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Il Fimo

Il Fimo è una pasta per modellare termoindurente a base di materiale sintetico. Presenta caratteristiche simili al Cernit, ma è più duro è di conseguenza più difficilmente modellabile; questo comporta però anche il vantaggio di non essere appiccicoso ed è quindi più facile da utilizzare per i particolari più piccoli e delicati.

I primi materiali sintetici affini al Fimo (“polymer clay”) furono creati negli anni trenta. All'inizio degli anni '60 il Fimo veniva commercializzato come prodotto per bambini. All’offerta di Fimo furono affiancate quella dello Sculpey , del Cernit, del Premo e di altre marche, ciascuna con caratteristiche diverse, benché tutte necessitino identiche procedure per essere lavorabili e tutte richiedano l'indurimento in forno. Si scoprì in questo periodo che il polymer clay poteva essere utilizzato per la creazione di gioielli, miniature, bambole, e via dicendo.

Prima della cottura il Fimo è abbastanza stabile e può quindi essere conservato a temperatura ambiente purché al riparo dal contatto con l’aria. I panetti di vari colori posso essere miscelati per ottenere sfumature di colore. Una volta modellato l’oggetto, esso deve essere posto in forno a 100-130°C per alcuni minuti, a seconda delle dimensioni della composizione: la resina indurisce e si ottiene un materiale simile alla porcellana, resistente al tempo e all’umidità. Chimicamente la pasta sintetica è costituita da particelle di plastica microscopiche incluse in un legante di base. Quando l'argilla polimerica raggiunge la giusta temperatura, le particelle di plastica espandono e si fondono in maniera irreversibile.

Il tema più frequente nelle creazioni di Fimo è la bigiotteria, infatti è l'ideale per creare gioielli che imitino le pietre dure: perle, ciondoli di svariate forme per creare anelli e collane originali; Grazie al Fimo si possono indossare creazioni di bigiotteria assolutamente personali ed uniche.

I Cristalli di Swarovski

Alla fine del 1800 Daniel Swarovski, giovane ma già promettente intagliatore di cristallo, rivoluziona il mondo della gioielleria e della moda inventando una macchina industriale per tagliare le pietre in cristallo per bigiotteria. Questa novità gli procura un notevole vantaggio sui concorrenti che ancora usano i mezzi tradizionali; prevedendo gli sviluppi futuri, egli cerca un luogo adatto dove poter sviluppare ulteriormente le proprie idee, lontano da occhi indiscreti. Nel 1895, per proteggere la sua invenzione, Daniel Swarovski lascia la natia terra di Boemia per trasferirsi a Wattens, in Tirolo, dove trova tutto quello che gli serve: una fabbrica al momento inutilizzata, un fiume che avrebbe potuto fornire energia elettrica ai suoi macchinari, una sabbia quarzifera di eccezionale qualità. Da quel momento, l'azienda comincia ad espandersi fino a divenire la principale fornitrice di pietre per l'industria della moda e soprattutto del gioiello.

Daniel Swarovski ebbe l’intuizione di lavorare con macchinari industriali innovativi il cristallo, utilizzando materie prime pregiatissime, taglio di precisione, levigatura perfetta e rifinitura di alta qualità. I cristalli di Swarovski iniziarono così a distinguersi per splendore e brillantezza; l’uso sapiente e precisissimo degli ossidi di metallo offrì poi ai cristalli colorazioni di incredibile bellezza e intensità.

Ma la bellezza dei cristalli Swarovski si deve soprattutto al modo di lavorare il cristallo. In genere le altre aziende lavorano per addizione: per ricavare una forma immettono la massa vitrea in uno stampo. Una volta raffreddata e lucidata darà origine al prodotto. Swarovski lavora in modo completamente opposto, come uno scultore. Da una massa in cristallo sottrae la parte eccedente alla forma che vuole ricavare. Il che permette di utilizzare un taglio prismatico tipico delle pietre per gioielleria che esalta al massimo la brillantezza.

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