Tempo Non Lineare

di Marco Odino

 

 recitato e diretto da

Boris Vecchio

 

 

 

Tempo, tempo...

il tempo non è lineare!

ma cosa credete, che si possa continuare così

che il tempo passi così, senza fare una grinza, senza una piega, una plica, secondo dopo secondo, minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno?

Non è vero, non è vero!

Il tempo non è lineare!

Ho passato una vita ad impararlo tale!

Non è una teoria, è una disciplina mentale.

Non volevo, non volevo perdere le mie emozioni nell’esatto momento in cui nascevano.

Non volevo. Non volavo.

Non capivo perché tutto dovesse essere sequenziale, non mi rassegnavo all’idea di procedere in linea retta e a poco a poco ho reimparato a vivere tra le righe del destino.

Per anni mi sono sentito incastrato in questo dvd di vita avvitata, spaesato senza mai essere messo in pausa o riavvolto almeno una volta. La mia vita? Ma non è forse le altre? L’infanzia, la scuola, un lavoro, le amicizie, l’amore, una storia, mille storie tutte uguali ma tutte per noi così importanti da sembrare uniche anche se simili, terribilmente simili. Avremmo spesso voluto cristallizzare il tempo ma tutto passava: l’infanzia, l’amore, il sentimento e il vento.

I giorni pari e quelli neri, irripetibili misteri… si sbriciolavano in una clessidra di vetro col mondo dentro, in un anno, una vita o forse in un solo momento.

Poi, forse premiato da tanta costanza, ho avuto una visione, un’idea, un aiuto da una dea.

  Se noi riusciamo ad osservare in modo diverso una cosa il mondo intorno a questa cambia e con esso anche questa. Ho cominciato a chiedermi cosa sarebbe successo se avessi osservato, anzi percepito, anche il tempo allo stesso modo, guardando dentro, attraverso e oltre questo.

E mentre il tempo passava, io lo osservavo, e mentre i giorni e le notti, i sorrisi e le lacrime scorrevano, io lo sentivo e mentre i volti apparivano e scomparivano io lo percepivo cercando di uscire dalla sincronia per entrare in sintonia.

 

*

 

E’ spostandoci che percepiamo lo spazio ma è fermandoci che percepiamo il tempo. Perdere la bussola al polo nord non è drammatico, muovendoci ci sposteremmo comunque verso sud. Spostarsi nel tempo è semplice, basta oscillare invece che muoversi, ingannare il tempo con un falso movimento

Mi sono appeso ed ho oscillato

Sincronia non è sintonia.

 

*

 

  Non sono io che ho detto queste cose, non sono io che ho aperto le porte del tempio del tempo! Altri, probabilmente, lo hanno fatto prima di me, il guaio è che oggi abbiamo perso la capacità di vedere oltre il divenire e di vivere attraverso e non attraversando.

Io ho fatto la mia scelta, mi sono aggrappato al tempo e, oscillando, mi sono sganciato. In quella landa mentale che sta tra il sonno e il risveglio, il sogno e la veglia, l’uscita e la soglia del nulla mi sono assopito e destato.

Dapprima pochi istanti, poi attimi, momenti e secondi. Mi vedevo in un punto e poco dopo mi ritrovavo in un poco prima.

Potevo scegliere se stare nel poi, nell’ante o nel ventre del mentre. Dondolando nel tempo.

 

*

  Una vita da sogno, un sogno reale, che mi rende signore del mio tempo, libero di scegliere l’emozione da rivivere eternamente come fosse sempre la prima volta.

Non lineare, non è il paradiso ma ci si può stare!

Non mi credete? Provate a farlo.

Potete farcela anche voi, non fidatevi degli infidi detti dei dotti sapienti del nulla, quello che vedete non è tutto quello che c’è. Oscillate, dondolate, le cose non stanno così. Voltatevi, rivoltatevi almeno una volta!

Non può finire così.

Il tempo non va da là a lì.

Non lineare. Guardatemi: vi sembro forse qui?

 

 

 

 

                                             

 

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