Con i bambini di 5 anni abbiamo voluto valutare le convinzioni personali relative al concetto di metà; il loro rapporto personale con questo sapere; le situazioni nelle quali scelgono di collocarsi per parlare di questo oggetto; la scelta che fanno, per sé o per un interlocutore diverso, dei tratti distintivi di una rappresentazione di quel particolare sapere.
Ai bambini abbiamo posto le domande che seguono, adattandole, secondo la scelta delle insegnanti in relazione ai momenti e ai contesti, ma lasciando invariato il senso delle stesse.
I bambini potevano rispondere in qualsiasi registro semiotico: proposizionale, figurale, pittorico o misto.

1)Che cos'è per te la metà?

2)Come fai a farla capire ad un tuo compagno?

3)Perché hai fatto questa scelta? Oppure: Perché hai scelto di parlare di (caramelle, torte, …, ossia ciò che è stato scelto dal bambino)?

4)Di quello che hai detto per parlare di metà, che cosa è indispensabile dire e che cosa puoi sostituire o eliminare?

5)Che cosa ti è venuto in mente appena ti ho detto la parola metà?

6)Esistono secondo te altre situazioni oltre a quella che tu hai rappresentato, dove si può parlare di metà?

7)Quali? Me ne vuoi parlare oppure me le vuoi rappresentare?

8)È la stessa cosa far capire la metà in un modo o in un altro? Che cosa cambia?

9)Fra tutti quelli che mi hai fatto vedere quale ti piace di più? Perché? Hanno lo stesso significato? Hanno le stesse conseguenze?

10)Se tu fossi una maestra che cosa diresti per parlare di metà?

11)Parlare di metà con un tuo compagno o con la maestra è diverso? Perché?
Faresti scelte diverse?

Siamo consapevoli che queste domande possono risultare molto complesse per i bambini di 5 anni, ma è, a nostro parere, fondamentale partire dall'indagine sulle loro convinzioni.

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L'uovo di Pasqua che si
spezza in 2 per 2 bambini.
(Thomas, 5 anni)
L'uovo di Pasqua che si
spezza in 2 per 2 bambini.
(Thomas, 5 anni)
Una metà di una mela.
(Davide, 5 anni)
È la parte della terra dove è giorno o
quella dove è notte. (Giulia, 5 anni)
È la parte della terra dove è giorno o
quella dove è notte. (Giulia, 5 anni)


Successivamente abbiamo mostrato ai bambini suddivisi in piccoli gruppetti, delle rappresentazioni fatte dall'insegnante e delle rappresentazioni fatte dai loro compagni e abbiamo chiesto di scegliere quelle rappresentazioni che secondo loro rendevano meglio l'idea e di motivare le loro scelte.

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È un rotondo, con
una parte viola e
una bianca. Chi
l'ha fatto, l'ha
voluto dividere a
metà e per
farcelo capire ha
colorato una
parte sola.
È un rotondo, con
una parte viola e
una bianca. Chi
l'ha fatto, l'ha
voluto dividere a
metà e per
farcelo capire ha
colorato una
parte sola.
È una striscia
colorata a metà
rossa; chi l'ha
fatta voleva dire
che la metà è
una delle due
parti o quella
bianca o quella
rossa.
È un rotondo, con
una parte viola e
una bianca. Chi
l'ha fatto, l'ha
voluto dividere a
metà e per
farcelo capire ha
colorato una
parte sola.
È una striscia
colorata a metà
rossa; chi l'ha
fatta voleva dire
che la metà è
una delle due
parti o quella
bianca o quella
rossa.
È una bottiglia
mezza piena di
acqua rossa.
Questo è Arlecchino: è
fatto di una parte sola.
Vuol dire che l'altra parte
non c'è, quella che
manca è uguale e allora
questa è una metà di
Arlecchino.
Questo è Arlecchino: è
fatto di una parte sola.
Vuol dire che l'altra parte
non c'è, quella che
manca è uguale e allora
questa è una metà di
Arlecchino.
Prende un cioccolatino di
ciascun colore e lo
mette su un piatto e lo
stesso per gli altri e mi
dice: "Li ho divisi a
metà!". La maestra
voleva che io dividessi i
cioccolatini a metà.

Queste rappresentazioni vogliono dire tutte la stessa cosa: sono tutte cose divise a metà. Si capisce meglio di tutte i cioccolatini nei 2 piatti; la più bella è la bottiglia con l'acqua rossa, la più brutta il cerchio, la più semplice la striscia. Io userei i cioccolatini, secondo me la maestra usa il disegno di Arlecchino.
Meglio di tutti è il disegno mio della mela, perché si taglia in mezzo.

Infine abbiamo fatto "leggere" le rappresentazioni prodotte da alcuni bambini ad altri compagni e poi abbiamo messi a confronto le loro interpretazioni.

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STEFANO - Il più
chiaro è quello di
Andrea. I pupazzetti
sono a metà, ce l'ha
un bambino e l'altro.
STEFANO - Il più
chiaro è quello di
Andrea. I pupazzetti
sono a metà, ce l'ha
un bambino e l'altro.
ANDREA - Il più
chiaro è quello di
Stefano. È giusto.
Ha diviso i
mattoncini, sono 8…
1-2-3-4…..1-2-3-4
STEFANO - Il più
chiaro è quello di
Andrea. I pupazzetti
sono a metà, ce l'ha
un bambino e l'altro.
ANDREA - Il più
chiaro è quello di
Stefano. È giusto.
Ha diviso i
mattoncini, sono 8…
1-2-3-4…..1-2-3-4
FEDERICA - Più
di tutti mi piace
quello di Andrea. I
pupazzetti li ha
divisi come questo
(indica il proprio
disegno)
STEFANO - Il più
chiaro è quello di
Andrea. I pupazzetti
sono a metà, ce l'ha
un bambino e l'altro.
ANDREA - Il più
chiaro è quello di
Stefano. È giusto.
Ha diviso i
mattoncini, sono 8…
1-2-3-4…..1-2-3-4
FEDERICA - Più
di tutti mi piace
quello di Andrea. I
pupazzetti li ha
divisi come questo
(indica il proprio
disegno)
STEFANO - È
bello anche quello
di Federica. Ha
diviso i fiori a
metà. Ne ha dato
una a Luca e un
altro a Fede.
STEFANO - Il più
chiaro è quello di
Andrea. I pupazzetti
sono a metà, ce l'ha
un bambino e l'altro.
ANDREA - Il più
chiaro è quello di
Stefano. È giusto.
Ha diviso i
mattoncini, sono 8…
1-2-3-4…..1-2-3-4
FEDERICA - Più
di tutti mi piace
quello di Andrea. I
pupazzetti li ha
divisi come questo
(indica il proprio
disegno)
STEFANO - È
bello anche quello
di Federica. Ha
diviso i fiori a
metà. Ne ha dato
una a Luca e un
altro a Fede.
FEDERICA - Quello
di Stefano fa capire
più di tutti la metà
perché ha diviso le
costruzioni…di
qua… e di là. Dai
numeri si capisce
che sono uguali.

I risultati di questo lavoro sono stati molto interessanti, ricchi e significativi per ogni attività proposta; anche dalle domande più difficili, che in effetti non sono state risposte da tutti, si sono ottenute importanti informazioni.

Su questo lavoro è possibile leggere un articolo della prof.ssa Silvia Sbaragli
“Pratiche personali” e “pratiche condivise” nella scuola dell'infanzia
http://www.dm.unibo.it/rsddm/it/articoli/sbaragli/sbaragli.htm

Si possono trovare interessanti spunti anche nel libro: Fandiño Pinilla M.I., Santi G., Sbaragli S. (2008)
"Insegnamento ed apprendimento delle frazioni in aula. Ricerche prospettive ed esperienze."
Archetipolibri, Bologna, 2008.




matecorin@libero.it