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Le classi di fuoco o d'incendio

A seconda dei combustibili coinvolti nell'incendio, in base allo stato fisico, ma più per il loro comportamento nella combustione ed i diversi metodi di estinzione abbiamo le seguenti classi di fuoco o d'incendio.

Classe A: materie solide organiche che formano brace (carta, legna, carbone, gomma).
Classe B: liquidi infiammabili e solidi liquescenti (alcooli, benzine, lubrificanti, vernici, cere).
Classe C: gas e vapori infiammabili, gas liquefatti (idrogeno, metano, acetilene, GPL).
Classe D: metalli combustibili e metalli fusi (zinco, sodio, potassio, magnesio, litio).
Classe E: incendi di apparecchi elettrici in tensione.

 

Analisi delle classi di fuoco

Classe A
Più elevata è la superficie di intimo contatto, più veloce e violenta è la combustione.

Classe B
Distinguiamo le tre categorie dei liquidi infiammabili che si differenziano per la temperatura d'infiammabilità:

  1. Inferiore 21°C (alcooli, benzine)
  2. Da 21°C a 65°C (vernici)
  3. Superiore 65°C (gasoli, oli minerali e vegetali, grassi lubrificanti, plastiche)

Classe C
In considerazione di quanto già detto per il campo d'infiammabilità racchiuso tra i limiti inferiore e superiore d'esplosività (Li e Ls), sottolineamo che più è elevato tale campo, maggiore è la pericolosità del combustibile.

Gas %Li %Ls
Butano 1,5 8,5
Propano 2,5 9,5
Metano 5,3 14,0
Idrogeno 4,0 75,0
Acetilene 2,5 80,0

Classe D
Ha la caratteristicha che, per procedere all'estinzione di incendi appartenenti a tale categoria, non va assolutamente utilizzata acqua, in quanto l'elevatissima temperatura di combustione e quindi energia termica che raggiungono, provoca la scissione della molecola stessa dando origine così a idrogeno (combustibile) e ossigeno (comburente). Gli effetti che se ne producono sono violente fiammate ed esplosioni.