LA DOMINAZIONE AUSTRIACA IN

VALCAMONICA (1815-1859)

 

BREVE DECRIZIONE DEL CONTENUTO

La ferrarezza sotto la dominazione austriaca in Valcamonica; l'amministrazione sotto la dominazione austriaca in Valcamonica; l'istruzione sotto la dominazione austriaca in Valcamonica.

 

L’Austria riconfermò l’annessione della Valle al Dipartimento del Serio.

La Valcamonica fu colpita dalla terribile carestia degli anni 1815-1818 e dall’epidemia delle <<febbri petecchiali>> (Cfr. B. RIZZI., Illustrazione della Valle Camonica, Sardini Editore Treviglio 1870, pp. 253-255).

Sotto il regno austriaco si codificò la scienza dell’amministrazione, distinguendo tra attività ordinarie (affitti e rendite sul patrimonio, quote sulle prediali, tasse sulle professioni liberali, arti e commercio, multe a contravventori), straordinarie (proventi derivanti da vendite patrimoniali) e prodotti (sovraimoposte sui generi di consumo e sull’estimo); tra spese ordinarie (spese per funzionamento dell’ufficio, onorari a funzionari e salariati, le spese per il culto, la pubblica beneficenza, l’istruzione, la polizia, la coscrizione, la manutenzione di opere pubbliche) e straordinarie (costruzione di cimiteri, strade e argini, acquisto fondi)[Cfr. E. ABENI., Il frammento e l'insieme. La storia bresciana. 4. 1630-1849: dalla grande peste alla <<festa di guerra>> delle Dieci Giornate, Edizione del Moretto, anno 1987, p. 259].

Si trattava comunque di una amministrazione <<non intelligente, anzi spesso era ottusa, come ottusa si mostrò spesso la sua polizia. Il che ovviamente non andò a scapito solo dei sudditi, ma dell'Austria stessa, che non volle capire che gli effetti di una buona amministrazione sono annullati dalla tirannia politica>> (Ibid, p. 258). Possiamo indicare come segno di questa ottusità la negazione del diritto alla difesa nei processi; la censura sulla stampa; gli ostacoli burocratici imposti alla libertà di movimento.

Per l’istruzione scolastica, nel primo Ottocento, si registrarono passi in avanti, rispetto al poco interesse manifestato dalla dominazione veneta, grazie all’istituzione di scuole pubbliche. Tale comparto "poggiava su una capillare maglia di legati stabiliti per stipendiare maestri – da essere scelti tra <<persone civili e di buona nascita e costumi>> - incaricati di insegnare a leggere, scrivere e conteggiare, qualche rudimento di grammatica (<<essendovi soggetti di genio ed abilità>>), la <<Dottrina Cristiana, i misterii principali di nostra santa fede, i Sacramenti e cose necessarie per ben riceverli>>, a beneficio dell’intera popolazione in età scolare o di fasce ristrette (i maschi, i più poveri)".(O. FRANZONI., Fonti per la storia sociale della montagna, in E. BRESSAN, D. MONTANARI, S. ONGER (a cura di), Tra storia dell’assistenza e storia sociale. Brescia e il caso italiano, Fondazione Civiltà Bresciana, 1996, p. 139).

Nel 1842 il forno fusorio all'Allione fu ceduto alla famiglia di Gio Antonio Gregorini di Vezza d'Oglio- Egli lo trasformò in forno <<con canali, tina per l'ora, maglio ad uso pestaloppi, schirpa occorrente e fornaca per la cottura della vena, ed alloggio per le maestranze con fondachi, scottari e e carbonili>> (FRANCESCO GINO FRATTINI., Storia dell'insediamento industriale di Forno Allione. Sessant'anni di vita dello stabilimento e dei suoi lavoratori, Ed. Biblioteca comunale - Cedegolo, tip. Camuna S.p.A. Breno, 1993, pp. 14-15). Inoltre, il Gregorini <<riuscì a produrre ferraci di tale tenacia che vennero giudicati pari,se non superiori, a quelli fabbricati in Isvizzera al medesimo intento>> (Ibid, p. 15. Frattini ha ripreso un passo del libro di Michele Lessana <<Volere è potere>>, Barbera Editore, Firenze 1869).

Va ricordato, infine, che anche l’alta borghesia con a capo le famiglie Ronchi, Griffi, Sigismondi e Federici partecipò attivamente alle iniziative insurrezionali della Carboneria, alleandosi poi con la <<Giovane Italia>> e sostenendo , infine, le truppe di Giuseppe Garibaldi in Valle.

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