Giovedì, 21 giugno 2001

Sono capitata senza volerlo nel tuo sito di poesie e volevo complimentarmi, le trovo bellissime… devi essere una persona molto profonda e sensibile. Anch’io scrivo di tanto in tanto, ma non me la sentirei mai di pubblicare on-line quello che scrivo! Mi sembrerebbe di perderlo, di rovinarlo… un po’ come se mi “prostituissi”! Forse è sciocco, ma non lo farei, ecco.

Meno male che non tutti la pensano come me! Altrimenti non si avrebbe più la possibilità di leggere tanta bellezza! J

Un saluto. Dizzy

 

Mauro: Come dico nella mia pagina di presentazione: “Amore, gioia, dolore, rabbia: non puoi tenere tutto dentro: emozioni, sentimenti che tutti abbiamo provato e non sempre abbiamo potuto …urlare, …ridere, …piangere, come avremmo voluto”. Ecco perché scrivo: perché certe cose bisogna proprio dirle, perché scrivendole (e ancor più pubblicandole) certe paure si esorcizzano, certe tristezze si addolciscono, certe gioie ancor più si esaltano…

A me piace vivere così e questo spazio, nato per gioco, è diventato per me un caro amico, un compagno inseparabile, che mi fa sentire meno solo, più forte nelle paure e nelle gioie di chi ama.

P.S. - Mi farebbe piacere sapere che qualcuno dedica una mia poesia al suo amore: ne sarei felice e orgoglioso e non mi sembrerebbe per questo di “perderla”, di “rovinarla” né, tanto meno, di “prostituirmi”…

 

 

 

Sabato, 16 giugno 2001

Grazie perché la tua poesia mi scalda il cuore nel gelo di questo sabato sera tra la voglia di ricominciare e la paura di lasciarlo, grazie perché mi sento meno sola e sento che forse posso farcela a ricominciare a volermi bene.

Rossana F.

 

Mauro: Elementi fondamentali, essenziali della poesia sono l’intensità del sentimento, la forza delle parole, la capacità di commuovere, di parlare all’anima. Le tue parole, cara Rossana, sono quelle che ogni autore vorrebbe sentirsi dire. Sono la prova che la mia poesia vale qualcosa anche per gli altri (e non solo per me), che sa comunicare, che sa veramente “trasmettere”.

 

 

 

Lunedì, 21 maggio 2001

Ciao Mauro,

mi chiamo Paolo e ti scrivo da Napoli. Ho visitato di recente il tuo sito e apprezzato le risposte che hai dato agli amici e alle amiche che ti hanno scritto. Anch’io amo molto la poesie, direi quasi la sento come un prolungamento di me stesso. Riverso nella poesia tutti i miei stati d’animo e celebro l’amore per Dio e le creature, l’amicizia, i valori eterni e le virtù. Molti le hanno apprezzate; io scrivo principalmente per me stesso: scrivere mi comunica una pace profonda e mi realizza a prescindere dal valore ipotetico e/o reale di quello che scrivo. Mi piacerebbe che tu leggessi alcuni dei miei versi e mi dessi un giudizio. So accettare la critica sincera.

Paolo N.

 

Mauro: Caro Paolo,

anche per me la poesia è tutto, una compagna che mi cammina a fianco, un’amica che bussa al mio cuore, che mi parla quando sono triste, che condivide la mia felicità.

Apprezzo le tue parole e i tuoi stati d’animo che ti portano a scrivere. La mia ispirazione è senz’altro più “laica”  della tua ma la cosa importante e scrivere quello che si sente, quello che si sente veramente, quando lo si sente, quando lo si sente veramente, senza  barare: si mentirebbe solo a se stessi!

P.S. tornerò a visitarti… promesso.

 

 

 

Venerdì, 6 aprile 2001

Complimenti…….!!!!!!!!!!!

Per caso ho trovato il tuo sito….e me ne sono innamorato….

Le tue poesie sono stupende e molto profonde….complimenti………..

Mi chiamo Eugenio, ho 13 anni, sono anch’io un poeta anche se dilettante, le tue poesie non hanno rivali, si vede che le hai fatte con il cuore…. Ciao e ancora complimenti….!!!!!!!!

Eugenio C.

 

Mauro: Bravo Eugenio! È bello pensare che ci siano ancora ragazzi che come te amano la poesia, che magari amano un libro più della playstation, che preferiscono scrivere una lettera ben punteggiata piuttosto che un …sms…

Mi sento anch’io un dilettante, proprio come te, Eugenio, … perché s’impara a parlare, ma non a parlare d’amore… s’impara a scrivere, ma non a scrivere poesie. Ci vuole qualcosa di più di un’abile mano o di studi universitari. È sempre difficile tradurre in parole l’emozione di un sentimento, la “poesia” di un bacio… e siamo poeti nella misura in cui riusciamo in questa impresa.

Ciao e complimenti …soprattutto a te!

 

 

 

Domenica, 4 marzo 2001

OGGETTO: labbra.

È una poesia che riflette il mio stato d’animo… posso immedesimarmi in ogni singola parola di questa poesia! Grazie per aver voluto condividere i tuoi pensieri.

Dede.

 

Mauro:Labbra”… ecco il link per chi volesse leggerla.

È un piacere trovare altre persone che per un attimo hanno vissuto la mia stessa emozione che si lascia descrivere, in questa poesia, con tutti i suoi batticuori, le paure che si vivono quando si scopre di essere innamorati. Ma la paura, l’insicurezza, la sofferenza si raddoppia quando d’un colpo ci si scopre innamorati di una persona che già si conosce, che già si frequenta, se con lui/lei siamo in amicizia.

Ci si chiede come fare a dichiararsi (“perché me lo dici solo adesso?” – è la risposta che si teme…) e a maggior ragione si ha paura di un no perché si perderebbe tutto d’un colpo: amore e amicizia…

Ma l’amicizia, da sola, ti va stretta e non ti basta più vedere l’oggetto dei tuoi sogni, dei tuoi segreti desideri, senza pensare di abbracciarlo, non ti basta più ascoltarlo senza pensare di baciarlo. Non ascolti quello che dice, ma il suono della sua voce, rapito dalle sue labbra, dal modo che ha di passarsi una mano tra i capelli, dai suoi occhi che mai riesci ad affrontare…

Così crepi di gelosia se guarda un altro e ride ad una battuta spiritosa che non è la tua, se parla piano a chi le si è seduto a fianco, quando non sai dov’è, cosa fa, dove va…

E si resta così, in bilico tra paure e batticuori …ma fino a quando?

 

 

 

Lunedì, 26 febbraio 2001

Salve, sono un ragazzo indiano di 22 anni e vorrei regalarti le mie poesie che ho scritto in italiano. Dopo averle lette, per favore, mandami una e-mail per dirmi come sono.

 

 

AMORE DI PATRIA

 

C’è la guerra e la moglie di un soldato dice a lui.

 

 

O mio bravo amore,

vai a vincere la guerra,

perché questo Paese ha bisogno di te.

 

O mio caro,

come hai vinto il mio cuore,

devi vincere questa guerra,

perché prima del nostro amore,

c’è la pace del nostro Paese.

 

Prima di pensarmi,

devi pensare

che siamo nati in questo Paese,

siamo cresciuti in questo Paese,

ci siamo innamorati in questo Paese,

ci siamo sposati in questo Paese.

 

Questo Paese

viene prima di tutto,

anche prima del nostro amore.

Devi vincere la guerra per la felicità di tutto.

Quando senti la mia mancanza,

chiudi gli occhi tuoi e mi troverai vicino a te.

 

Quel momento non mi ricordi,

quando ucciderai i nemici del Paese.

Vai mio bravo, vai,

puoi vincerla,

perché Dio e il mio amore

sono sempre con te.

 

Vai mio caro,

ti aspetterò anche da morto,

ti aspetterò anche da morto.

 

(Kesar Singh)

 

 

seguono altre undici poesie che non riporto e che, a mio avviso, non hanno la stessa forza, la stessa struggente sensibilità di questa, nella quale l’autore riesce a fondere i due concetti antitetici di amore e morte, facendoli coesistere nella realtà specifica della loro sconvolgente inscindibilità.

 

Mauro: Ho letto le tue poesie che ho molto apprezzato (grazie del regalo)!

Per me sono state una sorpresa (per quello che dirò più avanti) ma anche una conferma. La  poesia d’amore abita sotto ogni cielo, sotto ogni stella, in riva ad ogni mare, ai piedi di ogni montagna… l’entusiasmo, la gioia di un innamorato, così come il dolore e il titanico sperare di chi è respinto, sono ovunque gli stessi: universali.

Così la tua sensibilità (quella sensibilità così simile alla mia) nel raccontarsi e raccontare Amore e così diversa su altri temi, dai più semplici (Il negozio della pace), ai più complessi come la disarmante fatalità (Noi) o il rapporto tra Amore e Amore di Patria. È proprio quest’ultima poesia quella che più mi ha colpito (nell’accezione propria del termine) che mi ha lasciato a disagio, senza parole, che mi ha fatto star male per la sua disarmante lucidità, per la sua verità ineluttabile, quasi sillogistica.

Bello il titolo “Amore di Patria” e significative le parole che, dai primi versi, si scontrano con la mentalità (chiamiamola così) “occidentale”. C’è un legame con la Patria, con la terra, con le proprie radici, che purtroppo io non sento con la stessa intensità, perché la sensibilità di ognuno di noi è frutto di esperienze, di vissuto, di tradizione, di mentalità e, perché no, di etica e di filosofia. In te c’è ancora questo patrimonio: io l’ho perduto (o forse rimosso) e ciò mi fa sentire piccolo piccolo. Leggendo “Amore di Patria” tutto ciò è ritornato a galla, prepotentemente alla mente e al cuore… questo è il tuo merito, la tua forza, la tua poesia!

“Amore di Patria” è diversa proprio per questo, perché risveglia emozioni, sentimenti assopiti, che il benessere ha anestetizzato, che il cuore ha rimosso. La tua poesia serve a “non dimenticare” queste realtà, lontane da noi, per fortuna, ma, ahimè, ancora presenti in te e in tante, troppe, parti del mondo.

Se scriverai ancora nella mia lingua, segui questa tua sensibilità perché tu “senti” in modo diverso e ci fai vedere lo stesso mondo da un’altra angolazione, illuminando di una luce diversa anche le cose di tutti i giorni, educandoci alla fatalità, alla saggezza, all’ironia.

 

P.S. per i miei lettori (e per Isabella).

Ho risposto a questa particolare lettera e Kesar mi ha raccontato la sua storia.

Mi ha raccontato  di essere di Nuova Delhi, di aver frequentato (con profitto, aggiungo io) il “Centro Culturale Italiano” di Nuova Delhi e di aver incontrato in India una ragazza italiana (Isabella, appunto) e di essersene innamorato. Ma la favola è durata poco. Isabella è tornata in Italia e Kesar ha cominciato a scrivere poesie d’amore in italiano, per il suo amore italiano. Kesar ha poi vinto una borsa di studio ed è giunto in Italia dove ha ritrovato la “sua” Isabella e ha trascorso con lei dei giorni felici a Roma…

 

Non voglio però, mi scuserai Kesar, che questa mia rubrica si trasformi, mi sfugga di mano, snaturandosi, per diventare una cosa diversa da quello che è. Questa pagina è nata per dare spazio ai miei lettori, per cogliere, dalle loro lettere, stimoli e motivazioni per manifestare le mie idee, i miei pensieri, il mio sentire.

Ho fatto una piccola eccezione per te, Kesar, poeta “italiano”, perché (anche se distante migliaia di chilometri) ti sento vicinissimo, perché stai vivendo la tua bellissima storia d’amore, perché stai soffrendo e …forse Isabella non lo sa.

 

Ciao, Kesar Singh, indiano poeta italiano innamorato di Isabella di Viterbo.

 

 

 

Giovedì, 4 gennaio 2001

Grazie per queste belle poesie; per me leggerle è come sognare di avere vicino a me l’uomo che vorrei, è come sperare che un giorno lui si possa accorgere di tutto l’amore che provo nei suoi confronti. Vorrei poterlo guardare negl’occhi e recitargli una tua poesia ma questo forse non potrà mai accadere e allora io continuerò  a leggerle e a tenerle per me con la speranza nel cuore…e la rassegnazione negl’occhi!

ANCORA GRAZIE

Silvia

 

Mauro: L’amore sa prenderti, conquistarti, rapirti, esaltarti ma anche impaurirti, renderti schiavo, piegarti dal dolore… sa lasciarti e riprenderti… L’amore ti fa soffrire, l’amore ti scopre, ti mette a nudo, ti lascia senza difese, in balia dell’altro… Quanti, per queste paure, scappano? Quanti si nascondono? Quanti hanno paura di lasciarsi andare, di amare? …E allora? Ne vale davvero la pena? Io penso di sì e chi ha provato l’Amore (…A maiuscola) non ha né dubbi né esitazioni. Parlo di quell’amore che ti fa dire “allora queste cose non succedono solo nei film”, quell’amore che ti fa dimenticare chi sei, dove sei, quell’amore che non ha bisogno di nient’altro, quell’amore di pelle e di istinto, fatto di sguardi, di suoni, di odori, quell’amore che fa scordare tutto, quell’amore da incosciente, che ti fa venire i brividi, che ti rimescola il sangue, che ti fa rischiare (ma che ti ripaga facendoti volare in paradiso), che da solo vale una vita, quell’amore che ti dà forza, sicurezza, voglia di vivere alla giornata, non importa quale sarà il prezzo (se ci sarà) che dovrai pagare, quell’amore che ti fa diventare poeta …anche se non lo sei!

C’è di che spaventarsi, ma questo è l’amore… Un innamorato non si rassegna mai, Silvia, e alla fine mi piace credere (da romanticone quale sono) che l’amore sia come quella piccola goccia che ostinata e continua riesce ad incidere anche la roccia più dura. Speranza sì, rassegnazione mai! “Amor, ch’a nullo amato amor perdona…” poetava Dante, per cui, cara Silvia, voglio confortarti e incoraggiarti perché, come dice Francesca, “a nessun amato amore risparmia di amare a sua volta”.

 

 

 

Martedì, 14 novembre 2000

Caro Mauro,

complimenti per il sito (non per come è fatto, sono ignorante in materia, ma per il suo contenuto) e per le emozioni sotto forma di parole (o viceversa) che vi hai racchiuso.

Come te condivido la passione per lo scrivere e le tue motivazioni ma, purtroppo, non la stessa capacità con “siti”, “web” e robe simili.

Volevo farti notare come i messaggi che hai inserito, non so se siano tutti o una selezione, siano stati scritti da donne; ma l’uomo, con i dovuti distinguo, ha proprio perduto la sensibilità per la poesia?? O si vergogna ad ammettere che una bella poesia, d’amore o no, qualche emozione la risveglia fra il pelame che riveste il suo animo?!!!

Tornerò a trovarti e a leggerti.

Ciao

Valter V.

 

Mauro: Passione per lo scrivere, scrivere per passione… basta saper ascoltare, basta dar retta al cuore quando è gonfio e sta per scoppiare, quando il sentire (o sentimento) supera, scavalca, travalica il muro della “normalità” e si mette a urlare per qualcosa di straordinario, di eccezionale, di irripetibile che ti lascia esterrefatto per la sua forza, che ti annichilisce per la sua dirompente violenza… Per questa passione uno …ride …piange …scrive (soprattutto poesia). Lo fa, in un certo senso, perché costretto, perché il suo sentire, la sua sensibilità, la sua passione glielo impongono, perché sarebbe troppo riduttivo (e perché no, egoismo) imprigionare dentro sé emozioni e sentimenti che in modo così dirompente si manifestano.

Questo fa in modo che tali persone diventino inermi prede, allo stesso modo, di gioia immensa o di profonda disperazione, di riso o di pianto, quasi non esistesse una via di mezzo…

Forse è di ciò che ha paura l’uomo, di rinnegare il concetto atavico di maschio, di lasciarsi andare alla  passione che brucia, che può far male, che può “vergognosamente” farlo piangere …proprio come una donna! Così si nasconde, sfugge, vive meglio… vive???

 

P.S.  Da un po’ di tempo non aggiornavo il mio sito (problemi tecnici di visibilità e di indicizzazione nei motori hanno ridotto il numero delle mail che mi arrivano e mi hanno, …ahimè, un po’ scoraggiato) ma questa tua lettera mi ha tirato su il morale, facendomi pensare (o filosofeggiare?).

Le mail che pubblico in questo spazio sono una selezione di quelle che mi sono arrivate. Sono lettere che mi piace aver ricevuto e che mi hanno colpito (alcune per l’interesse espresso nei confronti delle mie poesie, altre per la curiosità “tecnica” dimostrata per il mio sito, altre ancora solo per la loro ingenua semplicità e freschezza). In alcuni casi i contatti sono proseguiti a livello un po’ più …personale e quindi non ho ritenuto opportuno riportarli in questa sede.

Ti lascio con una considerazione: sono le donne, caro Valter, che in maggioranza mi scrivono (forse perché hanno meno vergogna di piangere …e meno paura di amare).

 

 

 

Lunedì 11 settembre 2000

OGGETTO: Complimenti.

Mi sono soffermato a leggere le tue poesie, complimenti sono molto belle

Giancarlo.

 

Mauro: di questi tempi, trovare ancora chi si “sofferma” a leggere poesie è già una notizia. Bravo Giancarlo!

 

 

 

Mercoledì, 6 settembre 2000

OGGETTO: Complimenti !

Ciao… sono passato sul tuo sito per puro caso… o forse niente accade mai per puro caso, non so, comunque sta di fatto che l’ho girato e mi è piaciuto.

E’ vero, a volte, in certi momenti della vita, la rete può essere una specie di “valvola di sfogo”, un posto dove riversare tutti i pensieri… anche a me è capitato di pubblicare alcune delle mie poesie… alcuni miei attimi di vita (io preferisco chiamarli così…). Se vi va di dargli un’occhiata… (…segue link)

Oscar

 

Mauro: ti ho “visitato” e tornerò a leggerti. Promesso!

 

 

 

Martedì, 11 luglio 2000

Oggetto: Dopo aver letto….

Sono giorni che cerco in rete, parole messe insieme, ma, dettate da profondi pensieri, dolori o aulici piaceri che scatenano emozioni, che ti fanno rivivere momenti passati come se tu fossi lì seduto a guardarli come spettatore.

E allora……, è proprio leggendo le tue poesie che alcune di esse mi hanno riportato a momenti di vita vissuta, ormai lontana e mai distante, tenerezze nascoste, rabbia per parole mai dette, e ancora tanta voglia di dire, comunicare al mondo ciò che si ha dentro, voglia di trovare amore, e nel frattempo dare, e ancora dare con l’unica speranza di farsi ascoltare.

Grazie per le emozioni che le tue parole mi hanno saputo dare, GRAZIE per aver scritto AMORE PADRONE, non riesco a descrivere con le parole ciò che sento, ma………….. è tutto così vero.

Ciao, COMPLIMENTI

Claudia

 

Mauro: Già, “amore padrone” (ovvero: l’amore sopra tutto, oltre tutto e nonostante tutto…) è una delle mie preferite ed è stata così benevolmente commentata:

“Il tema è quello dell’amore tiranno, antico come il mondo (e la poesia), eppure ritrovato con l’incanto della scoperta attraverso l’incalzare delle quartine, il martellare del lemma chiave (“amore”), il dischiudersi di paragoni di sicura suggestione nella loro immediatezza (la scalata dei vv.9-10, il mare dei vv.13-14). La poesia, sapientemente costruita – si vede il refrain suggerito dalla chiusa delle quartine – ha la musicalità di una filastrocca, inesorabile nel perpetuarsi della verità che afferma. (R. Moscatelli)”.

COMPLIMENTI anche a te!…

…momenti di vita vissuta

ormai lontana e mai distante,

tenerezze nascoste,

rabbia per parole mai dette…

…tanta voglia di dire

quello che si ha dentro,

voglia di trovare amore

e intanto dare

e ancora dare

con l’unica speranza

di farsi ascoltare.

 

A me piace: è gridare quello che siamo e vorremmo trovare nell’ALTRO quando vorremmo fosse come noi, quando, il più delle volte, restiamo delusi… ma ancora ricominciamo, ancora ritentiamo, ancora ci facciamo del male… …ineluttabile destino al quale la sorte ci ha condannati. Non impariamo dai nostri errori… (ma sono veramente errori?)… sono questi però i momenti in cui “viviamo”, momenti che ci coinvolgono totalmente, che ci lasciano annichiliti per la loro forza e intensità, momenti che non si dimenticano, momenti comunque in cui ci siamo sentiti “vivi” e anche se lontani, come dici tu, non sono mai distanti! 

P.S.:   hai tante cose da dire e sai anche come dirle… perché non pubblichi le tue poesie in rete?

Sono sicuro che le tieni nascoste nel cassetto. Coraggio, sarò il tuo primo visitatore!

 

 

 

Lunedì, 26 giugno 2000

Oggetto: Le tue poesie.

Oggi, 26/06/2000 un’amica mi ha mandato una delle tue liriche. Ne sono rimasta entusiasta. Ne ho letta un’altra e adesso me le voglio centellinare. Complimenti. Ti sento molto in sintonia. Con estrema simpatia Eddy

 

Mauro: …troppo, troppo, troppo buona (addirittura “liriche”!!!). Grazie per centellinare le mie poesie.

Mi esalta pensare che quello che scrivo sia, come frutto prelibato, centellinato, mordicchiato con sottile piacere, come una primizia, come quello che più ci piace …quello che vorremmo non finisse mai.

Simpatia è il termine che meglio interpreta quella che tu chiami “sintonia”; simpatia nel suo vero e proprio significato etimologico: “sentire e soffrire insieme”, provare cioè le stesse emozioni, gli stessi sentimenti…

Ciao e saluta da parte mia la tua amica che ci ha fatto conoscere.

 

 

 

Martedì, 19 giugno 2000

Oggetto: sito.

…il tuo sito è stato una sorpresa (e come dici tu, Internet è bello per questo, per le sorprese che trovi, la libertà di fare e di dire…). Complimenti: al sito (bella l’idea di Power Point!) ed alle poesie, che hanno il potere di farci fermare e interrompere per un momento il nostro frenetico vivere quotidiano, come una piccola vacanza… Ciao

(Chiara Z.)

 

Mauro: ...proprio così. Anche la mente e il cuore hanno bisogno di “vacanza” intesa nella vera e propria accezione etimologica (lat. vacare = essere libero da, avere tempo libero per e quindi dedicarsi a) e la poesia per chi la legge (e per chi la scrive) è anche questo.  

 

 

 

Lunedì, 12 giugno 2000

Oggetto: Complimenti.

Ho trovato le tue poesie per caso, mi sono soffermata…. …la cosa più sensata che ho fatto nell’ultimo periodo.

(Simona B.)

 

Mauro: ho capito, è un momentaccio… la Rete può essere un buon rifugio quando le cose non vanno come vorresti… ne so qualcosa anch’io. Per quanto riguarda le “cose sensate” io ho smesso di chiedermi quali sono… forse ne faccio ancora meno di te.

 

 

 

Lunedì, 12 giugno 2000

Curiosavo in rete lettere d’amore e sono capitata sul tuo sito…prima di tutto mi ha colpito l’animazione …l’ho trovata rapida e ad effetto…mi dici come l’hai ottenuta? Che programma usi per costruire le tue pagine web? …ora torno a leggere le tue poesie.

Ciao Francesca.

 

Mauro: Il risultato, come dici tu, è ad effetto. A me piaceva l’idea del verso che compare… ad uno… ad uno…, come pesanti e ineluttabili sono le parole dell’amore, della rabbia, del dolore, dell’ironia. Ho lavorato su questo.

Lo strumento che ho usato è PowerPoint che trovi nel pacchetto Office. Ci ho perso sopra qualche ora di sonno (anche perché non c’è mai nessuno che ti insegni qualcosa in questa materia) ma poi sono riuscito, come si dice, “a fargli fare quello che voglio io”.

Una volta creata la presentazione animata (puoi aggiungerci sfondi, immagini, suoni, ecc.) è necessario salvarla come “pagina web” creando così file *.htm, lanciarlo e vedere il risultato che darà sulla Rete.

L’unico difetto è che molti effetti di PowerPoint non sono resi allo stesso modo dal linguaggio htm che comunque li uniforma in quei pochi che supporta.

Grazie della tua mail ma dimmi qualcosa anche delle poesie…

 

 

 

Venerdì, 9 giugno 2000

Grazie per le tue bellissime poesie, ci hanno regalato un’ora di emozioni in mezzo alla monotonia dell’ufficio ! ! ! ! ! ! ! 

marzia, grazia e deborah.

 

Mauro: …allora non piacciono solo a me… ciao a tutte!

 

 

 

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