Nacque
a Caccuri il 22 ottobre 1695 nel palazzo ducale acquistato e
restaurato del suo avo Antonio Cavalcanti che lo aveva impreziosito
anche facendovi erigere una stupenda cappella duca privata.
All'età di 16 anni, nel novembre del 1711, com'era allora frequente fra
i cadetti delle famiglie nobili, entrò nell'ordine dei Teatini, cioè
dei Chierici Regolari (cosi chiamati in quanto uno dei fondatori, Gian
Pietro Carafa, era vescovo di Chieti, ovvero episcopus theatino)
prendendo dimora nel convento dei SS.
Apostoli di Napoli.
Il 18 dicembre del 1718 venne ordinato sacerdote, quindi
divenne, per un lungo periodo, lettore di filosofia di alcuni
cardinali. In questo periodo studiò in modo approfondito la storia
della Chiesa e ciò gli consentì di essere nominato consultore
della Sacra Congregazione delle Indulgenze. Intanto il fratello
più giovane, Domenico Andrea, seguiva passo, passo la carriera
dell'autorevole sacerdote che divenne, in seguito. preposito generale
dell'Ordine, ovvero il capo dell'ordine, carica che assunse
nel1740.
Secondo alcuni storici mons. Cavalcanti era "vanitoso
in tutte le sue azioni, ma molto saggio, prudente e pio. Forse per
questi vezzi si rese inviso ai confratelli per cui non fu
riconfermato nella carica, ma nominato arcivescovo di Cosenza il 20
maggio del 1743.
Appena insediatosi nell'arcidiocesi della città calabra,
si diede subito da fare per restaurale la Cattedrale e ampliare il
palazzo arcivescovile, opere che furono completate in breve tempo, ma
per realizzarle indebitò fortemente la diocesi.
Il giudizio su questo vescovo caccurese è abbastanza
controverso. Alcuni storici della chiesa ritengono
validi e importanti sia la sua opera pastorale che l'impegno per
ristrutturare la cattedrale e il palazzo vescovile, non tralasciando la
cura per il clero, altri sostengono che non abbia lasciato tracce
importanti della sua pastorale imputandogli, fra l'altro, di non aver
presentato, negli anni in cui fu arcivescovo di Cosenza, nessuna
relazione ad limina.
Fu amico di molti filosofi e letterati del suo tempo fra i
quali Antonio Genovesi, religioso studioso di Loke e di Vico. Conobbe
anche Giacomo Casanova in viaggio per la Calabria.
All'avventuriero veneziano mons. Cavalcanti offre il soldi per recarsi a
Napoli e una lettera di raccomandazione. In un'altra occasione gli
offrì
anche dell'eccellente vino di di Gerace. Casanova gliene fu molto grato
e nelle sue memorie si ricordò del vescovo caccurese definendolo
"uomo di spirito e danaroso. 1)
Francesco
Antonio Cavalcanti, uomo di grande cultura, scrisse le Constitutiones
et Decreta Congregationis Clericorum Regularium pro Studiis et
Scholasticis, cum triplici
ed altre opere, ma la sua più importante opera è le Vindicae Ponteficium Romanorum” pubblicata postuma
da fratello Domenico Andrea, arcivescovo di Trani nel 1749, l'anno dopo
della morte di mons. Francesco Antonio che lo colse il 7 gennaio del
1748.
Giuseppe
Marino
1)
Silvio Umberto Cavalcanti, Si chiamavano Cavalcanti, http://xoomer.virgilio.it/cavalcanti/pagina_2.htm
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