Differenze tra il David di Michelangelo e il David di Donatello

Per voi amanti dell'arte (ehhmmm) cercherò di spiegare le differenze che ci sono tra i tre David. Ognuno dei tre artisti ha creato un opera di per se originale, che è servita ai posteri come esempio da seguire: tutti e tre i geni dell’arte hanno creato opere sublimi, perché benché essi stessi nati da imitazione precedente sono serviti a loro volta ai posteri come modello. Analizzando il primo David, quello di Donatello, scorgiamo in esso alcune caratteristiche originalissime per l’epoca (1440-1443) infatti è il primo importante corpo nudo dall’età classica, e questa scelta influenzerà tutti gli altri artisti che se ne occuperanno. Qui il nudo non ha solo una valenza classica ma è legato alle dispute neoplatoniche che si andavano diffondendo a Firenze in quegli anni: in tale contesto sarebbe simbolo di umiltà e virtù. Donatello qui dà un'interpretazione intelletualistica e raffinata della figura umana, la posa ricalca la statuaria prassitelliana, il fregio con putti dell'elmo di Golia deriva forse da un cammeo delle raccolte Medicee. Il viso di questo David non è solo pensieroso, se lo si guarda attentamente trasmette quella sensazione di superiorità e malizia di un adolescente. Uno sguardo smaliziato che sa della sua impresa mastodontica e ne è orgoglioso. Il corpo giovane del David lo ritrae in tutta la sua perfezione e potenza, la spada inclinata, la testa inclinata e il piede appoggiato danno ulteriore prova della forza di un semidio, la sua bellezza lo rende un dio. La statua del David fu progettata per poter essere vista da più punti e si ispira all'arte ellenistica: corpo nudo (non più raffigurato dopo l'età classica), sbandamento dell'asse, daga usata come terzo punto d'appoggio, piede sulla testa di Golia, corpo morbido e vivace, come ritratto dal vivo. Il secondo David, di Michelangelo, è una delle più famose statue al mondo. Il successo del David di Michelangelo fu immediato, L'umanista Pomponio Gaurico nel suo dialogo "De Sculptura" del 1504 lo porta come esempio di arte eccelsa, lo stesso fece Benedetto Varchi anni dopo mentre a testimonianza del mito che la statua incarnava nella cultura umanistica rinascimentale valgono le parole di Giorgio Vasari nelle "Vite de'più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani, da Cimabue insino a' nostri giorni" nell'edizione del 1550 "E veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche o latine che elle si fossero....Perché in essa sono contorni di gambe bellissime et appiccicature e sveltezza di fianchi divine, né grazia che tal cosa pareggi, né piedi né mani né testa che a ogni suo membro di bontà, d'artificio e di parità né di disegno s'accordi tanto.E certo chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da qual si voglia artefice"Sin dai tempi della sua prima apparizione la statua del David venne celebrata come l'opera capace di mutare il gusto estetico del suo tempo e di affermarsi quale espressione ideale del rinascimento, tutto questo grazie alla applicazione dello studio anatomico al fine di rendere con forme virili possenti e armoniche l'immagine del nudo eroico, la cui forma era la realizzazione fisica, di un complesso insieme di valori filosofici ed estetici. I Fiorentini si immedesimarono con l'aspetto atletico e fiero del giovane eroe interpretandolo come espressione della forza e della potenza della città stessa nel momento del suo massimo splendore, per i sostenitori della Repubblica divenne il simbolo della vittoria della democrazia sulla tirannide esercitata in precedenza dalla famiglia Medici.Con il David si rinnova il canone della bellezza maschile rinascimentale, un corpo atletico al culmine della forza giovanile espresso da forme nate da uno studio attento dei particolari anatomici, come la torsione del collo attraversato da una vena e dalla struttura dei tendini, come le vene sulle mani e sui piedi, la tensione muscolare delle gambe; contratta quella di destra su cui si appoggia il peso, distesa quella di sinistra, che si allunga per il movimento, e la perfetta muscolatura del torso. Sono poche le inesattezze come un muscolo sul polso destro inesistente in realtà, che Michelangelo si inventa per dare maggiore forza espressiva al suo movimento, e una riduzione innaturale della spalla dovuta alla mancanza di materiale su cui lavorare.Il David dell'Accademia è ben diverso da altre interpretazioni che lo avevano preceduto come quello di Donatello dalle forme effemminate, riprese dalla statuaria ellenistica, interpretabili in senso religioso come l'eroe la cui forza viene da Dio, qui invece si trasmette un'idea di forza assolutamente autosufficiente. Allo stesso sistema di valori va associato lo sguardo fiero e concentrato rivolto al nemico, le ciglia aggrottate, le narici dilatate e la leggera smorfia sulle labbra che forse tradiscono un sentimento di disprezzo verso Golia. L'osservatore non capisce bene se David è ritratto nel momento che precede o che segue l'azione. Il Sasso non è rappresentato, così come non è rappresentata la testa del gigante, l'idea che Michelangelo trasmette è quella di una forza che sta per essere scaturita o che si è appena placata, che non è in atto ma che è in potenza, evidenziata dalla sua forma.Nel David di Michelangelo sono evidenziate anche le potenzialità espressive del disegno, che è la base dello studio e della conoscenza della forma maschile, praticato dal vero spesso studiando dei cadaveri trafugati.In Ossequio al criterio della visibilità Michelangelo ingrandisce alcune parti, la testa e le mani, che paiono sproporzionate, anche se dal disegno perfetto; questo perché il progetto iniziale dell'opera prevedeva una visione dal basso ad una grande distanza che richiedeva accorgimenti ottici per una migliore resa espressiva del corpo. Questo effetto parzialmente visibile anche durante la sua esposizione in Piazza della Signoria si è ulteriormente attenuato in seguito al suo trasferimento nel museo dove è stato collocato in un piedistallo più basso di 63 centimetri. Per quanto riguarda il David di Bernini, esso è talmente importante da essere considerato la prima vera statua barocca. Il committente dell’opera fu il cardinal Montalto che, un mese dopo, morì. La statua, non ancora terminata, venne acquistata da Scipione Borghese: il suo entusiasmo per il David fu tale che Gian Lorenzo dovette interrompere l’Apollo e Dafne e dedicarsi interamente alla nuova opera. David, profeta del Vecchio Testamento, è rappresentato nel momento cruciale della lotta contro Golia, nell’atto di tirare con la fionda la pietra che segnerà la sua vittoria. Ai piedi giace l’armatura della quale ha voluto disfarsi, fiducioso dell’aiuto di Dio. Sotto si intravede una lira: secondo la tradizione David è il primo re a introdurre musica e poesia nel culto religioso. Patrono della musica sacra, è accolto tra le mura della Villa Pinciana come uno dei più significativi simboli del mecenatismo di Scipione e Paolo Borghese. I tratti somatici della statua somigliano molto agli autoritratti di Bernini. Potrebbe essere vera la storia, narrata dai due biografi Domenico Bernini e Baldinucci, secondo cui Gian Lorenzo, per cogliere al meglio l’espressione di un viso sotto sforzo, guardava se stesso in uno specchio che gli reggeva il cardinale Barberini. Il confronto con Michelangelo, era e resta inevitabile. L’idea Michelangiolesca di raffigurare un l’eroe in un momento di profonda concentrazione viene qui sviluppata in maniera dinamica. David qui è assorto e focalizzato sul suo obbiettivo, ma è rappresentato nell’attimo in cui, assunta la posizione di tiro, sta per mollare la fionda. Così facendo Bernini dà alla scena una durata narrativa legata alla dinamica del gesto. Il David di Michelangelo è rappresentato in una meditativa immobilità, quello di Bernini in una sequenza di pensiero e azione.