LA DONNA PERFETTA [THE STEPFORD WIVES, 2004]
La commedia è il genere più rischioso. E il più difficile, per uno sceneggiatore, da rendere divertente, dinamico e, nei migliori dei casi, provocatorio quanto basta. Ma è anche il genere che offre sempre nuove opportunità e spunti. Sono le commedie che più riflettono e caratterizzano la società e il tempo in cui vengono girate. Al contrario dell’opinione di molti, la commedia non è un genere effimero; può diventare capolavoro. Può essere corrosiva, provocante, allegorica, o più ingenuamente spiritosa, divertente.
Ci prova anche Frank Oz (In
& Out), che al genere non è estraneo, e realizza La Donna Perfetta,
tratto dal romanzo dell’autrice di culto Ira Levin (Rosemary’s Baby) e
remake dell’originale La Fabbrica delle Mogli di Bryan Forbes del 1975.
Joanna (Nicole Kidman), business woman a capo di un network televisivo, in
seguito ad una crisi nevrotica si trasferisce col marito e i due figli a
Stepford, gioviale e perfetta cittadina del Connecticut, dove tutte le mogli
sono estremamente servizievoli e fedeli ai rispettivi mariti. Con la complicità
dell’amica scrittrice Bobby (Bette Midler) e dell’omosessuale Roger (Roger
Bart), Joanna tenta di capire, anche a sue spese, il segreto dietro alla
perfezione delle mogli di Stepford.
Lo sceneggiatore Paul Rodnick si
deve essere trovato davanti ad un dilemma insormontabile: prendere il libro e
il film originale, realizzati nel pieno del movimento femminista degli anni
‘70, sradicarli, e renderli efficaci e attuali. Il tentativo più riuscito è il
dissacrante lazzo dei reality e della TV di oggi, quello meno riuscito è
l’introduzione di una coppia gay, che finisce per ottenere l’effetto contrario
a quello sperato. Funzionano anche l’ironia e la demenzialità, l’ebetismo e la
bilateralità dei personaggi, ma proprio non si sa che direzione far prendere al
film. Il risultato è un’opportunità sprecata, che non sa se scegliere i
risvolti del thriller, del fantascientifico, o di entrambi, e che non sfrutta
in pieno tutto ciò che poteva offrire: il talento e la bellezza di Nicole
Kidman, che però in più di un’occasione è superata dalla “regina di Stepford”
Glenn Close e dal personaggio di Bette Midler, l’innocenza di Matthew Broderick
e lo charme di Christopher Walken, così come l’accurato e colorato complesso
scenografico (Jackson Degovia), musicale (David Arnold) e costumistico (Ann
Roth).
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