Storia della Sezione P.C.I. di Caccuri

 Dal 1936 al 1947

 Il primo tentativo di dar vita ad una cellula comunista a Caccuri risale agli inizi degli anni ’30 quando due giovani del luogo, Alfonso Chiodo e Giuseppe Lacaria, allievi del reverendo don Peppino Pitaro, già prestigioso dirigente del Partito Popolare, si allontanarono dalle idee del maestro per avvicinarsi all’ideologia marxista ed al partito comunista clandestino.  Ma le intenzione dei due studenti furono immediatamente messe da parte quando richiamarono l’attenzione delle Autorità fasciste che non avrebbero lasciato certamente senza risposta qualsiasi iniziativa ritenuta,  dalle leggi dell’epoca, sovversiva.

 

    

  1925 - Villa comunale  Giuseppe Lacaria (a sinistra) e Alfonso Chiodo

 

Il Lacaria ritenne prudente lasciare l’Italia e riparare in Belgio, a Liegi, dove si spense il 25 aprile del 1936; Alfonso Chiodo, tenuto sotto stretta sorveglianza, se ne stette nell’ombra fino alla Liberazione quando riprese i contatti con la Federazione del PCI di Catanzaro e aprì la prima Sezione del PCI di Caccuri divenendone segretario. Tra i dirigenti dell’epoca figuravano Giovanni Fortunato Gigliotti e Luigi Foglia della frazione di Cerenzia (entrambi passeranno poi nella DC) Pasquale Guzzo, Giovanni Falbo e Rosario Loria di Santa Rania.

 

                                                       

                                                                  Giuseppe Lacaria (Caccuri 1905 - Liegi 1936)

Nel 1946 il Chiodo fu eletto sindaco di Caccuri alla testa di una coalizione che comprendeva comunisti, socialisti, democristiani e indipendenti. Ne facevano parte, fra gli altri, oltre ai già citati comunisti, don Peppino Pitaro (DC), Salvatore Bruno (PCI), Domenico Ambrosio (PSI), Pietro Di Rosa e Giovanni Pasculli (Indipendenti).

L’anno dopo, a seguito dell’approvazione del decreto legge che sanciva l’autonomia amministrativa di Cerenzia, l’Amministrazione Chiodo fu sciolta e furono indette nuove elezioni che si tennero il 26 ottobre del 1947. Questa volta Alfonso Chiodo, anche a seguito di contrasti sorti con gli altri dirigenti, non fu ricandidato ed il partito perse l’egemonia politica che aveva avuto fino a quel momento. A rappresentare i comunisti nella nuova amministrazione furono delegati i soli Salvatore Bruno, Giovanni Guzzo e Serafino Murgia. Anche questa seconda amministrazione fu un’amministrazione di coalizione tra comunisti, socialisti e democristiani; all’opposizione vi erano due rappresentanti dell’Uomo Qualunque, la formazione politica di Giannini, e l' avvocato liberale Giuseppe Ambrosio.

 Dal 1948 al 1970

L’uscita dalla scena politica caccurese di Alfonso Chiodo provocò un oggettivo indebolimento del partito che si protrasse per molti anni. La perdita di un dirigente che, pur contestato a volte dalla base e dagli altri membri della sezione era stato, comunque, in grado, per molti anni, di mobilitare le masse indicando obiettivi di lotta concreti e, per quei tempi, vitali, ed i contrasti che ancora affioravano nel gruppo dirigente, diedero un serio colpo all’organizzazione ed al Partito che cedette quell’egemonia che gli era stata fino allora riconosciuta.

Le elezione del 1947 furono vinte, ancora una volta, dalla lista di “centro – sinistra” con esponenti del PCI, del PSI, del PSDI e della DC. Sindaco venne eletto il reverendo Pitaro, ma, a seguito di un ricorso della minoranza fondato sul fatto che lo stesso, “irretito da censura ecclesiastica, non poteva ricoprire la carica di sindaco” per una norma concordataria, dovette dimettersi quasi subito. A sostituirlo nella carica venne designato Angelo Di Rosa, maestro di musica che la ricoprì per circa un anno; poi, sfiduciato dal Consiglio, dovette anch’egli dimettersi. Gli subentrò Salvatore Giuseppe Falbo, socialista,  che rimase in carica come sindaco fino al 1952 e, come vice sindaco, ininterrottamente, dal 1952 al 1970. Iniziò da allora, nella politica caccurese, un lungo periodo di predominio incontrastato, del PSI prima e del PSIUP successivamente, che durò fino al 1970.

   Giuseppe Falbo (sindaco e vice sindaco dal 1952 al 1970)

I partiti della sinistra caccurese, però, collaborarono sempre lealmente e senza screzi al punto che, spesso, risultava perfino difficile distinguere la diversa militanza degli iscritti ai due partiti. Il predominio del PSI prima e del PSIUP poi nasceva dal prestigio e dall’autorevolezza dei fratelli Francesco e Mario Sperlì, esponenti del PSI prima, del PSIUP poi e, infine, confluiti nel PCI. I  militanti caccuresi, infatti, ne seguivano l’orientamento finendo per militare nel loro partito e non nel PCI nel quale, viceversa, militavano gli altri due fratelli Sperlì, Emilio e Giuseppe.

I segretari della Sezione del PCI negli anni ’50 e 60 furono, per lunghi periodi, Pasquale Miliè e Rocco Mele. Tra i militanti più attivi e coerenti vanno ricordati i già citati Emilio e Giuseppe Sperlì, Giovanni Guzzo,  Domenico Demme, Salvatore Bruno, Vincenzo Falbo, Leonardo Secreto, Antonio Guzzo, Alberto Macrì.

                                                                                                                        

   Pasquale Miliè (Segretario negli anni '50)                      Rocco Mele (Segretario negli anni '60)                       

Socialisti e comunisti insieme e da soli  amministrarono Caccuri dal 1952 al 1970. Sindaco fu sempre Francesco Sperlì, socialista prima del PSI e poi del PSIUP, mentre il vicesindaco era il suo compagno di partito Salvatore Giuseppe Falbo.

 

Dal 1970 al 1990

 

Nel 1970 la sinistra, che governava Caccuri dal 1946, subì una bruciante sconfitta. I vecchi gruppi dirigenti erano oramai sfaldati da alcuni anni ed era venuta meno nei vecchi militanti la voglia di impegnarsi e di combattere nuove battaglie. Fu in quel periodo che un gruppo di giovani prese in mano le redini del PCI caccurese, mentre altri giovani entravano nel PSIUP; Giuseppe Miliè, Franco Falbo, Giuseppe Marino si iscrissero al PCI e diventarono quasi subito dirigenti della sezione, mentre Antonio Lucente e Rocco Antonio Lacaria si iscrissero al PSIUP di Tullio Vecchietti.

                      1982 Festa delle donne

1985 (Giuseppe Marino e Giuseppe Miliè durante un comizio per le amminiatrastive

A Rocco Mele, da tempo ammalato e che aveva tenuto viva la fiammella comunista, nonostante le precarie condizioni di salute (morirà di lì a poco) subentrò nella carica di segretario Franco Falbo, figlio dell’ex vice sindaco. Fu l’inizio di una svolta. In poco tempo il numero dei tesserati comunisti superò di gran lunga quello degli iscritti al PSIUP e al PSI partito, quest'ultimo,  che, dopo l’abbandono da parte dei fratelli Sperlì era divenuto una forza politica marginale. Qualche tempo dopo il PSIUP, pur prendendo circa 800 mila voti alle elezioni politiche, non riuscì a sfondare in nessun collegio nazionale perdendo qualsiasi rappresentanza in parlamento. La bruciante sconfitta convinse i dirigenti nazionali a sciogliere il partito e a confluire nel PCI.

A Caccuri, scioltosi il PSIUP, entrarono a far parte della sezione, della quale era intanto divenuto segretario Giuseppe Marino, Antonio Lucente, Mario Filippo Sperlì, Rocco Antonio Lacaria, Salvatore Giuseppe Falbo, Battista Lacaria ed altri vecchi compagni socialisti. Nello stesso periodo nacque anche la commissione femminile della quale entrarono a far parte Emilia Drago, Vittoria Larocca, che ne era la responsabile in quanto membro della Commissione femminile federale,  Emilia Pasculli, Giovannina Miliè, Rosanna Secreti, Maria Biafora, Maria Chiodo, Rita Mele  e tante altre compagne che seppero avvicinare altre donne al Partito. Contemporaneamente si organizzò una forte FGCI della quale facevano parte, tra gli altri, Giuseppe Pasculli, Carmela Mercuri, Maria Secreti e tanti altri giovani.

Intanto la Camera del Lavoro, guidata dal segretario Giuseppe Miliè, organizzava scioperi e manifestazioni di lotta per la Variante e nei cantieri di Timpagrande.

                            

Anni '80 (Sciopero generale a Caccuri)      Timpagrande '82 - Il senatore Pasquale Poerio parla agli operai in sciopero

Le elezioni amministrative del 1975 segnarono la seconda, dolorosa sconfitta per la sinistra caccurese e alle elezioni europee del 1979 fu toccato il minimo storico. Ma il gruppo dirigente ebbe il merito di non demoralizzarsi e di credere ancora nella vittoria. Giuseppe Marino, segretario della sezione, passò a dirigere la Camera del Lavoro, mentre Giuseppe Miliè diventò il nuovo segretario di sezione. Partito e Camera del lavoro continuarono le lotte politico sindacali per la Variante e per la continuazione dei lavori nei cantieri di Timpagrande. Masse sempre più consistenti di Caccuresi parteciparono alla battaglia e si avvicinarono alle organizzazioni politiche e di massa della sinistra. Era il preludio della vittoria.

    1984  Manifestazione elettorale

Le elezioni amministrative del 1980 videro il trionfo dei partiti della sinistra. Entrarono a far parte della nuova amministrazione tutti i dirigenti della sezione; sindaco fu eletto Rocco Antonio Lacaria, affiancato da Giuseppe Marino, Antonio Lucente, Giuseppe Miliè, Giuseppe Drago, Vincenzo Biafora, Michele Secreti e da giovani dirigenti entrati da poco nel partito come Giuseppe Silletta. Non vi erano, però, donne, nonostante dalle donne fosse venuto un contributo determinante alla vittoria.

               1980 Comizio della vittoria

 Manifestazione per il lavoro  (In primo piano le responsabile della Commissione femminile Vittoria Larocca)

Il decennio 1980 – 1990 fu un periodo davvero esaltante per il PCI Caccurese che passò di successo in successo. L’Amministrazione comunale, lavorando duramente, riuscì a risolvere moltissimi problemi e realizzò opere pubbliche per decine di miliardi.  Vennero rifatte l’intera rete idrica e fognaria del centro abitato, costruiti tre depuratori, realizzati il Centro Sociale, il parco comunale di Santa Andrea con campi di tennis e pallavolo, sistemata la villa comunale,  ampliato il campo sportivo, costruita la nuova scuola media, sistemati ed ampliati tutti gli edifici scolastici, realizzati gli impianti di illuminazione di Santa Rania, rione Parte, rione Campo e Case popolari, pavimentate le strade dei nuovi rioni, realizzate ex novo 5 strade interpoderali e comunali tra le quali quella che collega Santa Rania alla Superstrada e pavimentate in porfido strade e piazze di Santa Rania. Ben tre dirigenti della Sezione,  Mario Filippo Sperlì, Giuseppe Marino e Vittoria Larocca furono eletti ripetutamente nel Comitato Federale di Crotone e Giuseppe Marino, eletto Presidente della Comunità Montana Alto Crotonese, entrò anche nella Segreteria di Federazione.  Mario Sperlì, invece, ricoprì la carica di consigliere provinciale per 15 anni e poi diventò anche membro del Comitato di gestione dell'USL di San Giovanni in Fiore.

  Mario Filippo Sperlì

Intanto il partito, che contava oramai circa 180 tesserati, cambiò segretario: a Giuseppe Miliè subentrò Domenico Sperlì.

  1985 - Rittusa festa della vittoria. (Giuseppe Miliè, il consigliere prov. Lino Fazio, il sindaco Antonio Lacaria,  Giuseppe Marino e Vittoria Larocca festeggiano con altri compagni)

L’amministrazione di sinistra attivò anche servizi mai esistiti in precedenza come il servizio di trasporto degli alunni delle scuole dell’obbligo, la raccolta dei rifiuti solidi urbani ed altri. Furono aperti anche numerosi cantieri di lavoro a sollievo della disoccupazione ed ampliata la pianta organica con la creazione di numerosi posti di lavoro coperti con pubblici concorsi. Con quest’ultima decisone, però, l’amministrazione che aveva cambiato il volto di Caccuri si scavò la fossa: decine di famiglie di aspiranti ai posti, deluse perché i loro parenti non erano risultati vincitori, si schierarono contro. Tutto ciò,  anche in coincidenza con contrasti creati all’interno del gruppo dirigente tra vecchi e nuovi dirigenti, spesso alimentati ad arte da elementi estranei al partito ed alle sue tradizioni, determinò la sconfitta alle elezioni del 1990. La perdita dell'Amministrazione fu preceduta di pochi mesi dallo scioglimento del vecchio PCI e dalla nascita del PDS, episodio utilizzato ad arte anche per acuire le divisioni interne.

A seguito della sconfitta  e dell’esaurimento di una fase storica, il gruppo dirigente nato nel 1970 cominciò a defilarsi progressivamente ed il partito perse colpi. Pur risultando ancora primo partito nelle successive elezioni politiche e regionali, non riuscì più a divenire forza egemone e a riconquistare l’amministrazione.  Subentrò, così, una lunga fase di stagnazione che è durata fino a qualche mese fa, quando, nel gennaio del 2001, un nuovo gruppo dirigente ha preso in mano le redini del nuovo partito dei Democratici di Sinistra nato dalla ceneri del vecchio PCI e del PDS. Segretario è ora Antonio Girimonte affiancato da Ilario Piccolo, Sandro Sellaro, Marianna De Franco, Emilio Drago,  Giampiero Macrì, Caterina Rao, Rosario Murgia, Pasquale Loria ed altri giovani dirigenti.

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