La
nascita del rione Croci di Giuseppe Marino |
Fino
al 1920 l’abitato di Caccuri era costituito dal solo centro storico
(la zona compresa tra Porta Nuova, Destra, Murorotto, Iudeca, Pizzetto,
Porta Grande (poi piazza), da poche case nella frazione di Santa Rania,
oltre alle case sparse di Conserva e Pantane. I rioni Croci e Parte
sorsero solo dopo
Tra i tanti problemi che affliggevano gli ex combattenti v’era,
indubbiamente, anche quello della casa, la necessità, cioè,
dopo tante sofferenze e tanti sacrifici di abbandonare i tuguri
malsani nei quali avevano abitato fino allo scoppio della guerra per
andare ad abitare in case nuove e più salubri in grado di ospitare
adeguatamente la famiglia che ogni giovane reduce aveva fretta di
costruirsi. I reduci, ai quali erano state promesse le terre e
condizioni di vita più decenti, quando la guerra sarebbe finita,
incominciarono, perciò, a organizzarsi nelle associazioni che
facevano capo all’Opera Nazionale Combattenti. Fu così che il 21
aprile del 1919, in un locale di proprietà di donna Luisa Lucente, i
reduci combattenti diedero vita ala locale Sezione dei Combattenti.
Ecco come Giuseppe
Gigliotti, primo segretario e poi presidente della Sezione ne
racconta la nascita. “Dopo
essermi consultato con Enrico Pasculli e Pietro De Mare convocammo la
prima assemblea dei reduci e degli invalidi. Ci riunimmo il lunedì di
Pasqua del 1919 al Convento. Eravamo in 75 e di là, regolarmente
indrappellati, ci dirigemmo alla sala che zia Donna Luisa Lucente ci
aveva concesso come nostra sede. Eravamo appena giunti in sala quando
due carabinieri si presentarono e chiesero che io, assieme a Pietro De
Mare e Enrico Pasculli mi recassi immediatamente in caserma dei
Carabinieri dal maresciallo. Feci presente come le nostre intenzioni
fossero del tutto pacifiche e come avessimo per scopo di risolvere le
tristi condizioni dei reduci. Il maresciallo che ci aveva rimproverato
di avere organizzato la dimostrazione senza permesso, comprese lo
spirito che ci animava e ci diede un permesso provvisorio per
continuare alla presenza dei carabinieri la nostra adunanza.” (3)
Molti materiali adoperati per la costruzione del rione furono reperiti in loco. La pietra locale proveniva dalle cave dei Praci, una località a nord ovest del paese alle pendici del monte Gimmella, mentre la calce la si otteneva dalla pietra calcarea della Serra Grande cotta nelle "carcare" nei dintorni del paese come quella di Canalaci distrutta negli anni 70 dello scorso secolo. Per facilitare l’approvvigionamento della pietra calcarea, Pietro De Mare, reduce e invalido, artigiano poliedrico e meccanico provetto, nonché dirigente della Sezione combattenti di Caccuri, costruì una teleferica che collegava la Serra Grande con il piazzale antistante la pagliera di Barraco (ex chiesa di San Marco, attuale villa San Marco).
Nel
periodo compreso tra il 1920 e il 1955 il rione si sviluppò dalla
contrada Annunziata, fino all’orto del maestro Annibale Cimino, san
Liborio (4)
, il prato del
dott. Vincenzo Ambrosio e il campo del fratello don Antonio, poi, dal
1956 in poi si cominciò a costruire nel rione prato fino al Convento
e, dal 1965 in poi anche nell’ex proprietà del maestro Cimino
realizzando una continuità tra i vecchi Croci e la zona a valle del
convento. Purtroppo, come già detto, i caccuresi fecero carta
straccia del piano regolatore del geometra cavalier Raffaele Ambrosio,
restringendo le strade, modificando le piante delle case facendole
ruotare a proprio piacimento e costruendo perfino al centro della
piazza Sabotino che così sparì dallo stradario caccurese vanificando
anche il progetto di mastro Peppino Gigliotti e degli altri dirigenti
combattenti di erigervi un monumento ai caduti della grande guerra.
Purtroppo gli scempi non si fermarono qui, ma continuarono nei
decenni. Il resto è storia di tutti i giorni.
1) Consiglio Comunale di Caccuri, Delibera n. 34 del 28 maggio 1908 2) G. Marino , Caccuri nella Storia, dalle origini agli anni 50, Grafica Florens 1994, pag. 35 3) G. Gigliotti., Le memorie di Giuseppe Gigliotti, Dattiloscritto, Sinigo di Merano 1964 4)
San
Liborio era una piccola porzione di terreno sulla quale fu
costruita poi la casa del
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