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Il Rosario con i Padri

icona,  Madonna di S. Luca, Roma, S. Maria in via Lata
 

 

 

 

Gaudiosi

 

dolorosi

 

gloriosi

 

Misteri Gaudiosi 

L'Annunciazione a Maria                

 

Sei mesi dopo la concezione di Elisabetta, l'arcangelo Gabriele fu inviato da Dio, nella città di Nazaret alla casa di Giuseppe, e annunziò alla Vergine Maria questo annuncio glorioso e stupendo, inesprimibile e impensabile, vertice e fondamento di tutti i beni. In quale ora, con quale ordine, in quale posto ebbe luogo l'Annunciazione? La Vergine viveva già nel digiuno e in piedi in preghiera presso la fontana, perché ha concepito la fonte della vita. Era il primo mese, il mese in cui Dio creò il mondo intero, per insegnarci che ora di nuovo egli rinnova il mondo invecchiato. Era il primo giorno della settimana, cioè la domenica, nel quale ha annientato le prime tenebre e ha creato la luce primogenita, nel quale ebbe luogo la gloriosa risurrezione dalla tomba del Re suo figlio, e insieme la risurrezione della nostra natura; e non era solo il primo giorno, ma anche la prima ora, secondo la parola del profeta: «Dio la soccorrerà alle prime ore del mattino» (Sal 45, 6).
«Rallegrati, o piena di grazia!»
Con quali parole dunque la salutò l'arcangelo e come erano colme di mistero! «Rallegrati, o piena di grazia» (Le 1, 28). Disse: «Rallegrati», per abolire il dolore antico e il destino di condanna, e per la grazia nuova che ora veniva offerta alla conoscenza degli uomini; e aggiunse: «piena di grazia», a motivo dell'abbondanza dei favori della Vergine e delle grazie che vennero sopra di lei. E c'era una sola dote: la garanzia dello Sposo immortale e la cancellazione di quella prima maledizione che ci era sopraggiunta per la disubbidienza e il peccato della nostra prima madre; in luogo della tristezza e dell'affanno, il dono della gioia eterna: quest' ultima mostrava la ricchezza dello Sposo-Vergine. Ambedue le cose l'angelo le proclamò. E aggiunse: «Il Signore è con te» (Le 1, 28)! Questa dunque è la ricchezza immensa del Re, questo il compimento della promessa: lo stesso Verbo di Dio - Parola che supera ogni parola - entrò nel seno della Vergine.
 

La visita a Santa Elisabetta

Quando giunse alla casa di Elisabetta, e costei ebbe udito il suo saluto, subito Giovanni, voce del Verbo, lampada della Luce, profeta della Grazia, vide più profondamente dal seno di sua madre e intese la voce del saluto, e col suo balzare nel seno materno annunciò come si dovesse salutare e adorare il Re che stava per nascere e che da lui voleva essere battezzato, per diventare suo profeta, precursore e futuro battezzatore. Per questo sua madre acclamò la Madre del Signore «e gridò a gran voce e disse: Benedetta tu fra le donne e benedetto íl frutto del tuo grembo... Ora le parole di Elisabetta rivolte alla Vergine le parvero veramente ispirate dallo Spirito Santo, come dice il santo Vangelo: «Elisabetta fu piena di Spirito Santo, ed esclamò a gran voce e disse: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno». Lo Spirito Santo infatti le aveva rivelato che era incinta e che aveva concepito senza unione di uomo. Per questo lo chiamò «il frutto del tuo seno», perché l'essenza del corpo santo era solamente dal suo seno, e non da un seme estraneo. «Benedetto il frutto del tuo seno», perché egli è il frutto vero, il nutrimento del mondo... Più tardi egli stesso ci darà il cibo spirituale, il suo corpo venerando e santissimo e il suo sangue. Veramente benedetto è il frutto del tuo seno, o Vergine immacolata, il quale ha tolto la maledizione che ci è venuta dal frutto della disubbidienza. Quel frutto ci ha esiliato dal paradiso; ma questo frutto benedetto, sbocciato dal tuo seno, ci ha aperto la porta del paradiso, anzi ci ha condotti fino al cielo, e ci assegna il paradiso come eredità.
 

La Nascita di Gesù

«Giuseppe sali dalla Galilea, dalla città di Nazaret, verso la Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché egli era della casa e della tribù di Davide, per farsi registrare insieme con Maria, che gli era promessa sposa. Essa era incinta» (Lc 2, 4-5) per opera dello Spirito Santo, ed era vicino il tempo del parto... E  quando raggiunsero Gerusalemme e Betlemme, si compi il tempo della natività straordinaria, più profonda di ogni conoscenza. Però, dato che una folla numerosa si era riunita per il censimento e i posti erano stati già occupati, e così pure le case di Betlemme, alloggiarono in una grotta di Betlemme. O ristrettezza ed esilio per nostro amore del padrone di tutte le creature! Non gli si trovò né alloggio né albergo. E così l'Inaccessibile, l'Incircoscritto, fu contenuto in una piccola grotta, in un indebito presepio; e il Verbo di Dio senza principio e incontenibile, il creatore di tutto il mondo, guidò la Madre in una grotta di Betlemme, come dice il santo Vangelo: «E avvenne: quando furono là, si compirono i giorni del parto, e diede alla luce il figlio suo primogenito, e lo avvolse in fasce, e lo depose nella mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo» (Lc 2, 6-7). Allora il Signore dei cieli e della terra fu avvolto in fasce. O grande meraviglia. Colui che tutti nutre era nutrito col latte; colui che tutti recensisce, veniva recensito. Allora si compi la profezia di Davide a riguardo di Betlemme e della nascita del Signore. Egli dice: «Non concederò riposo ai miei occhi né respiro alle mie palpebre né sonno al mio corpo, finché non trovi la sede per il mio Signore e la dimora per il Dio di Giacobbe. Noi abbiamo udito di lui questo ad Efrata: Lo troveremo nel campi dei legni» (Sal 131, 4-6). Disse ciò di Betlemme ove avvenne la nascita del Signore. Per questo soggiunse: «Entriamo nella sua casa, adoriamo nel luogo dove si sono stabiliti i suoi piedi» (Sal 131, 7).
 

La Presentazione di Gesù al tempio

Ma, o ammirabile Maria, quali erano quelle cose che tu serbavi meditandole nel tuo cuore? (cf. Lc 2, 19). Erano forse le parole che ti aveva detto l'angelo e tutte le altre cose udite dai pastori? Tu le serbavi nel tuo cuore e, nell'atto di meditarle attentamente, ti rendevi conto che tutte armonicamente s'accordavano nel riconoscere l'unica realtà: colui che era nato da te era veramente Dio e ti aveva mostrato quale miracolo, che non poteva essere contenuto né dal cielo né dalla terra. Egli era colui che aveva accettato di essere circonciso, per confermare la sua appartenenza al popolo giudaico e per non dare ad esso l'occasione di negarlo. Fu circonciso nell'ottavo giorno, nel giorno del Signore [ossia di Domenica], che fu anche quello della sua risurrezione, «e gli fu messo il nome di Gesù», che significa salvezza del popolo «come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre» (Lc 2, 21), quando appunto disse alla Vergine: «e lo chiamerai Gesù» (Lc 1, 31), e quando successivamente rivolgendosi a Giuseppe soggiunse: «egli salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1, 21).
Ed ancora egli attese il tempo della purificazione: «Quando venne il tempo della purificazione secondo la legge di Mosè (cioè dopo quaranta giorni) portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: Ogni maschio e primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore e di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore» (Lc 2, 22-24).
Cristo, il Messia del Signore, il conforto di Israele. (Simeone Metafraste, Autori e testi del primo Millennio, vol. II, Città Nuova, pag. 989)
 

Il ritrovamento di Gesù nel tempio

E in quella stessa festa nella quale dopo molto tempo, per invidia, i Giudei l'avrebbero tolto di mezzo e consegnato alla sua passione, in questa festa «nel dodicesimo anno della sua età» umana, «quando i suoi parenti salirono a Gerusalemme secondo l'usanza e i giorni della festa si furono compiuti, al momento di ritornare il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme e i suoi genitori non lo seppero» (Lc 2, 42-43)...Egli rimase a Gerusalemme a loro insaputa, per non essere da loro impedito di restarvi e per non essere a loro disubbidiente. Mentre dunque rimase a Gerusalemme, se ne andò al tempio e si assise tra i dottori: guidava e ammaestrava i dottori e i sacerdoti, non con potenza né con presunzione, lui che è la sorgente unica di ogni sapienza e scienza, lui che a tutti dona la parola e la sapienza. Faceva questo secondo la misura dell'età e del suo onore, lasciando a ciascuno il proprio compito. Per questo lasciò il posto ai sacerdoti e ai dottori per guidare ed insegnare; egli li interrogava con intelligenza, li ascoltava con sapienza e rispondeva con discernimento. Ed è per questo che tutti ammiravano la sua riflessione e la sua sapienza, perché egli era realmente ammirabile. Tuttavia la santissima Madre con Giuseppe «avendolo cercato fra i conoscenti e i familiari e non avendolo trovato, tornarono a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava; e tutti coloro che udivano le sue domande e le sue risposte erano meravigliati.
( Da "la vita di Maria" di Massimo il Confessore(.+ 662), "Testi Mariani del primo millennio",vol. II, p. 85 ).
 

Misteri dolorosi     
Allora gli sputarono in faccia «Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, gridandogli: Indovina, o Cristo! Chi è che ti ha percosso?»
Ora, poiché lei sentiva impellente il bisogno di seguire il Figlio che veniva portato da Pilato e da Erode, come sopportava di veder condotto via menato intorno come un malfattore? Con quale animo riusciva a restare forte ora che pubblicamente lo vedeva condannai e flagellato? ora che lo vedeva schernito e soffrire mille assurdi oltraggi? come quel volto, datore di vita, poteva ricevere gli empi sputi di quegli uomini sacrileghi? dove attingeva la forza di vede contratti quegli occhi che invece erano in grado di scrutare ogni cosa. A questo si riferisce il versetto evangelico, quando dice: «Allora € sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, gridandogli: Indovina, o Cristo! Chi è che ti ha percosso?» (Mt 26, 67-68; A 14, 65).
Come riusciva a tener fermo lo sguardo su quel capo cinto una corona di spine e percosso con una canna, quel capo che lei venerava, quello cioè del suo Signore e Figlio, che lei baciando teneramente adorava? Come poteva guardare quelle santissime membra a lei così care vergognosamente denudate e rivestite di falsa porpora. Queste cose le procuravano innumerevoli sofferenze mortali. Ciascuna di esse, infatti, le infliggeva un colpo mortale, prima della stessa morte del Signore.
Questo era il suo reale stato d'animo, ma in questo dolore essa traeva sollievo dalla forza che le infondeva colui che soffriva.
 
Gesù sale il Calvario Maria con immutabile forza interiore guardava il Figlio, che spontaneamente si recava a morire? Non so come, ma ad essere condotto come agnello innocente, era l'Agnello di Dío! ad essere portato via come reo, era colui che toglieva il peccato del mondo! colui che con mansuetudine tollerava l'audacia di uomini omicidi! Al contrario, con quale benevolo atteggiamento egli si mostrava verso di loro! quale dolcissimo sguardo aveva! con quali miti parole egli parlava! con quanta serenità egli accettava di prendere la propria croce imposta sulle sue spalle!
La Sacra Scrittura, infatti, dice che i suoi persecutori gliela imposero subito, prima di imbattersi in Símone di Cirene. Allo stesso modo le lacrime delle donne che, seguendo il Figlio si battevano il petto, procurarono alla Madre un piú cocente dolore. E in verità [la causa di tanto dolore per lei] non furono le lacrime, ma le dolcissime parole di coraggio che il Signore rivolse alle donne: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me!» (Lc 23, 28). A queste parole, quanto si lacerò il cuore di Maria! quanto restò interamente scosso! Vedi a quel punto di tollerabilità giunse l'ardente fiamma del suo amore materno! Infatti, chi ascoltando queste parole, non si sarebbe piegato? chi non sarebbe divenuto piú molle della cera? chi non si sarebbe mosso a compassione, benché inflessibile e tutto di pietra?
 
L'immenso dolore della madre ai piedi della croce La croce viene issata e una spada piú penetrante si conficca nel cuore della Madre
Ma quando i deicidi giunsero al luogo del Cranio e sollecitamente si adoperarono [per predisporre il necessario] per una morte che avrebbe dato la salvezza [a tutti gli uomini]; quando piantarono la croce e con i chiodi si toccò un'inaudita ferocia, fissando saldamente e con intenzione omicida la base di sostegno per issare la croce, ecco che allora una piú penetrante spada si conficcò nel cuore della Vergine e i colpi del suo dolore materno andavano dritti al segno. Ma [di fronte a tanta sofferenza] come l'anima non abbandonò il corpo? Come poté non staccarsi dall'unione con esso? Come gli occhi poterono continuare a fissare lo sguardo, mentre sulla croce si issava la loro luce, Cristo? Come le pupille non evitarono di guardare, vedendo spontaneamente porgere a quelle mani omicide le sue purissime palme? E quando le sue membra furono confitte sulla croce, perché le articolazioni del suo corpo non si disgiunsero?
Oh, mentre nella mano si piantava il chiodo, nel cuore invece si conficcava una ferita mortale! Ogni arto perforato feriva piú acutamente l'anima della Madre! Le gocce di sangue che stillavano dalle ferite facevano scorrere dagli occhi materni piú dolorosi rivoli di lacrime! Con quali occhi lei poteva guardare, sospeso sulla croce, il corpo
che si era avvolto di luce come di un manto? (cf. Sal 103, 3). ,e poteva guardare quelle mani empie e sacrileghe dividere e tirare a sorte quelle vesti (cf. Lc 23, 34) che lei aveva fatto con le sue stesse mani!; che lei, intemerate, venerava perché avvolgevano il corpo del Signore?
Come poté sopportare la vista di quel corpo disteso sulla croce? lo sguardo che dolcissimo si volgeva verso di lei e verso tutti? la mansuetudine e quell'animo disposto al perdono verso coloro lo beffeggiavano e verso lo stesso ladrone che, sospeso con lui . croce, lo scherniva? E tutto questo le rendeva dolorosa la ferita, piú profonda di quella inflitta dai chiodi! E mi riferisco particolarmente alle parole di motteggio dei passanti, agli scherni dei presenti, voci di quelli che lo insultavano e si prendevano giuoco di lui, beffe, agli ironici cenni del capo, agli altri innumerevoli oltraggi [negli omicidi. Tutti, infatti, allo stesso modo si rallegravano per la sua morte e si abbandonavano allo scherno. Ma il profeta per divina ispirazione aveva predetto anche questo, quando disse: « Ho atteso compassione, ma invano, consolatori, ma non ne ho trovati» (Sal 68, 21)...
Donna ecco tuo figlio ...ecco tua Madre Il Signore, vedendo sua Madre ferita... disse: «Donna, ecco il tuo figlio!» (Gv 19, 26).
Osserva ancora una volta come il fuoco del suo naturale amore materno divampò in lei piú fortemente e come le si riaccese nel cuore quella sua infrenabile fiamma! Infatti, quando Cristo pronunciò la parola «figlio» la Vergine si ricordò del suo straordinario e ineffabile parto; richiamò alla mente il suo fascino eccezionale, la sua amabile conversazione, ma anche l'incomprensibile dolore [che Simeone le aveva profetizzato]. La parola «figlío» manifestò il modo affabile con cui Cristo si rivolgeva alla Madre; la sua profonda e mirabile sottomissione; il vanto della Madre verso di lui; i tanto desiderati e one: abbracci; infine, pensò che da quel momento in poi il loro parla sarebbe stato proporzionatamente ' diverso e che lui non si sarebbe piú trattenuto con lei come prima, cioè rivestito di carne: egli ormai si affrettava a ricevere la gloria che gli spettava.
Cristo promette di essere perennemente accanto alla Madre con la sua divina presenza e assistenza...
«Ecco la tua madre»: Maria è costituita da Cristo come Madre e guida di tutti
Dopo aver cosí amorevolmente parlato alla Madre, Cristo si rivolge al discepolo e gli dice: «Ecco la tua madre!» (Gv 19, 27). 0 eccelso onore per un discepolo! O eredità piú ricca di qualsiasi bene esistente! Di quale dono di grazia l'amato discepolo divenne messaggero! Ottenne infatti di essere chiamato fratello del Creatore dell'universo e di ricevere in sorte e di accogliere con sé sua Madre, Signora di ogni creatura!
«Ecco la tua madre!». «Ecco - dice Cristo - l'affido a te al posto mio. Poiché ora vado a ricevere la mia parte di gloria, io la lascio a te al posto della mia visibile presenza! Supplisci a quell'affetto filiale che io avrei dovuto nei suoi riguardi e venerala come si addice alla Madre del tuo Signore e Maestro! Poiché essa già gode della mia continua presenza divina, abbia anche il tuo premuroso aiuto, senza che venga mai a mancare. Entrambi, quindi, tu con la parola ed io con i fatti, cerchiamo di eliminare l'insopportabile suo dolore. Tu confortala adeguatamente, mentre io le infonderò tutta la forza d'anímo necessaria. Ora io la costituisco Madre non soltanto tua, ma anche di tutti gli altri; la pongo a guida dei discepoli e assolutamente voglio che sia onorata per il suo privilegio di essere Madre.
Inoltre, benché io vi abbia ordinato di non chiamare nessuno "padre" sulla terra (cf. Mt 23, 9), tuttavia voglio che la onoriate e chiamiate Madre, perché è stata per me un tempio piú alto del cielo ed ha mostrato una volontà diversa dalla naturale consuetudine».
 
Gesù deposto dalla croce Con quale contenuto atteggiamento di dolore e con quanta nobiltà d'animo parlava al Figlio sofferente, provvedendo con le proprie mani al da farsi! Raccoglieva, infatti, sul suo grembo i chiodi estratti; stringeva tra le braccia e teneramente baciava le smorte membra e con le braccia protese da sola amorevolmente si prodigava [per rendere meno traumatica] la discesa del Figlio dalla croce. Quando finalmente il santissimo corpo, deposto, fu adagiato a terra, la Vergine lo abbracciò e lo inondò di caldissime lacrime. Poi, con un esile tono di voce e con parole piene di pietoso affetto, cosí parlò: «Ecco, Signore, si è adempiuto pienamente il prestabilito mistero! Ecco: finalmente ha avuto termine quel tuo benevolo piano di salvezza! Ecco: la tua inenarrabile pazienza è ormai posta sotto gli occhi di tutti! Infatti ora giaci corpo senz'anima, tu che a tutti somministri lo spirito vitale! Ora tengo e abbraccio il corpo inanimato di colui che è l'autore della vita di tutto il creato, di colui che preserva la mia stessa vitale esistenza. Ora tengo privo di vita, colui che solo ieri, amore mio carissimo, stringevo tra le braccia! del quale udivo le dolcissime parole! del quale andavo fiera per le sue vivificanti parole!
Ora invece bacio le membra immobili e coperte di piaghe di colui che sana le inguaribili ferite della natura; di colui che per la guarigione di tutti è stato coperto di lividure! Ora stringo la muta bocca e le silenziose labbra di colui che ha dotato di ragione l'intera natura! di colui che ha posto l'uomo sulla terra come essere vivente munito di parola! Ora bacio gli occhi chiusi di colui che diede il potere di vedere; di colui che con un suo ordine ridonò ai ciechi la luce degli occhi! Oh, se ora potessi ascoltare la tua dolcissima voce! Oh, se potessi vederti dire qualcosa! Se di nuovo potessi ascoltare le tue amabili parole! Ma, anche se ora questo non è possibile, tuttavia molto presto mi sarà concesso di vederlo nella risurrezione, quando tu, dando il gioioso annunzio della rinascita spirituale del genere umano, parlerai affabilmente con colei che ti ha generato». ( Da "Maria ai piedi della Croce" di Giorgio di Nicomedia in Testi Mariani Primo Millennio, pag. 744ss, Città Nuova).
 
 
Misteri gloriosi   
Maria vide per prima la risurrezione di Gesù La Madre immacolata stava accanto al sepolcro, incapace di separarsene: vide e senti tutto ciò che accadeva e si diceva. Vide il grande terremoto che risvegliò coloro che da gran tempo erano rnorti e fece addormentare le guardie e rovesciò la pietra; poi il risveglio delle guardie e la loro fuga verso la città...  di tutto questo fu testimone oculare la beata :Madre del Signore, che prigioniera d'amore, stava inseparabilmente accanto al sepolcro: ella vide la sua gloriosa risurrezione. Le altre donne videro la pietra rovesciata e l'angelo che vi sedeva sopra; ma quando e come ciò fosse accaduto, esse non lo seppero assolutamente. Conobbe tutto soltanto l'immacolata Madre del Signore, che stava là. Per questo prima di tutti accolse l'annuncio della risurrezione e fu stimata degna di vedere, prima di tutti, il suo Figlio e Signore - visione divinamente bella, vertice di ogni bene desiderabile -, e udí la sua dolce voce e credette a tutti i misteri della sua divina economia: come aveva creduto a quelli dell'Incarnazione, ora credeva a quelli della risurrezione. E questo non soltanto perché era la Madre immacolata e santa, ma anche perché premurosa era rimasta con lui nell'ora della passione, con lui aveva amorosamente sofferto, da lui aveva ricevuto la forza d'animo per non morire con lui. Perciò ora vive con lui e con lui è glorificata. Così dunque la santa Madre del Signore vide prima di tutti la risurrezione del Figlio. Ne diede la notizia ai discepoli, o piuttosto l'annunciò alla donne che portavano gli aromi...
 
L'Ascensione di Gesù Così dunque la santa Theotokos vide con i suoi occhi la risurrezione del suo Figlio Re, e colma di gioia se andò di là alla casa del discepolo prediletto, per attendere il momento dell'ascensione di Cristo. Questa casa era in Sion...  l'evangelista Giovanni, dopo la morte di Zebedeo suo padre, aveva venduto l'eredità paterna e i beni che possedeva in Galilea, e aveva comprato a Gerusalemme la casa in Sion, dove accolse la santa Theotokos secondo il comando del suo Signore e Maestro: ivi la serviva... Là gli Apostoli, dopo l'ascensione del Signore, celebrarono i primi misteri della santa messa. La santa Madre di Dio ebbe dunque questa casa come sua dimora dopo l'ascensione di Cristo...  Nel tempo che decorse dalla risurrezione all'ascensione, molte volte il Signore apparve alla sua santissima Madre, quand'egli lo credeva opportuno: e più d'una volta la consolava, come a lui piaceva. Ai discepoli invece egli non appariva continuamente, ma solo quand'era necessario; e prese anche cibo davanti a loro, perché credessero che non si trattava di una falsa apparizione, ma che veramente egli era il Signore Gesù Cristo, loro Re e loro Maestro. E fece loro comprendere molti misteri e promise loro la discesa dello Spirito Santo e ordinò loro di restare a Gerusalemme fino a che non fossero stati rivestiti di forza dall'alto. «Poi li condusse fuori dalla città verso Betania, e li benedisse» (Lc 24, 49-50). Si trovava con loro anche la santa Theotokos: era infatti conveniente che fosse là, perché come nell'ora della passione il suo cuore, più di ogni altro, era stato infranto, e lei era rimasta ritta inseparabile da lui, così ora contemplasse la sua gloriosa ascensione e fosse riempita di gioia.
 
La discesa dello Spirito Santo Il Signore promise agli Apostoli. la venuta dello Spirito Santo e li benedisse. Ma la Madre santa e immacolata era stata benedetta fin dal principio, da quando aveva udito: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore é con te, tu sei benedetta tra le donne» (Lc 1, 42); e questa benedizione vera l'aveva ricevuta nel suo seno, donando al mondo colui che annulla ogni maledizione. Perciò, fin dal principio, era anche piena di Spirito Santo e rivestita di potenza dall'alto: da quel giorno intatti lo Spirito Santo era venuto sopra di lei e l'aveva adombrata la potenza dell'Altissimo, secondo le parole dell'arcangelo Gabriele...  Dopo che il Signore ascese al cielo - e lo videro salire ai cieli gli Apostoli con la Vergine santa - subito mandò loro degli angeli per consolarli e annunciare la sua seconda futura venuta: dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia, e si fortificavano coraggiosamente nella preghiera, «insieme con Maria, la Madre di Gesù, e i suoi fratelli» (At 1, 14): perché la santa Madre di Dio fu sempre partecipe e apportatrice di ogni bene, anche dopo l'ascensione di Cristo. Già quando viveva nel suo paese (di Nazaret) portava a compimento ogni bene, era anzi il tesoro di tutti i beni, e, pur vivendo in quel luogo, era modello e guida a tutte le cose più sante; così ora, dopo l'ascensione, la santa Madre di Cristo era modello per gli uomini e per le donne, e guida ad ogni buona azione, con la grazia e l'aiuto di suo Figlio, il Re della gloria. Per questo allora ingiunse digiuno e preghiera ai santi Apostoli, ed essi perseverarono nel digiuno, nella preghiera e nella supplica finché si compi il cinquantesimo giorno e furono riempiti dalla grazia dello Spirito Santo, consolatore dell'anima. Da quel momento questi degni Apostoli uscirono a predicare il Vangelo, seminarono la parola di vita a Gerusalemme e in tutta la Giudea e poco dopo fino agli estremi confini della terra, là dove indicava loro lo Spirito Santo; e si fecero dei discepoli fra tutti i Gentili e li battezzavano nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, secondo il comando del Signore.
 
L'Assunzione di Maria al cielo Con la sua grazia parleremo ora del suo transito, del suo passaggio da questo mondo al regno eterno... Quando dunque il Cristo nostro Dio volle far uscire da questo mondo la Madre sua santa ed immacolata per condurla al regno dei cieli a ricevere la corona eterna delle sue virtù e delle sue fatiche spirituali superiori a quanto può la natura, e porla alla sua destra col manto d'oro splendidamente tessuto di vari colori, e proclamarla Regina di tutto il creato e introdurla all'interno del velo, per farla abitare nel Santo dei Santi, allora le mandò di nuovo l'arcangelo Gabriele per annunciarle la sua gloriosa traslazione, come un giorno le aveva annunciato l'ineffabile concepimento. Venne dunque l'arcangelo e le porse un ramo di palma, segno di vittoria: come un giorno con rami di palma erano andati incontro al suo Figlio, vincitore della morte e distruttore dell'inferno, così l'arcangelo porse alla Vergine santa questo ramo, segno della sua vittoria sulle sofferenze e sullo spogliamento della morte, e disse: «Il tuo Figlio e Signore ti invita, dicendo: E giunta l'ora che venga accanto a me mia Madre! Per questo mi ha mandato a recarti ancora una volta l'annuncio, o benedetta tra le donne! Come dunque finora hai colmato di gioia gli abitanti della terra, o Benedetta, così con la tua ascensione riempirai di gioia le schiere celesti e farai ancor più rífulgere le anime dei santi. Rallegrati, dunque! Te l'ho proclamato una volta; ma ora tu prendi il nome di "piena di grazia" come onore perpetuo. "Rallegrati, o piena di grazia; i1 Signore è con te!" (Lc 1, 28). Le tue preghiere e le tue suppliche sono salite al cielo presso il tuo Figlio; e secondo la tua richiesta egli ti comanda di lasciare questo mondo e di salire alle dimore celesti, per stare con lui nella vita vera che non ha fine». Quando la santa Madre di Dio Maria intese quest'annuncio, piena di gioia rispose all'angelo con la sua risposta di un tempo: «Ecco la serva del Signore: che mi avvenga anche ora secondo la tua parola. E l'angelo partì da lei» (Lc 1, 38).

(Da "La vita di Maria" di Massimo il Confessore (+662 ), op. cit.)
 

Maria modello della Chiesa orante nell'attesa di Gesù La presenza di Maria era di consolazione e di incitamento alla pratica delle virtù
Inviò gli altri discepoli, perché annunciassero il Vangelo ai lontani e ai vicini; lei però rimase nella città regale, a Sion, sostenendo da sola nuove molestie e aggressioni a motivo di suo Figlio. Per causa sua stava invitta e lottava contro gli avversari, i cattivi Giudei; ma fungeva anche presso di lui come interceditrice e avvocata, non solo per i credenti, ma pure per i nemici, per impetrare loro misericordia. Costoro erano condotti alla conoscenza e al pentimento, perché lei aveva imparato ad agire così anche dal Figlio, quando, appeso alla croce, pregava: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34). Lei stessa del resto era per sua natura benevola e misericordiosa e desiderava per tutti gli uomini la salvezza, e che giungessero alla conoscenza della verità. Non contenta di questo, moltiplicava gli esercizi del digiuno e della preghiera. Non si allontanava mai dal sepolcro del Signore: sua dimora era dove egli aveva posato il capo, suo cuscino la pietra, suoi corsi di meditazione le preghiere e le meditazioni sugli avvenimenti di suo Figlio, sua mensa i panegirici, suo nutrimento i racconti, le lezioni e gli insegnamenti della passione del Signore, sua bevanda e suo bagno le lacrime, suo riposo e sue delizie le prostrazioni: è stato infatti affermato da maestri veritieri, ed è giunto fino a noi, che a motivo delle sue frequenti prostrazioni le sue mani sante erano diventate oltremodo callose, quelle mani con le quali un tempo stringeva tra le braccia il Signore nato verginalmente da lei. Con quelle mani ora supplicava e implorava.
inizio