Don Muzio Quintieri (‘U previte ‘e Vajanaru)


   Don Muzio Antonio Quintieri, sacerdote, nato a Caccuri il 24 ottobre del 1822 da Giovanni Quintieri e da Domenica Secreto, fu per molti anni canonico e poi parroco di Cerenzia. Un fratello, Giuseppe, fu segretario comunale  e capo della guardia urbana dello stesso paesino. 
   Nel 1847, quand’era già curato di quel borgo, fu chiamato a testimoniare al processo contro Luigi Foglia e Giovanni Antonio De Paola, due briganti della banda di Luigi Angotti e Andrea Intrieri della quale faceva parte anche il caccurese Salvatore Serafino Secreto, alias Titta, accusati di violenze e minacce. Di lui il popolino  raccontava di una punizione che gli sarebbe stata inflitta dalle autorità ecclesiastiche non si sa bene per quale mancanza per cui sarebbe stato trasferito per un periodo di tempo a Botricello, probabilmente a fare gli esercizi spirituali forzati. Botricello all'epoca era considerato un paese in zona malarica per cui nell'immaginario collettivo la punizione doveva apparire eccessivamente severa. Questo episodio  viene ricordato in una celebre farsa caccurese che recita: “E mannatilu a Butricellu cumu ‘u previte ‘e Vajanaru.” Quel che è certo è che questo sacerdote caccurese, indipendentemente dalle decisioni spesso bizzarre che poteva assumere qualche vescovo, era considerato un prete molto serio e attaccato alla cure delle anime e della parrocchia che gli era stata affidata. 
   Don Muzio fece erigere la chiesa di San Teodoro nel nuovo centro abitato che era sorto in località Paparotta su progetto dell’ingegnere Primicerio a partire dal 1848,   a seguito dell’abbandono della vecchia Cerenzia. Fu lui, primo parroco della nuova Cerenzia che iniziò dal 1862 a compilare i registri parrocchiali. [1]  Il sacerdote caccurese resse la parrocchia cerentinese fino al 1903 poi, essendo avanzato negli anni, si ritirò a vita privata e fu sostituito dal nuovo parroco don Nicola Brancati. 

  La chiesa di San Teodoro a Cerenzia

   Fu uno dei più autorevoli confratelli della Congregazione del Santissimo Rosario di Caccuri assieme al vescovo Raffaele De Franco e all’arciprete di Caccuri Domenico Lucente.  
   Don Muzio si spense il 20 novembre del 1906 all'età di 84 anni nella sua casa di Cerenzia.  Sul registro degli atti dei morti di Cerenzia del 1906, nell'atto di morte n. 18 redatto dal suo successore risulta che si spense all'età di 87 anni, ma, in realtà aveva solo 84 anni essendo nato nel 1822. Sempre dallo stesso atto risulta che fu sepolto nel locale cimitero. 2


                                          
Giuseppe Marino

1 Vito Teti, Il senso dei luoghi: memoria e storia dei paesi abbandonati, pag. 500
Atto n. 18 del Registro dei morti della Parrocchia di Cerenzia, anno 1906