SHREK 2 [SHREK 2, 2004]

La formula è sempre la stessa: vecchi personaggi, con l’aggiunta di qualche nuovo, un nuovo “cattivo”, e ancora più flatulenze e rutti… Forse ciò che rende Shrek 2 ancora più bello del primo è proprio la volontà di mantenere la stessa formula esplosiva e cambiare il tanto che basta per non renderlo una versione alternativa del primo. Shrek 2. Ovvero, quando i sequel funzionano.

Se nel primo la storia riprendeva l’epica cavalleresca, ora l’impostazione scelta è quella della commedia americana contemporanea. Shrek e Fiona sono appena tornati alla palude dopo un lungo viaggio di nozze e non vedono l’ora di cominciare la loro vita coniugale. Ma sono subito invitati nel regno di Molto Molto Lontano dal re Harold e dalla regina Lillian, padre e madre di Fiona. Come prenderanno il fatto che la figlia è diventata un orco e ne ha anche sposato uno? Ma c’è un altro pericolo: il Principe Azzurro rivendica l’amore di Fiona. Ma non temete, ad aiutarli il fedele Ciuchino ed un nuovo amico.

Ciò che porta una spruzzata di novità nelle avventure del nostro orco preferito sono proprio il tipo di storia scelta, ispirata a commedie come Ti Presento i Miei, fatte di una comicità e di dilemmi casalinghi; ma anche la conoscenza di nuovi ed originali personaggi come il Gatto con gli stivali, latino e passionale, assoldato dal padre di Fiona per incastrare Shrek, che poi finirà per passare dalla sua parte e ad aiutarlo, doppiato nell’originale da Antonio Banderas. Dalla parte dei cattivi finalmente una coppia di antagonisti non convenzionali e non più stereotipati: la Fata Madrina – egoista e calcolatrice nella sua comicità – proprietaria di una fabbrica di pozioni magiche, che vuole a tutti i costi sistemare il figlio Azzurro con Fiona; se pensavate che almeno il Principe Azzurro fosse “normale” vi sbagliate: Azzurro è un po’ troppo effeminato (Rupert Everett, sempre autoironico, presta la sua voce) e pensa più alla sua bionda chioma che all’amore di Fiona. Tra gli inediti personaggi fiabeschi fanno la loro comparsa la Sirenetta, la Bella Addormentata, Pollicino e Pollicina, e – tenetevi forte – finalmente l’Uomo Focaccina!

I realizzatori sanno che, soprattutto in un sequel, è facile perdere l’interesse e l’attenzione del pubblico, ma questo in Shrek 2 non succede mai. Colpi di scena a non finire (persino nei titoli di coda), umorismo mai scontato e gratuitamente buonista, citazioni che spaziano dall’inevitabile Il Signore degli Anelli a Mission: Impossibile, Pretty Woman e Godzilla; momenti musicali immancabili come la canzone della Fata Madrina, che esegue anche Holding Out For A Hero in stile disco anni ’70, o l’ormai celebre karaoke finale di Ciuchino e il Gatto con gli stivali che cantano un’azzeccata reinterpretazione di Livin’ La Vida Loca.

Il risultato è qualcosa di semplice e pazzesco allo stesso tempo, qualcosa di soffuso e adagiato, ma comunque divertente e frenetico.

Ancora un capolavoro magnifico. Grande nel divertimento, grande nelle aspettative e grande nelle sorprese. Per riconfermare, ancora una volta, che l’immagine non è tutto. E ribadire, sempre e per sempre, che l’amore vero trionfa sempre. E vissero tutti orrendi (ma felici) e contenti. Geniale.

 

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