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INDICE DELLA SEZIONE

 

  

   1) Prigionieri in licenza 

  2) Le "mense" dei     soldati     http://

  3) La capanna del Canè (Comando della Divisione Lunense)   

  4) Mussolini in Garfagnana ?   

  5) Il cimitero tedesco di Camporgiano   

  6) Il cimitero delle macchine     

  7) Barba...cavallo  

  8) Dopo 67 anni: il ritorno    

  9) Questo tu manciare

10) Le lettere censurate dei garfagnini

 

 

1)   Prigionieri in licenza

 

La notte del 23 novembre 1944  il Ten. Bertagni, comandante del III° Btg della Brigata “Garfagnana” della Divisione Partigiana “Lunense”, con 40 uomini del suo III Btg. più 10 del IV si dirige verso le Rocchette, avendo una guida del luogo, tale Alberto Domenichelli di Monistalli presso Sassi. Dal Grottorotondo alle Rocchette era in linea il primo plotone del II Squadrone del Cadelo. Pare che gli uomini di Bertagni fossero vestiti da bersaglieri e da alpini, come truppe che andassero a dare il cambio, per cui i bersaglieri del Cadelo, colti di sorpresa, furono catturati e condotti a Vergemoli, oltre le linee. Fra i catturati il Ten. Micheli e il Serg. Carboni. Il Cornia dice che due soli sfuggirono alla cattura. Fonti partigiane parlano di 63 uomini catturati (nei DOCUMENTI..di O.Guidi – Carteggio Bernardi pag 102, si parla di “una ventina di bersaglieri”) e narrano una curiosa storia. Dicono che fra i 63 catturati ce ne erano tre che avevano in tasca la licenza e si rammaricarono col Bertagni di questa opportunità che stavano perdendo. Al che il Bertagni, generosamente, li rilasciò affinché potessero godere la loro licenza. Mi piace pensare che questa storia sia vera. Dimostrerebbe che, almeno in certi casi, anche in questo clima di ferocissima guerra civile, si riusciva a mettere da parte la ferocia e a far riemergere l'umanità.

 

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2) Le "mense" dei soldati

Durante il periodo di permanenza del fronte in Garfagnana, nei paesi a ridosso della linea di combattimento la vita delle popolazioni rimaste si fece veramente precaria. Non c’era modo di approvvigionarsi dall’esterno essendo tutte le vie inagibili, la raccolta delle castagne nell’autunno del 1944 in quei paesi fu vietata……… Insomma i pochi abitanti rimasti avevano gravissime difficoltà ad alimentarsi. E allora quasi ovunque intervennero i soldati.

 Ad Eglio, paesino quasi sulla linea del fronte, il 30 novembre, su istanza del prete, "il Col. Andolfato apre una cucina popolare per vecchi, bambini, inabili". Lo racconta il prete stesso, Don Turriani, con gratitudine.

Ed anche Don Gigliante Maffei, parroco di Torrite (che pure aveva avuto problemi coi tedeschi: un certo maresciallo Fritz, di cui erano state scoperte certe marachelle, lo accusa di favorire i partigiani e lo costringe a nascondersi nel collegio di Migliano, vicino al fronte di Treppignana dal 27 ottobre al 6 novembre) stabilisce rapporti di buon vicinato con gli alpini che ora hanno sostituito i tedeschi e ottiene dal Gen.Carloni “lavoro per gli uomini e rancio per donne e bambini. Ciò per quasi tutto il tempo del fronte”.

 Ma il caso più singolare e anche commovente fu il seguente: C’erano, nel paesino di Sassi, alcune suore francescane con uno stuolo di orfanelle. Esse erano sfollate da Pisa e non avevano, praticamente, alcun mezzo di sostentamento. Ed anche qui interviene il gruppo esplorante "Cadelo" (comandato dal Ten.Col. Andolfato) il quale dichiarava, ogni giorno, 40 presenze in più per le orfanelle. Orfanelle che, purtroppo, il 15 novembre verranno decimate da una cannonata da 105 che centra in pieno la casa che le ospitava.  Moriranno ben 10 orfanelle e 4 suore. I poveri resti sfracellati verranno alla meglio raccolti in sei casse e sepolti nel locale cimitero. Ecco i loro nomi:

Suore: 

Suor Benedetta Stacchini  anni 36,  Suor Maria Angiolillo anni 30,  Suor Licia Carlino anni ?, Suor Pacifica Coiutti anni 61. Una di queste non era suora ma novizia.

Orfanelle: Freggia Elba= anni 8, Dolfi Maria= anni 11, Colletti Natalina= anni 9, Coletti Maria= anni 8, Taddei Giuseppina=anni 9, Vallini Giulia=anni 5, Menicucci Rolanda= anni 6, Molioli Mirta=anni 5, Coppati Anna Maria= anni 7, Vaselli Lauritia= anni 7.

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3) la capanna del Canè

                                          LA CAPANNA DEL CANE’

 

Sabato 27 settembre 2008 siamo andati a visitare la Capanna del Canè che si trova a circa 1500 metri di altitudine, su un fianco del Monte Tondo. Questa capanna, di poco più di due metri per due, era stata costruita dai pastori in pietra non murata, messa in modo un po’ approssimativo e coperta con piastre di pietra. Vi si accede per una porticina angusta, alta circa un metro e larga circa mezzo metro. All’interno vi si sta ritti a fatica e la maggior parte dello spazio è occupato da una specie di graticcio fatto di rami di faggio e alto da terra circa 30 centimetri, che costituiva una specie di letto.

 All’interno, in una piccola nicchia, c’è ancora una vecchia pentola a due manici molto annerita per essere stata, evidentemente, a lungo sul fuoco. All’esterno ci sono diverse grosse pietre sulle quali sono incisi dei nomi e delle date di nascita. Esse possono essere state incise dai partigiani della Divisione Garibaldi Lunense ovvero dai pastori che l’hanno utilizzata a lungo prima e, forse, anche dopo la guerra. Su una, però, è inciso chiaramente il nome Jack, che è uno dei nomi di Oldham. Tutto intorno è il bosco di faggi che proteggono e nascondono la capanna.

Qui, dopo la sua costituzione avvenuta a Regnano l’8 agosto 1944 aveva posto la sua sede il comando della Divisione Garibaldi Lunense e vi ha risieduto il maggiore Oldham , il commissario politico Barocci e gli altri del comando per tutta l’estate e, presumibilmente, fino all’ottobre, allorchè tutte le forze partigiane si spostarono sui monti di Careggine per preparare l’attacco alle spalle del fronte, che avvenne il 23 novembre. Esso fallì e la divisione fu sciolta il 27 dello stesso mese. Oldham, Barocci e moltissimi altri partigiani passarono il fronte e si rifugiarono  nelle terre già occupate dagli americani.

 

 

 

 

 
 Da quassù l’occhio spazia fino al mare e ci sono ottimi punti di osservazione su cui erano costantemente poste delle sentinelle partigiane.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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