ROBYN HITCHCOCK
discografia semi-ragionata

Cercare in poche righe di tracciare un profilo che possa avere un minimo senso dell'artista Robyn Hitchcock sarebbe opera al contempo semplice e impossibile.

Sarebbe semplice a patto di lasciarsi bastare le inevitabili canoniche coordinate ad uso giornalistico, che ci direbbero -come hanno sempre fatto- d'un regale lignaggio referenziale (Byrds per impostazione chitarristica e Barrett per obliquo melodismo popsyke) adattato all'epoca della fine del punk e approdato al seminale progetto Soft Boys, di una quintessenziale britannicità al servizio di una quasi sempre felice e prolificissima vena compositiva, di una surrealtà umoristica profusa copiosamente in musica (e tela: Hitch è anche pittore, nonché autore di molte delle copertine dei propri dischi; e scritti: Hitch è anche autore di gustose e stravaganti short stories che impreziosiscono abitualmente i loro booklets o i retrocopertina; per non parlare poi dei piccoli oggetti da collezionismo in cui riesce a trasformare il supporto per autografo dei fans alla fine di ogni concerto; o del bizzarro self made merchandise di cui esiste in rete una divertente galleria sul sito http://home.palmnet.net/~mrrunion/cones.htm).

Impossibile
soprattutto perché, data la sterminata discografia, le evoluzioni, le infinitesime sfumature di un cantautorato sempre in bilico fra canone popular e devianza acida, fra favolismo e malinconia, fra elettricità ed acusticità non sarebbero loro malgrado includibili.

Crediamo dunque che il modo migliore per mettere a parte quelli di voi che ancora non frequentano il genio di Robyn Hitchcock sia ripercorrere, sia pur brevemente, l'iter cronologico della discografia, limitandoci solo ai LP ufficiali e le principali raccolte di materiale inedito, consapevoli che dal fitto intarsio della ragnatela si potrà ricavare un'informazione significativa sul ragno che l'ha tessuta.

 

 


[1981]
Black Snake Diamond Role

Il miglior modo per fuoriuscire dai Soft Boys e poter vivere senza la chitarra di Kimberley Rew, pur preservando il basso di Metcalfe e la batteria di Windsor. Scarnificando, riducendo all'essenza pop, con le devianze necessarie, con la britannicità umoristica, parodistica, e persino criptica. La differenza più palese con il suono dei Soft Boys è proprio nella presenza di pezzi più distesi, meno torbidi e fratturati, pur essendo questo (a posteriori e inevitabilmente) il disco più softboysiano di Robyn Hitchcock. Un passo verso la classicità, e pezzi che la memoria ha il dovere morale di conservare.

Voto: 8,5
pezzi preferiti: brenda's iron sledge, the lizard, meat.

 

 

 

[1982]
Groovy Decay

Il capitolo più sottovalutato della saga hitchcockiana. Sarà perché qui si tenta di semplificare un po' di più: gli arrangiamenti sono un capolavoro d'eterogenesi dei fini. Lo si sarebbe voluto vendere, ma i suoni giungono come esperimenti da tecnico del suono alla seconda lezione di teoria; Steve Hillage (responsabile di due pezzi) e Matthew Seligman (responsabile di tutti gli altri e che suona pure il basso) si danno il turno alla consolle, maneggiandola fallicamente. Pezzi un po' anodini sparsi fra nugoli di buone canzoni, addirittura magnifiche quando riescono a precipitare chimicamente in cristalli d'impareggiabile melodia albionica, eppur sempre appiattite dalla resa un po' goffa (e a me mi piace però… smettendola di prendermi sempre dannatamente sul serio e astraendo le orecchie il tutto suona naive, bislacco, curiosamente involontario), un po' radiofonica (e allora? Non c'è solo radiodj, ci sono radio messicane, d'europa libera, e radioscontri di tutto rispetto, in giro, nel tempo). Forte il contrasto fra i pezzi più autoriali e quella manciata di tentativi di dance deviante che recano i titoli di Nightride to Trinidad, How do you work this thing?, Midnight fish.

Voto: 7,5
pezzi preferiti: 52 stations, st. petersburg, when i was a kid

 

 

 

[1984]
I Often Dream Of Trains

Si entra in territori di sublime fingerpicking: alchimie in cui il surreale si trasfigura in un eterno scherzoso e malinconico. Un disco estatico, registrato in solitudine in un cottage appollaiato nella nebbia, dopo la sbobba dell'ambizione. Non giunge ad essere confidenziale, ma traccia percorsi di totale alterità: il campionario di britannicità è estensivo, le formalità abolite, l'acustico fragile e argilloso. Con gaudio dell'intelligenza e delle orecchie si alternano notturni pianistici a beccheggiamenti vaudeville, grumi a cappella a ballate ora languide ora sgangherate.

Voto: 9
pezzi preferiti (incluse le svariate bonus tracks... esistono parecchie versioni del cd con numero variabile di bonus tracks, maledetti discografici): autumn is your last chance, the bones in the ground, flavour of night (ma è questione infinitesimalmente sentimentale e non potrebbe essere altrimenti).

 

 

 

[1985]
Fegmania!

Forse il disco elettrico più uniformemente creativo. Indimenticabile e più scopertamente byrdsiano, soave e fumettoso, inglese fino al midollo. Gigioneggio d'autore, e classici sparsi a piene mani. La sublimazione di Black snake diamond role, e se vogliamo la sua basicizzazione, talvolta sulla soglia del bubblegum d'autore. Nascono gli Egyptians. Rendiamo grazie a Dio.

Voto: 8,5
Pezzi preferiti: another bubble, goodnight i say, glass

 

 

 

Gotta Let This Hen Out!

Live strepitoso, mai una caduta: e pezzi che superano persino la versione in studio, vedi Acid Bird (che tra l'altro è una dedica a Barrett) e Leppo and the jooves (dal repertorio Soft boys)..e due ineditini diabolici.

Voto: 8
pezzi preferiti: acid bird, listening to the higsons, leppo and the jooves

 

 

 

Invisible Hitchcock

Una miniera di delizie rimaste escluse, ma senza demerito, o qualche singolo qui raccolto. E' il disco più variegato e sonoramente eccentrico, a ben pensarci. E' la più bella antologia di Hitch e una delle più belle tout court. Ottima per iniziare.

Voto: 9-
pezzi preferiti: messages of dark, mr. deadly, the abandoned brain

 

 

 

[1986]
Element Of Light

Disco che segna una referenzialità maggiore verso i modelli. Equivale ad Imagine di Lennon, per analogia. Pezzi più morbidi alternati a pezzi più canonicamente belli.

Voto: 8
pezzi preferiti: raymond chandler evening, never stop bleeding, bass

 

 

 

[1988]
Globe Of Frogs (A&M)

Pur segnando il passaggio ad una major, la A&M, questo disco paga molto la sua scarsa reperibilità. Mai ristampato, che sia l'ora? Perché sapete, alla faccia dei leciti timori, è sublime ed è anche il meglio suonato di tutti. Ha anche il più bel dipinto di Robyn in copertina e la più bella foto di Robyn sul retro (nota da fanatico). Questo disco ha voli improvvisi, orientalità sparse, possiede un'aura insuperabile.

Voto: 8,5
pezzi preferiti: tropical flesh mandala, luminous rose, a globe of frogs

 

 

 

[1989]
Queen Elvis

E questo? Un altro classico, suoni perfetti, arrangiamenti persino orchestrali. Songwriting alle stelle e dà felicità ascoltare, una felicità beatlesiana, cristallina, pura d'iperuranio pop.
Inizia però ad abbassare il tasso d'acidità: ma ad esempio, è superiore a qualunque cosa dei R.e.m. post Life's rich pageant, e non solo perché Robyn canta meglio di Stipe (tra parentesi come altrove v'è pure la chitarra di Peter Buck - suonata da lui medesimo- a impreziosire la pregiata stoffa).

Voto: 8+
pezzi preferiti: wax doll, swirling (strano che robyn abbia sempre problemi sentimentali: un dedica così è per sempre), madonna of the wasps.


 

 

[1990]
Eye

Se dovessero mai impormi di scegliere di dover sopravvivere con un solo disco di Robyn (ma Dio, speriamo di no) sceglierei questo: confidenziale, è praticamente I Often Dream Of Trains meno acido, ma più denso e profondo. Rimane praticamente idelebile. Unico limite: non è un quadruplo.

Voto: 9+
pezzi preferiti: cynthia mask, linctus howe, satellite

 

 

 

[1991]
Perspex Island

Fu un duro colpo: non è sublime, ma soltanto buono. I suoni sono perfettini, e le canzoni altalenanti. Paul Fox, il produttore, ha massacrato un disco da 8, e lo ha *deturpato* a 7. Manco stesse lavorando con i Toto. Inaffidabile prezzolato che rivela la mai sopita ambizione a vendere qualcosa di più. Bei pezzi accanto a pezzi fiacchi. Riempitivi? Non sapremo mai. Ma i pezzi migliori sono davvero migliori.

Voto: 7
pezzi preferiti: oceanside, she doesn't exist (Mike Stipe back vocals), birds in perpex

 

 

 

[1993]
Respect

Per reazione, questo suona più onesto. Anzi ha accenni inediti: patisce dei lutti. E' il disco della maturità dell'autore, più che della musica. Ballate acustiche spartane e commoventi, accanto a pezzi interessanti e più dilatati.


Voto: 8
pezzi preferiti: the yip song (questa è veramente micidiale), then you're dust, da brividi), driving aloud.

 

 

 

[1994]
The Kershaw Sessions

caruccio, carinello, versioni diverse, semilive, con arrangiamenti acustici o bislacchi e vagamente tastierosi. per fans.

Voto: 7

 

 

 

[1995]
You & Oblivion

Interessante, ma molto inferiore a Invisible Hitchcock. E mi ha fatto imprecare non poco: ho guardato i miei flexi, i miei allegati, i miei inediti, le mie cassettine di live con pietà dopo averle ritrovate tutte qui in parata. Cmq, almeno 5 pezzi annoverabili fra i maggiori.

Voto: 7,5
pezzi preferiti: you've got, august hair, fiend before the shrine

 

 

 

[1996]
Moss Elixir

Adoro questo disco, senza mezzi termini. E' il blend perfetto fra il Robyn acustico e il Robyn elettrico. E l'ispirazione è ai massimi storici. Fa tutto in questo disco: commuove, gioca, scherza, si fa serio, cita, crea. Arrangiamenti che più classici non si può.

Voto: 9
pezzi preferiti: filthy bird, the speed of things, this is how it feels.

 


Mossy Liquor

Disco solo su vinile in edizione limitata. Una specie di You and Oblivion ma più corto. Tutte pretendenti a Moss elixir che non ce l'hanno fatta. Si oscilla fra manierato e il bello.

Voto: 7-
pezzi preferiti: trilobite, wide open star, alright yeah (in svedese!)


 

 

Storefront Hitchcock (Warner Brothers)

Colonna sonora del film di Demme su Robyn. Fra cover, inediti e riedizioni. Bello, ma senza esagerare. Giusto riconoscimento, alfine.

Voto: 7,5
pezzi preferiti: no, i don't remeber guidford, beautiful queen, i'm only you

 

 

 

[1999]
Jewels For Sophia

Questo è il disco rockettaro dell'anziano citazionista. Incredibile l'energia che spira qui, sorretto da adeguata ispirazione. Partecipazione di Grant Lee Phillips/Buffalo, contiene due fra i più bei pezzi di Hitch di sempre. Hitch è in stato di grazia.

Voto: 8+
pezzi preferiti: no, i dont' remember guildford, i feel beautiful, mexican god


 


[2000]
A Star For Bram

Equivalente di Mossy Liquor, per cui vale il discorso di prima: Robyn concentra nel disco ufficiale le prove meglio riuscite, lasciando qui i pezzi solo carini o poco incisivi. Per fans only.


Voto 7

 

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