caracalla ha sottolineato l'aumento di posti dis