XTC
discografia semi-ragionata
C'erano tutte queste discussioni sui
giornali, sulle riviste, alla TV. 'Cos'è questo nuovo fenomeno?
Cos'è questo punk rock? E' punk onew wave? Come dobbiamo chiamare sta
roba? Pensavo
fosse stupido, perché secondo me era solo del gelato. Gusti diversi di
gelato.
[Andy Partridge]
White Music [1978]
Xtc punk? Essere punk per loro forse è significato non aver al
tempo ancora scoperto l'accordo di settima diminuita - per il resto come accostare
quest'esplosione di suoni omogeneamente *musicali* - certo più rough
di quanto ora sappiamo - ma epistemocentricamente pop a un disco dei Crime o
dei Randoms, o dei 4skins?
Un gruppo punk non coverizzerebbe All along the watchover con le tastierone
atmosferiche, gli spezzati talkingheadsiani, con i balbettii e i canali fantasma
a frusciare aggratise. Un gruppo punk sarebbe davvero già morto se incidesse
Statue of Liberty, This is pop, Science Friction (Nota: London Calling
NON è un disco punk).
Si conclude dunque che trattasi di opera figlia dei suoi tempi nei suoni, ma
ben già altrove in questioni noetiche. Piccoli ordigni ad orologeria
pop pronti a deflagrare al primo ascolto. Gli si aggiunge una spruzzata di dissonanza
(Xwires), un tocco lieve di schizofrenia (I'm bugged), l'anthemismo
autoinoculante (Radios in motion) e
tutta l'arte del mondo nell'edificare senso dall'alienazione tecnologica (Dance
band) e tanto altro che però è solo formalmente
descrivibile con parole varie. Un esordio fulminante.
Voto 7,5
pezzi preferiti: Radios in motion, This is pop, I'll set myself on fire.
Go2
[1978]
Registrato a brevissima distanza da White music, risente un po' di una
qualità inferiore della composizione, e un incremento significativo della
componente melodica che probabilmente è solo il farsi più velato
di quella speri-mental.
Consideriamo pure che il terzo xtc allora non era Gregory ma tale Barry Andrews,
le cui composizioni non calavano né ad Andy né a Colin. (ascoltare
per credere: My weapon e Super Tuff - messe una dopo l'altra sintomaticamente).
Un disco cmq interessante, non fosse altro che per la presenza di:
pezzi preferiti: Are you receiving me?, Battery Brides, Meccanic Dancing
(Oh We Go!)
voto: 6,5
Drums
and wires [1979]
Qualcosa di dannatamente particolare è successo: basta calare la puntina
su Making plans for Nigel per accorgersi del grosso salto effettuato
dal gruppo. In my humble opinion questo salto si chiama principalmente
Dave Gregory, chitarrista dall'arrangiamento colto e geniale, capace all'uopo
di suonar pure la tastiera. Di fatto Go2 e Wasp Star (il non ancora e il non
più di Gregory negli XTC) sono i due anelli deboli della poderosa catena,
ma magari è una coincidenza.
Beh, questo è il primo capolavoro, e non c'è niuno che non lo
veda.
Oltre a contenere dei classici assoluti della cosidetta new wave (Making
plans for Nigel:psycho=new wave:garage) il disco è uniformente tappezzato
di canzoni da urlo, da melodie nervose e svampite, da
arrangiamenti fantasiosi ed eclettici. Il titolo è in qualche modo rivelatore:
gli elementi trainanti son le chitarre (Gregory è secondo
chitarrista laddove Andrews - che lascia- era tastierista) e i ritmi di Chambers
che si fanno meno monolitici e permettono un ampliamento del campionario psico-emotivo
delle composizioni.
voto: 8,5
pezzi preferiti: When You're Near Me I Have Difficulty, Scissor Man,
Making plans for Nigel.
Black
sea [1980]
Incredibilmente, invece di calarsene, gli Xtc vanno oltre gli alti raggiungimenti
di Drums and wires, e in un colpo solo ne cancellano le (già minime)
ingenuità. Le mani dei due swindoniani ormai son tarate solo per classici,
pezzi che nascono già vecchi nel senso più alto possibile del
termine. Qui la new wave s'innalza al classicismo pop: fioccano le canzoni indimenticabili.
I ritmi sempre in bellissima evidenza, la melodia che scopre gli archetipi nascosti
degli ottanta
che verranno, il forte amore per il pop classico dei sixties, i testi che si
fanno progressivamente più attenti (e santamente idiosincratici) al mondo,
quel sant'uomo di Gregory che riesce a
rendere sopraffine anche le idee meno fondate (leggasi le ottime bonus tracks
dell'edizione in cd), e un suono che ormai è extaticametne unico e riconoscibilissimo.
voto: 9
pezzi preferiti: Respectable street, Rocket from a bottle, Sgt. Rock
(is Going to Help Me).
English
Settlement [1982]
Credo che a questo punto Partridge abbia avuto la netta sensazione di esser
il più grande compositore di canzoni pop della terra. Anche io, al posto
suo, ne avrei approfittato; a maggior conto che anche Colin è in grandissimo
spolvero.
Album doppio dunque (l'ultimo grande esemplare?); la tensione di Black sea
si stempera ulteriormente, e nell'arcadia a cui ci indirizza troviamo un meltin'
pot sonoro invidiabile: sonorità di pura britannicità accostate
a seduzioni mondiste, ondatone novelle (nere
ovviamente) s'infrangono su acusticismi snob fino a stordire di tanta opulenza
mai sciatta. Il suono è way more professional ma mai asettico. Questo
è il White album degli Xtc, anche se Andy e Colin vanno sempre
d'accordo e incidono insieme. Intoccabile.
voto: 9 (ed è doppio)
pezzi preferiti: Jason And The Argonauts, Yacht Dance, Snowman
Mummer [1983]
E così Partridge dice addio alla vita pubblica di suonatore, e prende
forma l'idea di voler fare il dispensatore automatico di delizie, il perfetto
maieuta del perfetto studio di registrazione , e per di più - dovranno
esserci gli uccellini sul davanzale e gli elementi naturali essere pacificati.
Mummer è il frutto di questa presa di-stanza, è il prodotto
di un anelito alla pace interiore e la torre d'avorio del forbito chansonnier.
Forse un po' involuto rispetto all'estroversione sincretistica di English Settlement,
Mummer dispensa comunque momenti altissimi e anticipa i toni pastorial/bucolici
di Skylarking.
voto: 8
pezzi preferiti: Love On A Farmboy's Wages, Great Fire, Ladybird ---menzione
speciale-->Wonderland (troppa delizia per non volerle bene)
The
big express [1984]
Questo è forse il più ignorato dei capolavori xtciani. Certo è
un po' una boa nel percorso del gruppo: è il solido basamento della seconda
giovinezza. Dal punto di vista del lavoro in studio, gli XTC sono diventati
più puntigliosi dei Pink Floyd di Waters; fuori Chambers si
affideranno ad un batterista oltre che -come hanno quasi sempre fatto - ad un
produttore diverso per ogni disco; compositivamente i due swindoniani portano
alla luce tutti i classici pop che ancora la storia (e l'alchimia) umana può
offrire.
Il tono è mediamente solare e pieno, con bruschi precipizi di
terrore (This world over, il finale di Wake up).
Fatto sta che tenere in mano quest'oggetto è come tenere in mano un feticcio
e un totem: il capolavoro wave (Wake up sta insieme a Nigel fra i manifesti),
il capolavoro sonoro, uno dei capolavori creativi.
Voto 9-
pezzi preferiti: Remember the sun, Wake up, I Bought Myself A Liarbird.
Skylarking
[1986]
Nella mani di Rungren, e il rapporto non idilliaco (nonostante la falsa testimonianza
del disco) che ne verrà, gli Xtc provano un piccolo viaggio temporale,
insieme al Doctor Who: entrano nella cabina (di incisione) e si ritrovano come
Benigni e Troisi in pieno Rinascimento, e hanno tutto il tempo di riscrivere
le loro Yesterday, le loro Cry baby Cry e le loro Dear
(god!) Prudence. Qui la new wave è superata di colpo, e lo sguardo
antinebbia posteriore è più acuto. Il dio Pan scorrazza per i
campi con un mangiadischi diffondendo Beach boys, Sagittarius et similia. Anche
se l'incisione di copertina non è una fellatio come potebbe sembrare
a primo sguardo, potebbe esserlo.
Le composizioni sono ottime, ma in qualche episodio leziose fino allo spasimo,
inutili come tutte le cose che non esistono, come il senso della realtà
di Rundgren, ad esempio. Un disco che vi sottrae alla realtà, anche se
la realtà non vi dispiace troppo.
Se non ci fosse Dying lì alla fine non avrei nessun dubbio a togliere
mezzo voto.
Ma Dying è una lametta piazzata con il chewing gum alla fine di
uno scivolo di acquapark.
voto 9
pezzi preferiti: 1000 umbrellas, Another satellite, Dying.
Oranges
and Lemons [1989]
Che peccato che Oranges and Lemons non sia il miglior disco del catalogo
XTC: eppure non ci sarebbe voluto molto. Sarebbe bastato eliminare una delle
4 facciate e temporeggiare un po'. Strumentalmente gli Xtc possono ormai tutto
e hanno una grandiosità progettuale
strabiliante, una sensibilità di modernariato psichedelico che non ha
pari. Un pezzo come Garden of earthly delights non avrebbe potuto inciderlo
nessun altro gruppo sulla faccia della terra, un pezzo come The mayor of
Simpleton solo uno dei migliori, Chalkhills and
children solo *il* migliore. Ma qui è più facile indicare
i pezzi che riempono un po', perché il resto è oro lucente: ecco
togliete a questo disco l'inutile Here Comes President Kill Again, l'insensata
Across The Antheap, l'anodina Miniature sun.
Toglietele dalla lista winamp e godetevi il disco più maltrattato degli
Xtc.
voto: 8+
pezzi preferiti: Chalkhills and children, Garden Of Earthly Delights,
The Mayor Of Simpleton
Nonsuch
[1992]
E' più dimesso, meno frenetico di Oranges e lemons, ma più
penetrante e profondo, meno orizzontale e più verticale, più rosso
denso che arancione. Suona però più come una raccolta di grandi
successi che un disco concepito come tale; il che non è necessariamente
un male.
Certo il fatto di essere prodotto dal produttore di Elton John spiega abbastanza.
Ma pagliuzze nell'occhio di Polifemo, aghi nel Pagliaio di Ciccio di Nonna Papera
detto Ugo solo in Utah; Nonsuch è un disco meraviglioso, ed il primo
a farti avvertire veramente l'età dei suoi
autori e la bontà del vino invecchiato lungamente in condizioni ideali.
Qui è la composizione a fare il quid: solo le note, le canzoni,
la forma a far tutto. In qualche modo Oranges era disco che lasciava
prevalere Dioniso all'arrangiamento; qui invece spadroneggia Apollo alla struttura.
voto: 9
pezzi preferiti: humble daisy, wrapped in grey, the ugly underneath (ma
dio, dovevo davvero scegliere?)
Apple
Venus vol.1 [1999]
Sette anni di silenzio, di problemi con la Virgin che si risolveranno con la
rescissione contrattuale, l'abbandono di David Gregory.
Ricordo il primo play di AV sul lettore. I primi pizzicato del violoncello di
River of orchids mi straniarono e al contempo rassicurarono: il genio
assoluto aveva trovato un'altra via, ed è una via adulta, da classico
della classica, da pop impopolare, da cristallo da supermercato DeChirichiano.
11 pezzi di acustica solenne bellezza, di compostezza che non è più
risultato ma provenienza, di maniera che più di così non può
gratificare.
Le canzoni degli Xtc hanno ormai la potenza dei movimenti di una sinfonia pop,
e quanto perdono in urgenza lo guadagnano in
monumentalità (hey non sto parlando di imbalsamazioni floydiane e tristezze
reunionistiche).
E poi, come definire quella River of orchids che pop è e al contempo
non è, e il suo sublime auspicio?
voto: 9
pezzi preferiti: river of orchids, i'd like that, green man
Wasp Star (Apple venus vol.2) [2000]
Vediamo di non essere drammatici: Wasp star è un buon disco. Ciò
che stranisce è che possa essere in qualche modo il secondo capitolo
di Apple Venus e della sua eburnea luminosità: esso è un po' pasticcione,
un po' mixed up, un po' buttato lì.
I pezzi di Moulding sono imbarazzantemente sciapi, Partridge prende un paio
di scivoloni
clamorosi (ed è la prima volta: alla sua età glielo concederemo),
la produzione prevede suoni piuttosto grezzi, le composizioni sono abbastanza
minimali (Stupidly happy è un solo riff ripetuto ad libitum).
Ma vabbè, consoliamoci all'idea che in fondo son canzoni che sarebbe
stato decisamente male non dare alla luce, e consoliamoci soprattutto con questo
ottimo poker Partridgiano:
pezzi preferiti: Playground, You and the Clouds Will Still Be Beautiful,
Church of Women, The Wheel and the Maypole.
voto: 7
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