Memorial


io
io non
io non so
io non so più
io non so più chi
io non so più chi sono
io non so più chi sono io
io non so più chi sono
io non so più chi
io non so più
io non so
io non
io


… sono già stato qui.
Io sono già stato in un posto come questo ma non così.
O almeno, mi sembra.
Mi sembra tutto così confuso.
E' tutto così confuso.
Non so nemmeno perchè mi trovo qui.
Anzi, non mi trovo più.
Mi cerco ma non mi trovo.
Anche se mi ritrovo, non so dove sono.
E quando so dove sono, sono nel posto sbagliato.
Mi vedete davanti a voi ma io non sono qui.
Quello che vedete è una rappresentazione della mia persona, un valore assoluto di quello che ero/sono/sarò.
Qualcuno la chiama anima, io preferirei chiamarla...no, preferirei non chiamarla.
Ho perso la memoria.
Ho perso la memoria, quando non so.
Se lo sapessi non l'avrei persa.
Ho perso la memoria e forse sono anche morto.
A questo punto non fa una grande differenza, potrei anche non sapere di essere vivo.
So però che sono qui perchè ho qualcosa da dire, anche se non sono reale e quindi sarò presente in eterno finché qualcuno starà ad ascoltare.
Se qualcuno di voi va via, muoio un pochettino. Una piccola parte di me se ne va per ognuno che esce di qua: si porta via quello che ero per lui; dimentica me ed io non ricordo quello che lui più non sa.
Quindi, anche se non mi conoscete, per favore state qui ad ascoltarmi, perchè io avrei potuto conoscere voi.
Non andate via. Se lo faceste, ne morirei...
Ma comunque ho perso la memoria e quindi se muoio poi non me lo ricordo più. Quindi andate pure via, chi se ne frega.
No, restate!
Per favore, restate. Vorrei stare un po' con voi, per ricordarvi di me, per ricordarmi di voi.
Ma chi siete?
Non vedo quasi niente da qui.
Come stavo dicendo… cosa stavo dicendo?
Ah sì.
Vorrei ricordarvi che non ricordo.
E' triste, sapete, dopo una vita di cose vissute, perdere a poco a poco i ricordi, le esperienze, i fatti, i visi, i volti … ma voi chi siete?
Non so chi mi ha mandato qui ad illustrarvi cosa succede quando è successo già tutto.
All'improvviso non esiste più l'improvviso, il viso perde il riso, d'incanto arriva il pianto.
Si piange perchè non si sa il perchè lo si fa.
Quasi un'ombra di ricordo, di sentimento, un presentimento che dipinge sul viso un lacrimoso sorriso. Mi hanno mandato per portare un messaggio ed il messaggio è che ho perso il messaggio.
Ma mi hanno davvero mandato o sono venuto da solo?
Tanti anni fa (o era ieri?) mi sono ritrovato in un posto dove una volta sapevo andare, senza saperlo. Non ero più capace di andarci da solo ma ci sono arrivato comunque, non so come, né perchè.
Qualcosa dentro di me mi ha portato lì.
Oggi dev'essere successa la stessa cosa e sono arrivato qui.
Chi ero?
Vediamo un filmato:

Ho dimenticato di portare il filmato, o forse c'è un problema tecnico, non so.
Si sarebbe vista una piccola introduzione sulla mia infanzia, i miei genitori, la scuola, l'adolescenza, il fidanzamento, il matrimonio, un figlio…
Io ho un figlio?
E come si chiama?
Perchè non è qui?
(guarda lontano) Sei qui?
(si volta) Potete fare un annuncio?
(Si sente una voce da un altoparlante):
"Attenzione, se il figlio di questo signore è presente in sala è pregato di salire sul palco, grazie"
(Sale sul palco una persona e va davanti al padre)
-Ciao papà
-Chi sei?
-Tuo figlio
-E da quando?
-Da adesso

Vedete? Il tempo non ha valore se la memoria vola via
(il figlio scompare)
Ora la memoria ha un peso, una dimensione, un costo.
Prima era un'emozione, ora è un'equazione.
Un sorriso, un saluto?
Un kilobyte.
Una giornata di primavera?
Due mega.
Un anno scolastico, una lunga vacanza?
Un terabyte.
Una vita intera?
Un vitabyte.
Basta tenere un archivio sul computer per un back-up dopo il check-up e l'amnesia si cura senza anestesia in una solo giorno di terapia.
Ai miei tempi non c'era.
Buffo parlare del tempo adesso che non esiste più ma è per farvi capire il motivo per cui sono qui.
Io non sono solo quello che sono ma anche quello che ero e sarò.
Non importa se ora non ricorderò; quando sarò, ricorderò che ero e chi ero.
Forse dovevo dirvi una cosa così e per questo sono stato inviato.
Purtroppo nel viaggio c'è stato un inconveniente ed ora la mia già prevista presenza è diventata un'imprevista presente assenza. Non so bene se sono davvero qui.
Tra voi c'è per caso qualche persona che ha desiderato che io arrivassi per raccontare la mia storia? Ne basta anche una soltanto...
Eccomi.
Gli anni passavano ed io mi sfocavo, dimenticavo, svanivo.
E pensare che da piccolo sapevo tutte le poesie a memoria.
Non ci credete?
"Ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi. Superior stabat lupus, longeque inferior agnus"
Visto?
Ma a poco a poco una gomma invisibile cancellava il mondo intorno a me.
Dapprima scordavo piccole cose, cosa avevo mangiato a pranzo, di prendere il pane, chi aveva telefonato… poi, via via, tutto andava via.
Anche la vita si svitava, i bulloni dei neuroni si allentavano ed io rallentavo, i contatti cellulari e personali perdevano contatto sino a spegnere la macchina che mi portavo dentro e che mi portava in giro. Un giorno mi dimenticai di respirare e questo mi fu fatale.
Non ridete, non è un gioco di parole: è veramente così. Non dimenticatevelo.
E adesso sono qui.


io
io non
io non so
io non so più
io non so più chi
io non so più chi sono
io non so più chi sono io


io … sono già stato qui.
Anche se non era così.
Ma quasi, sì.
Qualcuno mi ha chiamato?
Convocato?
Evocato?
Probabilmente sono stato incaricato di parlarvi del Nulla.
Ecco qui

Il Nulla in cui ci si ritrae quando tutto scompare è come il Tutto ma senza niente.
Si esiste circondati da cose che le parole non definiscono.
La differenza principale è questa.
E senza parole quello che esiste non è detto e non è scritto, quindi non c'è:
è questo il Nulla.
Potrebbe essere il Tutto se qualcuno riuscisse a scrivere com'è.
(scompare)
Sentite questa voce?
E' la mia, ma io non ci sono.
Qualcuno mi ha dimenticato ed io sono sparito.
Per favore, c'è qualcuno che ancora si ricorda di me?
Basta uno, uno soltanto.
Basta solo un pensiero.
Un pensiero piccolo, un ricordo fugace.
(riappare illuminato da una piccola luce)
Ecco, un lumicino, un pensierino.
Qualcuno mi ha ricordato ed io sono di nuovo illuminato.
Il pensiero è l'ossigeno che alimenta la fiammella.
Pensatemi un istante ed io vivrò anni luce.
Un secondo nell'universo, eterno anche se breve.
L'eterno può essere breve, non lo sapevate? Basta che sia intenso.

Mi sembra di avere ancora una cosa importante da dirvi, così importante che, per non dimenticarla, l'ho scritta su un foglietto… ma non mi ricordo più dove l'ho messo… (cerca nelle tasche) ah, forse è in questa tasca.
(apre il foglietto)
Allora qui c'è scritto che… che…
scusate, scusate tanto, ma non riesco più a leggere.
Vedo le lettere ma non capisco le parole… questa per esempio è una "r" ma non capisco a cosa serve.
C'è qualcuno qui che sa leggere?
(una persona si avvicina e va a leggere il biglietto):
-Per favore signore, può leggere cosa c'è scritto qui?
-Quattro panini, un etto di prosciutto cotto, il giornale.
-Grazie, c'è qualcuno che sa cosa vuol dire?
C'è qualcuno che sa che cosa vuole dire?
E' un preciso messaggio, ne sono certo, ma c'è qualcuno tra voi in grado di interpretare esattamente il significato di questo scritto, così importante che ho girato l'universo per portarlo sin qui?
Chi è in grado di decifrare un codice complesso come questo?
Vedete, io vi sto parlando, vi sto raccontando di me, ma... dovete cercare di capirmi: ho perso la memoria e ci sono certe cose chiare ed altre che invece proprio non capisco, non ricordo, come questa.
E' un messaggio cifrato?
E' un codice segreto?
(qualcuno gli dice che è un foglietto della spesa)
Il foglietto della spesa?
(si siede e si asciuga gli occhi con un fazzoletto)
...
Allora tutto si spiega, nessun segreto, nessun mistero, questo è solo quello che dovevo comprare il giorno prima di dimenticarmi di respirare. Ed è rimasto lì.
Un memorandum, memorabile anche se futile.

Adesso penso di dover andare via, sento arrivare l'ultima corriera della sera; vi ringrazio per avermi ascoltato e, se mi avete chiamato, vi ringrazio per averlo fatto.
E' stato bello stare in bilico tra la consapevolezza e l'oblio per raccontarvi il mio ricordo del non ricordo, spero non lo scordiate.
In questo spazio dilatato tra il futuro e il passato, io esisto e sono stato e sebbene l'abbia dimenticato, ora come allora, l'ho vissuto con sentimento, anche se soltanto in quel momento.
Ma che cos'è la vita se non questo momento?
Il sole del mattino, il soffio del vento, il sorriso di un bambino... ma ho avuto un figlio io?
E' qui tra voi? Alzi la mano chi è mio figlio.
E' incredibile la vita, unica, irripetibile, sempre sorprendente, come questo monumento emozionale, questo virtuale memoriale che oggi abbiamo costruito insieme.
Indimenticabile.
Ma soprattutto quello che non dimenticherò mai è quella volta che…
quella volta che...
che io…
che…
io
.









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