Saluto
al dottor Larsen, funzionario dirigente della U.E in visita alla Comunità
Montana Alto Crotonese
A
nome mio, degli Amministratori della Comunità montana, dei Sindaci e
delle popolazioni locali, mi è gradito porgere al dott. Larsen ed agli
assessori regionali presenti il più cordiale saluto ed un
ringraziamento per la sensibilità e l'attenzione mostrata per i
problemi della nostra realtà testimoniata
con
questa gradita visita che consentirà, certamente, di operare una
ricognizione delle problematiche della Calabria e delle zone interne,
in particolare, che del territorio calabrese costituiscono il 95%
circa.Nel dare il benvenuto agli illustri ospiti mi preme sottolineare
i bisogni della nostra gente, le difficoltà, la precarietà di una
situazione socio-economica disastrosa e, nello stesso tempo, le enormi
potenzialità di sviluppo, le risorse umane e naturali,che, per troppo
tempo,sono rimaste inutilizzate lasciando la Calabria nella
emarginazione e nel sottosviluppo,contribuendo all'esodo massiccio di
interi paesi,allo spopolamento e all'ulteriore immiseri-mento dello
intero Mezzogiorno.
Il Mezzogiorno e la Calabria in particolare,hanno
conosciuto, nel corso dei secoli,lo sfruttamento,il malgoverno,la
emarginazione e l'abbandono per cui il divario tra queste zone e quelle
industrializzate del Nord si è sempre più accentuato; la povertà,accentuata
dai nuovi bisogni,è andata crescendo per cui alla gente non è rimasto
altro che emigrare in cerca di fortuna ,e tale fenomeno ha
creato nuovi e drammatici problemi sociali In questi ultimi anni poi,la
crisi internazionale,la stagnazione produttiva,i processi di
ristrutturazione di grandi complessi industriali con l'espulsione di
manodopera già occupata,hanno fatto si che si chiudesse anche questa
importante valvola di sfogo della emigrazione,costringendo,anzi,molti
emigrati al rientro e facendo aumentare il numero dei disoccupati:
200,000 nella sola Calabria; padri di famiglia sprovvisti di reddito;
giovani e meno giovani di 25 - 30 anni che non hanno mai avuto un posto
di lavoro e che lo cercano disperatamente; laureati,diplomati,tecnici:
un enorme potenziale produttivo che non riusciamo ad utilizzare.
In
passato sono state spese in Calabria some consistenti, ma il decollo
economico non c'è stato. Ciò perché le risorse finanziarie so no
state dilapidate e disperse in mille rivoli, in operazioni
spartitorie,frammentarie e non coordinate per l'assenza di una seria
programmazione per l'utilizzo razionale delle risorse locali. Ecco perché,oggi,
in Calabria, nel Crotonese,nella nostra Comunità Montana, abbiamo tutto
ed abbiamo bisogno di tutto.
Abbiamo tutto,nel senso delle enormi risorse
disponibili che vanno dall'uomo e dalla sua capacità di operare, alle
enormi risorse idriche costituite da numerosi fiumi e torrenti che
solcano il nostro territorio (Lese,Lepre,Lipuda,Vitravo e tanti altri),
dall'energia che le nostre centrali idroelettriche producono e che non
riusciamo ad utilizzare,alle bellezze paesaggistiche,alle nostre
coste,per larga parte incontaminate,alle suggestive località silane,
all’ enorme patrimonio storico culturale in una zona che è stata il
punto di incontro di millenarie civiltà, da quella Enotra a quella
Romana, Basiliana, Normanna e così via, ai nostri ruderi archeologici
che hanno suscitato la ammirazione di grandi personaggi della cultura
europea, dal De Lujnes al Lenormant. a letterati e archeologici
inglesi, tedeschi, scandinavi. Risorse e potenzialità di sviluppo
immense, ma abbiamo bisogno di tutto .
In
primo luogo dello sviluppo di una viabilità moderna e razionale che,
partendo dalle grandi arterie che lambiscono la nostra Comunità Montana
(la statale 106 - Tarante - Reggio Calabria - e la statale 107 Crotone -
Cosenza),. colleghino i paesi dell'interno (Savelli,Verzino, Umbriatico,
Carfizzi, Pallagorio, S. Nicola) in modo da rompere il secolare
isolamento di questi centri consentendo loro di beneficiare del
consistente flusso turistico che annualmente tocca la Calabria .
Occorre
poi imbrigliare i nostri torrenti realizzando degli invasi allo scopo di
regimare, in primo luogo le acque evitando cosi i periodici dissesti
idrogeologici sul territorio, ma, soprattutto, per lenire l'atavica sete
delle nostre popolazioni in una Regione sulla quale cadono ogni anno ben
30 miliardi di metri cubi di acqua (che. attualmente, non imbrigliate
raggiungono immediatamente il mare) per rendere irrigue le nostre terre
e favorire la riconversione delle colture, creare il prato pascolo e consentire
uno sviluppo della zootecnia finalizzata, soprattutto, alla produzione
dì carni alternative e per sviluppare le coltivazioni tipiche
mediterranee : occorre potenziare In rete interpoderale per la
meccanizzazione delle colture; fornire ai contadini agli operatori
agricoli tutta una serie di servizi di assistenza tecnica per la
valorizzazione delle colture, la riconversione e lì impianto di nuove
specie più produttive e più competitive,fornire i servizi di
elettrificazione e di approvvigionamento idropotabile, metanizzare
i centri del comprensorio. Nel settore turistico vanno realizzate
strutture ricettive, attualmente insufficienti, dotate di attrezzature
di svago, di intrattenimento dove si possa praticare sport,dove si
possano effettuare escursioni, dove ci si possa acculturare.
Dobbiamo
porci, infine, dopo decenni di forestazione selvaggia ed improduttiva,il
problema di una forestazione produttiva in una realtà in cui opera una
industria come la Cellulosa Carta che produce il 5056 della pasta di
cellulosa prodotta in Italia e che è costretta ad importa re milioni di
tonnellate di legname dalla Iugoslavia.
Queste
sono le cose di cui abbiamo bisogno,queste sono le cose che
chiediamo,queste sono le cose che intendiamo realizzare e che abbia mo
puntualizzato nel nostro piano di sviluppo economico e sociale
recentemente adottato.
Ma
sappiamo che non sarà facile realizzarle se non ci mettiamo a lavorare
seriamente e di concerto comuni,Comunità Montana, Regione,Ue,ognuno per
la parte di propria competenza.
Alla
Regione, alla Giunta testé costituitasi,chiediamo una seria
programmazione degli interventi e dell'utilizzo delle risorse ponendo
fine alla logica degli interventi settoriali, frammentari e clientelari;
di concedere le deleghe per la gestione degli interventi adeguatamente
programmati.
Ci
stiamo dotando,come Comunità Montana,di piani di sviluppo,di progetti
per la sistemazione e la difesa del suolo; per la valorizzazione e la
commercializzazione dei nostri prodotti della flora,della fauna, del
patrimonio ambientale e culturale.
Chiediamo
che tali progetti siano vagliati con attenzione e, se meritori, avviati
alla realizzazione.
Alla
UE chiediamo una particolare attenzione per il Mezzogiorno d'Italia
troppe volte penalizzato da politiche Comunitarie tesi a favorire paesi
forti economicamente e politicamente a scapito di aree come le nostre
che non chiedono di essere assistite,s ma di essere messe in
condizione di produrre beni vendi bili e richiesti dal mercato a prezzi
remunerativi e competitivi : di essere messe in condizioni di essere
artefici del proprio sviluppo economico e sociale.
Ecco
perché ammettiamo grande importanza alla programmazione ed al coordinamento
degli interventi al fine dì evitare errori già commessi in passato, accavallamenti,
sperperi e sprechi.
Siamo
certi che ognuno dì noi saprà fare la sua parte.
Giuseppe Marino
Presidente della Comunità Montana Alto Crotonese
Intervento
al XVII Congresso della Federazione PCI di Crotone - 2 marzo 1986 –
Sala “Oscar Romeo” – Tufolo – Crotone
Compagni,
in molti interventi ieri è stato sottolineato il carattere
straordinario di questo nostro XVII Congresso. Se è stato convocato un
congresso straordinario, è stato detto, evidentemente si sono
verificati eventi straordinari che richiedono un’analisi serie a
attenta della situazione politica, del nostro ruolo come forza politica,
del che fare per realizzare quel grande processo di rinnovamento, di
risanamento della vita pubblica e dell’economia che ha come
presupposto fondamentale l’alternativa democratica che le tesi pongono
al centro del dibattito congressuale. E perciò ritengo che in questa
occasione si debba discutere molto sulle tesi, focalizzando la nostra
attenzione sui problemi in esse contenuti evitando di perderci in una
discussione che, abbracciando, come si è soliti fare, tutta una serie
di problemi, anche locali, ci faccia perdere di vista l’obiettivo
fondamentale.
Ecco perchè, da Presidente della Comunità montana vi parlerò
pochissimo dei problemi di quest’ente e solo per evidenziare i limiti
di una istituzione che, in assenza di deleghe, rischia di rimanere un
guscio vuoto, un ente che potrà magari fare un po’ di assistenza, ma
non certo promuovere lo sviluppo ed il decollo delle zone interne.
L’esiguità dei bilanci, l’insensibilità della Regione, l’assenza
di deleghe limitano fortemente la possibilità di questi enti intermedi
e, se è vero come è vero che negli anni le varie comunità montane
hanno accumulato dei residui passivi, è anche vero che con qualche
centinaio di milioni all’anno non si promuove lo sviluppo economico di
tredici comuni. Comunque non credo siano questi la sede ed il momento
per approfondire il discorso, dal momento che non mancheranno certamente
le occasioni per farlo.
Ora voglio entrare nel merito dei problemi congressuali.
Compagni, la sconfitta al Referendum opportunamente voluto dal nostro
Partito per contrastare una linea di politica economica iniqua ha
rappresentato il culmine di uno scontro tra due modi di fare politica:
quello che da decenni vuole scaricare i costi della crisi sempre e solo
sui lavoratori, sui ceti deboli, sugli emarginati e quella che vuole che
tali costi siano pagati da chi ha avuto sempre modo di accumulare
risorse, di speculare, di arricchirsi sulle spalle dei lavoratori e
dello Stato. Era evidente che una sconfitta di tale portata avrebbe
ingenerato nel Partito scoramento,
sfiducia, senso di frustrazione e di impotenza, specialmente in
considerazione della ancor fresca flessione nelle amministrative, tanto
che alcuni compagni s’interrogavano sull’opportunità di cambiare il
nome del nostro Partito e dell’annullamento della nostra diversità.
Le forze del Pentapartito celebravano il loro effimero trionfo, mentre
noi ci mettevamo sulla difensiva.
Oggi la crisi del Pentapartito, dopo il fallimento negli anni scorsi di
tutte le altre formule, la travagliata vicenda della legge finanziaria,
l’ingovernabilità della politica economica nonostante la
favorevolissima congiuntura internazionale, il riemergere del terrorismo
fanno crollare quel castello di trionfalismo e di “decisionismo” che
sorreggevano il Pentapartito ad aprono spazi al rilancio della nostra
azione politica del resto mai appannatasi, le nostre proposte, la grande
forza di un partito come il nostro.
Tutto ciò
fa apparire alla nostra portata la formazione di quel governo di
programma che noi proponiamo e che dovrebbe rivoluzionare la logica
della costituzione dell’Esecutivo partendo non già dalle formule per
ricavarne un programma, ma dal programma per definire alleanze e quindi
un governo che questo programma dovrebbe realizzare. Io , però, ho i
miei dubbi sulla possibilità di riuscire a varare un governo di
programma per tutta una serie di problemi.
Quale programma vogliamo elaborare e con quali forze?
Compagni, io
ieri ho apprezzato lo zelo con il quale alcuni compagni tentavano di
individuare tali forze, ma era chiaramente un arrampicarsi sugli
specchi. Si parlava di forze politiche in generale, di forze cattoliche,
imprenditoriali etc.
Compagni,
diciamocelo francamente: un governo per entrare nella pienezza dei suoi
poteri deve avere i numeri in Parlamento e non i pare che nell’attuale
Parlamento questi numeri ci siano: Ci potrebbero forse essere in un
nuovo Parlamento, ma, in questo caso, ci sarebbe bisogno di un passaggio
elettorale, di elezioni anticipate. Un governo di programma che vedesse
la nostra partecipazione dovrebbe porsi come obiettivo la lotta alla
disoccupazione, lo sviluppo dell’economia, la difesa di conquiste
irrinunciabili dei lavoratori, oggi minacciate da un disegno moderato;
la lotta agli sprechi, al parassitismo, per una informazione
democratica, una battaglia contro le lottizzazioni. Tutto ciò
implicherebbe una battaglia per un uso diverso delle risorse, per il
reinvestimento dei profitti che molte aziende stanno accumulando;
significherebbe tagliare le unghie ai lottizzatori, agli accaparratori
di potere. E non mi sembra che oggi altre forze politiche possano
accettare un programma del genere se è vero come è vero che
ripropongono la vecchia politica dei due tempi, si accapigliano per
la Rai
, si battono (vedi le recenti proposte sull’utilizzo dei risparmi
sulla bolletta energetica) per l’aumento non tanto delle entrate dello
Stato, il che sarebbe giusto, ma per l’incremento dei profitti degli
industriali senza chiedere loro la benché minima garanzia o impegno per
l’occupazione.
Forze politiche che, arrogantemente, ripresentano un decreto
legge emendato mentre ancora le camere lo stanno discutendo; forze
politiche responsabili dello scempio del territorio meridionale che non
trovano di meglio che definire sanfedisti i sindaci meridionale che si
battono non già per l’impunità degli abusivi, tutt’altro, ma per
modificare una legge iniqua ed inapplicabile (dispiace che simile accusa
sia rimbalzata con superficialità anche in questa sala); forze
politiche che vogliono il contrario di ciò che vogliamo noi. Ecco perché
sono convinto che un governo di programma sia oggi irrealizzabile. E poi
una piccola riflessione: se malgrado tutte questi ostacoli si riuscisse
davvero a costituirlo, magari anche con
la DC
, non verrebbe ad esser allontanata la prospettiva dell’alternativa?
Chi avrebbe il coraggio di proporre di riproporre un governo di
alternativa ad un ipotetico governo di programma che riuscisse a
conseguire un qualche successo ancorché parziale? Mi
convince molto di più la proposta del compagno Ingrao di un governo
istituzionale perché
ritengo che se oggi non si modificano le regole del gioco, se non si
trovano nuove regole che impediscano a governi autoritari di calpestare
impunemente le Camere, se non lo stesso dettato costituzionale; se non
si riesce ad impedire che partiti che spuntano come funghi, che
raccolgono voti di sparuti gruppi (lighe venete, pensionati, mani unite,
dita intrecciate, pugni aperti o chiusi) che possono condizionare
pesantemente la vita politica escludendo dal governo del Paese forse
politiche ben più consistenti come il nostro Partito, avremo sempre e
solo una democrazia bloccata nella quale forze eterogenee rappresentanti
di interessi corporativi troveranno sempre il modo di mettersi
d’accordo, non per lo sviluppo della democrazia, per il risanamento
economico o per l’occupazione, ma per il soddisfacimento dei loro
interessi ed egoismi.
Cambiare
le regole del gioco non significa, però, solo riforma elettorale o
monocameralismo.
Significa
anche modificare i meccanismi di spesa, di decisione sugli investimenti,
dei criteri di nomina negli enti; significa dare maggiore autonomia agli
enti locali, deleghe, decentramento di luoghi decisionali e di servizi.
Forse questa proposta potrà apparire altrettanto problematica di quanto
lo sia quella del governo di programma, ma sono convinto che valga la
pena di tentare questa carta.
Detto questo, mi
dichiaro d’accordo con l’emendamento del compagno Bassolino
sull’energia. Vedete, compagni, a parte il fatto che la scorciatoia
nucleare renderebbe più facile risolvere oil problema energetico
prescindendo dalla questione ecologica e quindi vanificherebbe ogni
sforzo per la ricerca e l’utilizzo delle fonti energetiche alternative
ed integrative, tra qualche anno ci ritroveremmo a dover affrontare il
problema dell’alto costo dell’uranio. Va tenuto conto anche del
fatto che non passa giorno senza che, anche sul nostro giornale, non
compaiano notizie su incidenti a centrali nucleari che,
solo per fortuna, non hanno avuto conseguenze catastrofiche. (Nota:
queste parole furono pronunciate il 2 marzo 1986; il 26 aprile 1986,
meno di due mesi dopo ci fu l’incidente di Cernobyl)
C’è
poi il problema delle scorie e dei cimiteri di scorie, ma non soltanto
questo. Dopo circa trent’anni di esercizio le strutture del reattore
non garantiscono più a sicurezza; la centrale viene
spenta, ma non smantellato per i rischi che un’operazione del genere
comporta. Il reattore viene chiuso ermeticamente e resta lì per secoli
come una vera e propria bomba nucleare sempre pronta ad esplodere in
caso di sisma o altri eventi, anche, magari, dolosi. Anche per le
centrali a carbone, nonostante si cerchi di minimizzare le conseguenze
devastanti sull’ambiente, i rischi di inquinamento e per la salute
sono anch’essi grandi.
Questo,
cari compagni, non è terrorismo psicologico; è puro buon senso,
desiderio di battersi per un ambiente pulito, vivibile, sano, per
l’utilizzo di energie alternative. Mi rifiuto di considerare
l’ipotesi della costruzione di centrali nucleari o a carbone come
l’unica possibilità offerta allo sviluppo economico e
all’occupazione, trascurando altre possibilità.
Occupazione
si, ma in un ambiente sano e vivibile.
Ecco perché
la Sezione
di Caccuri ha votato all’unanimità i due emendamenti
Giuseppe Marino
Castelsilano
- Edificio scuole elementari
COMUNITÀ
MONTANA ALTO CROTONESE DI PERTICARO
RELAZIONE PROGRAMMATICA
PREMESSA
La
Comunità Montana Alto Crotonese con sede in Perticaro di Umbria-tico,
vive, come tutte le comunità montane della Calabria e del Mezzogiorno,
una crisi di identità dovuta alla mancata concessione, da parte
dell'Istituto regionale, delle deleghe in materie fondamentali quali la
promozione, lo sviluppo e la programmazione dell'agricoltura, per la
realizzazione degli interventi di sistemazione idrogeologica, ed
idraulico- forestale per la difesa del suolo, anche attraverso l'utilizzazione
degli operai idraulico forestali; la delega in materia urbanistica e
per la programmazione degli insediamenti produttivi; la delega completa
in materia di artigianato. Tutto ciò nonostante la legge istitutiva
delle O.M. preveda espressamente la concessione di dette deleghe la cui
assenza vanifica il ruolo stesso dell'Istituto impedendogli di programmare
e realizzare qualsiasi serio intervento sul territorio. Compito
fondamentale di questa Comunità Montana sarà perciò quello di
continuare ad alimentare una grande battaglia per la concessione delle
deleghe indispensabili al buon funzionamento della stessa ponendosi alla
testa di questo movimento. Solo cosi potrà essere conquistato un v
ruolo ed uno spazio autonomo di intervento e di programmazione, fra
l'altro
messo in pericolo da proposte e progetti di istituzione di altri enti
alternativi alle comunità montane. Il
primo problema che la nuova Giunta dovrà affrontare e risolvere è
quello della definizione delle modifiche da apportare, alla stesura del
Piano di sviluppo economico e sociale e della successiva approvazione.
Definito tale importantissimo strumento ed alla luce di ciò che la
stesura quasi definitiva dello stesso suggerisce, il Programma va articolato
su alcune direttrici fondamentali che dovranno guidare l'attività
della Giunta. Esse sono:
a)
sviluppo, potenziamento e riqualificazione dell'agricoltura
e della zootecnia; b)
turismo ed agriturismo; promozione ed incentivazione del
cooperativismo; c)
razionalizzazione e potenziamento dei trasporti
pubblici;
d) promozione e sviluppo delle attività
commerciali; e)
battaglia per l'ottenimento delle deleghe e per una
riqualificazionedel ruolo
della Comunità Montana1.
Occorrerà,
altresì, trovare il modo di occuparsi del grave problema della
viabilità intercomunale che crea grossi problemi allo sviluppo economico
e sociale ed alle stesse comunicazioni nel territorio, attraverso
l'apertura di vertenze con altri enti(ANAS, Amministrazione Provinciale
etc.) e, se possibile, nei limiti oggettivi della capacità di spesa della
Comunità, con piccoli interventi diretti ad alleviare i disagi delle
popolazioni.. Particolare
cura va posta nella programmazione degli interventi nei vari settori al
fine di evitare una eventuale polverizzazione delle risorse
finanziarie o la realizzazione, nei diversi centri, di inutili doppioni
a volte tra essi concorrenziali. In particolare gli interventi specifici
e le direttrici fondamentali nei vari settori saranno i seguenti.
AGRICOLTURA E ZOOTECNIA
1) redazione di un piano generale delle acque per collina e valle; 2)
creazione dm un supporto tecnico per l'assistenza agli agricoltori ed agli
allevatori( consulenza legale e finanziaria, tecnico - scientifica, per la
commercializzazione, per le innovazioni tecnologiche e la riconversione
delle colture);
3) concessione di contributi per la realizzazione di piccoli invasi
collinari e per la riconversione delle colture e la creazione del prato
pascolo;
4) creazione e potenziamento delle infrastrutture rurali (
elettrificazione, acquedotti, viabilità) attraverso gli strumenti
finanziari per le aree interne, P.I.M. etc.)
5) realizzazione di impianti per la lavorazione conservazione del
prodotto (centro per la coltivazione e conservazione funghi, conserve
alimentari, oleifici etc.);
6) concessione di contributi per l'utilizzo facile campagne di
energie alternative pulite ( metano, eolico, solare, biomasse etc.).
TURISMO ED AGRITURISMO
1) censimento delle risorse turistiche ed agrituristiche e delle
potenzialità da sviluppare;
2) attività di promozione turistico - culturale delle
caratteristiche peculiari della C.'M,', di informazione sui beni
ambientali, culturali, paesaggistici sul territorio regionale e
nazionale mediante la diffusione di depliants ed altro materiale
illustrativo sulle spiagge di Strongoli e di Melissa, sulle rovine di
Acheronthia, sul Castello di Caccuri, l’ ostello di Savelli, le tombe
romane di Strongoli,monumenti di Umbriatico etc., lingua,
tradizioni, costumi della Comunità " Arbesh";
3) organizzazione, in collaborazione con altri enti, di gite ed
escursioni di collegamento tra il turismo costiero e l'interno al fine
di far conoscere le risorse delle zone interne;
4) creazione di una mappa dell'offerta agrituristica dell'interno;
5) impegno per la realizzazione delle opere di interesse turistico
inserite nel Piano per le aree interne (centro termale di Bruciarello,
oasi faunistiche, aree attrezzate,,restauro chiese di particolare valore
artistico - culturale, strade panoramiche etc.);
6) opera di sensibilizzazione e di stimolo nei confronti delle amministrazioni
comunali per la programmazione e realizzazione di infrastrutture
turistiche e per il tempo libero (impianti sportivi, biblioteche, centri
sociali etc.);
7) interventi per la conservazione e protezione dell'ambiente e
delle bellezze paesaggistiche.
TRASPORTI
Interventi
presso gli organismi competenti per il potenziamento dei trasporti
pubblici e per la realizzazione di collegamenti pubblici
efficienti e razionali tra i diversi centri abitati del Comprensorio.
MOZIONE E SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ COMMERCIALI
L'analisi della situazione esistente allegata al Piano 'di sviluppo
economico e sociale mette in evidenza una estrema polverizzazione e
despecializzazione deì punti di vendita all'interno della Comunità
Montana. Ciò
riduce sensibilmente la
fruizione di redditi da parte degli operatori commerciali, crea disagi
al consumatore costretto, per l'acquisto di generi particolari, a
gravitare sui grossi centri ed impedisce di fatto il decollo del settore
nelle zone interne. Pertanto, l'azione della Giunta dovrà tenere presente
tale situazione e cercare di modificarla attraverso l'informazione, lo
stimolo, l'incentivazione e tutti gli strumenti che potrà utilizzare.
ARTIGIANATO
Ci
si pone l'obiettivo di creare i necessari supporti tecnici e finanziari
per la tutela e lo stimolo e lo sviluppo delle capacità artigianali
presenti nella C.M. e che hanno rappresentato e rappresentano una delle
insostituibili risorse economiche di sviluppo del comprensorio.
DELEGHE
La
battaglia di cui alla Premessa della presente Relazione programmatica
grammatica dovrà essere combattuta fino in fondo affinché la C.M. possa
conquistarsi un ruolo effettivo di- programmazione e di intervento che,
in un'ottica di decentramento democratico, non può non spettare alle
comunità montane.
RISORSE IDROPOTABILI
Altro
impegno che assume questa maggioranza e quello di contribuire ad
assicurare a tutti i comuni della Comunità l'equa erogazione dell'acqua
potabile facendosi carico di intervenire nei confronti degli organi
competenti; infatti, tutti sappiamo quanti disagi hanno dovuto
affrontare le popolazioni nel recente passato a causa della cronica
penuria di acqua potabile.
La
presente Relazione programmatica, frutto della collaborazione e
dell'intesa delle forze politiche della maggioranza, è aperta ad
eventuali contributi costruttivi della opposizione. In ogni caso sarà
cercata e stimolata anche la collaborazione delle O.O. S.S. e di massa per
la definizione e stesura di piani di intervento nei settori di sviluppo ed
occupazionali. E1, inoltre, ferma intenzione della maggioranza
riconoscere e valorizzare dL1importante ruolo istituzionale di questo
Consiglio al quale nessun potere sarà espropriato negandogli
un’informazione puntuale e continua delle problematiche, delle scelte e
delle realizzazioni che sarà, invece, chiamato puntualmente ad esprimere
scelte, programmare, decidere, contare.
Giuseppe Marino
Presidente
della Comunità Montana
Alto Crotonese di Perticaro di
Umbriatico