LA STORIA DI...        ALICE         

Ciao a tutti, mi chiamo Alice e sono una splendida gattina bianca e grigia con gli occhi azzurri e una coda super-morbidosa.        La mia storia comincia a Palermo in un soleggiato mattino di aprile del 2002 (il 18° siamesoro del Miogattomiao). Erano già un paio di giorni che "girellavo" randagia per le vie del centro. Avevo tanta fame e una gran sete e zoppicavo un po'. Cercavo di intrufolarmi nei negozi e nelle rimesse per cercare aiuto ma venivo sempre cacciata via. Verso mezzogiorno (ora di pappa, secondo il nostro orologio biologico felino) incontrai una ragazza, avrei saputo più tardi che si chiamava Francesca. Camminava a pochi passi da me, quando ad un tratto qualcosa sembrò attirare la sua attenzione... veniva proprio verso di me!

Quel giorno ero stanchissima. Ritornavo dall'università dopo due ore di Epigrafia greca, e dovevo ancora prelevare al Bancomat, passeggiare Bobby, e di pomeriggio le lezioni private. Stavo camminando in via Guccia, tutta assorta nei miei pensieri, quando vidi davanti al mio garage una bellissima gattina. Credevo che se mi fossi avvicinata troppo sarebbe scappata, così mi tenni a pochi passi da lei, mi chinai e la chiamai: "Micia, vieni qui". La splendida cuccioletta non se lo fece dire due volte, corse subito verso di me facendo le fusa e strusciandosi sulla mia mano. Io la sollevai dolcemente e lei si abbandonò totalmente tra le mie braccia! Era proprio un batuffolino! Pensai subito che fosse scappata da qualche abitazione, così andai per il quartiere chiedendo se qualcuno avesse perso un gatto. Ma purtroppo non riuscii a sapere nulla. La micia intanto si era addormentata in braccio a me. Non ebbi il cuore di lasciarla dove l'avevo trovata... non avrei potuto mai così, non senza qualche remora, mi decisi a portarla su da me... per il momento almeno. Citofonai a mia sorella: "Laura, chiudi i cani!"...

Mi svegliai in un posto nuovo. Non ero più per strada, ma chiusa in una stanza. Attorno a me c'erano tanti odori strani e tra questi riconobbi subito l'odore dei cani! Poi è arrivata Francesca, carica di ciotole. In una c'era tanta pappa buona, in un'altra l'ACQUA!! Avevo una sete terribile! Subito dopo Francesca mi ha portato addirittura una toilet a domicilio (ho fatto i miei bisognini, sono una gatta molto pulita). Poi mi hanno presentato altri gatti. Uno di questi, un gatto rosso un po' provinciale non faceva che farmi delle "avences", mentre un altro, un vero "aristogatto" è stato molto gentile ed educato con me. Mi trovavo a mio agio, ma dietro la porta della mia camera sentivo delle presenze ingombranti...

Alice dormì tutto il pomeriggio. Era davvero stanchissima. Io e la mia famiglia non sapevamo cosa fare. Non poteva restare da noi, eravamo già al completo con due cani e tre gatti! Inoltre eravamo preoccupati per la sua salute perché zoppicava vistosamente. Alla fine la mia mamma, verso sera, dopo svariate telefonate ad un centinaio di persone, riuscì a trovarle una casa. Una sua cara amica, Beatrice, aveva deciso di prendere Alice con sé. Eravamo molto felici, ma prima di darla dovevamo farla visitare da un veterinario per assicurarci che la sua zampina non fosse rotta. Prendemmo un appuntamento per il giorno dopo. Quella sera venne a trovarmi Michele che aveva sempre desiderato una gattina e non appena vide Alice, così buona, così docile e affettuosa se ne innamorò. Purtroppo la sua mamma non avrebbe mai acconsentito ad accoglierla in casa. La convivenza non sarebbe stata facile...

Quella sera ero davvero felice, facevo allegramente le fusa distesa tra Francesca e Michele. La notte ho dormito con Francesca ma mi svegliavo continuamente perché - mi vergogno un po' a dirlo - ero piena di pulci. La mattina seguente mi misero dentro una grande scatola con le sbarre e Francesca, sua mamma e Michele mi portarono in un altro posto. Quella volta non mi è successo nulla, c'era un signore molto alto che mi toccava la zampa, ma le volte successive... una bella punturina non me l'avrebbe tolta nessuno!

Per fortuna Alice non aveva niente di grave alla zampetta, sarebbe guarita entro pochi giorni. Eravamo tutti più sollevati così quel pomeriggio l'avremmo potuta dare a Beatrice. Ma... successe qualcosa che stravolse tutti i nostri programmi. Alice aveva fatto breccia nel cuore di Michele, e lui non avrebbe potuto dimenticare tanto facilmente quegli occhi blu! La casa di Michele venne colpita da una sorta di guerra civile. La opposte fazioni in campo combatterono fino allo stremo delle loro forze. Da una parte i fautori di Alice: Michele e suo fratello Alessandro; dall'altra i detrattori: suo fratello Giovanni e la madre. Più neutrale della Svizzera, impermeabile ad ogni conflitto stava il padre imparziale. Michele dovette rassegnarsi, amante della pace più di ogni altro, ritirò le sue truppe imbronciato e silenzioso. Era l'inizio della guerra fredda. Ma sua madre non sopportava di vederlo così. A poco a poco dentro di sé cedette nelle sue posizioni e prima che a casa in cuor suo accoglieva Alice. 

Di pomeriggio vennero a trovarmi delle persone. Tenevano in mano un'altra scatola con le sbarre, così capii che si traslocava un'altra volta. Sembravano simpatici, ma poi successe qualcosa... non capii mai perché ma se ne andarono via senza di me...

Mia madre aveva detto alla sua amica che Michele voleva Alice per sé. Beatrice fu molto comprensiva e a malincuore rinunciò alla sua bella gattina. Michele non sapeva nulla di tutto ciò. Quella sera mi chiamò: era arrabbiatissimo. Mi raccontò dei litigi di quel pomeriggio e di quanto fosse dispiaciuto di non potere avere Alice. Io gli dissi, mentendo, che l'avevamo regalata e che stava bene nella sua nuova casa. Lo sentivo molto giù, così gli dissi "Ti vengo a trovare", lui rise, sapendo benissimo che io di sera non guido (e certe volte neanche di giorno!), "Scommettiamo?" gli chiesi... Sua madre venne a prendermi poco dopo. Io le presentai Alice e non appena la vide esclamò: "Tanti problemi per una cosina così piccola?!". Preparai il corredo ad Alice: cuccia, ciotola, lettiera, croccantini, la misi dentro la gabbietta e ci incamminammo verso casa di Michi. I suoi entrarono subito; io, Laura e Alice aspettammo fuori dalla porta. Dopo un po' bussiamo ed entriamo con Alice tra le braccia...e non scorderò mai la faccia di Michi! Da quel momento in poi la storia di Alice la scriverà Michele, giorno per giorno tra mille difficoltà e mille momenti felici. Ma l'ultima parola spetta ad Alice.

Grazie Michi per avermi accolto nella tua casa, grazie per i tanti sacrifici che tu e la tua famiglia fate ogni giorno per me. So di non essere la gatta perfetta, a volte sono un po' troppo vivace e un po' pazzerella, ma ti voglio bene e spero che tu me ne vorrai sempre!

ALICE e FRANCESCA