P R E G H I E R A

DI UNA MADRE PER IL FIGLIO DISPERSO IN GUERRA DAL 1942

 

Come dimenticar potrò, come

potrò, se sento il cuor continuamente

oppresso dal dolore, ed il suo nome

all'alma mia risuona dolcemente?

 

Costantemente sento lui vicino

ed odo, della voce il maschio accento,

e lo rivedo ancora da bambino

quando la sera, stanca, m'addormento.

 

Sett'anni son passati, e come allora

al suo partire si bagnò il mio ciglio,

vivissimo é il ricordo in me, e ancora

piango pensando: rivedrò mio figlio?

 

Che riserbò per me la cruda sorte?

e quante mamme come me aspettando

il loro caro, invano, sono morte

straziate dal pensiero, lui chiamando?

 

E nelle notti insonni ancor lo vedo

col suo sorriso allegro, d'ogni giorno,

che pare dica: spera! ed io credo

coll'ansia d'ogni mamma, al suo ritorno.

 

Quanta brutalità fra umana gente

corrosa dal veleno; e di vendetta

é il loro grido; e studia, la lor mente,

distruzioni dai pié del monte a vetta.

 

O Dio possente che il destino altrui

al Tuo volere guidi, e non inganni,

dimmi: quale fu il destin di lui,

del figlio mio, che attendo da sett'anni?

 

Tutta la mia speranza andrà col vento,

così, dovrò finire i giorni miei

vissuti pien di fede e di tormento

straziante, che descriver non saprei?

 

Dammi o Buon Dio la forza ed il coraggio

di vuotar l'amaro calice, come

il Salvatore che subì l'oltraggio

sulle Sue carni, e sul Suo Santo Nome.

 

Se per mostruosità d'ogni Nazione

e per volere Tuo, egli giace,

dammi, o Signore, la rassegnazione,

ridonami Buon Dio la mia pace.

 

Per una mamma: Roberto Lazzaretti

12 Maggio 1949