THE VILLAGE [THE
VILLAGE, 2004]
Fino ad ora, gli abitanti di un villaggio, hanno vissuto
in pace con le Creature Innominabili che abitano nel bosco che li circonda,
minacciando le loro vite con la loro presenza
impercettibile. Ma questa pace ora è rotta dalle
stesse creature, proprio quando l’unica speranza per una giovane ragazza cieca
(Bryce Dallas Howard) è
attraversare il bosco e raggiungere la città per acquistare le medicine per
salvare il fidanzato (Joaquin Phoenix).
M. Night Shyamalan sa come
dirigere le scene di suspence e di terrore, sa come
creare l’atmosfera giusta, sa come muoversi per creare mistero e impazienza, ma
in The Village
sono veramente troppi gli elementi trascurati: la storia si sviluppa quasi
interamente nel secondo tempo, lasciando allo spettatore una certa sensazione
di vuoto e di inutilità riguardo la prima parte, i
personaggi secondari sono fin troppo stilizzati: Adrien
Brody delude nella parte del pazzo del villaggio; Joaquin Phoenix migliora, ottima come prima esperienza
quella di Bryce Dallas Howard,
credibilissima come cieca, e a poco serve il talento di Sigurney
Weaver, la cui parte sembra una fusione di due
personaggi estremamente diversi che si alternano a secondo delle esigenze di
una storia fantasma.
Da sottolineare comunque la
suggestiva fotografia, l’uso dei colori e l’ottima colonna sonora di James Newton Howard, fedele a Shyamalan da Il Sesto
Senso, con malinconici assolo di violino di Hilary
Hahn, citata per prima nei titoli di coda.
Ma c’è un tema da ricordare riguardo
al film, un tema che vale la pena cogliere e comprendere. The Village è una critica esplicita a quell’aspetto della natura umana per cui
la paura è solo la conseguenza di una forma cocciuta di ignoranza, dove si
reagisce ai problemi ritirandosi nel proprio villaggio interiore, dove il mondo
là fuori è un bosco nel quale ci attendono i mostri che noi tutti non vogliamo
affrontare. Dove gli stessi mostri, sono le persone diverse, di cui abbiamo
paura.
Chiariamolo, The Village non è un brutto film, ma manca comunque di qualcosa: forse di una storia più rifinita,
forse di un maggiore coinvolgimento nella prima parte. Ancora una volta Shyamalan gira un film furbo, con un finale che vale molto
più della storia intera, ma che davvero non basta a rendere The Village un
film completo.
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