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APPROFONDIMENTO CONTATTI
Il forfaiting
Nelle
forniture all’esportazione con pagamento dilazionato la possibilità, da parte
delle imprese, ad accedere a forme di finanziamento, è una condizione, spesso
indispensabile, per il buon esito dell’operazione stessa.
Infatti,
in particolare. in presenza di dilazioni di pagamento di medio e lungo periodo,
raramente un’impresa è in grado ed ha la convenienza ad impegnare risorse
finanziarie.
Pertanto,
ove il credito è rappresentato da Promissori Notes o da Bill of Exchange (accettati dal debitore), avallati da una banca
del paese dell’importatore, il fornitore può richiedere lo sconto di tali
titoli di credito.
L’azienda
di credito sconta senza rivalsa sull’impresa esportatrice che cede e non gira
gli effetti se non con la clausola “without recourse”, pertanto il rischio di insolvenza
dell’importatore e dei garanti resta completamente a carico della banca che
sconta a “forfait” e cioè con uno scarto che tiene conto di ogni evento
dannoso.
Questo
strumento, nato negli Stati Uniti ai primi degli anni sessanta è entrato in
Europa all'inizio degli anni '70 ed è stato e viene notevolmente utilizzato in
Inghilterra, Francia e Germania.
Si
tratta in pratica di un'operazione che, mentre permette ad un esportatore di
concedere al suo cliente estero (importatore) una dilazione di pagamento, fermo
restando l'incasso del valore della fornitura nel momento della spedizione,
libera lo stesso da ogni rischio di insolvenza, trasformando una vendita con
pagamento differito in pagamento a vista.
Il
“forfaiting” viene considerata una forma di finanziamento, in realtà non
sarebbe del tutto corretto parlare di finanziamento, in quanto si tratta di un
acquisto/cessione del credito pro soluto.
Dovrebbe
essere identificato come un contratto di compra vendita di titoli di credito
costituiti da pagherò (Promissori Notes) emesse dall’acquirente estero a favore
dell’esportatore o da tratte ( Bill of Exchage) emesse da quest’ultimo ed accettate
dall’acquirente estero.
Ciò
che fa confondere il “forfaiting” tra le forme di finanziamento è la maniera di
apprezzare questi titoli, nel senso di dare a loro un valore, anziché riferisrsi ad una quotazione di listino.
Essendo
tali titoli a scadenza, più o meno lontana, e non fruttiferi di interessi,
occorre per apprezzarli riferirsi appunto al loro valore attualizzato in base
ad un certo tasso di sconto calcolato a
“forfait” (da qui il nome di forfaiting), includendo in esso una serie di
fattori:
·
Costo
base, determinato dal tasso di interesse corrente
·
Costi
addizionali derivanti dalla valorizzazione dei rischi assunti (in particolare
il rischio politico legato al paese debitore ed il rischio legato alla
fluttuazione dei tassi di interesse durante la vita delle cambiali
·
Margine
per l’istituto finanziatore
Pertanto il sistema di calcolo dei
tassi di sconto variano notevolmente in funzione della
La
differenza tra il valore facciale degli effetti e il valore attualizzato degli
stessi costituisce, per il venditore, il costo dello smobilizzo.
E’
appunto tale costo che l’esportatore deve tenere in considerazione in sede di
offerta commerciale, quale onere addizionale per monetizzare le cambiali e così
trasformare il pagamento dilazionato in un pagamento a vista.
Le
principali caratteristiche che rendono vantaggioso, per l’esportatore, il
ricorso al forfaiting sono:
Nel momento in cui l’istituto
finanziatore acquista i titoli con la clausola “without
recourse” (senza rivalsa o pro soluto) il girante
viene esonerato da ogni azione, di rivalsa, da parte dell’Istituto finanziatore
nel caso in cui la cambiale, a scadenza, venga pagata con ritardo o non venga
per nulla pagata.
MAIL TO:marcomi20@libero.it
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