tracciare

 

L'installazione vuole esplorare la mappa come strumento di conoscenza basato sulla sovrappposizione di diversi tracciati grafici e si presenta come rappresentazione iconica del pensiero.

Il progetto parte da una visione diagrammatica della mappa dei trasporti di Roma; si fonda e si sviluppa sulla particolare posizione del sito che ospiterà l'installazione: esso si pone come una grande vetrina che guarda ad un importante snodo ferrotramviario a pochi passi da uno dei più importanti nodi dei trasporti che è P.le Flaminio.

Lo strumento mappa, il sito ed il progetto si trovano così indissolubilmente annodati l'uno con l'altro.

La mappa dei trasporti viene, in questo modo sfaldata nei suoi tracciati, che vengono interpretati come layers e lanciati nello spazio.

Ad ogniuno di questi strati è associata una funzione. Al primo livello una grande seduta, procedendo verso l'alto degli schermi informativi sullo strumento, delle postazioni web, dei supporti tecnici per proiettare e infine l'illuminazione.

pianta dell'installazione

vista prospettica

L'installazione si ramifica nello spazio delimitato dalle due campate del padiglione, intercettando e rallentando il flusso dei visitatori.

 

 

 

Le postazioni web alludono alla loro funzione di mappa del cyberspazio e alla capacità della mappa di rappresentare la virtualità, contenendo contemporaneamente diversi possibili percorsi, ponendosi, in tal modo, quasi come metafora dell'ipertesto.

prospetto sulla fermata dei tram

Per chi guarda dall'esterno l'installazione è filtrata da una superficie traslucida sulla quale viene proiettata la mappa dei trasporti tramviari. Questa vuole interagire con chi aspetta passivamente il tram rendendolo soggetto attivo. L'obiettivo vuole essere quello di far sì che questa divenga una finestra aperta sugli altri principali snodi tramviari e dando una vista di questi in tempo reale contando anche su una possibile collaborazione dell'ATAC.

 

addendum

 

L'installazione deve in realtà già molto al libro di De Kerckhove, nella scelta dello strumento, mi ha fatto conoscere l'atlante del cyberspazio e le grandi potenzialità della mappa. Ma ha avuto grande importanza anche il concetto di GVS per un analogo collegamento tra le fermate del tram, da visualizzare sulla vetrina del padiglione. Comunque nel riprenderlo sotto mano, ho riflettuto sulla possibilità di potenziare il legame di interattività dell'installazione dando ai visitatori la possibilità di tracciare un loro percorso, magari memorizzando i loro spostamenti all'interno dell'allestimento per rivisualizzarli su uno degli schermi dell'installazione come layers sovrapposti, da cui risulterebbe una mappa diagrammtica dell'intero allestimento.