traduzione di Daniele "squek"

Questa intervista è apparsa nel mensile americano "YM Magazine" nel marzo 1997

A quali autori ti senti più vicino musicalmente?
RT:Gli artisti che maggiormente mi hanno ispirato sono stati autori come Elton John, Bernie Tapupin e Tom Petty. Ora riesco anche ad incontrare molte di queste persone.
Il fatto che spesso questi artisti riconoscano la qualità del mio lavoro mi aiuta ad essere più consapevole di quello che sto facendo.

Se tu e la band poteste lavorare con un altro gruppo, quale sarebbe?
RT: Beh, i R.E.M. sono il nostro modello di coerenza. Non importa quanto successo hanno ottenuto, loro sono comunque sempre rimasti fedeli alla loro musica.

“Yourelf or someone like you” è un disco in cui si coglie spesso la sofferenza, anche quella tua personale. Ci sarebbe stato comunque questo disco senza questa connotazione?
RT: No. Io credo che riconoscere il dolore per capire qual è il tuo posto nel mondo sia una cosa giusta. Non ho mai pensato che quello che ho passato fosse totalmente negativo, perché l’ho sempre vissuto come un’occasione per crescere.

Mi piace molto la canzone “Girl Like That”. Di cosa parla?
RT: E’ una canzone che parla di come si possa essere innamorati di una ragazza per ragioni completamente sbagliate. Vivi una relazione con questa ragazza, ma ti accorgi che non è quello che pensavi fosse.

Che cosa ti ispira maggiormente nello scrivere le canzoni?
RT: Qualsiasi cosa che riesca a farmi provare un’emozione. Può essere qualcosa che ho visto in un film, qualcosa che mi succede nella vita di tutti i giorni, o qualcosa che vedo dal finestrino della macchina. Si potrebbe dire che mi può ispirare anche soltanto una singola frase. “Push” l’ho scritta perché avevo questa frase in testa: “mi sento un po’ spossato”. Sono partito da questa frase per realizzare il testo di “Push”.

Qual’è la cosa più curiosa che è successa a te o alla tua band durante uno dei vostri concerti?
RT: Durante un concerto a San Diego una signora di 50 anni è saltata sul palco nel bel mezzo dell’esibizione e mi ha abbracciato, poi ha alzato la gonna e ha cominciato a ballarmi attorno mentre stavo cantando… è stato veramente imbarazzante.

Molte ragazze impazziscono per voi. Questo come vi sa sentire?
RT: Noi amiamo tutti i nostri fan, e se qualche ragazza crede che siamo attraenti ne siamo lusingati. Ma credo sia sbagliato che la gente cerchi di invadere la tua intimità.

So che siete anche impegnati per i giovani senzatetto...
RT: Sì, nel nostro ultimo tour abbiamo collaborato con un’organizzazione chiamata “Children of the Night”. Sembra che questi ragazzi siano stati quasi dimenticati dal resto della gente. Ad ogni concerto mettevamo dei contenitori nei quali la gente poteva lasciare vestiti, carte telefoniche e quant’altro potesse aiutarli in qualche modo.

Qual’è la tua più grande paura?
RT: Beh, non voglio morire presto! Ci sono ancora molte cose che vorrei fare…
Morire e volare, credo siano le due cose delle quali ho più paura!

Attualmente sei impegnato affettivamente?
RT: Sì... sto per sposarmi. Lei si chiama Marisol, e viene da New York.

Cosa ti ha colpito di lei?
RT: Quando l’ho incontrata lei non aveva mai visto il video di “Push”. Questa era una nota positiva, sapevo che era interessata a me non per quello che facevo, non perché sono in una band. Inoltre credo che una donna debba essere totalmente indipendente e non accettare qualsiasi cosa io decida di fare. Molte persone alle quali sono stato legato mi lasciavano fare qualsiasi cosa, credo sia giusto che ci sia qualcuno che mi dica che non può essere così.