Cenni storici e qualche ipotesi sulla chiesa di San Rocco |
La chiesa di San Rocco, spesso definita impropriamente santuario, sorge a est del paese, sotto quella che un tempo era la Porta piccola e a ridosso della contrada Vignali. Fu eretta all’entrata del paese come tante altre chiese di molti paesi della Calabria e del Mezzogiorno, forse a guardia dell’abitato, per proteggerlo dai mali che potevano arrivare ai suoi abitanti dalla strada d’accesso. Su questo minuscolo tempietto si hanno soltanto scarse notizie. L’epoca della costruzione dovrebbe risalire al secolo XVII o a quello precedente, ma non siamo riusciti a scovare documenti o testi che ci consentano di risalire all’anno preciso. Possiamo solo ipotizzare che, essendo la chiesa consacrata al protettore della peste, possa essere stata costruita in occasione di una delle tante pestilenze che colpirono il Regno di Napoli e la Calabria, forse quella del 1656 – 1658, ma allo stato non è possibile alcun riscontro. L’epigrafe sulla facciata “Eris in peste patronus” rafforza comunque l’ipotesi, del tutto personale, della costruzione e della consacrazione al santo di Montpellier in occasione di un evento di questo tipo.
Notizie
più certe affiorano, invece, nel XIX secolo quando già la costruzione
doveva avere subito pesantemente l'usura del tempo. Nel 1855 la
chiesa infatti si trovava in uno stato di forte degrado. La lamia, ossia
la copertura a volta e “il frontespizio del povero tempio”, come
scriveva il Sotto intendente di Crotone in una lettera all’Intendente
di Catanzaro il 13 luglio dello stesso anno, erano crollati e il sindaco
aveva fatto redigere una perizia che il funzionario trasmetteva al
superiore. Il progetto venne
sottoposto all’architetto Ciro Candela che lo giudicò irregolare
perché i prezzi erano esagerati. Fu, perciò, redatta una seconda
perizia per l’importo di ducati 62,25 che ottenne l’approvazione
ed i lavori furono eseguiti sotto la direzione del muratore e
perito Vincenzo Cosenza[1]
e portati a termine tanto che l’8 ottobre l’architetto Candela
certificò la regolare esecuzione dei lavori. [2]
A
questo punto è quasi
certo che la facciata così come oggi la vediamo con le colonne,
la trabeazione e i fregi in stile ottocentesco, sia opera del maestro
caccurese . Il
10 aprile del 1880 il sindaco del tempo, Vincenzo Ambrosio, decise di
istituire una fiera del bestiame e di altri prodotti che si svolgeva nei
pressi della chiesa dal 13 al 16 agosto.
[1]
Vincenzo Cosenza, oltre
che muratore era anche un gendarme della Guardia urbana di Caccuri.
Il 28 aprile del 1847 fu ferito gravemente da Luigi Angotti, capo
dell’omonima banda in uno scontro a fuoco a Laconi tra la gendarmeria
caccurese e i fuorilegge. In quell’occasione
riuscì, pur ferito seriamente, a sparare a sua
volta e a trapassare con una pallottola una coscia del brigante che venne poi catturato
e la sua banda sgominata. (vedi
G. Marino, Cronache di poveri briganti, ed. Pubblisfera, 2003, pag.
57-58) [2] Archivio di Stato di Catanzaro Esiti comunali – Spese per opere pubbliche, busta 120, fasc. 4972 I testi sono di proprietà di Giuseppe Marino e sono tutelati giuridicamente
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