OrizzonTale

regia di Boris Vecchio
con Alessandro Benvenuti, Yann Laforge
musiche di Furio Di Castri e Rita Marcotulli

testo di Marco Odino





Non ho ben capito che ci sto a fare io qui.
Ero al di là, adesso sono al di qua.
Non cambia molto per voi, ma per me sì.
Voi eravate lì anche prima, io invece prima non c'ero, anzi, non c'era neppure il prima:
c'era un qualcosa che non era ora e non era qui.
Adesso sono qui.
C'è stato un attimo di oscuramento, sconvolgimento, capo-volgi-mento, capolinea, puntolinea, punto punto punto, linea linea linea, punto punto punto.
S.O.S, e sono qui, senza nemmeno uno straccio di valigia con uno straccio dentro, un paio di camicie. Ero in riva al mare e stavo guardando il tramonto, mi sono voltato e si è capovolto il mondo.
Adesso è l'alba di un nuovo giorno e per un po' non potrò più far ritorno.
Non riesco a spiegarlo bene, mi ha abbagliato il sole o forse non trovo le parole, fatto sta che in un battibaleno l'orizzonte è diventato scaleno e sono scivolato agli antipodi del dopo, cioè nell'Adesso. Un Ade dove mi trovo spesso, dove non amo stare ma dove ogni tanto mi vengo a trovare.
Domando scusa, non è un problema vostro ma mi chiedo: vi è mai capitato di guardare verso il mare e pensare di poter varcare l'orizzonte con un ponte, un ponte mentale e poter vivere una vita uguale ma capovolta, almeno una volta?
Dove tutto si può fare, anche quello che da questa parte non riuscite nemmeno a immaginare, un'altra vita, senza gli errori di quella già avuta, illusioni al posto di delusioni, più colori, più suoni e dolciumi più buoni.
Ebbene a me qualche volta succede, d'incanto m'incanto e mi ritrovo nella vita accanto.
Ma questa volta è successo un contrattempo e sono dietro a un orizzonte verticale... ma dove sono?
Ho capito. Dev'essere la Teoria del Caos.
La Teoria del Caos dice esattamente che non può esserci una definizione precisa della Teoria del Caos, quindi non si può enunciare.
Potrei fare un disegno ma non so disegnare e comunque verrebbe un disegno caotico e non si capirebbe niente.
"Nella scienza classica il caos era, per definizione, assenza d’ordine. La Teoria del Caos è nata quando la scienza non ha più potuto spiegare alcuni aspetti irregolari e non prevedibili delle cose. In questa teoria il caos non è visto come casualità e mancanza totale di ordine, ma come un ordine così complesso da non poter essere descritto attraverso i modelli deterministici classici".
Facciamola semplice:
Non è detto che quando si fa la stessa cosa, questa sia la stessa cosa.
E non è nemmeno detto che quando si sa cosa si fa, si sa cosa si fa.
E come andrà.
Insomma, la Teoria del Caos spiega che tutto è inspiegabile.
Un parapiglia.
Deve essere successa una cosa così.
Volevo come al solito varcare l'orizzonte per fare un giro dall'altra parte, estendendomi in un altro tempo, quando qualcosa non ha funzionato.
Poco male, dopo vedrò come rimediare, a volte capita un accidente temporale ma avrei preferito un temporale accidentale.
Già che ci sono, però, vi voglio raccontare come si può catturare l'orizzonte, incantandosi, dato che il sole ancora non scompare, ho un po' di tempo e sono in buona compagnia.
Una buona compagnia è quando ti ascoltano in silenzio, come adesso. Ascoltate…

Forse voi non sapete che io sono, anzi ero, o forse sarò, un grande esperto di orizzonti.
Quando ero piccolo li osservavo dai monti poi, quando ho finito di studiarli, sono andato ad osservarli dal mare. Ed è per questo che, a furia di guardare, ho imparato la Magia dell'Attraversare. Basta un po' di allenamento ed il favore del vento.
Nella vita ognuno ha un ruolo: c'è chi fa il pane e chi dipinge, chi il falegname e chi il dottore, chi il ferroviere e chi viaggia in un tempo non lineare, chi fa l'ingegnere e chi modifica il silenzio...
Io invece sono uno di quelli a cui è stato dato il dono di poter attraversare la linea che sempre scompare.
Io sono l'OrizzonTale.
L'orizzonte è un ponte tra il presente e l'assente, tra il verosimile e l'impossibile, tra il visibile e l'inarrivabile.
Non puoi mai raggiungerlo, ma puoi superarlo e poi voltarti e dire:
"Ah, era lì!"
Ma adesso è più in là.
Rappresenta dove si arriverà e, in quel momento, non sarà più lì e ti dirà:
"Adesso arriva sino qui!"
E' fin troppo facile dire che rappresenta i tuoi limiti e i tuoi desideri…. ma c'è di più, non siamo in tv. Lui è lì dove vorresti essere tu, dove vorresti andare se gli altri ti lasciassero partire, correre, volare… perchè si può volare!

L'ORIZZONTE E' L'ESATTA DISTANZA DA TE.

Più lo avvicini, più si allontana.
Ti pone un limite, un obiettivo e quando lo raggiungi scappa furtivo, solo un po' più avanti. Ti dà la dimensione di quello che puoi fare e di dove puoi arrivare, per farti migliorare ogni volta un po' di più. Se posso farlo io, puoi farlo anche tu.
Ma non farlo male. Non te ne approfittare. L'orizzonte può essere una carogna, un Caronte che ti trasporta giù, nell'inferno delle ambizioni e delle buone intenzioni mai realizzate, come il non saper apprezzare la magia del momento, la lacrima che porta il vento, che non è pioggia ma diluito sentimento. L'orizzonte può essere bifronte e trasportarti ai lati della sua retta via, ai confini del mare, in mezzo al male.
L'orizzonte è un camaleonte che si specchia in te e ti fa apparire come vorresti essere, senza poterlo fare, che ti illude di arrivare dopo un dolce navigare e ti colpisce in fronte con le onde.
Per raggiungerlo la strada più breve non è diretta ma un'altra rotta.
Tutta rotta.
Forse è stata la Teoria del Caos, o del Caso, che non solo una S ha spostato, ma mi ha deviato dal mio percorso abituale. Forse è stato scritto, ma non ancora letto, che io dovessi arrivare a questo punto.
Punto.
Forse servo solo per servirvi la carta delle Possibilità e degli Imprevisti o rendervi meno tristi.
Ma là c'è qualcuno che ride. Forse non crede. O si diverte perchè è l'unico che vede?
Nel disordine che regna nell'Universo anch'io mi sono perso, già mi danno per disperso, devo ritornare nel mio stato abituale, al di là del mare prima che tramonti o sorga il sole o, insomma, faccia quello che vuole.
Mi concentro.
Spero che la Teoria del Caos non mi porti nel Laos ma mi riporti da dove son partito, o poco più lontano.
Vedo laggiù l'orizzonte che si avvicina, si stende, si inclina.
Mi chiede di riposare, annuisco, svanisce e si sfuma.
Gli chiedo di non cambiare, accenna una scusa.
Mi volto per non guardare, capisce, si posa.
Mi osserva per indagare, gli apro la mente.
Mi dice che non ci sente, io penso più forte, intensamente.
Lui sbircia per un momento, io, calmo, acconsento.
Adesso lui si allontana, non faccio un movimento.
D'incanto il tramonto, aspetto il momento.
Si sente il silenzio, si ferma anche il tempo.
Un passo all'indietro e lancio un sorriso:
raccolto dal vento si trasforma in canto,
salendo lentamente raggiunge l'orizzonte.
Facilmente, dolcemente,
sono di là.

Ecco.

Da questa parte è tutto speculare, quindi è uguale.
Rovesciato, ma diritto e anch'io son rivoltato, ma raddrizzato.
Insomma è tutto similare.
Nulla di sconvolgente.
E non succede quasi niente.
Credevo di trovare chissà che e invece trovo solo me.
Ma sono diverso, sono arrivato, ho migliorato.
Ho dimostrato che l'orizzonte non è un limite ma il tramite.
Tra quello che sei e quello che sarai.
Ma vedo laggiù in fondo un mondo tagliato in tondo da una linea orbitale, equatoriale, orizzontale…
Voglio arrivare sin là, e vedere com'è.
Sì.





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